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L’UDIENZA GENERALE, 22.09.2004


L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre - proveniente dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - incontra gruppi di pellegrini e fedeli dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, continuando il ciclo di catechesi sui Salmi e i Cantici della Liturgia dei Vespri, il Papa commenta il Cantico cfr 1Pt 2,21-24 - La passione volontaria di Cristo, servo di Dio - Secondi Vespri della Domenica della 2a settimana (Lettura: cfr 1Pt 2,21-24).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, Giovanni Paolo II rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si conclude con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

1. Oggi ascoltando il brano innico del capitolo 2 della prima Lettera di san Pietro si è profilato in modo vivido davanti ai nostri occhi il volto di Cristo sofferente. Così accadeva ai lettori di quella Lettera nei primi tempi del cristianesimo, così è avvenuto per secoli durante la proclamazione liturgica della Parola di Dio e nella meditazione personale.

Incastonato all’interno della Lettera, questo canto presenta una tonalità liturgica e sembra riflettere il respiro orante della Chiesa delle origini (cfr Col 1,15-20; Fil 2,6-11; 1Tim 3,16). Esso è segnato anche da un ideale dialogo tra autore e lettori, scandito dall’alternanza dei pronomi personali «noi» e «voi»: «Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme... Egli portò i nostri peccati sul suo corpo… perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia. Dalle sue piaghe siamo stati guariti» (1Pt 2,21.24-25).

2. Ma il pronome più insistito è nell’originale greco, hos, quasi martellato all’inizio dei versetti principali (cfr 2,22.23.24): è «Lui», il Cristo paziente, Lui che non ha commesso peccato, Lui che oltraggiato non reagiva chiedendo vendetta, Lui che sulla Croce ha portato il peso dei peccati dell’umanità per cancellarli.

Il pensiero di Pietro, ma anche quello dei fedeli che recitano questo inno soprattutto nella Liturgia dei Vespri del periodo quaresimale, corrono al Servo di Jahvè descritto nel celebre quarto canto del Libro del profeta Isaia. È un personaggio misterioso, interpretato dal cristianesimo in chiave messianica e cristologica, perché anticipa i particolari e il significato della Passione di Cristo: «Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori... Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità... Per le sue piaghe noi siamo stati guariti... Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca» (Is 53,4.5.7).

Anche il profilo dell’umanità peccatrice delineato sotto l’immagine di un gregge sbandato, in un versetto non ripreso nella Liturgia dei Vespri (cfr 1Pt 2,25), proviene da quell’antico carme profetico: «Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada» (Is 53,6).

3. Due sono, quindi, le figure che s’incrociano nell’inno petrino. Prima di tutto c’è Lui, Cristo, che s’avvia verso la strada aspra della passione, senza opporsi all’ingiustizia e alla violenza, senza recriminazioni e sfoghi, ma consegnando se stesso e la sua dolorosa vicenda «a colui che giudica con giustizia» (1Pt 2,23). Un atto di fiducia pura e assoluta che sarà suggellata sulla Croce con le celebri ultime parole, gridate a gran voce come estremo abbandono all’opera del Padre: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46; cfr Sal 30,6).

Non è, dunque, una cieca e passiva rassegnazione, ma una fiducia coraggiosa, destinata a essere di esempio a tutti i discepoli che percorreranno la via oscura della prova e della persecuzione.

4. Cristo è presentato come il Salvatore, solidale con noi nel suo «corpo» umano. Egli, nascendo dalla Vergine Maria, si è fatto nostro fratello. Può quindi esserci accanto, condividere il nostro dolore, portare il nostro male, «i nostri peccati» (1Pt 2,24). Ma egli è anche e sempre il Figlio di Dio e questa sua solidarietà con noi diventa radicalmente trasformatrice, liberatrice, espiatrice, salvifica (ibidem).

E così la nostra povera umanità viene strappata dalle strade deviate e perverse del male e riportata alla «giustizia», cioè al bel progetto di Dio. L’ultima frase dell’inno è particolarmente commovente. Recita: «Dalle sue piaghe siamo stati guariti» (v. 25). Qui vediamo quale caro prezzo Cristo abbia pagato per procurarci la guarigione!

5. Concludiamo lasciando la parola ai Padri della Chiesa, cioè alla tradizione cristiana che ha meditato e pregato con questo inno di san Pietro.

