Alle 11 di questa mattina, all’altare della Confessione della Patriarcale Basilica Vaticana, il Santo Padre presiede le Esequie dell’Em.mo Card. Paulos Tzadua, del Titolo del Santissimo Nome di Maria a Via Latina, Arcivescovo emerito di Addis Abeba.
La Santa Messa è celebrata dall’Em.mo Card. Joseph Ratzinger, Decano del Collegio Cardinalizio.
Pubblichiamo di seguito l’omelia che il Santo Padre pronuncia nel corso della messa di suffragio:
● OMELIA DEL SANTO PADRE
1. "Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese" (Lc 12,35).
Il tempo di Avvento fa da sfondo a questa celebrazione esequiale, in cui offriamo il Sacrificio eucaristico per il caro e venerato Fratello Cardinale Paulos Tzadua, Arcivescovo emerito di Addis Abeba. Il Signore l’ha chiamato a sé proprio in questi giorni, durante i quali insistenti sono i richiami alla vigilanza, all’attesa e alla speranza.
L’evangelista Luca ci ha poc’anzi avvertiti: "Tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate" (Lc 12,40). Il cristiano deve sempre essere pronto per affrontare il passaggio della morte. Egli guarda al futuro - sia personale che universale - nella prospettiva della parusia, e tutto orienta a queste ultime e fondamentali realtà. Grande, infatti, è l’evento che ci attende: l’incontro "faccia a faccia" con Dio (cfr 1 Cor 13,12).
2. "Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli" (Lc 12,37). Ci piace considerare questo nostro Fratello, a cui diamo l’ultimo saluto, come uno dei "servi" di cui parla il Vangelo e che il "padrone" ritornando ha trovato desti. Sacerdote e Vescovo zelante, egli ha speso la vita per Cristo e per la Chiesa. Con scelta significativa, nel suo stemma aveva posto il motto: "Per Gesù Cristo". Ad imitazione del suo Signore, si è fatto servitore dei fratelli, ponendo a loro disposizione le elette qualità di cui era dotato, come pure le vaste conoscenze acquisite mediante gli studi, specialmente in campo giuridico. Ma, al di là della fatica pastorale, egli ha soprattutto donato se stesso, dando prova ovunque di santità di vita e di costante anelito apostolico. Per questo, nei vari ambiti in cui è stato chiamato a svolgere il ministero sacerdotale ed episcopale ha lasciato un ricordo pieno di stima e di venerazione.
3. Amiamo pensare a lui come a un generoso ed attivo Pastore di quella eletta porzione di Chiesa che è in Africa. Di essa si fece autorevole portavoce in seno al Sinodo dei Vescovi, a cui prese parte già come Presidente della Conferenza Episcopale d’Etiopia e, in seguito, quale Arcivescovo di Addis Abeba e Cardinale.
Questo aspetto del suo ministero è culminato nell’Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Africa, svoltasi a Roma nel 1994, nella quale, come terzo Presidente Delegato, ha ricoperto un ruolo di grande rilievo. Il Popolo di Dio gli è debitore di una spiccata sollecitudine nei confronti del laicato, alla cui vocazione, formazione e missione si è sempre dimostrato spiccatamente attento, in fedeltà agli insegnamenti del Concilio Ecumenico Vaticano II.
4. "Nella sua grande misericordia, [Dio] ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva" (1 Pt 1,3).
In momenti di prova e di dolore, come questo, il ricorso alla parola di Dio è per i credenti fonte di conforto e di speranza. E’ l’apostolo Pietro, nella seconda Lettura, a ricordarci che Cristo ha vinto la morte con la sua resurrezione.
Celebrando il memoriale della sua Pasqua, noi oggi invochiamo la potenza del Signore risorto per il venerato e caro Cardinale Paulos Tzadua. Per lui, fedele servitore della Chiesa, è conservata nei cieli "un’eredità che non si corrompe" (1 Pt 1,4); per lui è aperto il banchetto della vita e della gioia (cfr Is 25,6).
Lo accolga la Vergine Maria e sia Lei ad accompagnarlo in Paradiso, perché goda in eterno la beatitudine dei giusti. Amen!
[01989-01.02] [Testo originale: Italiano]
[B0640-XX.01]