Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2003, 21.02.2003


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE 2003

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. CRESCENZIO SEPE

INTERVENTO DI S.E. MONS. ROBERT SARAH

INTERVENTO DI S.E. MONS. PATABENDIGE DON ALBERT MALCOM RANJITH

INTERVENTO DEL REV.DO P. MASSIMO CENCI, P.I.M.E.

Alle 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la Conferenza Stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre per la Giornata Missionaria Mondiale 2003.
Prendono parte alla Conferenza Stampa: l’Em.mo Card. Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; S.E. Mons. Robert Sarah, Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; S.E. Mons. Patabendige Don Albert Malcom Ranjith, Segretario Aggiunto della medesima Congregazione; il Rev.do P. Massimo Cenci, P.I.M.E., Sotto-Segretario della medesima Congregazione.
Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. CRESCENZIO SEPE

I - PREMESSA

A nome di tutto il Dicastero missionario, qui rappresentato anche dagli Ecc.mi Mons. Robert Sarah, Segretario, di Mons. Albert Malcolm Ranjith, Segretario Aggiunto e di P. Massimo Cenci, PIME, Sotto-Segretario saluto tutti voi, cari Rappresentanti dei Mass Media, e vi ringrazio per la vostra presenza.

Prima di presentarvi brevemente il contenuto del Messaggio per la prossima Giornata Missionaria Mondiale che, come sapete, si celebrerà la penultima domenica di Ottobre, desidero informarvi che, a partire da quest’anno, il Santo Padre ne ha voluto anticipare la diffusione del testo. Questo, infatti, fino allo scorso anno, veniva pubblicato nella Solennità di Pentecoste, verrà reso noto, d’ora in poi, nella Festa del Battesimo del Signore. L’anticipazione ha lo scopo di consentire alle Diocesi di tutto il mondo, alle Conferenze episcopali internazionali e nazionali, alle Famiglie Religiose, e agli Istituti missionari che operano nel mondo, di disporre fin dal mese di gennaio del Messaggio del Papa, in modo da poterlo studiare e calarlo nella propria realtà, integrandolo armonicamente nel servizio pastorale che ogni Organismo è chiamato a rendere nel proprio ambito di competenza.

Con tale iniziativa si vuole evitare che la Missio Ad Gentes venga vissuta in termini di eccezionalità o di straordinarietà. Non si può permettere, pena il tradimento del Vangelo di Gesù Cristo, che la dimensione missionaria sia percepita come una sorta di Cenerentola dell’esperienza di fede, o della pratica pastorale dei Vescovi e dei sacerdoti. La Missione è, infatti, parte nodale dell’itinerario di ogni Comunità cristiana: "La Chiesa è missionaria per sua natura, poiché il mandato di Cristo non è qualcosa di contingente e di esteriore, ma raggiunge il cuore stesso della Chiesa. Ne deriva che tutta la Chiesa e ciascuna Chiesa è inviata alle Genti" [RM 62].

Di fatto, il mandato missionario è stato la preoccupazione di Gesù, prima del suo definitivo ritorno al Padre. In Galilea, all’appuntamento finale con gli Apostoli, dopo la risurrezione, Cristo comandò: "Andate, dunque, e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato" [Mt 28, 19-20]. È questo il testamento, che il Signore ha consegnato alla Chiesa e che la Chiesa ha vissuto nei duemila anni della sua storia.

Così, in obbedienza al Signore Gesù, e sospinti dallo Spirito Paraclito, i primi discepoli del Signore si sono mossi sulle vie della Missione, in tutte le direzioni del mondo conosciuto. In questi venti secoli, schiere di martiri sono rimasti fedeli, nel tempo della prova, alla Buona Novella, memori delle parole dell’apostolo delle Genti al discepolo Timoteo: "Non vergognarti della testimonianza da rendere al Signore nostro, né di me, che sono in carcere per lui, ma soffri anche tu, insieme con me, per il Vangelo, aiutato dalla forza di Dio" [2 Tim 1,8].

