"La dimensione della religione nell’attività caritativa": è questo il tema della XXV Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio "Cor Unum", in corso in Vaticano dal 20 al 22 novembre.

Aumento delle sacche di povertà, estensione dei focolai di guerre e di terrorismo: di fronte a questo triste scenario si può ridurre la religione ad un ruolo secondario nella progettazione dello sviluppo dei popoli più poveri? Un tale "esilio" della religione, che sembra essere stato decretato da una parte di Organizzazioni umanitarie e di Governi del cosiddetto "Primo Mondo", rappresenterebbe una linea culturale non condivisa dai popoli del "Terzo Mondo" ed eliminerebbe un fattore indispensabile di speranza e di forza per il loro cammino.

Il Cardinale camerunese Christian Wiyghan Tumi presenta la dimensione religiosa nell’uomo. Lo statunitense Kenneth Hackett, Direttore della più grande Agenzia caritativa cattolica del mondo - la C. R. S. - spiega il rapporto tra finanziamento pubblico e libertà decisionale delle agenzie. Sul versante ecumenico, Peter Weiderud - Direttore per gli Affari Internazionali del Consiglio Mondiale delle Chiese - illustra il delicato rapporto tra Organismi di aiuto e Istituzioni governative internazionali. Le relazioni vengono approfondite da 40 rappresentati di Organizzazioni internazionali caritative, assieme a Vescovi dei 5 continenti.

Toccherà al Presidente, l’Arcivescovo Paul Josef Cordes, tirare le conclusioni dell’Assemblea plenaria, che saranno presentate a Sua Santità Giovanni Paolo II. Venerdì, 21 novembre, i partecipanti saranno ricevuti in Udienza dal Santo Padre, il Quale offrirà loro indicazioni per il lavoro dei prossimi anni nell’ambito del servizio specifico del Pontificio Consiglio "Cor Unum", che è quello della testimonianza della carità.

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