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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE A SUA BEATITUDINE CHRISTODOULOS, ARCIVESCOVO DI ATENE E DI TUTTA LA GRECIA, 14.02.2003


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE A SUA BEATITUDINE CHRISTODOULOS, ARCIVESCOVO DI ATENE E DI TUTTA LA GRECIA

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

DISCORSO DELL’EM.MO CARD. WALTER KASPER

SALUTO DI SUA BEATITUDINE CHRISTODOULOS

Una Delegazione della Santa Sede si è recata ad Atene dal 10 al 14 febbraio 2003 in restituzione della prima visita di una Delegazione ufficiale del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa di Grecia venuta a Roma dall’8 al 13 marzo 2002.

La Delegazione della Santa Sede era presieduta dall’Em.mo Card. Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani (PCPUC), e composta da: S.E. Mons. Brian Farrell, Segretario dello stesso Dicastero, da S.E. Mons. Paul Fouad Tabet, Nunzio Apostolico in Grecia, e dal Rev. Mons. Johan Bonny, Officiale della Sezione orientale del PCPUC.

Nel primo incontro con l’Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, vi è stato uno scambio di discorsi fra l’Arcivescovo stesso e il Cardinale Walter Kasper, il quale ha consegnato a Sua Beatitudine Christodoulos il Messaggio autografo del Santo Padre Giovanni Paolo II.

Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Papa nonché il discorso dell’Em.mo Card. Walter Kasper, latore del Messaggio, e il saluto di Sua Beatitudine Christodoulos:

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

A Sua Beatitudine Christodoulos
Arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia

Perseverate nell'amore fraterno. Non dimenticate l'ospitalità (Eb 3,1-2).

Rievocando questa esortazione della Lettera agli Ebrei a costruire i nostri legami su quell’amore fraterno che dobbiamo nutrire gli uni per gli altri, ho la gioia di farLe pervenire, Beatitudine, questo Messaggio per il tramite del Cardinale Walter Kasper e della Delegazione della Santa Sede, che fa visita alla Chiesa ortodossa di Grecia. I rappresentanti della Santa Sede, invitati da Vostra Beatitudine ad Atene, intendono con ciò restituire la gradita visita della Delegazione del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa di Grecia nel marzo dello scorso anno a Roma. È anche questo un segno concreto della nostra volontà di perseverare nell’amore fraterno. Noi non dimentichiamo quel dovere di ospitalità, che deve contraddistinguere le relazioni tra i cristiani. Ovunque si incontrano, essi possono ritrovarsi e riscoprirsi fratelli in Cristo. Essi possono, insieme, ripartire da Cristo.

La Delegazione della Santa Sede potrà dunque riprendere i contenuti che abbiamo proposto insieme alla considerazione dell'Europa nella nostra Dichiarazione comune sull’Areopago di Atene, il 4 maggio 2001, e continuare quegli scambi fecondi tra i rappresentanti del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa di Grecia ed i responsabili dei vari Dicasteri ed Istituzioni della Santa Sede, realizzati nel marzo dello scorso anno a Roma. Tutto ciò è per me motivo di gioia e di soddisfazione. La Chiesa cattolica sa di avere un compito da assolvere nel Continente europeo, in questo momento storico, e la responsabilità che avverte coincide con quella della Chiesa ortodossa di Grecia. Tale responsabilità costituisce un terreno comune sul quale sviluppare la reciproca collaborazione. Il futuro dell’Europa è così importante da spingerci ad andare al di là del nostro passato di divisioni, di incomprensioni e di reciproco allontanamento. La posta in gioco è la promozione in Europa, hic et nunc, di tutti i valori umani ed anche di quelli religiosi, del riconoscimento delle Chiese e Comunità ecclesiali, della tutela della sacralità della vita, della salvaguardia del creato. Ci muove la convinzione profonda che il "vecchio" Continente non deve smarrire la ricchezza cristiana del suo patrimonio culturale e non deve perdere nulla di ciò che ha reso grande il suo passato. Avvertiamo la necessità di dare un aspetto nuovo, più incisivo, alla nostra testimonianza di fede, in modo che le radici cristiane dell’ Europa rivivano di linfa nuova, la linfa di una nostra testimonianza più concorde. Questa collaborazione, da sviluppare e far crescere, potrebbe essere uno dei rimedi efficaci al relativismo ideologico così diffuso in Europa, ad un pluralismo etico che dimentica i valori perenni, ad una forma di globalizzazione che lascia insoddisfatto l'uomo poiché cancella le legittime differenziazioni, che hanno permesso il diffondersi di tanti tesori nell'Oriente e nell'Occidente europei. Spetta a noi operare insieme per raggiungere questi importanti ed urgenti obiettivi. Auspico, Beatitudine, che questo nuovo contatto susciti forme concrete di cooperazione tra di noi. La Chiesa di Roma è disponibile alla reciproca collaborazione, nella consapevolezza della necessità di integrare le tradizioni greca, latina e slava dell’Europa di oggi, affinché tutto sia articolato in un insieme armonico.

