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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELL’ESORTAZIONE APOSTOLICA POST-SINODALE "PASTORES GREGIS", 17.10.2003


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELL’ESORTAZIONE APOSTOLICA POST-SINODALE "PASTORES GREGIS"

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. JAN P. SCHOTTE, C.I.C.M.

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. JORGE MARIO BERGOGLIO, S.I.

Alle 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la Conferenza Stampa di presentazione dell’Esortazione Apostolica Post-sinodale "Pastores gregis".

Intervengono alla Conferenza Stampa: l’Em.mo Card. Jan P. Schotte, C.I.C.M., Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi; l’Em.mo Card. Jorge Mario Bergoglio, S.I., Arcivescovo d Buenos Aires, Relatore Aggiunto alla X Sessione Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema "Il Vescovo: servitore del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo" (30 settembre-27 ottobre 2001), e S.E. Mons. Marcello Semeraro, Vescovo di Oria, Segretario Speciale della X Sessione Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

Pubblichiamo di seguito gli interventi dell’Em.mo Card. Jan P. Schotte e dell’Em.mo Card. Jorge Mario Bergoglio:

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. JAN P. SCHOTTE, C.I.C.M.

La Decima Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, celebrata nel 2001 dal 27 settembre al 26 ottobre, ebbe una fase preparatoria molto lunga.

La comunicazione ufficiale del tema, che dette l’impulso iniziale, risale al 9 ottobre del 1996. In essa l’argomento veniva annunciato con questa formula: Il Vescovo servitore del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo.

Negli anni successivi, prima di celebrare il Grande Giubileo dell’anno 2000, si svolsero assemblee speciali per i vari continenti: America, Asia, Oceania, Europa.

La convocazione vera e propria dell’assemblea avvenne il 19 febbraio 2001 e fu indicato il periodo di svolgimento delle sessioni: dal 30 settembre al 27 ottobre del medesimo anno.

Con lettera del 16 giugno del 1998 furono inviati i Lineamenta, alla cui stesura il Consiglio della Segreteria Generale aveva dedicato attento lavoro.

Dopo l’abituale ampia consultazione della Chiesa Universale condotta sui Lineamenta, con una percentuale di risposte pari al 62,50%, si procedette alla composizione dell’Instrumentum Laboris, che fu reso noto in una conferenza stampa il 1° giugno 2001

L’assemblea, riunita nel suddetto periodo, era composta di 175 Padri eletti dalle Conferenze Episcopali e dalle Chiese Orientali, 35 di nomina pontificia e 37 membri d’ufficio, con una somma totale di 247.

Furono presenti inoltre 16 Esperti, 23 Auditores e Auditrices e 6 Delegati Fraterni.

Il documento, qualificato come Esortazione Apostolica Postsinodale, raccoglie il frutto di tutto l’iter sinodale rappresentato da Lineamenta, Instrumentum Laboris, dibattito sinodale, Messaggio dei Padri Sinodali e Propositiones finali.

Quello che di speciale ha questo documento è rappresentato dalle circostanze di celebrazione sinodale e di pubblicazione.

Il periodo di tempo eccezionalmente lungo tra la comunicazione del tema e la celebrazione sinodale è dovuto ai sinodi speciali continentali e al Giubileo dell’Anno 2000.

Il giorno della pubblicazione, poi, rappresenta un termine non frequente nella storia del Papato. Il XXV anniversario del pontificato di Sua Santità Giovanni Paolo II, cornice di raro prestigio alla promulgazione del documento, contribuisce a fare di questo documento una dimostrazione emblematica della dignità della successione petrina e della successione apostolica dei vescovi. Papa e Vescovi sono associati anche fisicamente nel segno di una celebrazione cronologicamente congiunta. Questa sincronia valica l’ambito puramente fisico; raggiunge, esprime e promuove la vera communio di sacramento e di ministero del collegio episcopale, la carità pastorale per la Chiesa del Signore Gesù.

[01620-01.02] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. JORGE MARIO BERGOGLIO, S.I.

Eminenza, Eccellenze e gentili ascoltatori, mentre porgo a tutti il mio cordiale saluto, desidero iniziare questa conferenza stampa con una affettuosa parola di riconoscenza al Santo Padre, perché in occasione del suo venticinquesimo di pontificato, ha voluto offrire alla Chiesa universale un altro dono del suo magistero nell’Esortazione Apostolica post-sinodale, Pastores gregis.

