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L’UDIENZA GENERALE, 06.02.2002


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre incontra gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui Salmi e sui Cantici proposti nella preghiera mattutina delle Lodi, commenta il Salmo 42 - Desiderio del Tempio di Dio - Lodi Martedì 2a Settimana (Lettura: Sal 42, 1.3-4).

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, Giovanni Paolo II rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si conclude con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

1. In una Udienza generale di qualche tempo fa, commentando il Salmo che precede quello poc’anzi cantato, abbiamo detto che esso si univa intimamente al Salmo successivo. I Salmi 41 e 42 costituiscono, infatti, un unico canto, scandito in tre parti dalla stessa antifona: "Perché ti rattristi, anima mia, perché su di me gemi? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio" (Sal 41, 6.12; 42, 5).

Queste parole, simili a un soliloquio, esprimono i sentimenti profondi del Salmista. Egli si trova lontano da Sion, punto di riferimento della sua esistenza perché sede privilegiata della presenza divina e del culto dei fedeli. Sente, perciò, una solitudine fatta di incomprensione e persino di aggressione da parte degli empi, aggravata dall’isolamento e dal silenzio da parte di Dio. Il Salmista, però, reagisce contro la tristezza con un invito alla fiducia, che egli rivolge a se stesso, e con una bella affermazione di speranza: egli conta di poter ancora lodare Dio, "salvezza del suo volto".

Nel Salmo 42, anziché parlare soltanto a se stesso come nel Salmo precedente, il Salmista si rivolge a Dio e lo supplica di difenderlo contro gli avversari. Riprendendo quasi alla lettera un’invocazione annunziata nell’altro Salmo (cfr 41, 10), l’orante rivolge questa volta effettivamente a Dio il suo grido desolato: "Perché mi respingi, perché triste me ne vado, oppresso dal nemico?" (Sal 42, 2).

2. Tuttavia egli sente ormai che la parentesi oscura della lontananza sta per finire ed esprime la certezza del ritorno a Sion per ritrovare la dimora divina. La città santa non è più la patria perduta, come accadeva nel lamento del Salmo precedente (cfr Sal 41, 3-4), è invece la meta gioiosa, verso la quale si è in marcia. La guida del ritorno a Sion sarà la "verità" di Dio e la sua "luce" (cfr Sal 42, 3). Il Signore stesso sarà il fine ultimo del viaggio. Egli è invocato come giudice e difensore (cfr vv. 1-2). Tre verbi marcano il suo intervento implorato: "Fammi giustizia", "difendi la mia causa", "liberami" (v. 1). Sono quasi tre stelle di speranza, che si accendono nel cielo tenebroso della prova e segnalano l’imminente aurora della salvezza.

È significativa la rilettura che sant’Ambrogio fa di questa esperienza del Salmista, applicandola a Gesù che prega nel Getsemani: "Non voglio che ti meravigli se il profeta dice che la sua anima era scossa, dal momento che lo stesso Signore Gesù disse: Ora l’anima mia è turbata. Chi infatti ha preso sopra di sé le nostre debolezze, ha preso anche la nostra sensibilità, per effetto della quale era triste fino alla morte, ma non per la morte. Non avrebbe potuto provocare mestizia una morte volontaria, dalla quale dipendeva la felicità di tutti gli uomini… Era dunque triste fino alla morte, nella attesa che la grazia fosse portata a compimento. Lo dimostra la sua stessa testimonianza, quando dice della sua morte: C’e un battesimo con il quale devo essere battezzato: e come sono angosciato finché non sia compiuto! (Le rimostranze di Giobbe e di Davide, VII, 28, Roma 1980, p. 233).

3. Ora, nel prosieguo del Salmo 42, davanti agli occhi del Salmista sta per aprirsi la soluzione tanto sospirata: il ritorno alla sorgente della vita e della comunione con Dio. La "verità", ossia la fedeltà amorosa del Signore, e la "luce", cioè la rivelazione della sua benevolenza, sono raffigurate come messaggere che Dio stesso invierà dal cielo per prendere per mano il fedele e condurlo verso la meta desiderata (cfr Sal 42, 3).

Molto eloquente è la sequenza delle tappe di avvicinamento a Sion e al suo centro spirituale. Prima appare "il monte santo", il colle ove si erge il tempio e la cittadella di Davide. Poi entrano in campo "le dimore", cioè il santuario di Sion con tutti i vari spazi ed edifici che le compongono. Viene, quindi, "l’altare di Dio" , la sede dei sacrifici e del culto ufficiale di tutto il popolo. La meta ultima e decisiva è il Dio della gioia, è l’abbraccio, l’intimità ritrovata con Lui, prima lontano e silenzioso.

4. Tutto, a quel punto, diviene canto, letizia, festa (cfr v. 4). Nell’originale ebraico si parla del "Dio che è gioia del mio giubilo". Si tratta di un modo di dire semitico per esprimere il superlativo: il Salmista vuole sottolineare che il Signore è la radice di ogni felicità, è la gioia suprema, è la pienezza della pace.

