Alle ore 10.30 di questa mattina, in Piazza San Pietro, il Santo Padre Giovanni Paolo II tiene il IX Concistoro Ordinario Pubblico per la creazione di trentuno nuovi Cardinali.
In apertura di Concistoro, che ha forma di Celebrazione della Parola, Giovanni Paolo II, dopo il saluto liturgico, legge la formula di creazione e proclama solennemente i nomi dei nuovi Cardinali.
Il primo dei nuovi Cardinali, l’Em.mo Card. Jean-Louis Tauran, a nome di tutti rivolge al Santo Padre un indirizzo di omaggio e gratitudine.
Dopo la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa tiene l’omelia.
Il Rito prosegue con la professione di fede dei nuovi Cardinali davanti al popolo di Dio e il giuramento di fedeltà e obbedienza al Papa e ai Suoi successori.
I nuovi Cardinali, secondo l’ordine di creazione, si inginocchiano poi dinanzi al Santo Padre
che impone loro la Berretta cardinalizia.
Il Papa quindi assegna loro una chiesa di Roma quale segno di partecipazione alla sollecitudine pastorale del Santo Padre nell’Urbe.
Dopo la consegna della Bolla di creazione cardinalizia e di assegnazione del Titolo o della Diaconia, il Santo Padre scambia con ciascun neo Cardinale l’abbraccio di pace.
La Celebrazione si conclude con la preghiera universale, la recita del Pater Noster e la Benedizione finale.
Riportiamo di seguito l’omelia del Santo Padre e l’indirizzo di omaggio del Card. Jean-Louis Tauran:
● DISCORSO DEL SANTO PADRE
Venerati e cari Fratelli!
1. L’odierno incontro costituisce un ulteriore momento di grazia in questi giorni particolarmente densi di eventi ecclesiali. Nel corso del presente Concistoro ho la gioia di imporre la berretta cardinalizia a 30 benemeriti ecclesiastici, riservando "in pectore" il nome di un altro. Alcuni di questi sono miei stretti collaboratori nella Curia Romana; altri svolgono il loro ministero in venerande Chiese di antica tradizione o di recente fondazione; altri ancora si sono distinti nello studio e nella difesa della dottrina cattolica e nel dialogo ecumenico.
A tutti e a ciascuno vada il mio cordiale saluto. In modo speciale, saluto Mons. Jean-Louis Tauran e lo ringrazio per le meditate parole che mi ha rivolto a nome di quanti vengono oggi aggregati al Collegio cardinalizio. Saluto pure con affetto i Signori Cardinali, i venerati Patriarchi, i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i fedeli d’ogni parte del mondo, venuti per far corona a quanti sono oggi elevati alla dignità cardinalizia.
In questa Piazza, come è stato opportunamente sottolineato, risplende oggi la Chiesa di Cristo antica e sempre nuova, raccolta attorno al Successore di Pietro.
2. Arricchito di nuovi membri il Collegio cardinalizio, mentre riflette ancor più la molteplicità di razze e culture che caratterizza il popolo cristiano, pone con nuova evidenza in risalto l’unità di ogni porzione del gregge di Cristo con la Cattedra del Vescovo di Roma.
Voi, venerati Fratelli Cardinali, per il "titolo" che vi è attribuito, appartenete al Clero di questa Città, di cui è Vescovo il Successore di Pietro. In tal modo, da una parte, voi dilatate, in un certo senso, la Comunità ecclesiale che è in Roma sino agli estremi confini della Terra, e, dall’altra, rendete presente in essa la Chiesa universale. Viene espressa, così, la natura stessa del Corpo mistico di Cristo, Famiglia di Dio che abbraccia popoli e nazioni d’ogni dove stringendoli nel vincolo dell’unica fede e carità. Ed è Pietro il fondamento visibile di questa comunione. Nello svolgimento del suo ministero, il Successore del Pescatore di Galilea conta sulla vostra fedele collaborazione; vi chiede di accompagnarlo con la preghiera, mentre invoca lo Spirito Santo perché mai si affievolisca la comunione tra tutti coloro che il Signore "ha eletto vicari del suo Figlio e ha costituito pastori" (Messale Romano, Prefazio degli Apostoli I).
3. Il rosso porpora dell’abito cardinalizio evoca il colore del sangue e richiama l’eroismo dei martiri. E’ il simbolo di un amore per Gesù e per la sua Chiesa che non conosce limiti: amore sino al sacrificio della vita, "usque ad sanguinis effusionem".
Grande è, pertanto, il dono che vi è fatto, e altrettanto grande la responsabilità che esso comporta. L’apostolo Pietro, nella sua prima Lettera, ricorda quali sono i compiti fondamentali di ogni Pastore: "Pascete il gregge di Dio che vi è affidato - egli dice - …. facendovi modelli del gregge" (1 Pt 5,1-2) . Occorre predicare con la parola e con l’esempio, come pone bene in luce anche l’Esortazione apostolica post-sinodale Pastores gregis, che ho firmato giovedì scorso alla presenza di tanti fra voi. Se questo vale per ogni Pastore, vale ancor più per voi, cari e venerati membri del Collegio cardinalizio.
