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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA XXV GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO (27 SETTEMBRE 2004), 25.06.2004


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA XXV GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO (27 SETTEMBRE 2004)

INTERVENTO DEL CARD. STEPHEN FUMIO HAMAO

INTERVENTO DI S.E. MONS. AGOSTINO MARCHETTO

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si svolge la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre per la XXV Giornata Mondiale del Turismo (27 settembre 2004) sul tema: "Sport e turismo: due forze vitali al servizio della reciproca comprensione, della cultura e dello sviluppo dei Paesi".

Partecipano alla Conferenza Stampa: l’ Em.mo Card. Stephen Fumio Hamao, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, e S.E. Mons. Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.

Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:

INTERVENTO DEL CARD. STEPHEN FUMIO HAMAO

È per me motivo di gioia potermi incontrare con Voi, oggi, per presentarvi ancora una volta il Messaggio di Sua Santità in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, che si celebrerà, come ogni anno, il prossimo 27 settembre.

Questa Giornata, indetta dall’Organizzazione Mondiale del Turismo, è un punto di riferimento importante anche per la Pastorale del Turismo. Infatti, il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, che si occupa, tra l’altro, pure del fenomeno turistico, seguendo le direttive del Santo Padre, promuove la celebrazione ecclesiale della Giornata in tutti Paesi, consapevoli, noi, di come il turismo sia un fenomeno planetario con vaste ripercussioni, anche di tipo pastorale.

Nei suoi Messaggi, in effetti, il Papa Giovanni Paolo II l’ha ribadito diverse volte, e sulla scia delle tematiche proposte nell’ambito della Giornata, la sua riflessione ha toccato aspetti rilevanti. In essi, inoltre, compare l’invito esplicito a considerare il fenomeno turistico non come un evento, tra tanti, dell’attività umana, ma come un fenomeno inserito in una concezione unitaria e cristiana dell’uomo e della società. Proprio perché il turismo è un fenomeno dalle molteplici e differenti implicazioni - antropologiche, spirituali, sociali, economiche, politiche o ecologiche - deve perciò essere inquadrato nella Dottrina Sociale della Chiesa, come quest’anno ribadisce il Santo Padre, proiezione cioè del "principio supremo che deve governare la convivenza umana: il rispetto della dignità di ciascuno, in quanto persona creata a immagine di Dio e, pertanto, fratello universale" (Messaggio 2004, n. 1).

La Chiesa ha mostrato costantemente il proprio apprezzamento per i valori del turismo, forza che porta allo sviluppo della convivenza umana. Lo fa come parte di quanto il Concilio Vaticano II esprimeva a livello generale, quando attestava che: "la Chiesa riconosce tutto ciò che di buono si trova nel dinamismo sociale odierno: soprattutto la evoluzione verso l’unità, il processo di una sana socializzazione e della solidarietà civile ed economica " (Gaudium et spes, n. 42). Il turismo, in effetti, fa parte di questo dinamismo e, realisticamente parlando, per quanto possibile, ne è una delle componenti migliori. Basta riprendere i Messaggi del Santo Padre per vedere segnalate le possibilità che esso offre nella costruzione della pace, nello sviluppo solidale dei Paesi, nel dialogo tra le culture, nella lotta contro la povertà o nella difesa del creato.

Non si tratta però di una visione unilaterale o semplicistica. Le informazioni fornite dai mezzi di comunicazione, ed in special modo la vicinanza del nostro Pontificio Consiglio con gli operatori pastorali in questo settore, ci mostrano anche le sofferenze e i problemi che derivano da una pratica del turismo sprovvista di ogni etica. E’ a questo fenomeno che il Santo Padre si è riferito in modo esplicito varie volte e con molta chiarezza.

La Pastorale del Turismo, perciò, trova il proprio campo specifico di attuazione, che è vasto ed esigente, nella missione evangelizzatrice della Chiesa: si tratta di proclamare e portare la salvezza di Cristo in questo mondo dinamico e notevole dell’attività turistica.

È inoltre un compito molto ampio e dalle vaste sfaccettature. Un valido esempio ne è il tema proposto per la Giornata Mondiale di quest’anno che, nella formulazione presentata dall’Organizzazione Mondiale del Turismo, dice espressamente: "Sport e turismo: due forze vitali al servizio della reciproca comprensione, della cultura e dello sviluppo dei Paesi".

