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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA SECONDA FASE DEL PROGETTO STOQ (SCIENCE, THEOLOGY AND THE ONTOLOGICAL QUEST), 11.03.2005


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA SECONDA FASE DEL PROGETTO STOQ (SCIENCE, THEOLOGY AND THE ONTOLOGICAL QUEST)

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. PAUL POUPARD

INTERVENTO DEL PROF. VINCENZO CAPPELLETTI

INTERVENTO DEL PROF. GIANFRANCO BASTI

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II, si svolge la Conferenza Stampa di presentazione della seconda fase del progetto STOQ (Science, Theology and the Ontological Quest).

Il Progetto, uno dei più prestigiosi programmi di ricerca attualmente esistenti al mondo sul rapporto fra scienza, filosofia e teologia, è coordinato dal Pontificio Consiglio della Cultura e coinvolge due università pontificie romane (Lateranense e Gregoriana) e il Pontificio Ateneo "Regina Apostolorum".

Intervengono alla Conferenza Stampa: l’Em.mo Card. Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; il Prof. William R. Shea, Titolare della Cattedra Galileiana di Storia della Scienza presso l’Università di Padova; il Prof. Vincenzo Cappelletti, Ordinario di Storia della Scienza dell’Università "Roma Tre" e Consigliere scientifico dell’Enciclopedia Italiana; il Prof. Gianfranco Basti, Direttore del Progetto STOQ.

Pubblichiamo di seguito gli interventi del Card. Poupard, del Prof. Cappelletti e del Prof. Basti:

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. PAUL POUPARD

E’ possibile superare i pregiudizi e i sospetti che in parte esistono ancora tra il mondo scientifico e la Chiesa? E’ possibile suscitare, nei centri di formazione della Chiesa Cattolica, uno studio serio e approfondito delle questioni più importanti della scienza moderna? E’ possibile riprendere la tradizione di studio delle scienze naturali e della matematica nelle Università Pontificie Romane? Questi erano gli interrogativi da cui siamo partiti, ormai due anni fa, quando abbiamo lanciato la prima fase del Progetto STOQ, e ai quali oggi possiamo dare una risposta positiva. Gli oltre 300 studenti iscritti ai diversi corsi, dimostrano, ben oltre le più rosee aspettative, che tali domande erano giuste, e che questo progetto risponde ad una vera domanda di interesse e di formazione.

1. Che cos’è il Progetto STOQ? Il Progetto, che mi piace chiamare "un nuovo quadrivio per il Terzo Millennio", è un’iniziativa, coordinata dal Pontificio Consiglio della Cultura, in collaborazione con la Pontificia Università Lateranense (PUL), la Pontificia Università Gregoriana (PUG), il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum (UPRA) e, in diversa misura, da altre Università Pontificie, sostenuta economicamente dalla John Templeton Foundation e da diversi sponsor, italiani e di altri paesi, per un nuovo dialogo tra cultura scientifica e cultura umanistica.

Consiste in una serie di iniziative, organicamente articolate, che si svolgono su tre livelli diversi: il primo e fondamentale è quello dell’insegnamento, con lo scopo di formare persone specializzate nel campo del dialogo tra scienza e fede, tramite programmi di studio (graduate studies) all’interno di ogni singola Università finalizzati al conseguimento di un titolo (Licenza o Master), con la possibilità di scambio di crediti accademici tra le diverse Università coinvolte nel progetto. L’ampio sostegno economico offerto dalla Fondazione Templeton ha consentito di invitare a insegnare in queste università alcune delle principali figure mondiali note in questi campi: i Professori Werner Arber, Premio Nobel in Biologia e Medicina, Svizzera; Sir Roger Penrose, Università di Oxford; Rev. Sir John Polkinghorne, Università di Cambridge; Bernard d’Espagnat, Paris; Dario Antiseri, Roma; Wolfhart Pannenberg, Università di Monaco; Stanley Jaki, Seton Hall University, USA, Peter Hodgson, Università di Oxford; Fiorenzo Fachini, Università di Bologna; William Carroll, Università di Oxford; Dominique Lambert, Università di Namur, Belgio. I programmi sono destinati, sia agli studenti di filosofia e teologia delle Facoltà romane, laici ed ecclesiastici, sia a universitari con una solida formazione scientifica, che desiderino una conoscenza approfondita delle implicazioni filosofiche e teologiche della scienza moderna.