Contando sulla pazienza di tutti, mi permetterò di parlare nella mia lingua madre, lo spagnolo, allo scopo di rendere la mia esposizione più spontanea e scorrevole, nonché più precisa. La relazione non intende altro che mettere in rilievo alcuni aspetti esenziali del testo, scoprendone il filo conduttore, per poter essere di aiuto alla lettura, alla meditazione e alla diffusione del documento post-sinodale.

1. PRESENTACIÓN INTRODUCTORIA

En la exhortación apostólica "El obispo, servidor del evangelio para la esperanza del mundo", que el Papa ofrece a la Iglesia, resuenan de muchas maneras y con un ritmo constante palabras vivas que provienen del evangelio y que configuran los latidos del corazón de un pastor: esperanza y servicio, misión y comunión.

Santidad

Y en el núcleo mismo de toda la exhortación, resuena la invitación a la santidad. Más de cien veces aparece la palabra santidad, en distintas formas:

- Apelando a la santidad de vida que configura el corazón del Obispo con el Cristo:

(1) È questa la ragione fondamentale per cui " la figura ideale del Vescovo, su cui la Chiesa continua a contare, è quella del Pastore che, configurato a Cristo nella santità della vita, si spende generosamente per la Chiesa affidatagli, portando contemporaneamente nel cuore la sollecitudine per tutte le Chiese sparse sulla terra (cfr 2 Cor 11, 28) ".

- Recordando esa nube de testigos –los Obispos santos- que nos precedieron:

(5) "Ci ha preceduto in questo annuncio pasquale una schiera di santi Pastori, che in medio Ecclesiae sono stati segni eloquenti del Buon Pastore. Noi, per questo, lodiamo e ringraziamo sempre Iddio onnipotente ed eterno perché, come cantiamo nella Santa Liturgia, con i loro esempi ci rafforza, con i loro insegnamenti ci ammaestra e con la loro intercessione ci protegge".

- Destacando en la triple tarea pastoral confiada al Obispo –enseñar, santificar y gobernar- la misión de santificar al Pueblo de Dios. Digo destacándola porque esta misión de santificar a los otros el documento la pone en estrecha unión con la propia santificación del Obispo –con su estilo de vida- y dedica un capítulo entero a "La vida espiritual del obispo":

(11) È soprattutto nell'esercizio del proprio ministero, ispirato all'imitazione della carità del Buon Pastore, che il Vescovo è chiamato a santificarsi e a santificare, avendo come principio unificante la contemplazione del volto di Cristo e l'annunzio del vangelo della salvezza.48

Egli pertanto si impegnerà ad assumere uno stile di vita che imiti la kénosis di Cristo servo, povero e umile, in modo che l'esercizio del ministero pastorale sia in lui un riflesso coerente di Gesù, Servo di Dio, e lo induca ad essere come Lui vicino a tutti, dal più grande al più piccolo.

Insomma, ancora una volta con una sorta di reciprocità, l'esercizio fedele e amorevole del ministero santifica il Vescovo e lo rende sul piano soggettivo sempre più conforme alla ricchezza ontologica di santità che in lui ha posto il Sacramento.

Se, infatti, l'ufficio episcopale non poggia sulla testimonianza della santità manifestata nella carità pastorale, nell'umiltà e nella semplicità di vita, finisce per ridursi ad un ruolo quasi soltanto funzionale e perde fatalmente di credibilità presso il Clero ed i fedeli.

- Una santidad, en fin, que da la perspectiva a todo el camino pastoral:

(12) "La prospettiva entro cui deve porsi tutto il cammino pastorale è quello della santità... Finito il Giubileo, ricomincia il cammino ordinario, ma additare la santità resta più che mai un'urgenza della pastorale ".49

- Y que no es una santidad individualista sino comunitaria:

(12) Sarà sempre una santità vissuta con il popolo e per il popolo, in una comunione che diventa stimolo e reciproca edificazione nella carità.

