CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA CONFERENZA INTERNAZIONALE "GLOBALIZZAZIONE ED EDUCAZIONE SUPERIORE CATTOLICA: SPERANZE E SFIDE" ● INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. ZENON GROCHOLEWSKI
● INTERVENTO DI S.E. MONS. GIUSEPPE PITTAU, S.J.
● INTERVENTO DEL REV.DO PROF. JAN PETERS, S.J.
● INTERVENTO DI MONS. GUY-RÉAL THIVIERGE
● INTERVENTO DI MONS. A. VINCENZO ZANI
Alle 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la Conferenza Stampa di presentazione della Conferenza Internazionale "Globalizzazione ed Educazione Superiore Cattolica: speranze e sfide" organizzata dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica e dalla Federazione Internazionale delle Università Cattoliche (F.I.U.C.).
Prendono parte alla Conferenza Stampa: l’Em.mo Card. Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica (dei Seminari e degli Istituti di Studi); S.E. Mons. Giuseppe Pittau, S.J., Arcivescovo tit. di Castro di Sardegna, Segretario della medesima Congregazione; il Rev.do Prof. Jan Peters, S.J., Presidente della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche (F.I.U.C.); il Rev.do Mons. Guy-Réal Thivierge, Segretario della F.I.U.C.; il Rev.do Mons. Angelo Vincenzo Zani, Sotto-Segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica.
Ne pubblichiamo gli interventi:
● INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. ZENON GROCHOLEWSKI
Signore e Signori,
dal 2 al 6 dicembre prossimo, nella nuova Aula del Sinodo, in Vaticano, si svolgerà una Conferenza internazionale su Globalizzazione ed Educazione Superiore Cattolica: Speranze e Sfide, organizzata congiuntamente dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica e dalla Federazione Internazionale delle Università Cattoliche.
1. Le Università costituiscono uno dei quattro settori di competenza della Congregazione per l’Educazione Cattolica (gli altri tre sono i Seminari, le Scuole cattoliche e l’Opera delle Vocazioni). Ritengo opportuno richiamare qui alcuni elementi concernenti le Università Cattoliche.
- Ripartite nei cinque continenti, esse sono circa 950 e raccolgono circa 3.800.000 studenti, molti dei quali appartengono ad altre confessioni cristiane o ad altre religioni.
- Le Università Cattoliche possono essere erette dalla Santa Sede, ma anche dai Vescovi diocesani, dalle Conferenze episcopali, dagli Istituti religiosi o da altre persone ecclesiastiche o laiche.
- Questi centri accademici possono avere facoltà nelle quali vengono insegnate discipline ecclesiastiche come la teologia, il diritto canonico, la filosofia cristiana, ecc., anzi è auspicato che abbiano una facoltà teologica, ma per la maggior parte nelle loro facoltà e istituti vengono insegnate discipline civili o profane, che si trovano nelle Università statali. Da ciò si evince che i centri dell’Educazione Superiore Cattolica sono chiamati a giocare un ruolo essenziale nella cultura contemporanea generale; in numerosi paesi, soprattutto in quelli in via di sviluppo, molti dei quadri dirigenti o intellettuali sono stati formati nelle Università Cattoliche.
2. Le Università Cattoliche hanno avuto sempre per la Santa Sede una notevole importanza. Desidero ricordare alcuni altri fatti che vanno in questa direzione:
- Soprattutto, molte delle prime Università sono state erette dalla Santa Sede.
- Ciò che è oggi la Congregazione per l’Educazione Cattolica ha le sue radici nelle speciali Commissioni istituite dai Romani Pontefici per la vigilanza sulle Università di Roma e sugli studi nel territorio dello Stato Pontificio (la prima sembra essere stata istituita nel 1431). Poi il Papa Sisto V, realizzando nel 1588 la prima riforma generale della Curia Romana, istituì fra l’altro la Congregatio pro Universitate Studii Romani: il suo servizio non era destinato solo alle Università prestigiose di Roma, ma anche a quelle di Bologna, Parigi, Salamanca, Oxford, ecc. Successivamente, Papa Leone XII nel 1824 istituì una nuova Congregatio Studiorum. Ulteriori importanti riforme della Congregazione hanno avuto luogo nel secolo appena concluso.