Ed oggi, all’inizio del XXI secolo, la Chiesa cattolica riparte fiduciosa per compiere un nuovo tratto di strada incontro al mondo, anche perché il cammino è ancora lungo e la strada da percorrere irta di difficoltà. Si tratta di un percorso carico di mistero ma affascinante; insidioso, ma sicuro perché accompagnato da Maria SS., Stella dell’evangelizzazione.

II - CONTENUTI DEL MESSAGGIO

Quest’anno, la Giornata Missionaria Mondiale, che cade domenica 19 ottobre 2003, coinciderà anche con la celebrazione del XXV anniversario di Pontificato di Papa Giovanni Paolo II, con la Beatificazione di Madre Teresa di Calcutta e con la chiusura dell’Anno del Rosario.

In tale prospettiva, il Santo Padre ha voluto indicare la "Preghiera del Rosario" come tema di riflessione per la Giornata Missionaria Mondiale. La proposta si inserisce, pertanto, nell’itinerario voluto dal Papa per vivere la devozione del Rosario: "un anno da vivere sotto lo sguardo di Colei che, secondo l’arcano disegno divino, con il suo ‘sì’, ha reso possibile la salvezza dell’umanità".

La Giornata Missionaria Mondiale potrà imprimere un più generoso impulso a quest’impegno di preghiera della Comunità ecclesiale.

Gli obiettivi, indicati dal Messaggio del Papa, sono tre: "Una Chiesa più contemplativa", "una Chiesa più santa", "una Chiesa più missionaria", sempre accompagnata dalla Vergine SS.ma, Stella della nuova evangelizzazione, aurora luminosa e guida sicura del nostro cammino (Messaggio, n.1).

1. Contemplazione. La recita quotidiana del Rosario apre e rende praticabili agli araldi del Vangelo le vie della Missione. Infatti, il Rosario altro non è che un pellegrinaggio, sulle strade della salvezza, fatto con Maria Santissima, per contemplare, con i suoi occhi di credente, il vero volto di Cristo. Maria si offre come missionaria, e si fa "narratrice" del Vangelo di Gesù Cristo, a partire dalla singolare esperienza di Dio, che Ella ha avuto l’avventura di vivere, come donna di fede e come Madre di Dio.

2. Santità. Maria Santissima è un autentico "modello" di fede. In lei, infatti, non solo le parole del Vangelo hanno trovato un’eco straordinaria, ma ella è diventata, per vocazione, il vero tabernacolo di Dio. Vivendo accanto a lei, in contemplazione dei misteri della salvezza, la Chiesa diventa santa. Santità e missione - dice il Papa - sono un binomio inscindibile della vocazione di ogni battezzato. Contemplando i misteri del Rosario - nel suo rifare il percorso dell’economia salvifica - il missionario è incoraggiato a seguire Cristo e a condividerne la vita. Analogamente al mistero di incarnazione vissuto in Maria, Cristo diventa in ogni credente "carne della sua carne", tanto da portare l’apostolo Paolo a dire: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" [Gal 2, 20].

3. Missionarietà. Maria, infine, rende la Chiesa più missionaria. È lei a dire ai servi: "Fate quello che egli vi dirà" [Gv 2, 5]. Lei mette in azione Gesù, e sospinge il passo dei missionari. Ma è sempre Maria che, con la sua presenza nel Cenacolo, prepara gli apostoli all’evento della Pentecoste, e sollecita alla "partenza". Ella incoraggia e accompagna non solo i singoli missionari, ma tutta la Comunità cristiana ad andare e a raccontare il Vangelo. La fede, o si trasmette, o si spegne. E, mai come oggi, le nostre comunità cristiane hanno bisogno di "narrare-testimoniare" la fede.

III - QUAL È LA REALTÀ OGGI DELLA CHIESA IN "MISSIONE"?

Lasciando ai miei collaboratori la presentazione della vita della Chiesa nei Continenti dove si svolge l’attività missionaria, desidero presentarvi alcuni dati numerici che, senza la pretesa di voler esprimere tutto l’impegno e lo zelo degli operai del Vangelo, aiutano ad intuire l’orientamento della diffusione del Vangelo nel mondo. Questi dati riguardano specificatamente il mondo della Missio Ad Gentes.