Con questi sentimenti, assicuro a Vostra Beatitudine la mia carità fraterna.

Dal Vaticano, 8 febbraio 2003

IOANNES PAULUS II

[00231-01.02] [Testo originale: Italiano]

DISCORSO DELL’EM.MO CARD. WALTER KASPER

Beatitudine,
Eminenti membri del Santo Sinodo!

Sono particolarmente lieto di questa missione, che svolgo presso la Chiesa ortodossa di Grecia con la benedizione di Papa Giovanni Paolo II, e di restituire, a nome della Santa Sede, la visita compiuta a Roma, lo scorso anno, da una Delegazione inviata da Vostra Beatitudine e dal Santo Sinodo.

Con gioia e gratitudine ricordo la visita di Papa Giovanni Paolo II ad Atene, che mi sembra abbia aperto una nuova pagina delle nostre relazioni e della nostra storia talvolta difficile. Credo, Beatitudine, che la nostra visita di oggi sottolinei e richiami quell'impegno, di fronte all'Europa e al mondo, che Ella ha preso con Papa Giovanni Paolo II, nella forma più solenne, sull’Areopago di Atene, il 4 maggio 2001: ricominciare tra noi avendo a mente le nostre responsabilità per le radici cristiane dell'Europa. Ad essa ha fatto seguito questo scambio di Delegazioni tra la Chiesa ortodossa di Grecia e la Santa Sede, che si succedono a breve scadenza l'una dall'altra. In questo quadro, poi, si ascrivono vari altri eventi che riguardano la Chiesa di Roma e le venerabili Chiese ortodosse, avvenuti in questi ultimi mesi. Vorrei citarne alcuni: il viaggio di Giovanni Paolo II in Bulgaria; la visita a Roma del Patriarca ortodosso di Romania, Sua Beatitudine Teoctist; la visita di una Delegazione del Patriarca della Chiesa ortodossa di Serbia, che si è appena conclusa; la Dichiarazione sulla salvaguardia del creato, firmata da Papa Giovanni Paolo II e dal Patriarca ecumenico, Sua Santità Bartolomeo I, oltre ai contatti già tradizionali e da lungo stabiliti delle visite delle Delegazioni di Roma e di Costantinopoli per le Feste patronali dei Santi Pietro e Paolo e di Sant'Andrea; la riunione, a fine gennaio scorso a Roma, di un comitato preparatorio per l'attivazione di un dialogo a livello di tutte le Antiche Chiese dell'Oriente.

Tutte queste iniziative non possono non suscitare delle speranze. La di prima di queste speranze riguarda l'importanza che un tale scambio può avere lungo la via della nostra riconciliazione. Infatti, accettare di incontrarci - con il bagaglio delle nostre differenze e della nostra storia tormentata - serve a risvegliare le coscienze, a misurare il peso di un passato che ci ha visti indifferenti ed estranei e ad intravedere con maggiore chiarezza quale sia la nostra responsabilità di cristiani: noi ricerchiamo soluzioni per i mali di oggi e dobbiamo, di conseguenza, curare il nostro proprio male, quello della divisione, per poter agire con maggiore incisività e credibilità.

Lo scambio di Delegazioni tra la Chiesa ortodossa di Grecia e la Santa Sede nasce da una duplice preoccupazione: conoscerci meglio e più profondamente, e riflettere sulle necessità dell'annuncio del Vangelo nel nostro Continente, l'Europa. Ciò suscita altre speranze. Ad esempio, la speranza che la chiamata evangelica ed il compito ecclesiale vissuti in modo distinto, ma parallelo, da voi e da noi, trovino (o meglio ritrovino), il contesto adatto a far scaturire dei progetti e una collaborazione comune, che potranno avere un reale influsso sulle necessità dell'Europa di oggi. Anche la Chiesa cattolica in Grecia si inserisce in questo impegno, e sono certo che essa è aperta a contribuirvi, al proprio livello, e secondo i propri mezzi.