- Il 15 agosto 1990, il Papa Giovanni Paolo II ha dato alle Università Cattoliche la Magna Charta: la Costituzione Apostolica Ex corde Ecclesiae. Come rileva l’incipit del documento, l’Università cattolica è particolarmente cara alla Chiesa poiché ella è nata dal suo cuore. In ordine alla preparazione della Costituzione, la Congregazione ha lavorato per molti anni con le Università Cattoliche del mondo intero, particolarmente con la Federazione Internazionale delle Università Cattoliche (FIUC).
- Infine, nel settembre dell’anno 2000, durante l’Anno Santo, la Congregazione ha organizzato un Giubileo delle Università con la presenza di circa 15.000 persone provenienti da Istituzioni superiori d’insegnamento cattolico del mondo intero.
3. Riguardo alle ragioni di questa Conferenza internazionale, vorrei menzionare che il nostro Dicastero intrattiene relazioni con ogni Università cattolica eretta dalla Santa Sede. Ma le occasioni di incontro con un numero considerevole di altre Università Cattoliche (non eretta della Santa Sede) sono rare. Inoltre, le Università Cattoliche non hanno molte opportunità per incontrarsi tra di loro.
È nata così, congiuntamente con la Federazione Internazionale delle Università Cattoliche, l’idea di organizzare una Conferenza che raduni dette Università qui a Roma che, come Sede di Pietro, è un luogo altamente simbolico.
Si è optato per una Conferenza e non per un Congresso. Certo, ogni giorno, ascolteremo degli interventi di alto valore e di riconosciuta competenza. Ma una Conferenza è innanzitutto un luogo d’ascolto e di scambio: la prima finalità che ci prefiggiamo è, dunque, di arricchirci dell’esperienza e delle considerazioni dell’altro. Qui, la Santa Sede s’arricchirà dell’esperienza delle Università e queste ultime della parola della Santa Sede; così anche le Università tra di loro.
Abbiamo poi riflettuto su un tema che interesserà l’insegnamento cattolico superiore del mondo intero. Uno dei problemi più urgenti a cui queste istituzioni si trovano a far fronte è la globalizzazione. Si sa quanto il Santo Padre vi è attento e vi ha dedicato diversi discorsi. Le esperienze delle Università in quest’ambito sono molto ricche e varie. Sua Eccellenza Mons. Pittau, Segretario della nostra Congregazione, ha il compito di esporre le ragioni più precise di questa scelta.
A questa Conferenza saranno presenti Rettori di Università Cattoliche provenienti da tutte le parti del mondo, responsabili di Conferenze episcopali impegnati nell’educazione, responsabili di alcune Fondazioni che aiutano le Università, così come membri di diversi Dicasteri.
Il nostro desiderio è che questa Conferenza sia, da una parte un segnale forte dell’impegno che il mondo educativo cattolico assume nei confronti delle sfide culturali, politiche, economiche, sociali ed etiche legate alla problematica della globalizzazione e, d’altra parte, sia espressione attiva della dinamica – è il Santo Padre che parla – di "rinnovamento, richiesto alle Università Cattoliche", per renderle sempre "più capaci di rispondere al compito di portare il messaggio di Cristo all’uomo, alla società, alle culture".
Grazie per la vostra attenzione.
[01872-01.01] [Testo originale: Italiano]
● INTERVENTO DI S.E. MONS. GIUSEPPE PITTAU, S.J.
Signore e Signori,
Perché abbiamo scelto il tema della globalizzazione?
Il tema della globalizzazione non è certamente estraneo all'ambiente cattolico e specialmente a quello delle Università. Cattolico e globale hanno nel nome stesso forti relazioni. Alla fine del Vangelo di Matteo leggiamo: "Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni" (Mt 28,19). Qui troviamo i due elementi uniti: ammaestrate (educazione) tutte le nazioni (globalità). In obbedienza al mandato di Cristo gli Apostoli andarono per il mondo predicando il Vangelo nel rispetto della varie culture.