"Con vosotros soy cristiano, para vosotros soy Pastor". No se trata de aspectos secundarios o marginales. La pertenencia al Santo pueblo fiel de Dios determina la santidad del Obispo.

Esperanza

La perspectiva del documento está marcada por la esperanza. El Papa hizo suya la mirada de la X Asamblea del sínodo de los obispos, la cual, asumiendo la riqueza de la tradición y de los sínodos particulares, quizo reconsiderar el ministerio a la luz de la esperanza teologal. Así el Papa nos presenta el corazón del Obispo moldeado a la luz de esta esperanza. Tensiona todo el documento. Pone a las desesperanzas (fallimento delle speranze) en la barca, mar adentro; y la Iglesia es casa de comunión de este desafío.

Una esperanza fundada en Cristo Buen Pastor que va formando el corazón del Obispo y lo hace:

Corazón de profeta, de testigo y de servidor de la esperanza

(3) A lui, in particolare, spetta il compito di essere profeta, testimone e servo della speranza. Egli ha il dovere di infondere fiducia e di proclamare di fronte a chiunque le ragioni della speranza cristiana (cfr 1 Pt 3, 15). Il Vescovo è profeta, testimone e servo di tale speranza soprattutto dove più forte è la pressione di una cultura immanentistica, che emargina ogni apertura verso la trascendenza

Corazón de pastor, que vela sobre su grey y alimenta la esperanza (3).

Corazón esperanzado, allí donde fracasan las esperanzas humanas.

(4) Insieme con la preghiera, l'Assemblea sinodale alzò la propria voce per condannare ogni forma di violenza e per indicarne le ultime radici nel peccato dell'uomo. Di fronte al fallimento delle speranze umane che, fondandosi su ideologie materialiste, immanentiste ed economiciste, tutto pretendono di misurare in termini di efficienza e di rapporti di forza e di mercato, i Padri sinodali hanno riaffermato la convinzione che solo la luce del Risorto e l'impulso dello Spirito Santo aiutano l'uomo ad appoggiare le proprie attese sulla speranza che non delude. Per questo hanno proclamato: " Non possiamo lasciarci intimidire dalle diverse forme di negazione del Dio vivente che cercano, più o meno scopertamente, di minare la speranza cristiana, a farne una parodia o a deriderla. Lo confessiamo nella gioia dello Spirito: Cristo è veramente risorto! Nella sua umanità glorificata, ha aperto l'orizzonte della vita eterna a tutti gli uomini che si convertono.

La esperanza en Jesús Buen Pastor, llena de compasión el corazón del obispo y lo hace arrodillarse junto al dolor y la vulnerabilidad de todo hombre y mujer que sufre confiando en que la oveja perdida pueda ser encontrada. Lo lleva al límite de lo humano es decir a la periferia misma de la existencia. De este modo se da una tensión bipolar entre centro y periferia que enriquece el corazón del pastor y lo hace fecundo, al responder a la esperanza de todo ser humano de ser incluido en la comunión eclesial.

(4) Sarà ancora la speranza in Gesù, Buon Pastore, a riempire il suo cuore di compassione inducendolo a piegarsi sul dolore di ogni uomo e donna che soffre, per lenirne le piaghe, conservando sempre la fiducia che la pecora smarrita possa essere ritrovata.

In tal modo il Vescovo sarà sempre più luminosamente segno di Cristo, Pastore e Sposo della Chiesa. Agendo come padre, fratello e amico di ogni uomo, egli sarà accanto a ciascuno viva immagine di Cristo, nostra speranza,9 nel quale si adempiono tutte le promesse di Dio e sono portate a compimento tutte le attese della creazione.

Notese aquí como la dinamica centro-periferica se resuelve en el "unico centro": Jesucristo. Centro totalizante que incluye todas las periferias. En visperas de su beatificación podemos al ejemplo de la Madre Teresa de Calcuta: desde el centro de su encuentro con Cristo acudia a las periferias mas lejanas y la conducia al Centro, resolviendo en Cristo toda antinomia.

Con esta misma esperanza, el Papa concluye la Exhortación utilizando otra imagen: la de la multitud que no tiene pan. Encontrar la oveja y compartir el pan son imágenes de inclusión y de projimidad. Esto es comunión evangélica. De esta manera la exhortación queda enmarcada en una perspectiva de esperanza tensionada hacia la comunión. La persona del obispo, como servidor del Evangelio de Jesucristo para la esperanza del mundo, es la que –por el sendero de la santidad- se lanza a la misión creando comunión.

