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OMELIA DEL LEGATO PONTIFICIO PER LA SOLENNE DEDICAZIONE DELLA NUOVA CHIESA CATTEDRALE DI TIRANA (ALBANIA), 26.01.2002


OMELIA DEL LEGATO PONTIFICIO PER LA SOLENNE DEDICAZIONE DELLA NUOVA CHIESA CATTEDRALE DI TIRANA (ALBANIA)

Pubblichiamo di seguito l’omelia che il Legato Pontificio, Em.mo Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato, ha pronunciato questa mattina nel corso della solenne Dedicazione della nuova Chiesa Cattedrale di Tirana:

Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Presbiterato,
Distinte Autorità della rinata Nazione Albanese,
Fratelli e Sorelle nel Signore!

Con grande gioia sono venuto fra voi, in occasione della solenne dedicazione di questa nuova Chiesa Cattedrale. A tutti porto il saluto affettuoso del Santo Padre Giovanni Paolo II, che in questo momento sentiamo spiritualmente presente in questa cara Comunità. Un saluto particolare vada al venerato Pastore di questa Arcidiocesi, come a tutti i Presuli qui presenti. Parimenti porgo deferenti ossequi al Signor Presidente della Repubblica ed a tutte le Autorità civili, che hanno voluto unirsi a tale celebrazione.
La lunga notte della dolorosa persecuzione è ormai passata ed un giorno luminoso è ormai spuntato in questo bell'angolo d'Europa, ove si sta preparando un'era nuova nella vita della patria.
Simbolo di tale nuovo capitolo di storia nazionale vuole appunto essere la nuova Cattedrale di Tirana, sorta nel cuore di questa Capitale, quasi ad indicare il desiderio d'ogni credente di ritornare a porre al centro della vita individuale e sociale il culto di Dio, nostro Creatore e Signore.
Per noi cristiani è questo il primo dei dieci Comandamenti del Decalogo: "Il sono il Signore Dio tuo. Non avrai altro Dio fuori di me". Ed è questa la lezione che Dio ci ha dato e continua a dare al suo popolo: "Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù; non avrai altri dei di fronte a me" (Es 20,2).

1. Una scala verso il cielo

Il tempio che oggi noi dedichiamo al Signore è un luogo privilegiato, ove noi cristiani possiamo rendere a Dio il culto dovuto e ricevere poi da Lui luce e forza per il nostro cammino.
A questa realtà ci ha richiamato la prima lettura di questa Santa Messa, che ci ha descritto la visione di Giacobbe, al quale era apparsa una scala che dalla terra giungeva fino al cielo, con gli Angeli di Dio che salivano e scendevano su di essa (cfr Gn 28,11-18).
In ogni chiesa, in realtà, si avvera la visione di Giacobbe: sulla scala della nostra preghiera noi ci eleviamo verso Dio e Dio poi scende con i suoi doni verso di noi. Per questo ogni chiesa viene definita come casa di Dio, come già un giorno Giacobbe definì il luogo santo in cui Dio gli parlò: "Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo" (Gn 28,17).
Con questa visione di fede, anche voi, cari amici albanesi, entrerete sovente in questo tempio, sicuri di trovarvi in uno spazio sacro, ove il Signore verrà verso di voi e voi potrete avvicinarvi a Lui, Via, Verità e Vita. Con il Salmo 83 potrete, come oggi, sempre cantare nel vostro cuore: "Com'è dolce, Signore, abitare la tua casa! ... Il mio cuore e la mia carne esultano nel Dio vivente".

2. Il tempio spirituale

La seconda lettura ci ha poi ricordato che il tempio materiale non è tutto: c'è, infatti, un altro luogo ove Dio può abitare, se gli siamo fedeli. Egli, infatti, può abitare in noi, se l'accogliamo con amore. E' questa la dottrina che l'apostolo Paolo già duemila anni fa presentava ai cristiani di Corinto: "Fratelli, voi siete l'edificio di Dio... Non sapete che voi siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?".
Quel grido accorato dell'Apostolo risuona oggi anche in questa stupenda Cattedrale: che essa sia simbolo di un'altra mistica presenza, quella di Cristo in ogni cuore dei cristiani.

3. Il richiamo del Vangelo

La liturgia della Parola ci ha, infine, presentato un altro richiamo di Gesù, molto indicato per questa solenne celebrazione.
Il Signore ci ha, infatti, ricordato che la chiesa materiale ha anche lo scopo di affratellarci tutti insieme intorno all'altare di Dio.
"Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono" (Mt 5,23-24).
Gesù, nostro Maestro, ci insegna quindi che la casa di Dio deve anche essere la casa degli uomini, in cui i figli dello stesso Padre si riconoscono fratelli.
"Domus Dei" è ogni chiesa. Ma, appunto per questo, è anche "domus hominum". Qui, cari fratelli albanesi, formerete la vostra comunità, comunità di fede e di preghiera, ma anche comunità di solidarietà e di aiuto reciproco, nel nome di Cristo.
Un giorno, entrando in una piccola chiesa di montagna sulle Alpi italiane, notai sul portale una scritta che mi colpì: "Qui si entra per amare Dio, di qui si esce per amare gli uomini".

4. Un messaggio d'attualità

Sia così anche per voi, fratelli e sorelle di questa cara Terra albanese! Entrate in questa nuova Cattedrale per amare Dio, e di qui poi uscite per amare il prossimo. E' il messaggio che vi lascio a nome del Papa, che qui mi ha inviato. E' un messaggio di grande attualità.
Vi accompagni nel vostro itinerario spirituale Maria Santissima, la Madre di Gesù, che voi invocate con il bel titolo di Madre del Buon Consiglio.
Vi accompagnino i numerosi martiri, che hanno santificato la vostra Terra. La loro luminosa testimonianza vi sia di guida per amare e servire il Signore, come pure per amare e servire i fratelli. 
E così sia!

[00148-01.01] [Testo originale: Italiano]