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INCONTRO CON LA COMUNITÀ DEL PONTIFICIO SEMINARIO ROMANO MAGGIORE (1° MARZO 2003) (AGGIUNTA), 03.03.2003


INCONTRO CON LA COMUNITÀ DEL PONTIFICIO SEMINARIO ROMANO MAGGIORE (1° MARZO 2003) (AGGIUNTA)

Alla fine del discorso rivolto alla Comunità del Pontificio Seminario Romano Maggiore, ricevuta sabato 1° marzo, in occasione della Festa della Madonna della Fiducia (cfr Boll. n. 111), prima di impartire la benedizione conclusiva, il Santo Padre ha detto:

● PAROLE DEL SANTO PADRE

Prima di concludere questo discorso, vorrei ancora ritornare al mio Seminario. Era un seminario "clandestino". Durante la guerra, con l’occupazione nazista della Polonia e di Cracovia, erano stati chiusi tutti i seminari. Il Cardinale Sapieha, il mio Vescovo di Cracovia, aveva organizzato un seminario "clandestino" e io appartenevo a quel "seminario" clandestino, si può dire "catacombale". La mia esperienza è soprattutto collegata a quel seminario. Tanto più che oggi siamo tornati con la memoria a suor Faustina. Suor Faustina ha vissuto e adesso è sepolta vicino a Cracovia, in una località che si chiama Łagiewniki. Proprio accanto a Łagiewniki era la fabbrica chimica della Solvay, dove io ho lavorato come operaio durante i quattro anni della guerra e dell’occupazione nazista. Mai avrei potuto pensare in quei tempi in cui ero operaio che un giorno da Vescovo di Roma avrei parlato di quell’esperienza ai seminaristi romani.

Quell’esperienza di operaio e nello stesso tempo di seminarista "clandestino" mi è rimasta per tutta la vita. In fabbrica durante il mio turno di otto ore, sia di giorno che di notte, portavo con me alcuni libri. I miei colleghi operai si sono meravigliati un po’, ma non scandalizzati. Anzi mi hanno detto: "Ti aiuteremo, puoi anche riposare e noi al tuo posto cercheremo di sorvegliare". E così ho potuto fare anche gli esami davanti ai miei professori. Tutto in clandestinità: filosofia, metafisica... Ho studiato la metafisica individualmente e cercavo di capirne le "categorie". Ed ho capito. Pur senza l’aiuto dei professori, ho capito. Oltre ad aver superato l’esame ho potuto constatare che la metafisica, la filosofia cristiana mi dava una nuova visione del mondo, una più profonda penetrazione della realtà. Io, in precedenza, avevo fatto solo studi umanistici, legati alla letteratura, alla lingua. Con la metafisica e con la filosofia ho trovato la chiave, la chiave per una comprensione e una penetrazione del mondo. Una penetrazione più profonda, direi l’ultima.

Ci sarebbero forse altre cose da ricordare, ma non ci si può prolungare troppo, purtroppo. Tuttavia volevo dire questo: mi è venuto in mente durante l’esecuzione musicale dell’Oratorio: "Tu che sei un seminarista ‘clandestino’ devi parlare ai seminaristi di Roma di quei giorni, di quella tua esperienza". Ringrazio il Signore che mi ha dato questa esperienza straordinaria e mi ha consentito anche di parlare di questa esperienza del seminario "clandestino", "catacombale" ai seminaristi di Roma, dopo più di cinquant’anni. E penso che questo è anche un bell’omaggio alla Madonna della Fiducia, perché durante tutti quegli anni "clandestini" si viveva anche grazie a quella fiducia, la fiducia in Dio e in Sua Madre. Ho imparato la fiducia nella Vergine Santa, che è la Patrona del vostro seminario. Ho imparato ad aver fiducia soprattutto durante i terribili anni della guerra e della clandestinità. Grazie.

[00328-01.01] [Testo originale: Italiano]