Denles ustedes de comer

(73) Un analogo atteggiamento potrebbe insorgere nell'animo nostro, quasi sconfortato dall'enormità dei problemi, che interpellano le Chiese e noi Vescovi personalmente. Occorre, in questo caso, fare ricorso a quella nuova fantasia della carità che deve dispiegarsi non solo e non tanto nell'efficienza dei soccorsi prestati, ma più ancora nella capacità di farsi vicini a chi è nel bisogno, permettendo ai poveri di sentire ogni comunità cristiana come la propria casa.

"La carità delle opere assicura una forza inequivocabile alla carità delle parole ".

Sitúa así el Papa la tarea episcopal ante el desafío de que la Iglesia del tercer milenio sea casa y escuela de comunión, especialmente para los más pobres. nos presenta "los lugares" de donde obtener los recursos para alimentar a la humanidad con la palabra y el ejemplo

El amor de Dios

(73) L'amore con cui Dio ci ha amati è tale da poterci sempre sostenere nel trovare le vie giuste attraverso cui giungere al cuore dell'uomo e della donna di oggi. In ogni istante il Signore ci dona, con la forza del suo Spirito, la capacità d'amare e d'inventare le forme più giuste e più belle dell'amore. Chiamati ad essere servitori del Vangelo per la speranza del mondo, noi sappiamo che questa speranza non proviene da noi, ma dallo Spirito Santo, il quale " non cessa di essere il custode della speranza nel cuore dell'uomo: della speranza di tutte le creature umane e, specialmente, di quelle che "possiedono le primizie dello Spirito" e "aspettano la redenzione del corpo" ".

La Iglesia

(73) Fare della Chiesa " la casa e la scuola della comunione " è l'impegno a cui ci invita la situazione presente, se vogliamo rispondere alle attese del mondo.

La comuníón episcopal

(73) Un'ultima, immediata risorsa per un Vescovo alla ricerca del " pane " per alleviare la fame dei suoi fratelli è la propria Chiesa particolare, quando la spiritualità della comunione emerga in essa come principio educativo " in tutti i luoghi dove si plasma l'uomo e il cristiano, dove si educano i ministri dell'altare, i consacrati, gli operatori pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità ".

Contar con todos

(73) Nostro compito è quello di essere, per ogni persona, in modo eminente e visibile, un segno vivo di Gesù Cristo, Maestro, Sacerdote e Pastore.

2. ESTRUCTURA DE LA EXHORTACIÓN

Los capítulos I y II – Misterio y ministerio del Obispo y La vida espiritual del Obispo- se presentan como un díptico en el cual "la misión", "la comunión" y "la santidad", vertebran el texto en una mutua y enriquecedora tensión. Se interaccionan mutuamente.

I. MISTERIO Y MINISTERIO DEL OBISPO

" ... e ne scelse Dodici " (Lc 6, 13)

(6) Così, per mezzo dei Vescovi e dei presbiteri che li assistono, il Signore Gesù Cristo, pur sedendo alla destra di Dio Padre, continua ad essere presente in mezzo ai credenti. In tutti i tempi e in tutti i luoghi Egli predica la parola di Dio a tutte le genti, amministra i sacramenti della fede ai credenti e nello stesso tempo dirige il popolo del Nuovo Testamento nella sua peregrinazione verso l'eterna beatitudine.

Il fondamento trinitario del ministero episcopale

Carattere collegiale del ministero episcopale

(8) il rapporto di mutua interiorità, che vige tra la Chiesa universale e la Chiesa particolare, per cui le Chiese particolari sono " formate a immagine della Chiesa universale, nelle quali e a partire dalle quali esiste la sola e unica Chiesa cattolica ",34 si riproduce nel rapporto tra Collegio episcopale nella sua totalità e il singolo Vescovo.