DATI di PROPAGANDA FIDE

Circoscrizioni affidate al Dicastero missionario. Al 31 dicembre 2002 il totale delle Circoscrizioni ecclesiastiche [Arcidiocesi, Diocesi, Vicariati Apostolici, Prefetture Apostoliche Missio Sui Iuris, Amministrazioni Apostoliche, Ordinariati Militari, Abbazie Territoriali] dipendenti da Propaganda erano 1.075, quasi il 39% di tutte le Circoscrizioni ecclesiastiche della Chiesa cattolica nel mondo. Di esse, 478 sono in Africa; 85 in America; 453 in Asia; 14 in Europa; 56 in Oceania. Le Arcidiocesi sono 177; le Diocesi 755; i Vicariati Apostolici 74; le Prefetture Apostoliche 45; le Missio Sui Iuris 11; le Amministrazioni Apostoliche 6; gli Ordinariati Militari 6; Abbazie Territoriali 1.

Personale Apostolico. A servizio della Missio Ad Gentes lavorano all’incirca 85.000 sacerdoti, dei quali 52.000 appartengono al clero diocesano; 33.000 sono Religiosi.

Circa la distribuzione territoriale, 27.000 operano in Africa; 44.000 in Asia; 6.000 in America; 5.000 in Oceania; 3.000 in Europa. La loro attività missionaria è sostenuta, inoltre, da 28.000 Religiosi non sacerdoti; da 450.000 Suore, e da 1.650.000 Catechisti.

Seminari maggiori e minori. Propaganda Fide accompagna, poi, nei propri territori, la formazione spirituale ed accademica di 280 Seminari Maggiori Interdiocesani, e di 110 Seminari minori, per un totale di 65.000 seminaristi maggiori, e di 85.000 seminaristi minori, assicurando loro anche un sussidio economico.

Un altro dato si riferisce alle Ordinazioni sacerdotali, che nell’ultimo decennio sono risultate all’incirca 1.900 all’anno.

Attività socio-assistenziali. Occorre ricordare, infine, ad ulteriore informazione l’impegno di costruzione di innumerevoli chiese-cappelle (soprattutto per le piccole comunità sparse in aree rurali). A ciò, vanno aggiunte attività educative (circa 42.000 scuole); attività sanitarie (1.600 ospedali, oltre 6.000 dispensari, 780 lebbrosari); attività caritative e sociali (12.000 iniziative).

Attività in Roma. A questo campo immenso di operosità missionaria, vanno unite alcune istituzioni ed iniziative della Congregazione, in Roma:

la Pontificia Università Urbaniana (unica Università esclusivamente missionaria nel mondo, con circa 1.300 alunni e 110 docenti);

il Pontificio Collegio San Pietro, e il Pontificio Collegio Internazionale San Paolo (due Istituti per sacerdoti provenienti dai Paesi di Missione, che fanno studi superiori) [340 alunni];

il Pontificio Collegio Urbano per i seminaristi (140 alunni)

il Foyer Paolo VI per la formazione delle Religiose (80 Religiose)

il Collegio Mater Ecclesiae di Castelgandolfo, per la formazione dei Catechisti (90 laici)

il Centro Internazionale di Animazione Missionaria (C.I.A.M.) per la Missio Ad Gentes.

Ma il dato più importante e significativo è quello riguardante il numero dei missionari (Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose, laici) che hanno testimoniato anche con la vita, la loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Secondo le statistiche, il numero di tali testimoni in questi ultimi dieci anni si aggira intorno ad un migliaio. Tale cifra, però, è senza dubbio in difetto poiché si riferisce solo ad alcuni Paesi, ai casi accertati e di cui si è avuto notizie.

IV - CONCLUSIONE

Come potete constatare, esistono davanti a noi cantieri in fermento; strategie e programmi missionari. Le sfide al Vangelo sono tante, e sempre nuove. La messe è ancora molta e richiede operai zelanti e generosi, pronti a partire. Proprio perché c’è tanto lavoro, i missionari/e sono invitati a congiungere le mani, fissare lo sguardo su Maria e pregare con il Rosario. Sta anche qui il segreto della Missione.

