L’UDIENZA GENERALE ● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre incontra gruppi di pellegrini e di fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi sul Salterio, commenta il Salmo 116, Invito a lodare Dio per il suo amore - Lodi Sabato 1a Settimana (Lettura: Sal 116,1-2).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, Giovanni Paolo II rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si conclude con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
1. È questo il più breve di tutti i Salmi, composto nell’originale ebraico di sole diciassette parole, delle quali nove sono quelle particolarmente rilevanti. È una piccola dossologia, cioè un canto essenziale di lode, che idealmente potrebbe fungere da sigillo a preghiere inniche più ampie. Così è accaduto talora nella liturgia, un po’ come avviene col nostro Gloria Patri, che poniamo a conclusione della recita di ogni Salmo.
In verità queste poche parole oranti si rivelano significative e profonde per esaltare l’alleanza tra il Signore e il suo popolo, all’interno di una prospettiva universale. In questa luce il primo versetto del Salmo è assunto dall’apostolo Paolo per invitare tutti i popoli del mondo a glorificare Dio. Scrive, infatti, ai cristiani di Roma: "Le nazioni pagane glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:… Lodate, nazioni tutte, il Signore; i popoli tutti lo esaltino" (Rm 15,9.11).
2. Il breve inno che stiamo meditando si apre, dunque, come spesso accade a questo genere di Salmi, con un invito alla lode, che non è indirizzato solo a Israele, ma a tutti i popoli della terra. Un alleluia deve sgorgare dai cuori di tutti i giusti che cercano e amano Dio con cuore sincero. Ancora una volta il Salterio riflette una visione di vasto respiro, alimentata probabilmente dall’esperienza vissuta da Israele durante l’esilio a Babilonia nel sesto secolo a. C.: il popolo ebraico incontrò allora altre nazioni e culture e sentì il bisogno di annunziare la propria fede a coloro tra i quali viveva. C’è nel Salterio la consapevolezza che il bene fiorisce in tanti terreni e può essere quasi convogliato e diretto verso l’unico Signore e Creatore.
Potremmo, perciò, parlare di un "ecumenismo" della preghiera, che stringe in un unico abbraccio popoli differenti per origine, storia e cultura. Siamo nella linea della grande "visione" di Isaia che descrive "alla fine dei giorni" l’affluire di tutte le genti verso "il monte del tempio del Signore". Cadranno, allora, dalle mani le spade e le lance; anzi, esse verranno forgiate in vomeri e falci, perché l’umanità viva in pace, cantando la sua lode all’unico Signore di tutti, ascoltandone la parola e osservandone la legge (cfr Is 2,1-5).
3. Israele, il popolo dell’elezione, ha in questo orizzonte universale una missione da espletare. Deve proclamare due grandi virtù divine, che ha sperimentato vivendo l’alleanza col Signore (cfr v. 2). Queste due virtù, che sono come i lineamenti fondamentali del volto divino, il "buon binomio" di Dio, per dirla con san Gregorio di Nissa (cfr Sui titoli dei Salmi, Roma 1994, p. 183), sono espresse con altrettanti vocaboli ebraici che, nelle traduzioni, non riescono a brillare in tutta la loro ricchezza di significato.
Il primo è hésed, un termine ripetutamente usato dal Salterio e sul quale già in altra occasione mi sono soffermato. Esso vuole indicare la trama dei sentimenti profondi che intercorrono tra due persone, legate da un vincolo autentico e costante. Abbraccia, perciò, valori come l’amore, la fedeltà, la misericordia, la bontà, la tenerezza. Tra noi e Dio c’è, dunque, una relazione che non è fredda, come quella che intercorre tra un imperatore e il suo suddito, ma palpitante, come quella che si sviluppa tra due amici, tra due sposi, tra genitori e figli.
4. Il secondo vocabolo è ’emét ed è quasi sinonimo del primo. Anch’esso è caro al Salterio, che lo ripete quasi la metà di tutte le volte in cui risuona nel resto dell’Antico Testamento.