Per questo " il Collegio episcopale non è da intendersi come la somma dei Vescovi preposti alle Chiese particolari, né il risultato della loro comunione, ma, in quanto elemento essenziale della Chiesa universale, è una realtà previa all'ufficio di capitalità sulla Chiesa particolare ".35

(8) Come la Chiesa universale è una e indivisibile, così pure il Collegio episcopale è un " soggetto teologico indivisibile " e quindi anche la potestà suprema, piena e universale di cui il Collegio è soggetto, come lo è il Romano Pontefice personalmente, è una e indivisibile.

Indole missionaria e unitarietà del ministero episcopale

(9) Nel testo del Vangelo secondo Matteo appena citato, l'intero ministero pastorale può essere visto come articolato secondo la triplice funzione d'insegnamento, di santificazione e di guida. Vediamo qui un riflesso della triplice dimensione del servizio e della missione di Cristo.

Amoris officium

(9) Proprio per questo, il Vescovo, quando insegna, al tempo stesso santifica e governa il Popolo di Dio; mentre santifica, anche insegna e governa; quando governa, insegna e santifica. Sant'Agostino definisce la totalità di questo ministero episcopale come amoris officium.44 Questo dona la certezza che mai, nella Chiesa, verrà meno la carità pastorale di Gesù Cristo.

(10) " ... chiamò a sé quelli che egli volle " (Mc 3, 13)

Relación recíproca entre sacerdocio común y sacerdocio ministerial

(10) Lo ricorda il Concilio Vaticano II in un bellissimo testo: " Se quindi nella Chiesa non tutti camminano per la stessa via, tutti però sono chiamati alla santità e hanno ricevuto una fede per la giustizia di Dio (cfr 2 Pt 1, 1).

Circolarità tra la testimonianza di fede di tutti i fedeli e la testimonianza di fede autentica del Vescovo nei suoi atti magisteriali; circolarità tra la vita santa dei fedeli e i mezzi di santificazione che il Vescovo offre ad essi; circolarità, infine, tra la responsabilità personale del Vescovo riguardo al bene della Chiesa a lui affidata e la corresponsabilità di tutti i fedeli rispetto al bene della stessa.

II. LA VIDA ESPIRITUAL DEL OBISPO CONFIGURADA COMO CAMINO DE SANTIDAD

(11) " Ne costituì Dodici che stessero con lui " (Mc 3, 14)

Quella del Vescovo sarà allora anche una spiritualità ecclesiale, perché tutto nella sua vita è orientato all'edificazione amorosa della Santa Chiesa.

Egli pertanto si impegnerà ad assumere uno stile di vita che imiti la kénosis di Cristo servo, povero e umile, in modo che l'esercizio del ministero pastorale sia in lui un riflesso coerente di Gesù, Servo di Dio, e lo induca ad essere come Lui vicino a tutti, dal più grande al più piccolo.

(12) Vocazione alla santità nella Chiesa del nostro tempo

"La prospettiva entro cui deve porsi tutto il cammino pastorale è quello della santità... Finito il Giubileo, ricomincia il cammino ordinario, ma additare la santità resta più che mai un'urgenza della pastorale ".49

Sarà sempre una santità vissuta con il popolo e per il popolo, in una comunione che diventa stimolo e reciproca edificazione nella carità.

(13) Il cammino spirituale del Vescovo

Un Vescovo può ritenersi davvero ministro della comunione e della speranza per il Popolo santo di Dio solo quando cammina alla presenza del Signore

(14) Maria, Madre della speranza e maestra di vita spirituale

(15) Affidarsi alla Parola

Come ho scritto nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte, " è necessario che l'ascolto della Parola diventi un incontro vitale, nell'antica e sempre valida tradizione della lectio divina, che fa cogliere nel testo biblico la parola viva che interpella, orienta, plasma l'esistenza ".73 Negli spazi della meditazione e della lectio, il cuore che ha già accolto la Parola si apre alla contemplazione dell'agire di Dio e, di conseguenza, alla conversione a Lui dei pensieri e della vita, accompagnata dalla richiesta supplice del suo perdono e della sua grazia.

