Papa Giovanni Paolo II ha chiesto all’Arcivescovo Paul Josef Cordes di recarsi il 28 maggio in Iraq per farsi concretamente interprete della Sua vicinanza spirituale verso l’intera popolazione di quel Paese.

Il compito affidato al Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum" è quello di verificare di persona le necessità e le condizioni che permettano alla Chiesa cattolica di operare in quei territori martoriati dalla guerra. In particolare dovrà portare avanti con i Vescovi e le ONG cattoliche, un piano di aiuti razionale e coordinato per rispondere alle emergenze sanitarie ed alimentari oltre che per la ricostruzione.

La Chiesa, attraverso la sua presenza capillare, è disponibile ad impegnarsi – come in altre situazioni simili - sia per l’equa distribuzione degli aiuti umanitari sia per favorire la ricostruzione sociale e politica.

Sono previsti incontri con il Nunzio in Iraq S.E. Mons. Filoni, i Vescovi, le organizzazioni cattoliche presenti e le Autorità. Lo accompagneranno nel viaggio, esperti nel settore dell’aiuto umanitario.

Domenica 1° giugno è in programma una Celebrazione Eucaristica nella Cattedrale di Baghdad; il giorno seguente Mons. Cordes si recherà a Mossul.

Pur nel momento favorevole della caduta dell’embargo – che apre nuove possibilità di rapporto con la comunità irachena – il viaggio dell’inviato del Papa si colloca in un periodo particolarmente delicato per le sorti della convivenza pacifica di quella regione.

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