Un processo di globalizzazione senza controlli provocherebbe molte vittime, le quali sarebbero soprattutto persone povere. Noi sappiamo che il fossato tra i ricchi e i poveri è già una voragine, e che la globalizzazione contribuisce ad accrescere la distanza tra questi due gruppi, favorendo una distribuzione delle risorse e dei beni ancora più distorta di quella attuale, anche se permette un leggero miglioramento del reddito dei meno favoriti nei Paesi più poveri. Ma negli stessi Paesi ricchi esistono intollerabili ingiustizie. E i poveri non possono essere abbandonati. Fa parte del messaggio di Cristo "portare la Buona Novella ai poveri" (Lc 4,18).
Un'altra ragione a favore dei poveri proviene dalla visione che la Chiesa ha ereditato da Cristo. Per la Chiesa, le realtà di questo mondo non sono né fatalità da subire, né frutto del Regno dei cieli è già qui. Ciò è particolarmente vero nel campo della globalizzazione. Essa non è un fatto che semplicemente bisogna accettare acriticamente, e neppure è una sorta di salvezza di cui dobbiamo rallegrarci in mancanza della fraternità. E' un processo che bisogna purificare e dominare, perché i frutti siano migliori e più abbondanti per tutti.
È qui che deve intervenire la competenza specifica dell’insegnamento e della formazione, in modo particolare l'educazione delle Università Cattoliche, quindi anche della nostra Congregazione per l'Educazione Cattolica. In tal senso la globalizzazione richiede da una parte discernimento, dall'altra decisioni.
a) Discernimento: lo studente non deve accettare il fenomeno della globalizzazione come un semplice dato, ma deve elaborare un proprio giudizio e discernere. E' la responsabilità dell'Università, specialmente di un'Università Cattolica, di fornire allo studente i criteri per formarsi un giudizio.
b) Decisioni: la globalizzazione tocca tutti gli aspetti della vita umana: economia, politica, cultura, religione ecc. Perciò viene spesso lasciata unicamente nelle mani delle superpotenze economiche (deregolazione, omologazione e omogeneizzazione delle culture, ecc.). L'Università dovrebbe formare cittadini responsabili e virtuosi che, con il loro esempio e la loro parola, promuovano una globalizzazione capace di rispettare l'uomo nella sua integrità.
c) Infine, va ricordata la Costituzione Apostolica Ex Corde Ecclesiae che il Santo Padre Giovanni Paolo II ha voluto consacrare all'Università Cattolica, il 15 agosto 1990, proprio nel momento in cui emergeva il fenomeno della globalizzazione. La Ex Corde Ecclesiae, che è diventata la Magna Charta delle Università Cattoliche, è un documento profetico.
"L'Università Cattolica, al pari di qualsiasi altra Università, è inserita nella società umana", essa afferma.
L'Università cattolica è chiamata a rendere un triplice servizio:
1) studiare i gravi problemi contemporanei, la dignità della vita umana, la promozione della giustizia per tutti, la qualità della vita personale e familiare, la protezione della natura, la ricerca della pace e della stabilità politica. Bisogna studiare soprattutto le cause dei problemi, con speciale attenzione alle loro dimensioni etiche e religiose;
2) sviluppare un'autentica antropologia cristiana, esaminando attentamente i valori e le norme dominanti nella società e nella cultura moderna e la responsabilità di comunicare quei principi etici e religiosi che danno pieno significato alla vita umana;
3) promuovere lo spirito di servizio verso gli altri per la promozione a giustizia sociale, impegnandosi fermamente per la crescita integrale di ogni uomo e ogni donna (cfr Ex Corde Ecclesiae, nn. 32-34).
[01873-01.01] [Testo originale: Italiano]
● INTERVENTO DEL REV.DO PROF. JAN PETERS, S.J.
International Federation of Catholic Universities and globalisation
The International Federation of Catholic Universities is as diverse as the world in which its members try to fulfil their mission. Among the 200 members we find great research universities in the United States, Europe, Japan, but also young, poor and vulnerable institutions all over Africa; we find both universities that play a mayor role in the development of modern science or the implementation of modern economy, and universities – in India for instance – that try to guarantee a future for the underprivileged and those who are victims of the process of globalisation. This diversity in the membership is a real richness for our federation and also its mayor challenge. By bringing people from our universities together we confront these contrasting experiences.