(16) Nutrirsi dell'Eucaristia

(17) La preghiera e la Liturgia delle Ore

Sarà proprio dalla preghiera che egli potrà attingere quella speranza con la quale deve come contagiare i fedeli. La preghiera, infatti, è il luogo privilegiato dove si esprime e si nutre la speranza poiché essa, secondo un'espressione di san Tommaso d'Aquino, è la " interprete della speranza ".76

(17) Oración intercesora

Ogni Vescovo, quindi, prega con il suo popolo e prega per il suo popolo. Egli, però, è pure edificato ed aiutato dalla preghiera dei suoi fedeli, sacerdoti, diaconi, persone di vita consacrata e laici di tutte le età. In mezzo a loro il Vescovo è educatore e promotore della preghiera. Non soltanto trasmette le cose contemplate, ma apre ai cristiani la via stessa della contemplazione. Il noto motto del contemplata aliis tradere diviene, in tal modo, un contemplationem aliis tradere.

(18) La via dei consigli evangelici e delle beatitudini

Sul volto del Vescovo, insomma, i fedeli devono potere contemplare le qualità che sono dono della grazia e che nelle Beatitudini costituiscono quasi l'autoritratto di Cristo: il volto della povertà, della mitezza e della passione per la giustizia; il volto misericordioso del Padre e dell'uomo pacifico e pacificatore; il volto della purezza di chi guarda costantemente ed unicamente a Dio. I fedeli devono poter vedere nel loro Vescovo anche il volto di colui che rivive la compassione di Gesù verso gli afflitti e talvolta, come è avvenuto nella storia e ancora oggi avviene, il volto pieno di fortezza e di gioia interiore di chi è perseguitato a causa della verità del Vangelo.

(19) La virtù dell'obbedienza

(20) Lo spirito e la prassi della povertà nel Vescovo

I Padri sinodali, in segno di sintonia collegiale, hanno raccolto l'appello da me lanciato nella Liturgia d'apertura del Sinodo, perché la beatitudine evangelica della povertà fosse ritenuta come una delle condizioni necessarie per attuare, nell'odierna situazione, un fecondo ministero episcopale. Anche in questa circostanza, in mezzo all'assemblea dei Vescovi si è come stagliata la figura di Cristo Signore, che " ha compiuto la sua opera di redenzione attraverso la povertà e le persecuzioni " e che invita anche la Chiesa, con i suoi pastori in primo luogo, " a prendere la stessa via per comunicare agli uomini i frutti della salvezza ".87

La decisione del Vescovo di vivere il proprio ministero nella povertà contribuisce decisamente a fare della Chiesa la " casa dei poveri ".

Solo per questa via egli sarà capace di partecipare alle angosce e ai dolori del Popolo di Dio, che egli deve non solo guidare e nutrire, ma con il quale deve essere solidale, condividendone i problemi e contribuendo ad alimentarne la speranza.

Essere procurator pauperum è stato sempre un titolo dei pastori della Chiesa e deve esserlo concretamente anche oggi, per rendere presente ed eloquente il messaggio del Vangelo di Gesù Cristo a fondamento della speranza di tutti, ma specialmente di coloro che solo da Dio possono attendere una vita più degna e un migliore avvenire.

Sollecitate dall'esempio dei Pastori, la Chiesa e le Chiese devono mettere in atto quella " opzione preferenziale per i poveri ", che ho indicato come programma per il terzo millennio.89

(21) Con la castità al servizio di una Chiesa che riflette la purezza di Cristo

Nell'oggi della Chiesa e del mondo la testimonianza dell'amore casto costituisce, per un verso, una specie di terapia spirituale per l'umanità e, per l'altro, una contestazione dell'idolatria dell'istinto sessuale.

(22) Animatore di una spiritualità di comunione e di missione

Nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte ho posto in evidenza la necessità di " fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione ".91 L'osservazione ha avuto una vasta eco ed è stata ripresa nell'Assemblea sinodale.

La comunione nella sua sorgente e nel suo modello trinitari si esprime sempre nella missione. La missione è il frutto e la conseguenza logica della comunione. Si favorisce il dinamismo della comunione quando ci si apre agli orizzonti e alle urgenze della missione, garantendo sempre la testimonianza dell'unità affinché il mondo creda, e dilatando gli spazi dell'amore affinché tutti raggiungano la comunione trinitaria, dalla quale procedono e alla quale sono destinati. Quanto più è intensa la comunione, tanto più è favorita la missione, specialmente quando è vissuta nella povertà dell'amore, che è la capacità di muoversi incontro ad ogni persona, gruppo e cultura con la sola forza della Croce, spes unica e testimonianza suprema dell'amore di Dio, che si manifesta anche come amore di fraternità universale.