Da questi nostri incontri, così felicemente avviati, deriva ancora una ulteriore speranza. Infatti, il constatare l’esistenza di spazi entro i quali è possibile stabilire una collaborazione per riaffermare globalmente le radici cristiane dell’Europa, in ogni ambito - la testimonianza ecclesiale, lo stile di vita, il contesto sociale e politico, l'impegno nelle grandi sfide di oggi - potrà permetterci, con l’aiuto di Dio, di fare progetti concreti e comuni.

Personalmente, Beatitudine, e quale Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, non posso non evocare, tra le speranze che suscita questo nostro nuovo incontro, anche quella ricerca paziente, a volte ingrata, ma tanto necessaria, che deve condurre a ripristinare il dialogo teologico. Evitare i problemi spinosi, le difficoltà esistenti tra noi non è una tattica che possa rendere giustizia alla verità. La Commissione Mista Internazionale per il Dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme attende un rilancio, un nuovo impulso, e soprattutto attende un confronto sereno. D’altra parte, il mio Dicastero sta mettendo in atto ogni possibile iniziativa per favorire quella ricerca teologica che, se costruttiva, darà al mondo la misura concreta della nostra volontà di agire in quanto cristiani ed in quanto chiamati, dallo stesso Signore, ad edificare, purificare e rinnovare sempre la sua Chiesa sulla terra. Anche la mia iniziativa di convocare, nel prossimo mese di maggio, un simposio, a livello strettamente accademico, esteso alla partecipazione di teologi ortodossi, sull'argomento del primato petrino in alcuni dei suoi aspetti biblici, patristici e storici, è un modo che mi è sembrato adatto a dare un contributo in accordo con le necessità dei tempi. Su un altro registro, e per assecondare il dialogo teologico, considero di primaria importanza, il "Comitato cattolico per la collaborazione culturale" presso il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Per quanto riguarda questo organismo, nato quarant'anni fa da una intuizione che resta del tutto valida oggi, intendo orientare la sua azione affinché esso diventi uno strumento sempre più duttile di collegamento con le Facoltà e le Istituzioni ortodosse di formazione.

Ancora una speranza, Beatitudine, vorrei parteciparLe rivolgendomi a Lei. L’atteggiamento della Chiesa cattolica non è certo quello di negare la storia. Anzi, in più di un’occasione, il Vescovo di Roma ha fatto solennemente ammenda di un passato dove non sempre i figli della Chiesa si sono comportati secondo il dettato evangelico. D’altra parte, questo bagaglio, ereditato dal passato, non può essere annullato, esso può essere soltanto purificato dagli atti che, nell’oggi, ci sarà possibile porre. La speranza è che la Chiesa ortodossa di Grecia sia profondamente consapevole del genuino impegno della Chiesa cattolica a favore di una pacifica intesa, di uno scambio che non suppone altre intenzioni se non quella di ristabilire contatti fraterni, che nulla vuole in cambio se non gli stessi sentimenti e lo stesso impegno.

Infine, Beatitudine, evoco una speranza di cui il Papa Giovanni Paolo II ha già parlato in circostanze ufficiali. In questi ultimi quarant'anni abbiamo vissuto, nolenti o volenti, in questa terra che ci è comune, il Continente Europeo, cercando di percorrere, con alterne vicende, un cammino di avvicinamento, un cammino che è stato comunque compiuto. Molto è stato fatto, malgrado gli ostacoli e le lentezze. Occorre ora trovare i modi di dare più pratica attuazione al nostro impegno. Avremmo bisogno di consultarci più spesso, di strutturare meglio la nostra collaborazione. Nella cultura odierna, non si può fare a meno di "comitati", di "gruppi di coordinamento", di "incontri di programmazione", di "boards direttivi", che si riuniscono spesso. In ambito politico e sociale questa prassi è molto comune e all’ordine del giorno. Mi chiedo se non potremmo cercare di organizzare tra noi un tale nucleo operativo e di liaison, che aiuterebbe per la regolarità dei contatti e per la collaborazione, specie per tutte quelle problematiche che dobbiamo affrontare a livello europeo.