Il secondo livello è quello della ricerca, secondo diverse aree di specializzazione: "i problemi di una fondazione della filosofia della scienza e della natura", la formalizzazione sistematica del rapporto fra discipline scientifiche e umanistiche, usando la neonata disciplina dell’ontologia formale, con particolare attenzione ad una "Antropologia per il Terzo Millennio" e ai "Rapporti fra Teologia, Filosofia e Scienze della vita" , con particolare attenzione ai risvolti etici, ossia la bioetica. I risultati di questi programmi di ricerca verranno pubblicati alla fine del prossimo anno in una collana che prevede inizialmente 6 volumi.

Nel terzo livello il progetto prevede la realizzazione di un insieme coordinato di attività di divulgazione, ma non solo: la definizione di programmi congiunti con altre Università Statali e private, con la possibilità di ottenere un doppio riconoscimento; borse di studio per la realizzazione di tesi dottorali; l’organizzazione di un Convegno Internazionale, nel prossimo mese di novembre 2005, con la partecipazione di scienziati, teologi e filosofi da tutto il mondo per discutere insieme su alcune questioni della massima attualità nel campo del dialogo tra Scienza e Religione; pubblicazioni elettroniche e cartacee sui temi relativi ai principali argomenti del progetto, e la creazione di un sito web di scambio di informazione su questioni di scienza e fede, che ha ricevuto nei primi mesi di vita oltre 10.000 visite.

2. Qual è lo scopo del Progetto STOQ? Lo scopo ultimo del progetto è contribuire al dialogo fra aree di ricerca e di studio che, nell’epoca moderna, si sono poco a poco separate. Si tratta di istituire ponti stabili e scambi fruttuosi tra scienza, filosofia e teologia, mediante il dialogo dei loro rispettivi cultori. Invitando ad insegnare ed a iniziare alla ricerca scientifica nelle facoltà di filosofia e teologia delle Università Pontificie scienziati provenienti da tutto il mondo, la Chiesa intende fornire un esempio fattivo di dialogo, che mi auguro di vedere nelle facoltà scientifiche delle università private e statali, nel mostrare altrettanta apertura verso i cultori di discipline filosofiche e teologiche. Il Progetto intende collocare questo dialogo al centro dell’interesse del dibattito culturale del mondo cattolico, cominciando dalla formazione degli studenti delle Università Pontificie Romane. La grande maggioranza di essi sono infatti destinati a ricoprire posti di responsabilità nella vita pastorale, culturale e accademica della Chiesa Cattolica nel mondo e quindi in grado di incidere sull’opinione pubblica delle loro comunità.

3. Perché il Progetto STOQ? È evidente che la società e la cultura moderne hanno sempre più bisogno di questo dialogo fra discipline umanistiche e scientifiche. Lo straordinario sviluppo delle scienze e delle tecnologie, carico di promesse per l’uomo, non è esente dal rischio, insito in qualsiasi impresa umana, che questi progressi siano usati non per l’uomo, ma contro l’uomo, non per il bene comune, ma per l’interesse di alcuni, siano essi singoli, gruppi o intere nazioni.

Questa sfida richiede un responsabile confronto fra scienza e umanesimo, anzi, fra le scienze e i vari umanesimi. Ma non sono soltanto le esigenze etiche a richiedere questo dialogo, come è evidente quando si tratta della persona umana. I risultati della ricerca logica ed epistemologica del secolo scorso impediscono a qualsiasi disciplina di cullarsi nell’illusione di poter bastare a se stessa e impongono la necessità di un simile rapporto.