(23) Un cammino che procede nel quotidiano

(24) La formazione permanente del Vescovo

la formazione permanente è da ritenersi necessaria specialmente per il Vescovo, che porta su di sé la responsabilità del comune progresso e del concorde cammino nella Chiesa.

(25) L'esempio dei santi Vescovi

La storia della Chiesa, a partire dagli Apostoli, conosce un numero davvero grande di Pastori la cui dottrina e santità sono in grado d'illuminare e orientare il cammino spirituale anche dei Vescovi del terzo millennio.

Molti, in particolare, sono stati esemplari nell'esercizio della virtù della speranza, quando in tempi difficili hanno risollevato il loro popolo, hanno ricostruito le chiese dopo tempi di persecuzione e di calamità, hanno edificato ospizi dove accogliere pellegrini e poveri, hanno aperto ospedali dove curare ammalati e vecchi.

All'inizio del terzo millennio, vi sono ancora di questi Pastori, che hanno una storia da raccontare, fatta di fede ancorata saldamente alla Croce. Pastori che sanno cogliere le umane aspirazioni, assumerle, purificarle e interpretarle alla luce del Vangelo e che, perciò, hanno pure una storia da costruire, insieme con tutto il popolo a loro affidato.

Los capítulos III, IV y V constituyen un tríptico pastoral, en el cual el triple "munus" confiado por el Señor a la Iglesia –enseñar, santificar y gobernar- está considerado a la luz del mandato del Señor a Pedro: "navega mar adentro". Reafirmando la doctrina tradicional de la Iglesia sobre la tarea pastoral, el Papa la "resitúa" apostólicamente poniendo a la barca de Pedro en dirección a alta mar. Allí donde las contradicciones y desafíos de un mundo desesperanzado son más fuertes. Allí donde sólo la esperanza puesta en el Señor puede dinamizar la vida de la Iglesia.

Alla luce di questo insistente invito del Signore, " noi possiamo rileggere il triplice munus affidatoci nella Chiesa: munus docendi, sanctificandi et regendi.

Duc in docendo!

"Annunzia la parola - diremmo con l'Apostolo -, insisti in ogni occasione, opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina" (2 Tm 4, 2).

III. MAESTRO DE LA FE Y HERALDO DE LA PALABRA

Duc in docendo, que parte de la actitud contemplativa y obediente a la palabra del evangelio que lo lleva a inculturarlo en nuestro tiempo.

(26) "Andate in tutto il mondo, predicate il Vangelo" (Mc 16, 15)

(27) Cristo nel cuore del Vangelo e dell'uomo

(28) Il Vescovo, uditore e custode della Parola

(29) Il servizio autentico e autorevole della Parola

(30) Il ministero episcopale per l'inculturazione del Vangelo

(31) Predicare con la parola e con l'esempio

Duc in sanctificando!

Le reti che siamo chiamati a gettare tra gli uomini sono anzitutto i Sacramenti, di cui siamo i principali dispensatori, regolatori, custodi e promotori. Essi formano una sorta di rete salvifica, che libera dal male e conduce alla pienezza della vita.

IV. MINISTRO DE LA GRACIA DEL SUPREMO SACERDOCIO

Duc in santificando que lo lleva a ser él mismo santo

(32) " Santificati in Gesù Cristo, chiamati ad essere santi " (1 Cor 1, 2)

(33) Fonte e culmine della vita della Chiesa particolare

(34) L'importanza della chiesa cattedrale

(35) Il Vescovo, moderatore della Liturgia come pedagogia della fede

(36) La centralità del Giorno del Signore e dell'anno liturgico

(37) Il Vescovo, ministro della Celebrazione eucaristica(38) Il Vescovo, responsabile dell'iniziazione cristiana

(38) Il Vescovo, responsabile dell’iniziazione cristiana

(39) La responsabilità del Vescovo nella disciplina penitenziale

(40) L'attenzione alla pietà popolare

(41) La promozione della santità per tutti i fedeli

Duc in regendo!