Vede bene, Beatitudine, che sono giunto qui ad Atene, tra voi, con molte speranze. Possa il Signore fare sì che lesse siano gradite alla Chiesa ortodossa di Grecia, e che Egli indichi i modi ed i tempi per realizzarle. Il programma che Vostra Beatitudine ha preparato per la Delegazione della Santa Sede ci permetterà di incontrare, tra l’altro, le varie Commissioni sinodali. Mi rallegro di questa opportunità, che potrà migliorare la mia conoscenza della Chiesa ortodossa di Grecia e della sua vita.

Nel trasmetterLe il saluto fraterno ed il fedele ricordo nella preghiera del Papa Giovanni Paolo II, Le rimetto il Messaggio che Egli mi ha consegnato alla sua intenzione.

[00232-01.01] [Testo originale: Italiano]

SALUTO DI SUA BEATITUDINE CHRISTODOULOS

Your Eminence,

It is with special joy and great pleasure that we welcome you and the esteemed members of your entourage to the Church of Greece and to the local Church of Athens, both established by St. Paul, the Apostle to the Nations. St. Paul, along with St. Peter, also founded the Church of Rome. Thus his sacred person and his missionary endeavours have forged a common link between our two Churches. The early history of the Church witnesses to the strength of these ties as testified to, from the time of the Apostolic Fathers, by the letters of St. Clement to the Corinthians, by the fact that three Athenians ascended to the Papal throne, and by the fact that until the beginning of the eighth century Greece came under the canonical jurisdiction of Elder Rome. Historical events and the unfortunate schism that asunder the seamless garment of Christ love, until recently, distanced our two historic and venerable Churches from one another and from the common chalice of sacramental communion.

This is of course a cause far great sadness and serious reflection, since the dogmatic differences and the ecclesiological changes that still exist and have developed during the millennium have destroyed the bridges of ecclesiastical communion between East and West. Towards the restoration of this communion your Church has established, for a long time now, "The Week of Prayer for the Unity of Christians", while the Orthodox Church continues to address to the Lord her centuries-old liturgical petition "for the union of all". It would also be oversight if we did not here underline Your Eminence's own decisive personal and long-standing contribution to the sacred cause of Christian Unity that goes back to time when you were a University Professor in Germany.

Despite this, and while the Dialogue between the two duly appointed Theological commissions of our Churches is still being carried on, albeit with obstacles and with much less enthusiasm than when originally initiated, because of new difficulties which have arisen, especially, as you yourself have recently pointed out, over the question of the Unia, the Orthodox Church of Greece fully aware of its responsibility before History and the Christian societies in Europe, where, on the one hand, changes of historic consequences are daily taking place - changes that threaten Europe’s physiognomy and its spiritual identity - and where, on the other hand, our Country which is an organic member of the European Union and for the first half of the current year holds its Presidency, initiates, together with your Church, a new period of sincere, mutual collaboration, and the valuable exchange of views on matters of common interest and common pastoral concern.

Now a spirit of renewed contacts and collaboration is emerging, a spirit which we hope God will bless, so that our common efforts for the successful advancement of common concerns will be realized. These concerns and topics of common interest were touched upon during the visit of our Church's delegation to Rome last year.

The most urgent and pressing of these are first: that of Europe’s common Christian heritage and identity and that of its Christian culture and spirituality, values which at all costs must be safe-guarded, underlined and projected, especially in light of the new European Constitution being drafted and in which due mention of this spiritually heritage ought to be included.

Towards this end the Standing Holy Synod of the Church of Greece has already addressed a letter to His Excellency, Mr. Constantinos Simitis, Prime Minister of our Country and currently President of the European Union, concerning the basic priorities of the Greek Presidency as seen by our Church, a copy of which we shall give you.

Another important issue is that of bioethics. Recent reports from medical laboratories of dubious scientific standing and in close collaboration with heretical sects experimenting in, and achieving the cloning of humans cannot but fill us with dread. We must join efforts and exert pressure upon those agencies competent and responsible so as to reiterate our respect for the sacredness of life and to ensure the integrity of the human person so that it ever remains inviolate. No one has the right to tamper with God's law and with the moral principles of medical and scientific ethics.