Sul vasto mare aperto della Missione, la Chiesa alza le vele, sospinta dalla forza dello Spirito Santo e guidata dalla Madre del Salvatore, Stella della Evangelizzazione.

[00265-01.03] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DI S.E. MONS. ROBERT SARAH

Africa ed Oceania: nuove patrie di Cristo

Africa

L’annuncio del Vangelo in Africa oggi incontra gravi situazioni di indigenza, e sacche di vera e propria miseria. Inoltre, deve confrontarsi con difficoltà socio-politiche non meno complesse. Infatti, le guerre fratricide e le violenze gratuite spezzano le famiglie, e decimano le popolazioni, distruggendo, come un uragano le ricchezze materiali e culturali dei popoli.

Ora, dal momento che l’evangelizzazione è la proposta del messaggio di salvezza di Gesù Cristo alle popolazioni che non lo conoscono, è indispensabile applicare la Buona Novella alla vita concreta, tenendo conto delle condizioni sociali, culturali, economiche, politiche e religiose in cui vivono le famiglie e le singole persone.

Come si potrà annunciare coerentemente Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo, all’immenso Continente Africano se ci si dimenticasse che è una delle terre più povere del mondo? Come non considerare – evangelizzandola e dandole un senso – la storia di umiliazioni, di violenza, di schiavitù, vissuta da tanti gruppi umani? Come evangelizzare popoli che sono ancora alle prese con il problema della fame, della guerra, con tensioni sociali e tribali; che vivono l’instabilità politica come situazione di normalità, che fanno quotidiana esperienza di sopruso e di violazioni dei diritti umani? Tutto ciò costituisce una sfida per l’evangelizzazione.

C’è anche la sfida dell’evangelizzazione di un Continente che, sul piano delle nuove politiche economiche mondiali, è stato emarginato ed è diventato una vera e propria appendice, senza alcuna importanza. In un mondo controllato dalle nazioni ricche, potenti e insensibili alle altre difficoltà, l’Africa è un Continente sempre meno importante e, dunque, un Continente maltrattato, dimenticato e abbandonato. Memori delle parole recentemente manifestate sull’Africa da Papa Giovanni Paolo II, il Continente Africano potrebbe essere paragonato all’uomo evangelico che scendeva da Gerusalemme a Gerico, e che incappò nelle mani dei briganti… Essi lo spogliarono, lo percossero e, poi, se ne andarono, lasciandolo mezzo morto (cf. Lc 10,30-37). Un’altra sfida dell’evangelizzazione in Africa riguarda l’incontro tra il messaggio evangelico e la cultura o, meglio, le diverse culture africane, e le Religioni Tradizionali Africane.

Sono persuaso che i temi accennati costituiscano una vera e propria sfida all’annuncio del Vangelo. Eppure, nonostante questa situazione di estrema miseria e sofferenza, bisogna riconoscere che l’Africa continua a rimanere aperta al Vangelo, e a quei valori e tradizioni religiose che pongono Dio al centro della vita dell’uomo e del mondo.

La missione in Africa ha conosciuto un progresso quasi prodigioso: da 2 milioni di fedeli calcolati nel 1900, oggi la popolazione cristiana è circa 110 milioni, pari al 15% della popolazione africana. Questo progresso si manifesta ugualmente in ambito di vocazioni sacerdotali e religiose. Non meno significativo è l’apporto di impegno ed abnegazione assicurato dai fedeli-laici e, soprattutto, dai Catechisti.

Oceania

Anche se con diverse sfumature e specificità, l’Oceania condivide con l’Africa le stesse difficoltà socio-politiche, e la medesima povertà.

Tuttavia, l’Oceania – il Continente navigante – registra numerosi progressi nel suo impegno di annuncio missionario. Nei 26 milioni di abitanti, che costituiscono la sua popolazione, ben 7 milioni sono cattolici, ossia il 26% del totale.