Certo, non bisogna abbandonarsi a facili irenismi. Quattro secoli di contrapposizione delle "due culture", umanistica e scientifica, non sono passati invano. La mancanza di un’assidua frequentazione fra scienziati ed umanisti e, soprattutto, fra mondo scientifico e religioso, ha portato all’incapacità di comprendersi fra questi due mondi e a generare pregiudizio dall’una e dall’altra parte. Pregiudizio della scienza verso la religione, vista come residuo di un passato mitico e irrazionale. Pregiudizio della religione verso la scienza, vista come un tentativo di ridurre l’uomo e il mondo alla materia in nome di una razionalità ideologizzata e astratta.

Cercare di superare questo fossato credo sia stato il compito principale che ci ha lasciato la Commissione di Studio del Caso Galileo, istituita da Giovanni Paolo II nel 1981, che ho avuto l’onore di guidare fino alla conclusione dei suoi lavori nel 1992. L’esame del Caso Galileo, che il Papa ha voluto fortemente per purificare la memoria storica della Chiesa, aveva anche lo scopo di approfondire i problemi epistemologici, storici e culturali soggiacenti, per riflettere sui rapporti tra la scienza e la fede. Perché, diceva il Santo Padre, non è da escludere che in futuro si producano situazioni analoghe. Nella seduta conclusiva della Commissione, lo stesso Pontefice ricordava gli insegnamenti che si possono trarre da questo caso: le nuove scoperte scientifiche, o l’introduzione di nuovi metodi scientifici, impongono una chiarificazione dell’insieme delle discipline dello scibile; e, in secondo luogo, spesso, «al di là delle visioni parziali e contrastanti, esiste una visione più ampia che le include e le oltrepassa entrambe». Questi due insegnamenti — da un lato, la consapevolezza dei limiti e dei metodi propri di ogni disciplina, dall’altro l’integrazione delle discipline in una visione unitaria più ampia— vengono ripresi con forza nell’Enciclica Fides et Ratio: «una visione unitaria e organica del sapere» (n. 85) come compito per il pensiero cristiano nel nuovo millennio.

In piena continuità con la Commissione Galileo, della quale può a buon titolo ritenersi erede, il Progetto STOQ cerca di attuare nelle nostre Università Pontificie quella interdisciplinarità auspicata dal Santo Padre, nella quale teologi, filosofi e scienziati contribuiscano ad una visione organica del sapere. E’ convinzione mia e di tutti coloro che stanno lavorando per il successo del Progetto STOQ che esso possa così meglio contribuire alla comprensione reciproca non solo tra scienza, filosofia e teologia, ma anche tra la Chiesa e la scienza.

[00300-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DEL PROF. VINCENZO CAPPELLETTI

Il progetto STOQ (Scienza, Teologia e Ricerca Ontologica) si lascia alle spalle il primo anno del previsto triennio di durata e affronta il secondo, permettendo una valutazione complessiva e concreta di ciò che esso intendeva essere.

In una università, italiana e non italiana, impostata oggi su tre prevalenti obiettivi: redistribuzione delle aree tra i vari programmi di ricerca, sollecitazione delle innovazioni, creazione di nuovi rapporti tra università e industrie per il passaggio alle tecnologie dei processi innovativi, il citato progetto che accomuna tre Università pontificie – Lateranense, Gregoriana e Regina Apostolorum – rappresenta una iniziativa di alto profilo intellettuale e di assoluta originalità.

Attraverso STOQ il Pontificio Consiglio della Cultura e il Cardinale Paul Poupard, che ne sono stati promotori, tornano a riproporre con originalità pienamente attuale la sostanza dell’istituzione universitaria, nel senso dell’offerta di unità tra i due momenti che modernamente la costituiscono: quello filosofico-umanistico e quello scientifico-sperimentale.