Nella società contemporanea, sport e turismo fanno riferimento poi ad alcuni elementi considerati come i più caratteristici e ambìti per il benessere della persona. L'uno e l'altro si presentano come strumenti per uno sviluppo non solo fisico, ma anche spirituale e culturale, tanto del singolo quanto della società. E in entrambi - come indica il Santo Padre - non è raro che "nonostante la nobiltà degli obiettivi proclamati, vi si insinuino in molti casi anche abusi e deviazioni" (Messaggio 2004, n. 2).

Certamente l’importanza che la nostra società riserva allo sport e la complessa realtà che ruota attorno a questa attività, richiedono una pastorale specifica. Dei suoi criteri e delle sue iniziative dovrà trarre vantaggio anche la Pastorale del Turismo, quando sarà chiamata in causa dalla congiunzione delle due attività.

È un compito che la Giornata Mondiale del Turismo di quest’anno propone alla Chiesa, ma anche alla società in generale, che dovrà moltiplicare i propri sforzi e le proprie risorse per sviluppare un comportamento etico nella pratica del turismo e dello sport.

[01066-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DI S.E. MONS. AGOSTINO MARCHETTO

La celebrazione annuale della Giornata Mondiale del Turismo offre a tutti la possibilità di considerare i diversi aspetti dell’affascinante e complesso mondo del turismo. In ogni caso, i vari temi scelti nel corso di questi ultimi anni hanno illustrato alcuni benefici che ci si attende dal turismo, sia per lo sviluppo della comunità internazionale nel suo insieme, sia di quello di ogni Paese. Anche quest’anno, nel tema della Giornata, appare infatti, oltre ai termini "reciproca comprensione e cultura" ancora quello dello "sviluppo".

I Messaggi di Sua Santità Giovanni Paolo II, che hanno scandito le ultime Giornate Mondiali, ci hanno quindi aiutato a vedere con occhio cristiano tali potenzialità del turismo. Oserei dire che ci hanno invitato, anzitutto, ad essere realisti, a comprendere cioè che quelle parole - comprensione, cultura e sviluppo - sono promesse la cui realizzazione dipende dall’impegno di quanti sono coinvolti, in un modo o nell’altro, nel fenomeno turistico. In questo senso, quando si parla dei problemi, dei lati oscuri, del turismo, non lo si fa per demonizzarlo od ostacolarne lo svolgimento, ma per incitare all’azione, ad una giusta azione, necessaria affinché ogni operato umano sia degno dell’uomo, della donna e del bambino, sì anche dei bambini.

Quest’anno, sempre nella prospettiva indicata dai termini che ho menzionato poc’anzi, la nostra attenzione si concentra sulla frequente congiunzione tra "turismo" e "sport". Con ciò si indica, anzitutto, un rapporto che è andato sempre più accentuandosi, da una parte come frutto dell’internazionalizzazione degli eventi sportivi e, dall’altra, per effetto del crescente inserimento della pratica sportiva nei viaggi turistici e nelle vacanze. Una conferma dell’esistenza di questo binomio viene proprio dalle notizie di questi giorni, che sono su tante pagine dei giornali sportivi a proposito del Campionato Europeo di Calcio e anche, meno, dei prossimi Giochi Olimpici di Atene.

Sono eventi che coinvolgono centinaia di migliaia di persone, dai protagonisti sportivi ai dirigenti e agli spettatori, per arrivare a coloro che ruotano attorno ad essi magari nella speranza di trovare un lavoro. Senza parlare, poi, della "partecipazione mediatica" di milioni di persone in tutto il pianeta che, attraverso i mezzi di comunicazione, partecipano o parteciperanno, spesso con passione, anche allo "spirito" dell’evento.

Turismo e sport si legano, in questo modo, come manifestazioni della mobilità delle persone nel nostro tempo, unite da una grande coincidenza verso uno stesso obiettivo, che è poi quello dello sviluppo della persona e del suo benessere, e in armonia con l’ideale di conseguire una fraternità tra Paesi e culture, superando gli ostacoli che vi si oppongono e consolidando la comprensione reciproca. Sono gli ideali "olimpici" che, dopo tanti secoli, caratterizzano ancora tale incontro festivo.

Nell’ambito di questi ideali - come ci ricorda il Santo Padre nel suo Messaggio - lo stesso Apostolo Paolo manifestò il suo apprezzamento per l’agone sportivo, e non esitò a proporlo ai cristiani come stile da imitare, nel cammino battesimale e missionario. Tutti poi sappiamo come, nella pastorale della Chiesa, nelle parrocchie, nei collegi e negli oratori, lo sport sia stato - ed è ancora - considerato e coltivato come scuola di virtù. Potremmo dire che il turismo è una nuova opportunità in cui prolungare tale linea pastorale.

