Alle ore 10.00 di questa mattina - XXXI Domenica del tempo per annum - il Santo Padre Giovanni Paolo II presiede, sul sagrato della Basilica Vaticana, la Celebrazione Eucaristica nel corso della quale proclama Beati i Servi di Dio: Pavol Peter Gojdič, (1888-1960), dell’Ordine Basiliano di San Giosafat, Vescovo e martire; Metod Dominik Trčka (1886-1959), presbitero, della Congregazione del SS. Redentore, martire; Giovanni Antonio Farina (1803-1888), Vescovo, fondatore delle Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori; Bartolomeu Fernandes dos Mártires (1514-1590), dell’Ordine dei Predicatori, Vescovo; Luigi Tezza (1814-1923), presbitero, dell’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, fondatore delle Figlie di San Camillo; Paolo Manna (1872-1952), presbitero, del Pontificio Istituto Missioni Estere; Gaetana Sterni (1827-1889), religiosa, fondatrice delle Suore della Divina Volontà; Maria Pilar Izquierdo Albero (1906-1945), vergine, fondatrice dell’Opera Missionaria di Gesù e Maria.
Nel corso del solenne rito di beatificazione, introdotto dall’indirizzo di omaggio del Card. Bernardin Gantin, il Santo Padre pronuncia l’omelia che riportiamo di seguito:
● OMELIA DEL SANTO PADRE
1. "Tutte le cose ... son tue, Signore, amante della vita" (Sap 11, 26). Le parole del Libro della Sapienza invitano a riflettere sul grande messaggio di santità che ci viene proposto da questa solenne Celebrazione Eucaristica, nella quale sono stati proclamati otto nuovi Beati: Pavol Peter Gojdič, Metod Dominik Trčka, Giovanni Antonio Farina, Bartolomeu Fernandes dos Mártires, Luigi Tezza, Paolo Manna, Gaetana Sterni, María Pilar Izquierdo Albero.
Con la loro esistenza totalmente spesa per la gloria di Dio e per il bene dei fratelli, essi continuano ad essere nella Chiesa e per il mondo segno eloquente dell'amore di Dio, sorgente prima e fine ultimo di tutti i viventi.
2. "Syn človeka prišiel hl'adat' a zachránit', čo sa stratilo" (Lk 19, 10): spasitel'ské poslanie, zvestované Kristom v dnešnom čítaní z evanjelia podl'a Lukáša, hlboko poznačilo dnes blahorečených, biskupa Pavla Petra Gojdiča a redemptoristu Metoda Dominika Trčku. Obaja, v obetavej a hrdinskej sluzbe gréckokatolíckej cirkvi na Slovensku, prešli tými istými trápeniami v dôsledku svojej vernosti evanjeliu a Petrovmu námestníkovi, a teraz im spoluprinálezí koruna slávy.
Posilnený asketickým spôsobom zivota v Ráde svätého Bazila Vel'kého, Pavol Peter Gojdič, spočiatku ako biskup prešovskej eparchie, a neskôr, ako apoštolský administrátor Mukačeva, usiloval sa neúnavne o realizáciu pastoračného programu, ktorý si vytýčil: "s pomocou Bozou chcem byt' otcom sirôt, oporou chudobných a utešitel'om trpiacich". L'uďmi všeobecne povazovaný za človeka "zlatého srdca", predstavitel'om vtedajšej vlády sa stal skutočným "trnom v oku". Po tom, čo komunistický rezim postavil gréckokatolícku cirkev mimo zákona, bol zatknutý a uväznený. Tak začalo prenho obdobie kalvárie, utrpenia, zlého zaobchádzania a ponizovania, az po smrt' vo viere Kristovi a v láske k cirkvi a pápezovi.
Aj Metod Dominik Trčka vlozil celý svoj zivot do sluzby evanjeliu a spáse blíznych, az po obetu vlastného zivota. Ako predstavený Komunity redemptoristov v Stropkove, na Východnom Slovensku, vyvíjal horlivú misionársku činnost' v eparchiách prešovskej, uzhorodskej a krizevci. S nástupom komunizmu, spolu s ostatnými spolubratmi redemptoristami, bol odvezený do koncentračného tábora. Tam, posilnený modlitbou, s odhodlanost'ou a silou znášal tresty a ponizovania pre evanjelium. Jeho trápenie skončilo vo väznici v Leopoldove kde, po tom čo odpustil svojim väzenským stráznikom, podl'ahol vyčerpaniu a chorobám.
["Il Figlio dell'uomo, infatti, è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto" (Lc 19, 10): la missione salvifica, proclamata da Cristo nell'odierno brano evangelico di Luca, è stata profondamente condivisa dal Vescovo Pavol Peter Gojdič e dal redentorista Metod Dominik Trčka, oggi proclamati Beati. Uniti nel generoso e coraggioso servizio alla Chiesa greco-cattolica in Slovacchia, sono passati attraverso le stesse sofferenze a causa della fedeltà al Vangelo ed al Successore di Pietro e condividono ora la medesima corona di gloria. Corroborato dall'esperienza ascetica nell'Ordine di San Basilio Magno, Pavol Peter Gojdič, dapprima come Vescovo nell'Eparchia di Prešov e, in seguito, come Amministratore apostolico di Mukačev, cercò costantemente di realizzare il programma pastorale che si era proposto: "Con l'aiuto di Dio voglio diventare un padre degli orfani, aiuto dei poveri e consolatore degli afflitti". Noto alla gente come "uomo dal cuore d'oro", per i rappresentanti del governo del tempo egli era diventato una vera e propria "spina nel fianco". Dopo che il regime comunista ebbe messo fuori legge la Chiesa greco-cattolica, egli fu arrestato e internato. Cominciò così per lui un lungo calvario di sofferenze, maltrattamenti e umiliazioni, che lo portò alla morte per la sua fedeltà a Cristo e per il suo amore verso la Chiesa e verso il Papa.