Sure, it belongs to the mission of a Catholic university to strive for excellence in its teaching and research, but not in a closed atmosphere but in openness to colleagues in less favorable circumstances who can really make an important contribution to the awareness of the consequences of modern research.
After the General Assembly (Australia 2000), the Federation has outlined its concrete priorities for the years 2000-2003.
The main concern is just what I said above. The countries of our world are more and more interwoven, and at the same time the gaps are broadening. Our universities find their place in and have to cope with both these tendencies. How can we remain faithful to our vocation and on that basis play our special role in the processes that dominate the world of our days.
The next general assembly, to be held in Uganda in 2003, will focus upon the developments in modern technology, with an emphasis on agriculture (very important for Africa) and on means and strategies of communication.
Next week’s conference will concentrate on the changing socio-economic, political and especially cultural context of our universities. These developments – in which our universities are both actors and victims – have a different impact whether we are talking from the perspective of either the great, developed research universities in the United States or the small catholic universities in Africa. The topics at stake are not simple ones, nor will the conclusions be self-evident or generally accepted, but they must be well founded and contribute to the development of human knowledge and human wisdom. In this way, our work can be of vital importance for the relevance of Christian thought in the next decade.
By this way, I come to a second – maybe secondary – objective of the conference. Since Catholic universities are privileged places of reflection for our Catholic communities and for the Church as a whole, a real and open-minded collaboration is essential for the success of their contribution: collaboration between faculty members from various backgrounds, but also between university people and Church leaders.
This presupposes what our pope John-Paul II called in his Apostolic Constitution about catholic universities (Ex Corde Ecclesiae) a "mutual trust" between university people and church leaders. We do hope that this conference will really bring people nearer to each other, and that they come to know and respect each other better than they actually do. The conference itself is a symbol of this mutual trust, and from my experience in the period of preparation I can say that I am very confident that also in this respect the conference will make a great contribution to Church and university life.
[01874-02.01] [Original text: English]
● INTERVENTO DI MONS. GUY-RÉAL THIVIERGE
Svolgimento della Conferenza Internazionale
La Conferenza Internazionale si svolgerà, nei prossimi quattro giorni, con un metodo in tre tempi per affrontare i diversi temi relativi alla globalizzazione nel suo rapporto con l’educazione cattolica superiore.
"Descrivere e comprendere", " analizzare e discernere", "proporre e agire" sono i passi che compirà quest’incontro di carattere mondiale per arrivare a degli impegni e prese di posizione.
Processo / Metodologia
Il primo giorno della Conferenza, dal titolo "descrivere e comprendere", permetterà di presentare, in un primo momento, le diverse realtà di "globalizzazione" come sono vissute nelle nostre società. Alcune relazioni ci mostreranno le molteplici sfaccettature della realtà in esame. Una conferenza a quattro voci offrirà alcuni chiarimenti sulla posta in gioco della globalizzazione in quattro continenti (Africa, America Latina, Asia, America del Nord).
In un secondo tempo, sarà approfondita la questione della globalizzazione nei suoi rapporti con l’educazione cattolica. Una prima conferenza tratterà della globalizzazione e dell’educazione in generale prima di affrontare la relazione tra globalizzazione ed educazione superiore cattolica. Queste due presentazioni ci condurranno poi ad un’altra conferenza a quattro voci nel corso della quale i partecipanti si confronteranno, questa volta, sulle diverse sensibilità e pratiche dell’educazione superiore cattolica di fronte alle sfide della globalizzazione nelle varie parti del mondo (Africa, America Latina, Medio-Oriente, Europa).