Inculturazione

In Oceania, come in Africa, e come in altre parti del mondo, l’inculturazione, il radicamento e l’appropriazione del messaggio evangelico costituisce, oggi, la principale opera missionaria. L’inculturazione del Vangelo è una vera e propria priorità pastorale. Ma di che cosa si tratta precisamente? L’inculturazione del messaggio evangelico e biblico non va presentata come un’aspirazione puramente umana, od una rivendicazione volta a legittimare una africanizzazione, al posto di una occidentalizzazione del Cristianesimo.

L’inculturazione non è né una canonizzazione, né una incoronazione della cultura con il rischio di assolutizzarla, ma l’epifania e l’irruzione del Signore nel cuore di un popolo e di una cultura. Attraverso di essa, Dio smuove dal di dentro la cultura e la purifica. In tal modo, il Vangelo trasforma le tradizioni di un popolo e di una cultura, offrendo nuovi punti di riferimento. Quando il Vangelo entra nella vita, la smuove; le offre un orientamento nuovo, dei nuovi riferimenti morali ed etici.

E, pertanto, l’inculturazione della fede cristiana è una sfida di santità perché permette di verificare il grado di santità, il livello di penetrazione evangelica, e di fede in Gesù Cristo da parte di una comunità cristiana.

[00266-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DI S.E. MONS. PATABENDIGE DON ALBERT MALCOLM RANJITH

La situazione in Asia

L’Asia è il continente dove vivono quasi due terzi della popolazione mondiale. E la comunità cristiana, in questo vasto continente, è veramente minuscola, non arrivando al 3% in tutto. La Chiesa esiste in situazione di maggioranza solo nelle Filippine e nel Timor Orientale in Asia. In alcuni paesi la maggioranza religiosa è costituita dai musulmani, in altri dai buddisti, e alcuni paesi come India e Nepal hanno come maggioranza induisti.

Nei paesi dell’Asia orientale abbiamo piccole comunità cattoliche che convivono con i confuciani, i taoisti e scintoisti. E poi, abbiamo le nuove realtà di prima evangelizzazione come Mongolia, e i paesi dell’Asia centrale come Kazakhstan, Tadjikistan, Turkmenistan, Uzbekistan, ed anche Afghanistan. Dobbiamo essere grati al Signore per il dono della Fede che sin dal tempo dei primi missionari come San Tommaso, è stato portato con grandi sacrifici eroici da tanti missionari noti come ignoti, in questo vasto continente, in una storia di quasi 2000 anni. Molti sono stati i martiri per la causa del Vangelo. In questa lunga storia troviamo belle pagine non solo di martirio, ma anche dei contributi sociali e culturali offerti dai missionari verso il progresso umano, culturale ed educativo di questo Continente. Ormai, la Chiesa è quasi alla totalità indigenizzata e ben stabilita in molti paesi con delle strutture adeguate. La Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche (FABC) è ben organizzata con diverse commissioni che curano l’evangelizzazione, la ricerca teologica, l’educazione e la formazione, le comunicazioni sociali, l’inculturazione, la Giustizia e Pace. Sono in atto diverse iniziative della FABC per il rinnovamento missionario, pastorale e sociale, come per esempio "Radio Veritas", seminari di studio BISA (Azione Sociale), BIMA (Azione Missionaria), BISCOM (Comunicazioni Sociali), BITA (Ricerca Teologica), ecc.. Il programma delle comunità di base ecclesiali (BCC’S) - che i vescovi asiatici hanno dichiarato d’essere loro metodologia pastorale per un rinnovamento della Chiesa in Asia - è in piena fioritura. C’è anche in programmazione un congresso missionario asiatico, che dovrà portare la Chiesa in Asia ad un rinnovamento missionario.

Così, la necessità d’una animazione missionaria più incisiva della comunità cattolica del continente diventa importante. Le Chiese locali dell’Asia diventeranno i missionari dei loro fratelli e sorelle e troveranno il linguaggio più adatto per presentare Gesù, il Salvatore del mondo, all’Asia, specie attraverso una vita cristiana di testimonianza trasparente della santità, che è importante per il continente. Il continente Asiatico preferisce testimoni che maestri.

