L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre incontra gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, continuando il ciclo di catechesi sui Salmi e i Cantici, il Papa commenta il Salmo 137 - Rendimento di grazie - Vespri del Martedì della 4a Settimana (Lettura: Sal 137,1-4.8).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Papa rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si conclude con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
1. Posto dalla tradizione giudaica sotto il patronato di Davide, anche se probabilmente sorto in epoca successiva, l’inno di ringraziamento che ora abbiamo ascoltato, e che costituisce il Salmo 137, si apre con un canto personale dell’orante. Egli leva la sua voce nella cornice dell’assemblea del tempio o, per lo meno, avendo come riferimento il Santuario di Sion, sede della presenza del Signore e del suo incontro con il popolo dei fedeli.
Infatti, il Salmista confessa di «prostrarsi verso il tempio santo» gerosolimitano (cfr v. 2): là egli canta davanti a Dio che è nei cieli con la sua corte di angeli, ma che è anche in ascolto nello spazio terreno del tempio (cfr v. 1). L’orante è certo che il «nome» del Signore, ossia la sua realtà personale viva e operante, e le sue virtù della fedeltà e della misericordia, segni dell’alleanza col suo popolo, sono il sostegno di ogni fiducia e di ogni speranza (cfr v. 2).
2. Lo sguardo si rivolge, allora, per un istante al passato, al giorno della sofferenza: allora, al grido del fedele angosciato aveva risposto la voce divina. Essa aveva infuso coraggio nell’anima turbata (cfr v. 3). L’originale ebraico parla letteralmente del Signore che «agita la forza nell’anima» del giusto oppresso: è come se fosse l’irruzione di un vento impetuoso che spazza via le esitazioni e le paure, imprime un’energia vitale nuova, fa fiorire fortezza e fiducia.
Dopo questa premessa apparentemente personale, il Salmista allarga lo sguardo sul mondo e immagina che la sua testimonianza coinvolga tutto l’orizzonte: «tutti i re della terra», in una sorta di adesione universalistica, si associano all’orante ebreo in una lode comune in onore della grandezza e potenza sovrana del Signore (cfr vv. 4-6).
3. Il contenuto di questa lode corale che sale da tutti i popoli fa già vedere la futura Chiesa dei pagani, la futura Chiesa universale. Questo ha come primo tema la «gloria» e le «vie del Signore» (cfr v. 5), cioè i suoi progetti di salvezza e la sua rivelazione. Si scopre, così, che Dio è certamente «eccelso» e trascendente, ma «guarda verso l’umile» con affetto, mentre allontana dal suo volto il superbo in segno di reiezione e di giudizio (cfr v. 6).
Come proclamava Isaia, «Così parla l’Alto e l’Eccelso, che ha una sede eterna e il cui nome è santo: in luogo eccelso e santo io dimoro, ma sono anche con gli oppressi e gli umiliati, per ravvivare lo spirito degli umili e rianimare il cuore degli oppressi» (Is 57,15). Dio fa, dunque, la scelta di schierarsi in difesa dei deboli, delle vittime, degli ultimi: questo è reso noto a tutti i re, perché sappiano quale debba essere la loro opzione nel governo delle nazioni. Naturalmente è detto non solo ai re e a tutti i governi, ma a tutti noi, perché anche noi dobbiamo sapere quale scelta fare, qual è l'opzione: schierarci con gli umili, con gli ultimi, con i poveri e deboli.
4. Dopo questa chiamata in causa a raggio mondiale dei responsabili delle nazioni, non solo di quel tempo, ma di tutti i tempi, l’orante ritorna alla lode personale (cfr Sal 137,7-8). Con uno sguardo che si protende verso il futuro della sua vita, egli implora un aiuto da Dio anche per le prove che l’esistenza ancora gli riserverà. E tutti noi preghiamo così con questo orante di quel tempo.
Si parla in modo sintetico dell’«ira dei nemici» (v. 7), una specie di simbolo di tutte le ostilità che possono pararsi innanzi al giusto durante il suo cammino nella storia. Ma egli sa e con lui sappiamo anche noi che il Signore non lo abbandonerà mai e stenderà la sua mano per sorreggerlo e guidarlo. La finale del Salmo è, allora, un’ultima appassionata professione di fiducia in Dio dalla bontà sempiterna: egli «non abbandonerà l’opera delle sue mani», cioè la sua creatura (v. 8). E in questa fiducia, in questa certezza della bontà di Dio, dobbiamo vivere anche noi.