STOQ ha colto acutamente e tempestivamente il bisogno di ricostruzione delle premesse più profonde, non soltanto assiomatiche ma metafisiche, inerenti a un momento di oggettività assoluta, che la scienza ha avvertite nel corso di successive crisi dei propri fondamenti e metodi.

Dietro le crisi del Ventesimo secolo, nei territori della fisica subatomica e subnucleare, della strutturistica chimica, della genetica, della neurofisiologia, della psicopatologia, della logicamatematica, c’è un evento di dimensioni epocali: la crisi del meccanicismo materialistico, che ha indotto a riesaminare e a ridiscutere di recente la cosiddetta "rivoluzione scientifica", avvenuta tra Sei e Settecento.

La ricchezza degli odierni programmi di ricerca ha dietro di sé un’anarchia concettuale, che possiede un’indubbia fecondità, ma finisce con il generare contraddizioni, spostando pericolosamente l’asse formativo dell’istruzione superiore dalla presa di coscienza critica al momento pratico–applicativo, già ricordato. STOQ si prefigge una rivisitazione e un riordino dei fondamenti della matematica, delle scienze della natura con le maggiori tecnologie e di alcune scienze umane, operando attraverso il dialogo e l’interazione tra ontologia dichiaratamente tale e programmi scientifici di ricerca.

Torniamo alla idealità più alta dell’università moderna, quella enunciata nell’Ottocento, da Guglielmo di Humboldt, pur accettandola nella forma odierna di autonomie parziali e settoriali delle singole scienze, alle quali era peraltro mancato il momento complementare del confronto.

E’ un evento di profilo molto alto, che non può non essere salutato all’inizio della seconda annualità del progetto STOQ con pieno consenso e con l’auspicio del pieno successo.

[00301-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DEL PROF. GIANFRANCO BASTI

1. Some results of the First Year of Activity of the STOQ Project

Following the completion of a successful First Year of Project STOQ, (Science, Theology and the Ontological Quest), we are now presenting the continuation of the Project for the other two years 2005-2006 as Project STOQ II.

As its primary specific contribution, the project intends to bring this dialogue between science and religion to the centre of the cultural debate in the Catholic world, beginning with the formation of the students of the Pontifical Roman Universities. A large majority from among them, coming from all over the world, are in fact destined to assume posts of responsibility in the pastoral, cultural and academic life of the Catholic Church in the world. Effectively, the majority of all the Bishops and Cardinals of the Catholic Church and practically all the Popes of the last centuries studied in the six Pontifical Roman Universities.

So, relevant data from the first year of activity of Project STOQ confirm its initial effectiveness in the pursuit of this purpose. All the courses of the project are post-graduate (MD) courses of the different specialization curricula in philosophy and theology of the three Academic Institutions joining at the moment the STOQ Project: Lateran and Gregorian Universities and Athenaeum Regina Apostolorum.

Altogether, during the past year, over three hundred students have followed the academic courses (12) and seminars (4) of Project STOQ in the three concerned universities. Six Doctoral Grants were until now given to as many students of our Universities in order to develop their research works about the relationship between science and religion for the PhD. Degree.

About 1.200 people — not only students — participated in the 32 public conferences and the two workshops organised under the aegis of Project STOQ, with an average of 38 participants for each event up to a maximum participation of 75. Four of the largest Italian dailies, Avvenire, Il sole 24 Ore, Il Corriere della Sera, Il Quotidiano and covered the most significant events of the Project.

The events were also highlighted by the most important Catholic news agencies in the world (Zenith, AGE, SIR, Fides, Fidest, Voci di Via), besides the largest Italian News Agency, ANSA. About fifteen thousand persons visited the web portal of STOQ (www.stoqnet.org), besides the various links to the project from the individual universities.