Il termine di per sé esprime la "verità", cioè la genuinità di un rapporto, la sua autenticità e lealtà, che si conserva nonostante gli ostacoli e le prove; è la fedeltà pura e gioiosa che non conosce incrinature. Non per nulla il Salmista dichiara che essa "dura in eterno" (v. 2). L’amore fedele di Dio non verrà mai meno e non ci abbandonerà a noi stessi o all’oscurità del non-senso, di un destino cieco, del vuoto e della morte.
Dio ci ama con un amore incondizionato, che non conosce stanchezza, che non si spegne mai. È questo il messaggio del nostro Salmo, breve quasi come una giaculatoria, ma intenso come un grande cantico.
5. Le parole che esso ci suggerisce sono come un’eco del cantico che risuona nella Gerusalemme celeste, dove una folla immensa di ogni lingua, popolo e nazione, canta la gloria divina davanti al trono di Dio e all’Agnello (cfr Ap 7,9). A questo cantico la Chiesa pellegrinante si nisce con infinite espressioni di lode, modulate spesso dal genio poetico e dall’arte musicale. Pensiamo - per fare un esempio - al Te Deum, di cui generazioni di cristiani si sono avvalsi lungo i secoli per lodare e ringraziare: "Te Deum laudamus, te Dominum confitemur, te aeternum Patrem omnis terra veneratur". Da parte sua, il piccolo Salmo che oggi stiamo meditando è un’efficace sintesi della perenne liturgia di lode con cui la Chiesa si fa voce nel mondo, unendosi alla lode perfetta che Cristo stesso rivolge al Padre.
Lodiamo, dunque, il Signore! Lodiamolo senza stancarci. Ma la nostra lode sia espressa con la vita, prima che con le parole. Saremmo infatti ben poco credibili, se col nostro Salmo invitassimo i popoli a dar gloria al Signore, e non prendessimo sul serio il monito di Gesù: "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli" (Mt 5,16). Cantando il Salmo 116, come tutti i Salmi inneggianti al Signore, la Chiesa, Popolo di Dio, si sforza di diventare essa stessa un cantico di lode.
[01931-01.01] [Testo originale: Italiano]
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
Chers Frères et Sœurs,
Nous venons d’entendre le plus court des psaumes : en hébreu il ne comporte que dix-sept mots. Il débute par une invitation à la louange, adressée non seulement à Israël, mais aussi à tous les peuples de la terre, à tous ceux qui, avec un cœur sincère, cherchent et aiment Dieu. Il témoigne que le bien, qui fleurit en tant de lieux, peut être orienté et offert à l’unique Seigneur et Créateur, rassemblant dans une même louange, en un véritable «œcuménisme» de la prière, des peuples divers.
Dans cette perspective universaliste, la mission d’Israël est de proclamer ce dont il a lui-même fait l’expérience dans le mystère de l’alliance : l’amour et la vérité, attributs divins qui expriment l’amour inconditionnel de Dieu pour son peuple.
Louons le Seigneur, louons-le sans cesse, mais que notre louange, avant de jaillir de nos lèvres, se manifeste d’abord dans notre vie ! En unissant nos voix à la louange parfaite que le Christ adresse à son Père, puissions-nous devenir, avec toute l’Église, un chant de louange à Dieu !
Je vous salue cordialement, pèlerins de langue française. Que le Christ vous accorde la grâce de la louange, et que son amour vous apporte la paix ! A tous, j’accorde bien volontiers la Bénédiction apostolique.
[01932-03.01[Texte original: Français]
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters,
Psalm 116 is the shortest of all the Psalms; in the original Hebrew, it is made up of only seventeen words.
It is a song of praise acclaiming the covenant between God and his people. This covenant is placed within a universal context, and the Psalm is in this sense a kind of ecumenical prayer embracing all peoples with their different origins, histories and cultures.
Speaking of God’s faithfulness, mercy and unconditional love, the words of this Psalm are like an echo of the canticle which will resound in the heavenly Jerusalem, sung by an immense host from every people and nation before the throne of God and the Lamb. As she sings this Psalm, the Church strives to become herself a song of praise to the Lord: "Let your light shine before men, that they may see your good works and give praise to your Father who is in heaven" (Mt 5:16).