Il Santo Padre ci ricorda inoltre, in modo eloquente, quello che deve costituire in ogni momento (e perciò anche nel turismo e nello sport) il motivo principale dell’azione pastorale della Chiesa. Egli lo fa riprendendo alcune parole pronunciate in occasione del Giubileo degli Sportivi, nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno Santo del 2000, con le quali si incoraggiava l’attenzione preferenziale per i più poveri, per i deboli, al cui servizio devono essere poste anche le potenzialità del turismo e dello sport.

Questo è del resto, e non potrebbe essere altrimenti, uno dei pensieri costanti del Santo Padre nei suoi Messaggi per la Giornata Mondiale del Turismo, in cui Egli segnala i numerosi aspetti che bisogna ancora correggere e indirizzare a giusto fine.

Seguendo tale insegnamento, il Pontificio Consiglio si sforza di promuovere una Pastorale del Turismo orientata a rafforzare anche la comunione ecclesiale e la costruzione di un mondo in pace, più fraterno e solidale.

In questo senso profittiamo dell’occasione che ci viene offerta dal nostro odierno incontro per annunciarvi ufficialmente e presentarvi il programma del prossimo VI Congresso Mondiale della Pastorale del Turismo, che ci accingiamo a celebrare a Bangkok, in Thailandia, dal 5 all’8 luglio p.v.

Il Congresso ha scelto come tema: "Il Turismo al servizio dell’incontro fra i popoli", e la scelta della sede è un chiaro segno del significato che vorremmo dare ai suoi lavori. Ci interessa, cioè, anzitutto, promuovere una riflessione in cui sia protagonista la comprensione del Turismo dal punto di vista dei ‘Paesi ospitanti’, in special modo di quelli annoverati tra i meno avanzati. Orbene, in molti di essi, il turismo trova, da parte dei Governi e dei responsabili dell’economia locale, un’accoglienza entusiasta, stimolata talvolta da speranze che non sempre trovano riscontro nella realtà globale del Paese.

Oltre a questo fenomeno, che senz’altro merita di essere trattato in altri ambiti, senza dubbio più ‘politici’, la Pastorale del Turismo deve occuparsi direttamente delle condizioni sociali ed etiche, delle ripercussioni che esso può avere nella vita religiosa e nell’identità culturale delle persone e delle comunità. Pertanto, l’attenzione pastorale che spetta alla Chiesa in detti Paesi deve necessariamente fare affidamento sull’aiuto e sull’accompagnamento di quelle locali, nei Paesi d’origine.

Nell’incontro, l’accoglienza deve infatti essere reciproca. Allo sforzo, da parte di chi ospita, nell’accogliere il visitatore, deve corrispondere lo sforzo di quest’ultimo di fare lo stesso con colui che lo ospita, con i suoi costumi, la sua cultura e la sua identità. Solo in questo modo l’incontro, che scaturisce dal turismo, potrà essere costruttivo, e sarà una forza concreta per la pace e la convivenza tra Popoli.

Nel Programma, ormai definitivo, che vi è stato consegnato, potrete osservare come si svolgerà il nostro Congresso a Bangkok. Le esposizioni dei Relatori presenteranno, in primo luogo, una panoramica della situazione attuale del fenomeno turistico internazionale, con una particolare attenzione per lo sviluppo di quello che è stato definito "Turismo Sociale". Le altre cinque relazioni, di oratori noti a livello internazionale, tratteranno invece gli aspetti teologici sui quali si deve basare la Pastorale del Turismo, tenendo conto del tema specifico del Congresso.

Come potete osservare, la maggior parte degli interventi è "testimonianza", che riguarda oltre 15 Paesi, dei cinque continenti, circa la Pastorale del Turismo. Dedicheremo, inoltre, una Tavola Rotonda ad un argomento specifico, cioè a "Le dimensioni del ‘Turismo sessuale’ e le iniziative per combatterlo", con presenza di persone direttamente impegnate nella lotta contro questa "aberrazione umiliante", come è stata definita dal Santo Padre nel suo Messaggio per la Giornata del 2001 (n. 2).

Per concludere, Messaggio e Congresso Mondiale coincidono nel comune denominatore che guida la Pastorale del Turismo, e cioè l’impegno ecclesiale di evangelizzazione in questa "opportunità provvidenziale", come definisce la mobilità umana l’Istruzione "Erga Migrantes caritas Christi" (cfr. nn. 9 e 104). E, con il Vangelo, va di pari passo anche la promozione umana integrale.

[01065-01.02] [Testo originale: Italiano]

[B0322-XX.01]