2. Implementation of the Study Component of the Project

The ultimate scope of the Project is to contribute to the dialogue between the areas of Research and Study, which in the modern era have tended to remain separate. The possibility of establishing a stable and fruitful bond between science, philosophy and theology, through a dialogue among their students is particularly dear to the organisers of the project.

The method we follow in implementing the study program of the STOQ Project is to give our philosophy and theology students the possibility of following scientific courses within our Humanistic Faculties. In fact, to improve the study program of the Project, we decided to insert in it specific scientific courses (on mathematics and natural sciences topics). This is in order to grant our students a better knowledge not only of the philosophy and of the theology of science, but of the science itself. It is to be emphasized that this means to renew in the Pontifical Roman Universities the old tradition of the mathematical and natural sciences teaching, organically inserted in the curricula of the philosophy and theology students. A tradition unfortunately lost during the last century, after that the Pontifical Universities played till XIX century a significant role in the history of modern science.

3. Implementation of the Research Component of the Project

This direct contact between our Philosophy and Theology students, and teachers and researchers of scientific disciplines is enhanced through the three different Research Programs developed on the three Universities joining the Projects.

Each of the Universities, is developing a specific theme: while the Gregorian University is concentrating on the problems of the foundation of philosophy of science and nature, The Lateran University is devoting itself to the systematic formalisation of the relationship between science and humanism, also using the new born discipline of «formal ontology», paying particular attention to an «anthropology for the third millennium». The Regina Apostolorum Athenaeum is instead dedicating itself to deepen the relationships between theology, philosophy and sciences of life (biology)l, with particular reference to the ethical nuances (cf. bioethics).

We plan to publish, before the end of 2006, the final results of these Research Programs as an integrated collection of six books (two for each University), edited by the Pontifical Council for Culture (i.e., «The STOQ Research Collection»).

Finally, we are preparing the STOQ International Conference on "Infinity in Science, Philosophy and Theology", planned for next November 2005, in which physicists, mathematicians, logicians, philosophers and theologians from all over the world are invited to discuss during three days on this exciting topic.

4. The Relevance of the Dialogue between Science and Religion in our Post-Modern Age

Martin Heidegger defined the Modern Age as "The Age of Weltanschauungen", the era of the opposite "visions of the world", and hence also the era of the ideologies. Our present age has been instead defined as the era of "the sunset of ideologies". In fact, one of the most important results of logic and epistemology during the XX century was the demonstration of the logical impossibility of an absolute foundation of any type of rational knowledge. These results forbid any scientific or philosophical theory to fool itself in the illusion of being self-consistent or self-sufficient, as in the modern age both the representatives of the two cultures — the Scientific one and the Humanistic one — were convinced, so to fight each other.

Hence, the dialogue among science and other type of rational knowledge, such as ontology or theology, is not only today a moral necessity, imposed by ecological or bioethical issues, but also a logical necessity. Gabriel Marcel illustrated this new situation describing the scholars and the researchers of different disciplines as climbers of the same "Truth Mountain", along different parallel paths, communicating each other "via radio" the results of their endless efforts. «Research is indeed endless», as Karl Popper stated and each believer knows, since only God has the complete vision of truth. By this dialogue, not only the climbers support morally each other, but also each of them informs the other about results the other will never reach, because he is climbing the same mountain along another path. This communication is thus essential for each climber, for not having a distorted, because limited, picture of the mountain and of his own path.

On the contrary, the climber refusing such a necessary contribution from the other climbers is walking blinkered. He is condemning himself to make limiting if not misleading, for himself and for the others, the results of his own research.

The Catholic Church, by inviting some illustrious scientists from all over the world, to teach and research in the faculties of philosophy and theology of the Pontifical Universities, intends to provide an effective example of dialogue. It hopes that this model will be followed in the scientific faculties of other universities, through a corresponding openness toward the students of philosophical and theological disciplines.

[00298-02.03] [Original text: English]

[B0135-XX.01]