La traduzione greca dei Settanta è ricorsa, sembra, a un termine equivalente aramaico che indica la giovinezza e ha tradotto "al Dio che rallegra la mia giovinezza", introducendo così l’idea della freschezza e dell’intensità della gioia che il Signore dona. Il salterio latino della Vulgata, che è una traduzione fatta sul greco, dice quindi: "ad Deum qui laetificat juventutem meam". In questa forma il Salmo veniva recitato ai piedi dell’altare, nella precedente liturgia eucaristica, quale invocazione introduttoria all’incontro col Signore.

5. Il lamento iniziale dell’antifona dei Salmi 41-42 risuona per l’ultima volta in finale (cfr Sal 42, 5). L’orante non ha raggiunto ancora il tempio di Dio, è coinvolto ancora nell’oscurità della prova; ma ormai ai suoi occhi brilla la luce dell’incontro futuro e le sue labbra conoscono già la tonalità del canto di gioia. L’appello è, a questo punto, maggiormente segnato dalla speranza. Osserva, infatti, sant’Agostino commentando il nostro Salmo: "Spera in Dio, risponderà alla sua anima colui che da essa è turbato… Vivi frattanto nella speranza. La speranza che si vede non è speranza; ma se speriamo ciò che non vediamo è per mezzo della pazienza che noi l’aspettiamo (cfr Rm 8, 24-25)" (Esposizione sui Salmi I, Roma 1982, p. 1019).

Il Salmo diventa, allora, la preghiera di chi è pellegrino sulla terra e si trova ancora in contatto col male e con la sofferenza, ma ha la certezza che il punto d’arrivo della storia non è un baratro di morte, bensì l’incontro salvifico con Dio. Questa certezza è ancora più forte per i cristiani, ai quali la Lettera agli Ebrei proclama: "Voi vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all’adunanza festosa, e all’assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione, al Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell’aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele" (Eb 12, 22-24).

[00197-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Le Psaume 42 débute par le cri du Psalmiste suppliant Dieu de venir à son secours, afin qu’il le libère de ses oppresseurs et le ramène à Jérusalem. Le Psalmiste est en exil, loin de Sion, siège du temple de Dieu. Son expérience, marquée par l’incompréhension et l’hostilité des impies, est rendue plus douloureuse encore par l’apparent silence de Dieu. Mais il pressent que cette parenthèse douloureuse touche à sa fin et qu’approche le temps du retour.

Avec confiance, il supplie le Seigneur de lui faire don de la «vérité» et de la «lumière», car il sait que, ainsi guidé et accompagné, il parviendra à la Cité sainte. Il anticipe déjà l’exultation que sera pour lui l’arrivée au temple de Sion et la joie de l’intimité retrouvée avec Dieu, source de tout vrai bonheur et plénitude de la paix.

Comme chrétiens, nous pouvons facilement faire nôtre la prière de ce psaume. Pèlerins ici-bas, aux prises avec le mal et la souffrance, nous avons la certitude que le terme de l’histoire n’est pas le néant de la mort, mais la rencontre joyeuse et salvifique avec Dieu : «Vous vous êtes appro-chés de la montagne de Sion et de la cité du Dieu vivant, de la Jérusalem céleste, [...] de Jésus, médiateur d’une alliance nouvelle» (He, 12, 22.24).

J’accueille avec joie les pèlerins de langue française, en particulier les jeunes venus de différents diocèses de France. Puisse votre séjour affermir votre foi et faire de vous des témoins du Seigneur Ressuscité ! Avec la Bénédiction apostolique.

[00198-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Psalm Forty-two is an expression of profound longing for God’s holy Temple, his dwelling-place among men. The Psalmist prays that he will be led to the Temple by God’s light and his truth. He knows that the Lord never forgets his faithful ones, even in the midst of their trials. Contemplating in hope the end of his journey, he breaks out into a fervent hymn of praise to "God, the God of my joy" (v. 4).

For Saint Ambrose, the experience of the Psalmist was shared by Jesus as he prayed in the Garden of Gethsemane. Christ’s followers also sing this Psalm of hope and praise during their pilgrimage on earth. Dwelling amid evil and suffering, they know with absolute certainty that the goal of history is not the emptiness of death, but a joyful encounter with the God of our salvation.

I welcome all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, especially the members of the Apostolate for the Vietnamese in Diaspora. My warm greeting also goes to the pilgrims from the Diocese of Charleston. I thank the Choir from Saint John the Baptist Church for their praise of God in song. Upon all of you and your families I cordially invoke the grace and peace of our Lord Jesus Christ.

[00199-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Schwestern und Brüder!

„Verschaff mir Recht, o Gott, und rette mich!" – Recht und Rettung gehören zusammen: Gott, der den Menschen aus Not und Verzweiflung rettet, verhilft ihm auch zu seinem Recht in der Gemeinschaft.