Il secondo giorno, dedicato ad " analizzare e discernere", ci porta ad interrogarci sui rapporti che intrattengono globalizzazione e valori cristiani nel quadro dell’educazione superiore cattolica. Quale posto ha l’uomo nei discorsi sulla globalizzazione e soprattutto nelle azioni ad essa collegate? Che cos’è il bene comune mondiale? Quale promozione della giustizia e della solidarietà possiamo assicurare nelle nostre istituzioni? Quale società costruiamo? In quale mondo ci prepariamo a vivere? Come la Parola di Dio e la tradizione cristiana chiariscono la nostra posizione di fronte alla globalizzazione e motivano il nostro impegno? Ecco le tante domande che ci interpelleranno in questo giorno, in cui una video-conferenza sarà il legame tra il mondo universitario cattolico e l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO). Il pomeriggio sarà dedicato ai lavori in laboratori, di cui si parlerà in seguito.
Il terzo giorno affronterà il problema delle proposte e delle azioni da promuovere all’interno del mondo universitario cattolico. "Proporre e agire" è, infatti, il titolo. In continuità con le due giornate precedenti, la Conferenza è invitata ad entrare nel campo dell’azione. In vista dell’impegno e dei valori cristiani che sono a fondamento, il mondo cattolico metterà in comune, nei laboratori, le sue esperienze nel campo della condivisione del sapere, della pedagogia, dell’uso delle nuove tecnologie e dei servizi all’ambiente, ecc.
Durante tutto il processo di appropriazione della problematica, il dibattito avrà il suo spazio e i presidenti della seduta saranno invitati a presentarci, in maniera sintetica, i punti rilevanti che emergeranno dalle presentazioni e discussioni. In questo spirito, la Conferenza sarà un invito a condividere esperienze, riflessioni e preghiera sul fenomeno della globalizzazione e i suoi effetti sulle nostre istituzioni, ambienti, chiese e società.
Gruppi di studio
Alcuni gruppi di lavoro, costituiti in funzione delle quattro lingue ufficiali della Conferenza, permetteranno a tutti i presenti all’evento di ritrovarsi e riflettere insieme in un piccolo comitato.
Il primo lavoro in gruppo consisterà, per quanti ne faranno parte, nel manifestare in un primo momento le loro reazioni e le loro attese nei confronti di quest’incontro internazionale; in seguito, nel condividere le esperienze significative condotte nelle loro istituzioni.
Il secondo lavoro in gruppo permetterà di rispondere insieme ai problemi legati allo studio delle realtà della globalizzazione in relazione all’educazione superiore cattolica. Che cosa si fa e che cosa possiamo fare per mettere l’uomo al centro della globalizzazione? Che cosa si fa concretamente per porlo nel cuore delle nostre iniziative universitarie? Quali impegni istituzionali si devono prendere? Come si vede l’interculturalità e il dialogo interreligioso? Quali collaborazioni si ricercano e promuovono nel contesto della globalizzazione? Quale tipo di ricerca si deve favorire? Quali tipi di formazione e pedagogia si devono mettere in atto? Queste sono le domande che ci interrogheranno e a cui, insieme, dovremo tentare di dare delle risposte che permettano alla Conferenza di presentare, nella sua giornata di chiusura, le raccomandazioni destinate ad ispirare le nostre azioni.
Essere insieme nella globalizzazione e agire da veri protagonisti in un mondo in evoluzione, con il nostro modo di pensare, di vedere e di vivere, ecco i lavori che ci attendono. La Conferenza Internazionale ci offre un’occasione unica di far ascoltare la voce degli universitari cattolici di fronte ai cambiamenti che avvengono nel nostro mondo. Il nostro tentativo può così aprire la strada ad altre persone, o gruppi, che condividono queste preoccupazioni e sono desiderose di collaborare con il mondo universitario cattolico.
[01875-01.01] [Testo originale: Italiano]
● INTERVENTO DI MONS. A. VINCENZO ZANI
La dinamica della collaborazione
Vorrei accennare al percorso di preparazione che è stato compiuto e illustrare, in particolare, ciò che potremmo chiamare la dinamica esterna, vale a dire le relazioni con le diverse istanze, in particolare evidentemente quelle educative, che sono interessate al tema della Conferenza Internazionale.
