Alle ore 18.00 di questo pomeriggio, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre presiede la Celebrazione Eucaristica per i Fedeli delle Parrocchie Romane di: San Giovanni della Croce, Santa Felicita e Santi Crisante e Daria.
Pubblichiamo di seguito l’omelia che il Papa pronuncia nel corso della Santa Messa:
● OMELIA DEL SANTO PADRE
1. "Ecco, faccio una cosa nuova" (Is 43,19).
Il profeta Isaia ci invita a guardare alla novità che Dio intende realizzare nella storia della salvezza. Per il popolo di Israele essa sarà la liberazione dalla schiavitù di Babilonia e il ritorno in patria. Per il popolo della Nuova Alleanza sarà, invece, la liberazione dalla schiavitù del peccato, operata da Cristo nella sua Pasqua di morte e di risurrezione.
Con questa consapevolezza percorriamo l’ultimo tratto del cammino quaresimale, incoraggiati dalla liturgia a rigettare con decisione il male e ad accogliere la grazia purificatrice e rinnovatrice di Dio. A questo ci esorta il brano evangelico poc’anzi proclamato. In esso Cristo manifesta il suo amore misericordioso, pronto a perdonare la peccatrice pentita e a donarle una nuova speranza di vita (cfr Gv 8,1-11).
2. Carissimi Fratelli e Sorelle delle Parrocchie di San Giovanni della Croce, di Santa Felicita e Figli Martiri e dei Santi Crisante e Daria, vi accolgo volentieri questa sera per la Celebrazione eucaristica e tutti di cuore vi saluto.
Rivolgo un grato saluto al Cardinale Vicario, che ha voluto tracciare un quadro illustrativo delle vostre comunità. Insieme con lui, sono lieto di salutare il Vescovo Ausiliare del Settore Nord, i vostri cari Parroci: Don Enrico Gemma, Don Eusebio Mosca dei Padri Vocazionisti e Don Albino Marin, i Vicari parrocchiali e i Sacerdoti loro collaboratori.
Saluto le Religiose che operano e vivono nell’ambito delle vostre Parrocchie, come pure le associazioni, i gruppi, i movimenti e i fedeli impegnati nella diffusione del Vangelo. Non vorrei poi dimenticare quanti non hanno potuto essere presenti e, in modo speciale, le persone sole, gli anziani e i malati. A tutti ed a ciascuno giunga il mio affettuoso saluto.
3. So che vi siete preparati a quest’incontro riflettendo su quali siano per voi, in questo momento, le priorità pastorali e le sfide apostoliche più urgenti e importanti. Molto giustamente avete individuato come condizione indispensabile per un’incisiva testimonianza cristiana nel mondo di oggi la promozione di una fraterna comunione fra tutte le componenti parrocchiali. Una Parrocchia unita, all’interno della quale viene rispettata la diversità dei ministeri e dei carismi, mostra il suo volto di famiglia accogliente, animata unicamente dal desiderio di annunciare e testimoniare il Vangelo. Proseguite su questo cammino, carissimi Fratelli e Sorelle!
Anche a voi mi piace ripetere l’invito "Duc in altum!", che ho lanciato alla Chiesa intera con la Lettera apostolica Novo millennio ineunte al termine del Grande Giubileo dell’Anno Duemila. Prendete il largo, preoccupandovi non soltanto dei cosiddetti "vicini", ma pure di coloro che vivono ai margini della fede.
4. In primo luogo abbiate a cuore le famiglie e i giovani. Obiettivo privilegiato della vostra azione evangelizzatrice sia la pastorale giovanile, valorizzando gli Oratori come luogo di formazione umana, spirituale ed ecclesiale dei fanciulli e dei giovani. Negli Oratori possono incontrarsi le diverse generazioni per favorire la trasmissione della fede ai più giovani, che hanno bisogno di salde figure di riferimento.
Non stancatevi, inoltre, di suscitare con la preghiera e l’esempio le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata: la Chiesa di Roma ha bisogno di santi sacerdoti, religiosi e religiose, di uomini e donne totalmente e gioiosamente consacrati a Dio per il bene del suo popolo.
E, infine, siate attenti ai bisogni spirituali e materiali dei fratelli vicini e lontani. A questo riguardo, vi ringrazio per l’impegno che ogni comunità ha oggi voluto manifestarmi, quello cioè di adottare un bambino a distanza.
5. Tornano alla mente le parole dell’apostolo Paolo: "Tutto io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù" (Fil 3,8). San Paolo esprime così il radicale cambiamento avvenuto nella sua vita: da persecutore divenne apostolo delle genti, totalmente "conquistato da Gesù Cristo" (cfr Fil 3,12).
Carissimi Fratelli e Sorelle, lasciatevi anche voi "conquistare" da Cristo; la sua parola di salvezza e il suo amore misericordioso penetrino le vostre coscienze e vi orientino nelle scelte di ogni giorno.
Maria, fedele fino alla fine alla missione affidatale, vi aiuti ad aderire senza esitazioni a Cristo, per esserne testimoni credibili tra la gente del quartiere. Il Vangelo ha bisogno anche di voi per giungere a tanti che lo attendono forse senza saperlo. Cristo conta su di voi. Non deludetelo!
[00473-01.02] [Testo originale: Italiano]
[B0151-XX.01]