Intrecciando un’espressione di tale inno con altre reminiscenze bibliche, sant’Ireneo di Lione così sintetizza la figura di Cristo Salvatore, in un passo del suo trattato Contro le eresie: «C’è un solo e medesimo Cristo Gesù, Figlio di Dio, che mediante la sua passione ci ha riconciliato a Dio ed è risuscitato dai morti, che è alla destra del Padre ed è perfetto in tutte le cose: era colpito ma non restituiva i colpi, "egli che, mentre soffriva, non minacciava" e mentre soffriva una violenza tirannica, pregava il Padre di perdonare coloro che lo avevano crocifisso. Egli ci ha salvato veramente, egli è il Verbo di Dio, egli è l’Unigenito del Padre, Cristo Gesù nostro Signore» (III, 16,9, Milano 1997, p. 270).

[01151-01.02] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Le cantique de la première Lettre de Pierre met devant nos yeux le visage du Christ souffrant et nous rappelle la prière de l’Église des origines.

Il évoque tout d’abord la figure mystérieuse du Serviteur souffrant, décrit dans le célèbre quatrième Chant du Serviteur du prophète Isaïe, chant qui annonce la Passion du Christ et qui en donne le sens : «C’était nos souffrances qu’il portait, nos douleurs dont il était chargé. (...) C’est par ses blessures que nous sommes guéris».

C’est lui, le Christ, qui s’avance sur le chemin de la Passion, sans répondre à l’injustice et à la violence, mais en s’en remettant «à Celui qui juge avec justice». Ce n’est pas de la résignation aveugle et passive, mais c’est l’expression d’une confiance pure et absolue, qui transparaît dans les dernières paroles prononcées sur la Croix : «Père, entre tes mains, je remets mon esprit». Il est le Sauveur, né de la Vierge avec son corps humain, notre frère. Il est aussi toujours le Fils de Dieu, et sa solidarité avec nous devient transformatrice, libératrice et salvifique. «C’est par ses blessures que nous avons été guéris».

Je salue cordialement les pèlerins de langue française présents ce matin, en particulier le groupe des Sœurs dominicaines de Paris et les pèlerins du Québec. En vous souhaitant un bon pèlerinage à Rome, je vous confie tous au Seigneur Jésus qui nous a aimés du plus grand amour, donnant sa vie pour nous.

[01152-03.02] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Today’s canticle presents to us the face of the suffering Christ. It echoes the well-known fourth hymn of the Book of Isaiah which proclaims the Servant of Yahweh, the mysterious man of suffering, in whom Christians see a prefiguration of Jesus the Messiah, so vividly and profoundly is his passion described. The canticle speaks of Christ who suffers with patience, without recrimination or complaint, not simply from a spirit of passive resignation, but trusting himself "to him who judges justly". He is our Saviour by becoming one of us and bearing in his body our sins; he liberates weak human beings from the ways of evil and brings us back to "justice", that is, to God’s project for our lives. The last line of the canticle proclaims eloquently this salvation and the price that Christ has paid for it: "by his wounds you have been healed".

Dear Brothers and Sisters,

I offer a warm welcome to all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience. I greet particularly the groups from England, Ireland, Scotland, Denmark, Latvia, Australia and the United States of America. Wishing you a pleasant stay in Rome, I cordially invoke upon you peace and consolation in our Lord Jesus Christ. Happy vacation!

[01153-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Christus hat für uns gelitten ... durch seine Wunden sind wir geheilt (vgl. 1 Petr 2, 21.24). Im Antlitz des leidenden Christus scheint die Erlösung auf. Der „Mann der Schmerzen" ist der Garant unseres Heils. Solidarisch mit den Menschen, unser Bruder, und doch Gottes Sohn von Ewigkeit: In dieser Spannung der Gestalt Jesu Christi liegt die Rettung der Menschheit.

Der Erste Petrusbrief läßt keinen Zweifel: „Christus ... hat euch ein Beispiel gegeben, damit ihr seinen Spuren folgt" (V. 21). Christus, der Herr, ist das Modell jeder christlichen Existenz. Seine Ganzhingabe an den Willen des Vaters ist kein passives Hinnehmen, sondern mutig-vertrauender Entschluß. Diese Gesinnung muß auch das Leben aller prägen, die den Namen Christi tragen.

Einen glaubensfrohen Gruß richte ich an die Pilger und Besucher aus Deutschland, Österreich und der Schweiz. Besonders grüße ich die Teilnehmer an der Leserreise der deutschen Ausgabe des Osservatore Romano. Christi Leiden hat uns erlöst. Die Kirche setzt sein Werk durch die Zeiten fort. Dankbar wollen wir alle unseren Dienst in der Welt vollziehen. Dazu stärke und segne euch der Herr!