Dobbiamo essere certi che, per quanto siano pesanti e tempestose le prove che ci attendono, noi non saremo mai abbandonati a noi stessi, non cadremo mai fuori delle mani del Signore, quelle mani che ci hanno creato e che ora ci seguono nell’itinerario della vita. Come confesserà san Paolo, «Colui che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento» (Fil 1,6).
5. Abbiamo, così, pregato anche noi con un Salmo di lode e di ringraziamento e di fiducia. Vogliamo continuare a far scorrere questo filo di lode innica attraverso la testimonianza di un cantore cristiano, il grande Efrem Siro (IV secolo), autore di testi di straordinaria fragranza poetica e spirituale.
«Per quanto grande sia la nostra meraviglia per te, o Signore, / la tua gloria supera ciò che le nostre lingue possono esprimere», canta Efrem in un inno (Inni sulla Verginità, 7: L’arpa dello Spirito, Roma 1999, p. 66), e in un altro: «Lode a te, per il quale tutte le cose sono facili, / perché tu sei onnipotente» (Inni sulla Natività, 11: ibidem, p. 48). E questo è un ultimo motivo della nostra fiducia, che Dio ha la potenza della misericordia e usa la sua potenza per la misericordia. E, infine, un'ultima citazione: «Lode a te da tutti coloro che comprendono la tua verità» (Inni sulla Fede, 14: ibidem, p. 27).
[01580-01.02] [Testo originale: Italiano]
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
Chers Frères et Sœurs,
Le Psaume 137 fait résonner le chant d’action de grâce que le Psalmiste adresse au Seigneur, louant la présence vivante et active de Dieu, qui l’a écouté au jour de la détresse, ainsi que sa fidélité et sa miséricorde. Cette louange est aussi celle des peuples de la terre et des responsables des nations; elle révèle les chemins du Seigneur: Dieu prend la défense des faibles, des victimes, de ceux qui sont à la dernière place. Avec le Psalmiste, nous sommes aussi invités à regarder avec confiance vers l’avenir, sûrs que les mains du Seigneur ne nous lâcheront pas, même dans les épreuves.
Je salue cordialement les pèlerins francophones présents ce matin. Que la Vierge Marie, dont nous fêterons demain l’Immaculée Conception, demeure à vos côtés pour vous faire entrer toujours plus en profondeur dans le mystère de l’Incarnation.
[01581-03.02] [Texte original: Français]
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters in Christ,
Today I would like to reflect with you on Psalm one hundred and thirty-seven, a hymn of thanksgiving. From the temple in Jerusalem, the psalmist lifts his voice in praise and adoration of God. Despite trials and tribulations, he is confident that the ever faithful God will hear him.
What began as the psalmist’s personal prayer becomes a song of praise from "all the kings of the earth", giving glory to God who "looks on the lowly" and comes to the aid of the oppressed.
Finally the psalmist prays that the Lord will continue to watch over him and to protect him from danger in the future. In the words of Saint Ephraim, "Praise to you, for whom all things are possible; praise to you from all those who understand your truth".
I welcome the English-speaking pilgrims here today, from Australia, Canada, England, Finland, and the United States of America. A special greeting to the newly-professed Missionaries of Charity, to the English priests who are celebrating their tenth anniversary of ordination and to the choir members from Veteli in Finland. I pray that your visit to Rome will strengthen your faith and your love for the Lord. May God bless you all.
[01582-02.01] [Original text: English]
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern!
Ein Danklied von besonderer Schönheit erklingt im Psalm 138, den wir heute zum Gegenstand unserer Katechese machen. Er beginnt mit einem Hinweis auf die Gebetsrichtung: Zum Tempel hin, zum Ort der Gegenwart des Herrn, an dem Gott seinem Volk begegnet, wendet sich der Beter des Alten Bundes. Sein ganzer Dank gilt dem „Namen" des Herrn. Dieser steht für die lebendige Wirklichkeit des personalen Gottes, dessen Treue und Barmherzigkeit der Grund des Vertrauens und der Hoffnung seines Volkes sind. Der ganz persönliche Dank für die erfahrene Güte Gottes, für die Erhörung in Stunden der Not, weitet sich schließlich zum universalen Lob: Dich sollen preisen, Herr, alle Könige der Welt! (V. 4).
