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DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, DR. JOAQUÍN NAVARRO-VALLS, 26.08.2003


DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, DR. JOAQUÍN NAVARRO-VALLS

Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Dr. Joaquín Navarro-Valls, ha rilasciato questa mattina ai giornalisti la seguente dichiarazione:

La Santa Sede ha accolto con piacere l’invito a prendere parte al Congresso Inter-religioso che si terrà in Kazakhstan, e precisamente nella Capitale Astana dal 23 al 24 settembre prossimo. La Santa Sede sarà rappresentata da una Delegazione presieduta da S. Em. Rev.ma il Card. Jozef Tomko, Prefetto emerito della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, e composta dai seguenti membri: S.E. Mons. Renato Martino, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; S.E. Mons. Pier Luigi Celata, Segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso; S.E. Mons. Jozef Wesolowski, Nunzio Apostolico in Kazakhstan; S.E. Mons. Tomasz Peta, Arcivescovo di Astana; Mons. Julio Murat, Officiale della Segreteria di Stato; Rev.do P. Jozef Maj, SJ, Officiale del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

E’, infatti, a tutti noto che la Chiesa Cattolica favorisce il dialogo inter-religioso e, come insegna la Dichiarazione Nostra Aetate, del Concilio Ecumenico Vaticano II, "essa esorta i suoi figli affinché con prudenza e carità, per mezzo dei colloqui e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni, testimoniando la fede e la vita cristiana, riconoscano, conservino e promuovano quei beni spirituali e morali e quei valori socio-culturali che in essi si trovano" (nE 2). In tale spirito, Sua Santità Giovanni Paolo II, nei 25 anni del Suo Pontificato, ha incontrato numerosi Capi religiosi, al fine di promuovere nel mondo i valori spirituali e morali e favorire così la riconciliazione e la pace fra i popoli. L’anno scorso, convocando ad Assisi i Rappresentanti delle Religioni del mondo, Sua Santità ha ribadito che "è doveroso che le persone e le comunità religiose manifestino il più netto e radicale ripudio della violenza, di ogni violenza, a partire da quella che pretende di ammantarsi di religiosità facendo addirittura appello al nome sacrosanto di Dio per offendere l’uomo. L’offesa dell’uomo è, in definitiva, offesa di Dio. Non v’è finalità religiosa che possa giustificare la pratica della violenza dell’uomo sull’uomo" (Discorso del 24 gennaio 2002).

La Santa Sede, pertanto, esprime fervidi voti per il successo dell’incontro di Astana, ed auspica che possa contribuire a promuovere la pace e la concordia della famiglia umana, nel rispetto dei diritti di ogni persona.

Dal Vaticano, 26 agosto 2003.

[01310-01.02] [Testo originale: Italiano]