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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AL PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, EM.MO CARD. JOSEPH RATZINGER, 27.09.2003


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AL PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, EM.MO CARD. JOSEPH RATZINGER

Pubblichiamo di seguito il Messaggio che il Santo Padre Giovanni Paolo II ha inviato al Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Em.mo Card. Joseph Ratzinger, in occasione del Simposio su "L’antropologia della teologia morale secondo l’Enciclica Veritatis splendor":

● MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

Al venerato Fratello

Card. JOSEPH RATZINGER

Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede

1. Ho appreso con piacere che codesta Congregazione ha promosso un Simposio su "L’antropologia della teologia morale secondo l’Enciclica ‘Veritatis splendor’". A dieci anni dalla sua pubblicazione, il valore dottrinale dell’Enciclica Veritatis splendor appare quanto mai attuale. Luminoso è infatti il destino di coloro che, chiamati alla salvezza mediante la fede in Gesù Cristo, "luce vera che illumina ogni uomo" (Gv 1,9), accolgono e vivono la verità che Egli comunica o, più esattamente, la verità che Egli è, diventando anch'essi "sale della terra" e "luce del mondo" (cfr Mt 5,13.14).

Il mistero dell'incarnazione del Figlio di Dio, "centro del cosmo e della storia" (Lett. enc. Redemptor hominis, 1), costituisce il vero orizzonte dell'essere e dell'agire dell'uomo. Agli interrogativi religiosi e morali dell'umanità, Gesù Cristo non solo dà una risposta sapiente, ma Egli in persona si pone come risposta decisiva, perché nel suo mistero di Verbo incarnato trova vera luce il mistero della persona umana (cfr Gaudium et spes, 22). A somiglianza del giovane del Vangelo (cfr Mt 19,16), anche l'uomo del terzo millennio si rivolge a Gesù, Maestro buono, per ottenere da lui la luce della verità su ciò che è bene e su ciò che è male.

2. Ripartire da Cristo, contemplare il suo volto, perseverare nella sua sequela sono questi gli insegnamenti che la Veritatis splendor continua a proporci. Al di là di tutti gli effimeri mutamenti culturali, ci sono realtà essenziali che non cambiano, ma trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso, ieri, oggi e nei secoli: "È lui ‘il Principio’ che, avendo assunto la natura umana, la illumina definitivamente nei suoi elementi costitutivi e nel suo dinamismo di carità verso Dio e il prossimo" (n. 53).

Il riferimento fontale della morale cristiana, pertanto, non è la cultura dell'uomo, ma il progetto di Dio nella creazione e nella redenzione. Nel mistero pasquale e nel mistero della nostra adozione filiale emerge, infatti, in tutto il suo splendore la dignità originaria dell'umanità.

3. Certo, oggi, appare sempre più arduo per i Pastori della Chiesa, per gli studiosi e i maestri di morale cristiana, accompagnare i fedeli nel formulare giudizi secondo verità, in un clima di contestazione della verità salvifica e di diffuso relativismo di fronte alla legge morale. Esorto pertanto tutti i partecipanti al Simposio ad approfondire l'essenziale legame esistente tra la verità, il bene e la libertà. Tale relazione, oltre che nella natura dell’essere umano, ha il suo fondamento ontologico nell’Incarnazione e si trova rinnovata e messa in luce nell’evento storico-salvifico della croce del nostro Redentore.

Il segreto formativo della Chiesa sta, pertanto, nel tenere lo sguardo fisso sul Crocifisso e nell’annunciare il suo sacrificio redentore: "La contemplazione di Gesù crocifisso è la via maestra sulla quale la Chiesa deve camminare ogni giorno se vuole comprendere l'intero senso della libertà: il dono di sé nel servizio a Dio e ai fratelli. La comunione poi con il Signore crocifisso e risorto è la sorgente inesauribile alla quale la Chiesa attinge senza sosta per vivere nella libertà, donarsi e servire" (ibid., n. 87).

La verità della morale cristiana, sigillata dalla croce di Gesù, è divenuta nello Spirito Santo la legge nuova del Popolo di Dio. La risposta, pertanto, che essa offre alla domanda di felicità dell'uomo contemporaneo ha la potenza e la saggezza di Cristo crocifisso, Verità che si dona per amore.

4. A voi tutti, che partecipate a questo importante Simposio, desidero rivolgere, a conclusione, un ringraziamento e un auspicio. Il mio ringraziamento giunga innanzitutto a voi per la collaborazione fedele e leale che offrite al magistero della Chiesa con il vostro impegno di ricerca e di approfondimento della dottrina cattolica in campo morale. Questa obbedienza alla verità è la via migliore per la sua comprensione ed esplicitazione.

L'auspicio è che il lavoro compiuto in questo simposio, i vostri approfondimenti e le vostre sapienti intuizioni, possano illuminare sempre più i Pastori e tutti i fedeli per mantenere nella Chiesa quella communio caritatis che si fonda sulla communio veritatis.

A tutti la mia Benedizione!

Da Castel Gandolfo, 24 settembre 2003

IOANNES PAULUS II

[01490-01.02] [Testo originale: Italiano]

[B0476-XX.01]