UDIENZA AI RAPPRESENTANTI DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE SOCIALE ● DISCORSO DEL SANTO PADRE
● TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Alle 11 di questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in Udienza i Rappresentanti dei mezzi di comunicazione sociale presenti a Roma in occasione delle esequie del defunto Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, del Conclave, e della Sua elezione al Soglio Pontificio, ed ha loro rivolto il discorso che riportiamo di seguito:
● DISCORSO DEL SANTO PADRE
Illustri Signori, gentili Signore!
1. È con piacere che incontro e cordialmente saluto voi, giornalisti, fotografi, operatori televisivi e quanti, a vario titolo, appartenete al mondo della comunicazione. Grazie per la vostra visita e particolarmente per il servizio che avete reso in questi giorni alla Santa Sede e alla Chiesa cattolica. Un cordiale saluto rivolgo a Monsignor John Patrick Foley, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, e lo ringrazio per le parole che mi ha indirizzato a nome dei presenti.
Si può dire che, grazie al vostro lavoro, per diverse settimane l’attenzione del mondo intero è rimasta fissa sulla Basilica, sulla Piazza San Pietro e sul Palazzo Apostolico, all’interno del quale il mio Predecessore, l’indimenticabile Papa Giovanni Paolo II ha chiuso serenamente la sua terrena esistenza, e dove in seguito, nella Cappella Sistina, i Signori Cardinali hanno eletto me come suo Successore.
2. Thanks to all of you, these historically important ecclesial events have had worldwide coverage. I know how hard you have worked, far away from your homes and families, for long hours and in sometimes difficult conditions. I am aware of the skill and dedication with which you have accomplished your demanding task. In my own name, and especially on behalf of Catholics living far from Rome, who were able to participate in these stirring moments for our faith as they were taking place, I thank you for all you have done. The possibilities opened up for us by modern means of social communication are indeed marvellous and extraordinary!
The Second Vatican Council spoke of the great potential of the media. In fact, the Council Fathers devoted their first document to this theme, and said that the media, "by their nature, are capable of reaching and influencing not only individuals, but whole masses of people, indeed the whole of humanity" (Inter mirifica, 1). Ever since 4 December 1963, when the Decree Inter mirifica was promulgated, humanity has been witnessing an extraordinary media revolution, affecting every aspect of human life.
3. Consciente de sa mission et de l’importance des médias, l’Église a cherché la collaboration avec le monde de la communication sociale, spécialement à partir du Concile Vatican II. Sans aucun doute, le Pape Jean-Paul II a été le grand artisan de ce dialogue ouvert et sincère, lui qui a entretenu, pendant plus de vingt-six ans de pontificat, des rapports constants et féconds avec vous qui êtes engagés dans les communications sociales. Et c’est particulièrement aux responsables des communications sociales qu’il a voulu consacrer un de ses derniers documents, la Lettre apostolique du 24 janvier dans laquelle il rappelle que "notre époque est celle de la communication globale, où tant de moments de l’existence humaine se déroulent à travers des processus médiatiques, ou au moins doivent se confronter à ceux-ci" (Le progrès rapide, n. 3).
Je souhaite poursuivre ce dialogue fructueux, et je partage ce qu’observait le Pape Jean-Paul II concernant le fait que "le développement actuel des communications sociales pousse l’Église à une sorte de révision pastorale et culturelle permettant de faire face au changement d’époque que nous vivons" (ibid, n. 8).
4. Damit die Sozialen Kommunikationsmittel einen positiven Dienst am Gemeinwohl leisten können, braucht es den verantwortlichen Beitrag aller und jedes einzelnen. Dabei ist es notwendig, immer besser die Perspektiven und die Verantwortung zu begreifen, die die Entwicklung der Medien mit sich bringt – im Hinblick auf die tatsächlichen Auswirkungen auf das Gewissen und auf die Geisteshaltung der Menschen wie auch auf die Bildung der öffentlichen Meinung. Zugleich möchte ich die Notwendigkeit eines klaren Bezugs auf die ethische Verantwortung derer hervorheben, die im Mediensektor arbeiten, besonders hinsichtlich der aufrichtigen Suche nach der Wahrheit sowie des Schutzes der zentralen Stellung und der Würde der menschlichen Person. Nur unter diesen Voraussetzungen können die Medien dem Plan Gottes gerecht werden, der sie uns zur Verfügung gegeben hat, „um die Wahrheit zu entdecken, zu nutzen, bekannt zu machen, auch die Wahrheit über unsere Würde und unsere Bestimmung als seine Kinder, Erben seines ewigen Reiches" (ebd., 14).
5. Illustri Signori, gentili Signore, vi ringrazio ancora per l’importante servizio che rendete alla società. A ciascuno giunga il mio cordiale apprezzamento con l’assicurazione d’un ricordo nella preghiera per tutte le vostre intenzioni. Estendo il mio saluto alle vostre famiglie e a quanti fanno parte delle vostre comunità di lavoro. Per intercessione della celeste Madre di Cristo, invoco abbondanti su ciascuno i doni di Dio, in pegno dei quali a tutti imparto la mia Benedizione.