Aus dieser Erfahrung erwächst dem Beter von Psalm 43 neue Kraft und die Sicherheit des Ziels: Böse Zeitgenossen haben keine Chance; ihre schlechten Absichten können dem gläubig vertrauenden Menschen nicht schaden, weil Gottes Licht und Wahrheit ihn sicher leiten. Sein ganzes Leben ist ein Pilgern zum „heiligen Berg", zum „Haus Gottes". Für den Beter der Psalmen ist das Lebensziel, damals wie heute, die unzerstörbare Teilhabe an der Gegenwart Gottes. In ihr hat er die unversiegbare Quelle eines tiefen inneren Friedens und den Brunnen höchster Glückseligkeit gefunden. Unser Weg als Christen mag heute zuweilen steinig sein, aber er ist bestimmt vom frohen und sicheren Blick auf das Ziel unseres Lebens: „So will ich zum Altar Gottes treten, zum Gott meiner Freude" (Ps 43, 4).

Herzlich begrüße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache. Möge die Erfahrung des rettenden und gerechten Gottes Eure Schritte sicher machen auf dem Weg zum Ziel Eures Lebens! Dazu erteile ich Euch, Euren Lieben daheim und allen, die mit uns über Radio Vatikan und das Fernsehen verbunden sind, von Herzen den Apostolischen Segen.

[00200-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

La catequesis de hoy está dedicada al salmo 42, en el cual el salmista se dirige a Dios pidiéndole que lo defienda frente a los adversarios. Ante el drama del sufrimiento, causado por la lejanía del templo, que es el punto de referencia de la existencia de los fieles por ser la sede privilegiada de la presencia divina, experimenta que todo ello va a acabar ante la certeza del regreso a Sión. La guía para esa vuelta serán la "verdad" de Dios y su "luz", siendo el Señor el punto de llegada definitivo de esa peregrinación.

La "verdad" es considerada como la fidelidad amorosa de Dios y la "luz" es la revelación de su bondad, que se presentan en este salmo como las mensajeras que Dios mismo enviará desde el cielo para llevar de la mano al fiel y conducirlo a la meta deseada. Este Salmo se convierte en la oración del peregrino que en la tierra está en contacto con el mal y con el sufrimiento, pero que a la vez, tiene la certeza de que el destino último de la historia es el encuentro salvífico con el Señor.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta audiencia. De modo particular a los Representantes del Consejo Regulador del "Jamón de Teruel", acompañados de Mons. Antonio Algora, a los Sacerdotes de Jaen y Murcia, y al Grupo de "Amigos de Madre Esperanza", de Santomera. También al Grupo de "Dansaires del Penedés" y a los alumnos de la Escuela "Sant Antoni" de Terrassa, así como al Grupo de Esgrima del Jockey Club de Argentina.

[00201-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

O Salmo 42 é a oração do homem peregrino sobre a terra, oprimido pelo sofrimento e em luta contra o mal; com a certeza, porém, de que a história se encaminha, não para o precipício da morte, mas para o encontro com Deus salvador. A meta última e decisiva é o Deus da alegria, é o abraço e a intimidade com o Senhor, que antes parecia distante e silencioso. Daquela certeza, o crente sabe tirar a coragem de que precisa a sua alma, dizendo-lhe: «Espera em Deus! Ainda O hei-de louvar, o meu Salvador e o meu Deus» (Sal 42, 5).

Amados peregrinos de língua portuguesa, detende os vossos passos e saboreai a fidelidade amorosa do Senhor e a revelação da sua benevolência, a luz e a verdade divinas. Que elas vos tomem pela mão, como dois guias celestiais, e vos conduzam seguros à meta desejada: a Deus, que é a raiz de toda a felicidade, a suprema alegria, a plenitude da paz. Como antecipação de tais bens, dou-vos a minha Bênção.

[00202-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

○ Saluto in lingua italiana

Rivolgo ora un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i ragazzi dell’Azione Cattolica della diocesi di S. Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, accompagnati dal loro Vescovo Mons. Gervasio Gestori, insieme ai sacerdoti, agli educatori e ai genitori. Carissimi, vi ringrazio della vostra presenza così numerosa e vi incoraggio a seguire con generosa fedeltà Gesù e il suo Vangelo, per essere cristiani autentici in famiglia, nella scuola e in ogni altro ambiente.

Desidero, poi, indirizzare il mio pensiero agli altri giovani, ai malati e agli sposi novelli. Celebriamo oggi la memoria liturgica di san Paolo Miki e compagni, martiri giapponesi.

Il coraggio di questi testimoni fedeli di Cristo aiuti voi, cari giovani, ad aprire il cuore all’eroismo della santità. Sostenga voi, cari malati, ad offrire il dono prezioso della preghiera e della sofferenza per tutta la Chiesa. E dia a voi, cari sposi novelli, la forza di fare delle vostre famiglie il luogo di esistenze improntate ai valori cristiani.

A tutti la mia Benedizione.

[00203-01.01[Testo originale: Italiano]