[01154-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

El cántico de hoy nos recuerda al Siervo de Yahvé, descrito por el Profeta Isaías e interpretado por el cristianismo en clave mesiánica, ya que anticipa el significado de la Pasión de Cristo.

Nos presenta el rostro sufriente del que, soportando el peso de los pecados de la humanidad, se entregó pacíficamente al que juzga con justicia. No se trata de una ciega y pasiva resignación, sino de una gran confianza, destinada a ser ejemplo para los discípulos en tiempos de prueba y persecución.

Cristo, el Salvador, se solidariza con nosotros en su cuerpo humano. Se trata de una solidaridad radicalmente transformadora, liberadora, expiatoria y salvífica. Nuestra pobre humanidad, apartada de los caminos del mal, es conducida por las sendas de la justicia, el bello proyecto de Dios. La última frase del himno, "sus heridas nos han curado", es particularmente conmovedora. Manifiesta el alto precio que Cristo ha pagado para conseguirnos la salvación.

Saludo a los peregrinos de España y de América Latina, en especial a los de Fuente Álamo y a la Federación madrileña de Familias Numerosas; a los alumnos del Colegio Mexicano; así como a los de El Salvador, Chile y Zárate (Argentina). Imitemos a Cristo que sufriendo no amenazaba, ni buscaba venganza, sino que rogaba al Padre que perdonase a los que lo habían crucificado.

[01155-04.02] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Caríssimos Irmãos e Irmãs de língua portuguesa:

Saúdo os que me ouvem, desejando-lhes todo o bem, com as graças divinas, na sua caminhada como novo Povo de Deus. Em particular, seja bem-vindo o grupo de portugueses aqui presentes: abençoando-vos, penso em vossos parentes e amigos. Que sejais felizes!

[01156-06.02] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua slovacca  

Srdečne pozdravujem pútnikov z Trenčína-Orechového a alumnov Kňazského seminára svätého Gorazda z Nitry.

Dnes Nitrianska diecéza slávi spomienku svätého Emeráma, patróna katedrály. Zostaňte verní ich duchovnému odkazu. Rád vás žehnám.

Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Saluto cordialmente i pellegrini provenienti da Trenčín-Orechové e gli alunni del Seminario diocesano di San Gorazd di Nitra.

Oggi nella diocesi di Nitra si celebra la memoria di San Emeramo, patrono della cattedrale. Restate fedeli a questo patrimonio spirituale. Volentieri vi benedico.

Sia lodato Gesù Cristo!]

[01157-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam pielgrzymów języka polskiego. W sposób szczególny pozdrawiam profesorów i studentów Akademii Górniczo-Hutniczej w Krakowie. Cieszę się, że mogę gościć tak liczne przedstawicielstwo tej uczelni, która obchodzi osiemdziesiątą piątą rocznicę istnienia. Na następne lata życzę wielu sukcesów naukowych i owocnego udziału w życiu gospodarczym w naszym kraju.

Wszystkim tu obecnym i Waszym najbliższym z serca błogosławię. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto tutti i pellegrini di lingua polacca. In modo particolare saluto i professori e gli studenti dell’Accademia Minerario-Metallurgica di Cracovia. Sono lieto di poter dare il benvenuto a una così numerosa rappresentanza di quest’ateneo che compie ottantacinque anni di esistenza. Per gli anni futuri auguro tanti successi scientifici e una fruttuosa partecipazione alla vita economica nel nostro paese.

Benedico di cuore tutti voi qui presenti e i vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo.]

[01158-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli della Diocesi di San Severo, accompagnati dal Vescovo Monsignor Michele Seccia; i partecipanti alla Maratona promossa dal Centro Sportivo Italiano con la Comunità di Tirano; i rappresentanti della Cooperativa Madonna del Soccorso di Sciacca.

Carissimi, auguro che la vostra visita ai luoghi sacri di questa Città rinsaldi la vostra adesione a Cristo e faccia crescere la carità nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità.

Come di consueto, il mio pensiero va adesso ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli.

Carissimi, siate sempre fedeli all’ideale evangelico e realizzatelo nelle vostre quotidiane attività.

[01159-01.02] [Testo originale: Italiano]

[B0456-XX.03]