Per il primo aspetto mi riferisco al compito del Comitato scientifico. Un elemento importante è stata la scelta strategica di comporre il Comitato individuando persone rappresentative di contesti culturali e geografici e di estrazioni scientifiche molto differenti: ciò ha permesso di trasformare il lavoro preparatorio del Comitato in un’esperienza significativa di mondialità e, allo stesso tempo, di poter elaborare il programma della Conferenza con l’obiettivo non solo di approfondire teoricamente il tema della globalizzazione, ma di trasformare l’iniziativa medesima in un evento di vera e propria globalizzazione.
Quando nel Comitato si è tentato di delineare i profili del complesso fenomeno della globalizzazione e il suo rapporto con l’importanza fondamentale che assume oggi la funzione educativa nei confronti dei giovani e della società, l’attenzione si è concentrata immediatamente sul fatto che l’educazione è sempre stata, ed oggi lo si vede ancora di più, un’impresa comunitaria e che il sistema educativo è un sistema "a rete", nel quale vengono coinvolti ed interagiscono diversi soggetti educanti (la famiglia, la comunità ecclesiale, le istituzioni sociali e civili nazionali e internazionali, i mass media, il territorio), tutti cooperanti e corresponsabili.
Da più punti di vista si avverte che l’inizio di questo nuovo millennio è visibilmente segnato dall’emergenza "formazione": tutti i governi sono impegnati a ripensare la fisionomia e l’organizzazione dei sistemi formativi e universitari (basti pensare ad esempio al Processo di Bologna che ha avviato la riforma delle Università in Europa e agli effetti che esso produrrà sui rapporti con i paesi non europei), a studiare forme più efficaci di rapporto tra formazione e inserimento nella vita professionale, a sconfiggere le varie forme di sotto analfabetismo.
Per affrontare questi grandi impegni di cambiamento, che si devono attuare all’interno di un contesto che vede la crescita della interdipendenza a livello planetario e della mobilità delle relazioni sociali, i promotori di questo evento hanno ritenuto necessario mettere in atto una dinamica di dialogo e di collaborazione non solo tra i rettori delle Università ma anche rivolta all’esterno; questo stile di dialogo e di apertura dovrebbe caratterizzare tutta la Conferenza e le eventuali scelte di collaborazione per il futuro che in essa potrebbero maturare.
In altri termini, con la Conferenza si vuole sottolineare la necessità di coinvolgere vari soggetti cointeressati, a diverso titolo, nell’affrontare problematiche comuni. In questa prospettiva vorrei indicare le cinque direzioni con le quali si attua la dinamica della collaborazione.
- Le relazioni con la Santa Sede.
È la Santa Sede stessa che qui è parte coinvolta in prima istanza. Il tema dell’educazione è affidato, per competenza, ad una Congregazione ma, per diversi aspetti, riguarda anche altri Dicasteri. Per questo l’invito alla Conferenza è stato rivolto anche: alla Congregazione per la Dottrina della Fede (essa ha la competenza di garantire la coerenza dei contenuti teologici nei rispettivi insegnamenti nelle Università Cattoliche e nelle Facoltà teologiche); alla Congregazione per le Chiese Orientali e alla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli (esse hanno la responsabilità su ampi territori ecclesiastici e geografici nei quali operano numerose Università); al Pontificio Consiglio per i Laici (moltissimi docenti universitari sono laici, sposati o membri di associazioni, gruppi o movimenti ecclesiali che fanno riferimento al Pontificio Consiglio; la stessa cosa va detta anche per i milioni di studenti che frequentano le Università Cattoliche); al Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani (molti studenti sono appartenenti ad altre confessioni cristiane); al Pontificio Consiglio per la Cultura (il tema dell’educazione è legato strettamente a quello della cultura e della ricerca scientifica che è sono di competenza di questo Pontificio Consiglio); al Pontificio Consiglio Justitia et Pax (le questioni legate alla globalizzazione interessano i processi sociali a tutti i livelli e i problemi della giustizia e della pace).
- Le relazioni con le Conferenze episcopali.