Der Gott, der uns Menschen – das Werk seiner Hände – niemals aufgibt, begleite euch alle, liebe Freunde deutscher Sprache, die ich hier ganz herzlich willkommen heiße. Meinen besonderen Gruß richte ich heute an die Pilger der Internationalen Schönstattbewegung sowie an die Notare aus Österreich. Macht euch in diesen Tagen des Advents zu Trägern und Boten des Lichts, das unserer Welt in Jesus Christus aufstrahlt. Euch allen eine gute Zeit in Rom!
[01583-05.01] [Originalsprache: Deutsch]
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
En el salmo de hoy vemos al orante que se dirige a Dios, que siempre lo escucha, le infunde ánimos y fortaleza, incluso ante el sufrimiento. El Señor «se fija en el humilde y el abatido», y sale en defensa de los débiles y de las víctimas. Por tanto, debemos estar seguros de que, por graves y difíciles que sean las pruebas que nos esperan, nuestra vida siempre estará en manos del Señor.
Saludo con afecto a los visitantes de lengua española, en particular a los alumnos del Seminario y Colegio diocesano de Getafe, a los fieles de parroquias y cofradías, a los grupos escolares de España, así como a los peregrinos de América Latina. Con san Pablo os recuerdo: «Aquél que inició en vosotros la obra buena, él mismo la llevará a su cumplimiento» (Flp 1,6).
Muchas gracias.
[01584-04.01] [Texto original: Español]
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Saluto in lingua polacca
○ Saluto in lingua italiana
○ Saluto in lingua polacca
Pozdrawiam obecnych tu Polaków. Jutro będziemy obchodzili uroczystość Niepokalanego Poczęcia Matki Bożej. Bóg wybrał Ją i zachował od zmazy grzechu pierworodnego, aby ją przygotować na godną Matkę swojego Syna. Jej opiece zawierzam Was i Wasze rodziny. Niech Bóg Wam błogosławi!
[Saluto i polacchi qui presenti. Domani celebreremo la solennità dell’Immacolata Concezione della Madre di Dio. Dio l’ha scelto e l’ha preservato dalla macchia del peccato originale, per prepararLa ad essere degna Madre del suo Figlio. Alla sua protezione affido voi e le vostre famiglie. Dio vi benedica!]
[01585-09.02] [Testo originale: Polacco]
○ Saluto in lingua italiana
Rivolgo ora un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i partecipanti al convegno promosso dalla Congregazione per il Clero, in occasione del quarantesimo anniversario della promulgazione del Decreto Presbyterorum ordinis, ed accompagnati dal Cardinale Darìo Castrillòn Hoyos. Cari fratelli, questo Documento conciliare ha segnato una tappa di fondamentale importanza nella vita della Chiesa per quanto concerne la riflessione sulla natura e sulle caratteristiche del sacerdozio ministeriale, che configura i presbiteri a Gesù Cristo, capo e pastore del suo popolo. A sua immagine e al suo servizio i sacerdoti devono donare la loro vita per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.
Saluto poi i docenti e gli studenti della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Cari amici, vi ringrazio per la vostra presenza e vi incoraggio a proseguire con generosità nel vostro impegno teologico, arduo e al tempo stesso esaltante, invitandovi a svolgerlo sempre in piena fedeltà al Vangelo e in comunione con il Magistero della Chiesa.
Saluto, inoltre, i componenti delle Sezioni di Bolzano e Firenze dell’Associazione Italiana Arbitri. Carissimi, la vostra presenza mi offre l’opportunità per porre in luce, ancora una volta, il valore dello sport, che se ben praticato può diventare veicolo privilegiato di un impareggiabile messaggio di speranza, promuovendo la cultura del rispetto, della lealtà e della serena convivenza.
Saluto, altresì, le rappresentanti dell’Accademia dei Merletti, di Cantù, con un pensiero speciale per le detenute che hanno confezionato manufatti liturgici. Saluto pure la famiglia del settimanale diocesano L’amico del Popolo di Agrigento, cui auguro di proseguire la preziosa opera informativa svolta in questi cinquant’anni di vita.
Rivolgo, infine, il mio affettuoso saluto ai giovani, ai malati e agli sposi novelli, ricordando tra i giovani particolarmente gli alunni dell’Istituto Don Bosco di Cinecittà, e il gruppo Cavalieri di Sobieski, sorto dallo zelo apostolico che il compianto Mons. Luigi Giussani ha trasmesso nell’educazione della gioventù. Il vescovo Sant’Ambrogio, di cui oggi celebriamo la memoria, sia per tutti un esempio di fedeltà a Gesù che, in questo tempo di Avvento, attendiamo come Salvatore dell’umanità.
[01586-01.01[Testo originale: Italiano]
[B0617-XX.01]