I extend a special greeting to the Sisters of the Divine Saviour in Rome for their General Chapter: may the Lord’s light and grace accompany you in your deliberations and guide you always in your life of service in the Church. I am pleased to greet also two groups from Norway: the Pastoral Council of the Prelature of Trondheim with Bishop Georg Müller, and a group of Church of Norway clergy from Stavanger. Upon all the English-speaking visitors present I invoke the grace and peace of our Lord Jesus Christ, the King of all the universe.
[01933-02.01] [Original text: English]
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
Liebe Schwestern und Brüder!
Der Text, den wir heute betrachten, ist der kürzeste im gesamten Psalter. Er besteht tatsächlich nur aus siebzehn Wörtern. Alle Völker und Nationen auf der ganzen Welt werden zum Lobpreis Gottes aufgerufen. Denn zwischen dem Schöpfer und der Menschheit besteht ein Verhältnis unverbrüchlicher Treue: „Die Treue des Herrn währt in Ewigkeit".
Interessant ist dabei dies: Gottes Treue umfaßt alle Menschen. Deswegen sind nicht nur die Israeliten aufgerufen, den Herrn zu loben und zu preisen. Alle Menschen, alle Völker, alle Nationen sollen ihrem Schöpfer in freudiger Dankbarkeit entgegentreten.
Wir können hier von einer Ökumene des Gebetes sprechen, die verschiedenste Stämme und Völker in Einheit zusammenbringt.
Herzlich begrüße ich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache. Ich heiße die Teilnehmer aus der Diözese Graz-Seckau willkommen. Euer „Adventlauf" sei ein Lob Gottes. Bringt sein Licht in die Dunkelheit der Welt – dorthin, wo Menschen in Finsternis leben müssen. Gerne erteile ich euch und euren Lieben daheim sowie allen, die mit uns über Radio Vatikan oder das Fernsehen verbunden sind, den Apostolischen Segen.
[01934-05.01] [Originalsprache: Deutsch]
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
El Salmo que hemos escuchado es, esencialmente, un canto de alabanza, como el Gloria al Padre que recitamos al final de cada salmo. Sus breves y significativas palabras exaltan la alianza entre el Señor y su pueblo, dirigida también a todos los pueblos de la tierra, sobre todo a quienes buscan y aman a Dios con corazón sincero. Por eso podría hablarse de un "ecumenismo" de la oración, abierto a pueblos diferentes por su origen, historia y cultura, llamados, en palabras del profeta Isaías, a caminar desde todas partes hacia el "monte del Señor, la Casa del Dios de Jacob".
En efecto, Israel, pueblo elegido, tuvo la misión de difundir dos grandes virtudes divinas, que experimentó en su alianza con el Señor y que reflejan su divino rostro. En primer lugar, la relación profunda que hay entre dos personas unidas por un vínculo auténtico y constante, la cual se caracteriza por el amor, la fidelidad, la misericordia, la bondad y la ternura. En segundo lugar, la "verdad" de esa relación, que se distingue por la fidelidad. Dios nos ama con un amor incondicional, incansable y eterno.
Deseo saludar con afecto a los visitantes de lengua española, en particular a los Oficiales y Alumnos de la Escuela de Investigaciones Policiales de Chile, a la Asociación Mundial de Ecuatorianos Residentes en el Exterior y a los peregrinos de otros países latinoamericanos. Que nuestra alabanza al Señor se exprese con la propia vida más que con las palabras.
Muchas gracias.
[01935-04.01] [Texto original: Español]
○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese
Queridos irmãos e irmãs,
Deus ama-nos com um amor sem reservas, que nunca se cansa nem se esgota: esta é a mensagem do salmo 116, breve como uma jaculatória, mas intenso como o cântico do «Te Deum».
Louvemos o Senhor! Louvemo-Lo sem cessar. Mas, o nosso louvor há--de ser expresso mais com a vida do que por palavras. Pouco crédito e fruto teriam estas, se, com o salmo, convidássemos os povos a louvarem o Senhor, mas a nossa existência estivesse vazia de Deus, como nos advertiu Jesus: «Brilhe a vossa luz diante dos homens de modo que, vendo as vossas boas obras, glorifiquem vosso Pai que está nos Céus» (Mt 5, 16).