Le circa 950 Università Cattoliche e le 220 Facoltà Teologiche sono distribuite in tutti i continenti e coinvolgono la responsabilità diretta o indiretta dei Vescovi singoli e delle Conferenze Episcopali. Ad un appuntamento così importante come quello della Conferenza Internazionale non potevano, dunque, non essere invitati i rappresentanti delle Conferenze episcopali. Verranno, per esempio, i membri delle Conferenze episcopali del Kenya, della Repubblica Democratica del Congo, del Canada, degli Stati Uniti d’America, di Santo Domingo, dell’Argentina, dell’Equador, dell’Australia, dell’Italia, della Germania, della Spagna, dell’Olanda, dell’Ungheria. Ma anche da alcuni paesi che ancora non hanno una Università Cattolica, come ad esempio l’Albania.
- Le relazioni con le Università romane.
L’evento si svolge a Roma ed è, pertanto, normale il coinvolgimento delle Università ecclesiastiche, delle Università Cattoliche e delle Università civili presenti su questo territorio. D’altronde è ancora vivo in tutte queste istituzioni il felice ricordo del Giubileo delle Università, sul tema L’Università per un nuovo umanesimo, celebrato nel settembre dell’anno 2000, articolato in 60 convegni scientifici e conclusosi con l’incontro finale con il Santo Padre nell’Aula Paolo VI e la Santa Messa in piazza San Pietro.
Vi saranno, in questo senso, due momenti significativi all’interno della Conferenza Internazionale: l’intervento di Mons. Ambrogio Spreafico, Rettore dell’Urbaniana e Presidente della Conferenza dei Rettori delle Pontificie Università Romane la sera del 2 dicembre e l’incontro della sera del 3 dicembre presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore al Gemelli, dove verranno offerti un concerto e la cena.
Ai momenti ufficiali, la giornata di apertura e quella conclusiva, sono stati invitati anche i Rettori delle Università civili di Roma.
- Le relazioni con il Ministero dell’Università dell’Italia.
Qui è doveroso, da parte della nostra Congregazione e da parte della FIUC, ringraziare il Ministro dell’Istruzione e dell’Università, Signora Letizia Moratti, e i suoi collaboratori, per l’attenzione particolare che hanno voluto accordare a questo avvenimento. Esso si esprimerà in due gesti significativi: la presenza del Vice-Ministro Possa alla giornata di apertura, per recare il saluto ufficiale del Governo italiano e del Ministero dell’Università; la presenza e il saluto del Ministro Moratti, il 5 dicembre, durante la serata di gala offerta dallo stesso Ministero presso il Palazzo Colonna.
- Le relazioni con l’UNESCO.
La Santa Sede intrattiene relazioni costanti con questo organismo mondiale attraverso la presenza a Parigi di un Osservatore permanente e anche la Congregazione per l’Educazione Cattolica ha frequenti relazioni. La stessa cosa avviene per la FIUC: essa ha uno stretto legame con l’UNESCO, in quanto possiede uno statuto di consultazione presso di essa e collabora a livello di progettazione.
Durante la Conferenza Internazionale si intende evidenziare questo rapporto già esistente, realizzando una video conferenza di un’ora (mercoledì 4 dicembre), per dialogare intorno alle sfide della globalizzazione e alle possibili sinergie di intervento che si possono ipotizzare in futuro nel campo dell’educazione. E’ evidente che ogni istituzione ha la propria natura giuridica e persegue i propri specifici obiettivi. Tuttavia i rettori delle Università Cattoliche sono coscienti di poter offrire il proprio contributo per affrontare queste sfide, ispirandosi al messaggio evangelico che offre una chiara visione antropologica capace di generare originali strategie di educazione, di ricerca scientifica e di sviluppo. Durante la video conferenza interverranno da Parigi alcuni dirigenti generali dell’UNESCO, ex ministri dell’educazione e, dall’Aula del Sinodo, alcuni rappresentanti dei Rettori. Nel corso della video conferenza verrà, tra l’altro, proiettata anche una scheda su alcuni interventi di Giovanni Paolo II sulla globalizzazione.
Un particolare ringraziamento va rivolto alla banca Intesa, per il sostegno economico a questa iniziativa, e a Retravel per il supporto organizzativo fornito.
[01876-01.01] [Testo originale: Italiano]