4. Nella pagina evangelica proclamata poco fa, Gesù indica, con il suo esempio, come portare a compimento questa missione. "Chi vuol essere grande tra voi - Egli confida ai suoi discepoli - si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti" (Mc 10,44). Solo dopo la sua morte, però, gli Apostoli compresero il significato pieno di queste parole e con l’aiuto dello Spirito seppero accettarne fino in fondo l’esigente "logica".
Questo stesso programma il Redentore continua ad additare a coloro che associa, con il sacramento dell’Ordine, in maniera più stretta, alla sua stessa missione. Egli chiede loro di convertirsi a questa sua "logica", che è in netto contrasto con quella del mondo: morire a se stessi per farsi servi umili e disinteressati dei fratelli, rifuggendo da ogni tentazione di carriera e di tornaconto personale.
5. Cari e venerati Fratelli, solo se vi farete servi di tutti porterete a compimento la vostra missione e aiuterete il Successore di Pietro ad essere, a sua volta, il "servo dei servi di Dio", come amava qualificarsi il mio santo predecessore Gregorio Magno.
Si tratta certo di un ideale difficile da realizzare, ma il Buon Pastore ci assicura il suo sostegno. Possiamo contare, inoltre, sulla protezione di Maria, Madre della Chiesa, e dei santi Apostoli Pietro e Paolo, colonne e fondamento del popolo cristiano.
Quanto a me, vi rinnovo l’espressione della mia stima e vi accompagno con un costante ricordo nella preghiera. Iddio vi conceda di spendere interamente la vostra vita per le anime, nelle varie mansioni che Egli vi affida.
A tutti imparto con affetto la mia Benedizione.
[01651-01.01] [Testo originale: Italiano]
● INDIRIZZO DI OMAGGIO AL SANTO PADRE DELL’EM.MO CARD. JEAN-LOUIS TAURAN
Beatissimo Padre,
Ecco raccolti attorno a Voi Pastori di insigni Chiese locali, benemeriti Ecclesiastici ed alcuni Collaboratori della Curia Romana, che la Vostra benevolenza eleva oggi alla dignità cardinalizia. Tutti noi sentiamo il bisogno di esprimere i sentimenti della nostra più viva riconoscenza per l’onore che ci viene conferito e che ricade anche sulle nostre comunità.
Nella stupenda cornice del sagrato della Basilica di S. Pietro, risplende la Chiesa di Cristo: Chiesa antica, ma sempre nuova, una e variegata, presente sul cammino degli uomini, anche se, talvolta, combattuta.
Finora abbiamo cercato di servirla, questa Chiesa, facendo del nostro meglio. Annoverati nel collegio cardinalizio, desideriamo professare davanti a tutti la nostra ferma volontà di amarla sempre di più, di impegnarci con maggiore abnegazione nella sua missione evangelizzatrice, di porre a disposizione del Vicario di Cristo la nostra buona volontà e le nostre esperienze. Nostra unica ambizione è di contribuire così allo sviluppo della Chiesa nel terzo millennio e, riprendendo un’espressione della Santità Vostra, di farne "la casa e la scuola della comunione" (Lettera Apostolica Novo Millennio Ineunte, n.43). Questi nostri propositi li deponiamo ai piedi della Vergine Santissima, Madre della Chiesa.
Se, in virtù dell’ordinazione episcopale, siamo uniti a Vostra Santità e fra di noi, con l’aggregazione al collegio cardinalizio un vincolo di fraternità ancora più profondo ci legherà in modo del tutto particolare al Successore di Pietro e alla sua Cattedra, "la quale presiede alla comunione universale di carità, tutela le varietà legittime ed insieme veglia perché ciò che è particolare non solo non nuoccia all’unità, ma piuttosto la serva" (Costituzione Dogmatica Lumen Gentium, n.13).
Con Voi, Padre Santo, vogliamo annunciare ai nostri contemporanei l’unico Redentore dell’uomo, "usque ad sanguinis effusionem". E’ la più bella avventura che possa meritare il nostro sacrificio!
Guardando alla Vostra Persona, Beatissimo Padre, ci ricordiamo che la Chiesa vive di Gesù Cristo e per Gesù Cristo; e ci sentiamo soprattutto servitori, memori che, nella Chiesa, ogni Autorità non è altro che servizio. Grazie per insegnarcelo, ormai da 25 anni, con la parola e l’esempio, con commovente coerenza e fedele perseveranza!
Beatissimo Padre, potete contare su di noi! Voglia benedirci, insieme a tutti coloro che sono affidati dal Signore al nostro ministero.
[01647-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0530-XX.01]