[00479-XX.01] [Testo originale: Plurilingue]
● TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Illustri Signori, gentili Signore!
1. E’ con piacere che incontro e cordialmente saluto voi, giornalisti, fotografi, operatori televisivi e quanti, a vario titolo, appartenete al mondo della comunicazione. Grazie per la vostra visita e particolarmente per il servizio che avete reso in questi giorni alla Santa Sede e alla Chiesa cattolica. Un cordiale saluto rivolgo a Monsignor John Patrick Foley, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, e lo ringrazio per le parole che mi ha indirizzato a nome dei presenti.
Si può dire che, grazie al vostro lavoro, per diverse settimane l’attenzione del mondo intero è rimasta fissa sulla Basilica, sulla Piazza San Pietro e sul Palazzo Apostolico, all’interno del quale il mio Predecessore, l’indimenticabile Papa Giovanni Paolo II ha chiuso serenamente la sua terrena esistenza, e dove in seguito, nella Cappella Sistina, i Signori Cardinali hanno eletto me come suo Successore.
2. Questi eventi ecclesiali di storica importanza hanno avuto anche per vostro merito una copertura mondiale. So bene quanta fatica ciò ha comportato per voi, costretti a restare lontani dalla famiglia e dalle vostre case, lavorando con orari prolungati e in condizioni non sempre agevoli. Mi sono note la competenza e la dedizione con cui avete svolto questo non facile compito. Di tutto vorrei ringraziarvi a nome mio personale e specialmente dei cattolici che, vivendo in Paesi assai distanti da Roma, hanno potuto condividere questi momenti emozionanti di fede in tempo reale. Prodigi e straordinarie potenzialità dei mezzi moderni di comunicazione sociale!
Al promettente sviluppo di questi strumenti guardava già il Concilio Vaticano II. Ad essi, infatti, i Padri Conciliari vollero dedicare il primo dei loro documenti in cui si afferma che tali mezzi "per loro natura sono in grado di raggiungere e muovere non solo i singoli uomini, ma le stesse moltitudini e l’intera umanità" (Inter mirifica, 1). Dal 4 dicembre 1963, quando venne promulgato, il Decreto Inter mirifica ad oggi l’umanità ha conosciuto ed è tuttora testimone di una straordinaria rivoluzione mediatica, che ha investito ogni aspetto e ambito dell’umana esistenza.
3. Consapevole della sua missione e dell’importanza dei media, la Chiesa, specialmente a partire dal Concilio Vaticano II, ha cercato la collaborazione con il mondo della comunicazione sociale. Grande artefice di questo dialogo aperto e sincero è stato senz’altro anche Giovanni Paolo II che con voi, operatori delle comunicazioni sociali, ha intrattenuto in oltre 26 anni di Pontificato costanti e fecondi rapporti. Ed è proprio ai responsabili delle comunicazioni sociali che egli ha voluto dedicare uno dei suoi ultimi documenti, la Lettera Apostolica dello scorso 24 gennaio nella quale ricorda che "la nostra è un’epoca di comunicazione globale, dove tanti momenti dell’esistenza umana si snodano attraverso processi mediatici, o perlomeno con essi devono confrontarsi" (Il rapido sviluppo, 3).
E’ mio desiderio proseguire questo fruttuoso dialogo, e condivido, in proposito, quanto ha osservato Giovanni Paolo II che cioè "il fenomeno attuale delle comunicazioni sociali spinge la Chiesa ad una sorta di revisione pastorale e culturale così da essere in grado da affrontare in modo adeguato il passaggio epocale che stiamo vivendo"(ibid., 8).
4. Perché gli strumenti di comunicazione sociale possano rendere un positivo servizio al bene comune, occorre l’apporto responsabile di tutti e di ciascuno. E’ necessaria una sempre migliore comprensione delle prospettive e delle responsabilità che il loro sviluppo comporta in ordine ai riflessi che di fatto si verificano sulla coscienza e sulla mentalità degli individui come sulla formazione della pubblica opinione. Non si può poi non porre in evidenza il bisogno di chiari riferimenti alla responsabilità etica di chi lavora in tale settore, specialmente per quanto riguarda la sincera ricerca della verità e la salvaguardia della centralità e della dignità della persona. Solo a queste condizioni i media possono rispondere al disegno di Dio che li ha posti a nostra disposizione "per scoprire, usare, far conoscere la verità, anche la verità sulla nostra dignità e sul nostro destino di figli suoi, eredi del suo Regno eterno" (ibid., 14).
5. Illustri Signori, gentili Signore, vi ringrazio ancora per l’importante servizio che rendete alla società. A ciascuno giunga il mio cordiale apprezzamento con l’assicurazione d’un ricordo nella preghiera per tutte le vostre intenzioni. Estendo il mio saluto alle vostre famiglie e a quanti fanno parte delle vostre comunità di lavoro. Per intercessione della celeste Madre di Cristo, invoco abbondanti su ciascuno i doni di Dio, in pegno dei quali a tutti imparto la mia Benedizione.
[00479-01.01] [Testo originale: Plurilingue]
[B0237-XX.02]