Come Pastori e veri Padri, coadiuvati dai Sacerdoti e dagli altri collaboratori, abbiamo il compito di radunare la famiglia dei fedeli e fomentare in essa la carità e la comunione fraterna

Con Pietro e con i primi discepoli anche noi rinnoviamo fiduciosi la nostra sincera professione di fede: Signore, "sulla tua parola getterò le reti" (Lc 5, 5)! Sulla tua Parola, o Cristo, vogliamo servire il tuo Vangelo per la speranza del mondo!

. EL GOBIERNO PASTORAL DEL OBISPO

(42) "Vi ho dato l'esempio " (Gv 13, 15)

(43) L'autorità di servizio pastorale del Vescovo

(44) Stile pastorale di governo e comunione diocesana

(45) Le articolazioni della Chiesa particolare

(46) La visita pastorale

(47) Il Vescovo con il suo presbiterio

(48) La formazione dei candidati al presbiterato

(49) Il Vescovo e i diaconi permanenti

(50) La premura del Vescovo verso le persone di vita consacrata

(51) I fedeli laici nella cura pastorale del Vescovo

(52) La sollecitudine del Vescovo verso la famiglia

(53) I giovani, una priorità pastorale in vista del futuro

(54) La pastorale vocazionale

Y centra el servicio del evangelio en la esperanza que brota de la cruz. Duc in regendo que lo lleva por el camino de la comunión y del servicio

Los capítulos VI y VII ponen en tensión la "comunión" intraeclesial (y entre las Iglesias) y las esperanzas del mundo, especialmente centradas en la paz y el cuidado y la promoción de los más pobres. Si en el capítulo VI prima el concepto de comunión, en el VII urge con fuerza el de esperanza.

VI. EN LA COMUNIÓN DE LAS IGLESIAS

(55) "La preoccupazione per tutte le Chiese " (2 Cor 11, 28)

(56) Il Vescovo diocesano in relazione alla suprema autorità

(57) Le visite " ad limina Apostolorum "

(58) Il Sinodo dei Vescovi

(59) La comunione tra i Vescovi e tra le Chiese a livello locale

(60) Le Chiese cattoliche orientali

(61) Le Chiese patriarcali e il loro Sinodo

(62) L'organizzazione metropolitana e delle Province ecclesiastiche

(63) Le Conferenze episcopali

(64) L'unità della Chiesa e il dialogo ecumenico

La preghiera del Signore Gesù per l'unità fra tutti i suoi discepoli (ut unum sint: Gv 17, 21) costituisce per ogni Vescovo un pressante appello ad un preciso dovere apostolico. Non è possibile attendersi questa unità come frutto dei nostri sforzi; essa è principalmente dono della Trinità Santa alla Chiesa. Ciò tuttavia non dispensa i cristiani dal porre ogni impegno, a cominciare da quello della preghiera, per affrettare il cammino verso la piena unità. Rispondendo alle preghiere e alle intenzioni del Signore e alla sua oblazione sulla Croce per radunare i figli dispersi (cfr Gv 11, 52), la Chiesa cattolica si sente impegnata in modo irreversibile nel dialogo ecumenico, dal quale dipende l'efficacia della sua testimonianza nel mondo. Occorre, dunque, perseverare sulla via del dialogo della verità e dell'amore.

Molti Padri sinodali hanno richiamato la specifica vocazione che ogni Vescovo ha di promuovere nella propria diocesi questo dialogo e di svilupparlo in veritate et caritate (cfr Ef 4, 15). Lo scandalo della divisione fra i cristiani, infatti, è avvertito da tutti come un segnale opposto alla speranza cristiana

(65) La missionarietà nel ministero episcopale

VII. EL OBISPO FRENTE A LOS DESAFIOS ACTUALES

(66) " Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo! " (Gv 16, 33)

(67) Il Vescovo operatore di giustizia e pace

(68) Il dialogo interreligioso, soprattutto a favore della pace nel mondo

(69) La vita civile, sociale ed economica

(70) Il rispetto dell'ambiente e la salvaguardia del creato

(71) Il ministero del Vescovo riguardo alla salute

(72) La cura pastorale del Vescovo verso i migranti

[01619-XX.03][Testo originale: Plurilingue]

[B0517-XX.02]