Il messaggio del Santo Padre per la Giornata Missionaria Mondiale del 2003, parla proprio di Maria come modello di una vita vissuta in obbedienza totale al Signore. La Madre celeste è stata molto vicina ai fedeli asiatici, che hanno sempre dimostrato una grande dedizione a lei. Il Rosario che riflette profondamente sui punti importanti della vita di Gesù e la vicinanza della Madre celeste al Signore potrebbe diventare una vera e propria catechesi e preghiera missionaria per la Chiesa in Asia. Il Papa ci invita in questo anno del Rosario per una tale riflessione soprattutto sui misteri del Rosario.

[00267-01.02] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DEL REV.DO P. MASSIMO CENCI, P.I.M.E.

La situazione in America

1. Le Circoscrizioni ecclesiastiche che dipendono dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli in America, rappresentano in molte nazioni, le zone più difficili sia da un punto di vista geografico (vastità del territorio, mancanze di vie di comunicazione), sociale (povertà, narcotraffico, guerriglia) che pastorale (scarsità di personale, e di mezzi).

Grazie al generoso impegno delle Chiese locali, degli Ordini religiosi e del laicato, la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli sostiene da vicino queste circoscrizioni:

- Pastoralmente; promuove l’evangelizzazione mediante l’invio di missionari, favorisce la cooperazione missionaria anche per mezzo dei sacerdoti fidei donum.

- Materialmente; porge un aiuto economico per le strutture finalizzate all’evangelizzazione (chiese, cappelle, seminari, scuole cattoliche, ecc.).

2. In occasione del Sinodo per l’America (1997), il Santo Padre ha esortato alle chiese particolari del continente ad aprirsi coraggiosamente alla missione ad gentes: "il programma di una nuova evangelizzazione nel continente, … , non può limitarsi a rivitalizzare la fede dei credenti abitudinari, ma deve cercare anche di annunciare Cristo negli ambienti nei quali è sconosciuto" (Ecclesia in America, 74). Due gli ambiti di evangelizzazione ad gentes, che Giovanni Paolo II segnala per la Chiesa in America:

- Ad intra, per condurre alla maturità ecclesiale le diverse comunità che non sono state sufficientemente evangelizzate o devono essere ancora evangelizzate;

- Ad extra, oltre le frontiere nazionali e continentali.

3. Si registra una crescita della coscienza missionaria con:

- L’invio di sacerdoti fidei donum, e di missionari laici (famiglie missionarie), in chiese sorelle di una stessa nazione, nel continente, negli altri continenti;

- La nascita di diversi Seminari Diocesani Missionari in tutta America;

- Le celebrazioni dei Congressi Americani Missionari, CAM. (Il prossimo, che rappresenta il settimo a livello latinoamericano, si celebrerà in Guatemala, Novembre 2003);

Difficoltà e problemi che ostacolano la missione:

- Le motivazioni politiche nella difesa delle culture indigene provocano spesso una erronea concezione della Rivelazione positiva divina e dell’inculturazione del Vangelo. In alcuni casi viene promosso un ritorno alle antiche tradizioni religiose.

- Le sette, che costituiscono una sfida per la Chiesa cattolica e da qui la necessità di offrire una liturgia viva, una esperienza di comunità e di fratellanza, una attiva partecipazione nella missione e nell’annuncio diretto del Vangelo.

- Le sfide della cultura postmoderna, urbana, globale, pluralista, secolarizzata, che si manifesta, - ormai fortemente -, nel continente americano, in una perdita del senso religioso, nella disuguaglianza sociale, nella mancanza del rispetto per la vita, e nella violenza. Da qui la necessità di promuovere nelle parrocchie, - che i Vescovi in America hanno definito come "comunità di comunità" (cf. Ecclesia in America, 41) -, un incontro personale con Cristo, per approfondire la fede, mediante la catechesi e la vita liturgica, e favorire la proiezione missionaria, per la nuova evangelizzazione e la missione ad gentes.

[00268-01.02] [Testo originale: Italiano]