Amados peregrinos de língua portuguesa, saúdo cordialmente a todos os presentes, nomeadamente aos membros da Associação dos Juízes Federais do Brasil, pedindo a Deus todo-poderoso que vos abençoe, a vós e às vossa famílias, e vos ilumine na vossa importante missão em prol da justiça e recuperação da humanidade ofendida.
[01936-06.01] [Texto original: Português]
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Saluto in lingua croata
○ Saluto in lingua italiana
○ Saluto in lingua croata
Draga braćo i sestre, Euharistija je »vrelo i vrhunac kršćanskoga života« (Lumen gentium, 11) i k njoj vode ostali Sakramenti. U njoj primamo zalog buduće slave i po njoj smo već sada uključeni među uzvanike na gozbi Kraljevstva nebeskoga.
Srdačno pozdravljam hodočasnike Zagrebačke nadbiskupije te im udjeljujem apostolski blagoslov.
Hvaljen Isus i Marija!
[Cari Fratelli e Sorelle, l'Eucaristia è «fonte ed apice della vita cristiana» (Lumen gentium, 11), e ad essa inducono gli altri Sacramenti. In essa riceviamo il pegno della gloria futura e già ora siamo inseriti tra i convitati al banchetto del Regno dei cieli.
Saluto cordialmente i pellegrini dell'Arcidiocesi di Zagabria, impartendo loro la Benedizione Apostolica.
Siano lodati Gesù e Maria!]
[01937-AA.01] [Testo originale: Croato]
○ Saluto in lingua italiana
Rivolgo una cordiale parola di benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli della diocesi di Massa Carrara-Pontremoli, accompagnati dal Vescovo Monsignor Eugenio Binini; i seminaristi del Seminario di Ravenna e le Suore di san Carlo Borromeo, riunite per il loro Capitolo generale. Carissimi Fratelli e Sorelle, auguro che la vostra sosta presso i luoghi sacri, rinsaldi la vostra adesione a Cristo e faccia crescere la carità nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità. Vi accompagno con un particolare ricordo nella preghiera, perché il Signore vi ricolmi di copiosi doni spirituali.
Saluto, inoltre, i partecipanti al corso di studio promosso dalla "Scuola Medica ospedaliera di Roma e della Regione Lazio". Carissimi, esprimo apprezzamento per il vostro impegno professionale e vi incoraggio a difendere senza compromessi la vita e la dignità della persona, operando nel rispetto della legge morale. Il vero umanesimo non può ammettere mai metodi ed esperimenti che costituiscono "minacce programmate in maniera scientifica e sistematica" contro la vita (cfr Evangelium vitae, 17).
Rivolgo, infine, il mio saluto ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. La figura dell’apostolo sant’Andrea, la cui festa si celebrerà nei prossimi giorni, sia per voi, cari giovani, un modello di sequela e di testimonianza cristiana. Sant’Andrea interceda per voi, cari ammalati, affinché la consolazione divina promessa da Gesù agli afflitti riempia i vostri cuori e fortifichi la vostra fede. Voi, cari sposi novelli, impegnatevi a corrispondere fedelmente al progetto di amore del quale Cristo vi ha resi partecipi con il sacramento del matrimonio.
Ho appreso con profonda sofferenza la notizia dell’esplosione che ieri ha coinvolto un palazzo nel quartiere di Montesacro qui a Roma. In questo momento di dolore, sono particolarmente vicino a quanti sono stati colpiti dal tragico evento; ad essi desidero esprimere sentimenti di conforto e di affetto. Invochiamo insieme dal Signore il premio eterno per coloro che hanno perso la vita, con un particolare pensiero per i vigili del fuoco che sono morti nel generoso adempimento del loro dovere. Preghiamo perché non manchi la comune solidarietà alle famiglie che piangono i loro cari defunti o devono affrontare i disagi conseguenti la grave disgrazia.
[01938-01.01] [Testo originale: Italiano]