One of our first tasks as Archbishop was to establish the Special Synodal Committee on Bioethics to follow and deal with the current developments in this field. The Committee is composed of distinguished scientists and this morning you have just recently visited its Centre.

Yet another symptom of the moral crisis threatening human society today is to be seen in man's disregard for the natural environment. Man was placed in the Garden of Eden to guard and cultivate it. His obligation is one of respect for the natural environment as a God-given blessing to be passed on to future generations. Yet the natural disasters which are constantly increasing at an alarming rate are to a large extent man-made and can be attributed to gas-emissions, ozone depletion, land erosion, water pollution, the green house effect and other negative factors all caused by man's disrespect far the natural environment. Our Churches must work together so that the powers that be come to realize the seriousness and magnitude of the threat that they are increasingly creating far man's existence, so as to take the necessary and urgent measures to prevent our planet's destruction.

Our Synodal Committee on Divine and Civil Economy and Ecology deals with matters affecting the natural environment and which, within the framework of its many and varied activities, greatly contributed to our Church's establishing the 1st of September as the Day of Prayer for the protection of the Environment.

Turning from these existential problems we come to the various and multiple problems plaguing today's society that require the immediate pastoral attention and consideration of our Churches. Among these are the protection or Human Rights, the struggle against terrorism, economic and social inequality, and racial and religious discrimination. Other issues of importance especially within the European context are those of Migration and the granting or political Asylum. Also the future or Europe's young people, their exposure to the eternal truths and moral values of the Gospel through Christian education, the provision for adequate opportunities for them to live constructive lives that will contribute positively to the welfare of Europe, are all matters which we are called to deal with.

The Special Synodal Commission on Human Rights deals with the questions of human rights, terrorism, racial discrimination and social exclusion. It is through this Synodal Committee that the Church plays a leading role within our Country in the implementation of the principles of equality and religious freedom. The latter can be seen in our Church's struggle for the optional inclusion of one's religious affiliation on Greek police identity cards, a struggle that unjustly provoked the defamation of our Church both at home and abroad.

At the same time there functions the Special Synodal Committee on Cultural Identity, its purpose being to preserve and safe-guard our spiritual identity and our national traditions, while the Synodal Committee on Ecclesiastical Education deals with matters of Christian education.

Our Church, in order to deal with the future of our young people vis-à-vis the problem of unemployment in Europe, has established, within the Metropolitanate of Attica and in the Parish of St. George at Kamatero, the Centre far Occupational Training, which you will soon have the opportunity to visit and see at close hand.

Our Churches are called to address all these burning issues as well as many others. The effectiveness of the answers and solutions to be provided can be strengthened and their impact can be all the more felt if they are the result of our common and joint efforts.

It is in the spirit of this common collaboration for the spiritual and moral welfare of cur common European House, for expressing our common Christian witness vis-à-vis European formation and within the unfolding development of Europe's spiritual physiognomy a Europe that unfortunately day by day grows all the more worldly and secular and continues to distance itself from basic Christian values-issues that you will discuss in greater detail during your stay in Athens with the competent Synodal Committees of our Church: the Synodal Committee for Inter-Orthodox and Inter-Christian Relations, the Special Synodal Committee on European Affairs, the Synodal Committee on Bioethics, the Synodal Committee for Ecclesiastical Education and for the Formation of Parish Clergy, and the Synodal Committee on Social Welfare and Benevolence, and the Non-Governmental Organization "Solidarity" - that we greet your presence among us today. It is our sincere wish and hope and that our common deliberations will not only contribute to the solution of current problems but will also foster understanding and rapprochement between our Churches.

In this same spirit, we have the honour to inform you that the Church of Greece is organising here in Athens and from the 4th to the 6th of May of this year an International Conference on the timely topic of "Moral Principles and Values as the basis for the structuring of Europe", and to which we have the pleasure of inviting, through you, your Church to participate by sending a delegate.

In closing, I ask Your Eminence to please convey to His Holiness Pope John Paul II my most cordial and fraternal greetings and prayers for sustained health and strength in his ministry and in his efforts to promote peace and understanding among men.

Finally, as a token of our hospitality, please allow me to present to Your Eminence, as well as to each member of your entourage, a souvenir of your visit here today, together with a volume entitled, "A Witness of Charity", that records the philanthropic and social work of the entire Church of Greece.

[00233-02.01] [Original text: English]