Anche Metod Dominik Trčka pose tutta la sua esistenza a servizio della causa del Vangelo e della salvezza dei fratelli, giungendo fino al supremo sacrificio della vita. Come Superiore della Comunità redentorista di Stropkov, nella Slovacchia orientale, svolse una fervente attività missionaria nelle tre Eparchie di Prešov, Uzhorod e Krizevci. Con l'avvento del regime comunista, egli, come gli altri confratelli redentoristi, fu portato in campo di concentramento. Qui, sempre sostenuto dalla preghiera, affrontò con forza e determinazione le pene e le umiliazioni impostegli a causa del Vangelo. Il suo calvario terminò nella prigione di Leopoldov, dove, a motivo degli stenti e delle malattie, si spense dopo aver perdonato i propri aguzzini.]
3. La luminosa immagine di Pastore del Popolo di Dio, modellata sull'esempio di Cristo, ci viene oggi proposta anche dal Vescovo Giovanni Antonio Farina, il cui lungo ministero pastorale, prima nella Comunità cristiana di Treviso e poi in quella di Vicenza, fu caratterizzato da una vasta attività apostolica, costantemente orientata alla formazione dottrinale e spirituale del clero e dei fedeli. Guardando alla sua opera, dedicata alla ricerca della gloria di Dio, alla formazione della gioventù, alla testimonianza di carità verso i più poveri ed abbandonati, ritornano alla mente le parole dell'apostolo Paolo, ascoltate nella seconda Lettura: tutto deve essere compiuto affinché sia "glorificato il nome del Signore nostro Gesù" (2Ts 1, 12). La testimonianza del nuovo Beato continua ancora oggi a produrre abbondanti frutti, in particolare attraverso la Famiglia religiosa da lui fondata, le Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori, tra le quali brilla la santità di Maria Bertilla Boscardin, canonizzata dal mio venerato Predecessore Papa Giovanni XXIII.
Anche nel Padre Paolo Manna, noi scorgiamo uno speciale riflesso della gloria di Dio. Egli spese l'intera esistenza per la causa missionaria. In tutte le pagine dei suoi scritti emerge viva la persona di Gesù, centro della vita e ragion d'essere della missione. In una delle sue Lettere ai missionari egli afferma: "Il missionario di fatto non è niente se non impersona Gesù Cristo... Solo il missionario che copia fedelmente Gesù Cristo in se stesso... può riprodurne l'immagine nelle anime degli altri" (Lettera 6). In realtà, non c'è missione senza santità, come ho ribadito nell'Enciclica Redemptoris missio: "La spiritualità missionaria della Chiesa è un cammino verso la santità. Occorre suscitare un nuovo ardore di santità fra i missionari e in tutta la comunità cristiana" (n. 90).
4. "Il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà di bene e l'opera della vostra fede" (2Ts 1,11).
Questa riflessione dell'apostolo Paolo sulla fede, che chiede di tradursi in propositi ed opere di bene, ci aiuta a meglio comprendere il ritratto spirituale del beato Luigi Tezza, fulgido esempio di un'esistenza interamente votata all'esercizio della carità e della misericordia verso quanti soffrono nel corpo e nello spirito. Per essi fondò l'Istituto delle Figlie di San Camillo, alle quali insegnò a praticare un'assoluta fiducia nel Signore. "La volontà di Dio! Ecco l'unica mia guida, egli esclamava, l'unico scopo dei miei sospiri, a cui tutto voglio sacrificare". In questo abbandono fiducioso alla volontà di Dio, ebbe a modello la Vergine Maria, teneramente amata e contemplata particolarmente nel momento del "fiat" e nella presenza silenziosa ai piedi della Croce.
Anche la beata Gaetana Sterni, avendo capito che la volontà di Dio è sempre amore, si dedicò con infaticabile carità agli esclusi e ai sofferenti. Trattò questi suoi fratelli sempre con la dolcezza e l'amore di chi, nei poveri, serve il Signore stesso. Al medesimo ideale esortava le sue Figlie spirituali, le Suore della Divina Volontà, invitandole, come scriveva nelle Regole, ad "essere disposte e contente di sostenere privazioni, fatiche e qualunque sacrificio pur di giovare al prossimo bisognoso in tutto ciò che il Signore potesse volere da loro". La testimonianza di carità evangelica offerta dalla Beata Sterni richiama ciascun credente alla ricerca della volontà di Dio, nell'abbandono fiducioso in Lui e nel generoso servizio ai fratelli.
5. O Beato Bartolomeu dos Mártires, Arcebispo de Braga, dedicou-se, com suma vigilância e zelo apostólico, à salvaguarda e renovação da Igreja nas suas pedras vivas, sem desprezar os andaimes provisórios que são as pedras mortas. Daquelas pedras vivas, privilegiou as que tinham pouco ou nada para viver. Tirou à boca, para dar aos pobres. Censurado pela pobre figura que fazia com o pouco que lhe restava, respondeu: «Nunca me verão tão desatinado a gastar, com ociosos, aquilo com que posso dar vida a muitos pobres». Sendo a ignorância religiosa a maior das pobrezas, o Arcebispo tudo fez para lhe pôr remédio, começando pela reforma moral e elevação cultural do clero, «porque manifesto está - escrevia-lhe ele - que, se o vosso zelo correspondesse ao ofício, (...) não andariam as ovelhas de Cristo tão fora do caminho do Céu». Com o seu saber, exemplo e desassombro apostólico, comoveu e incendiou os ânimos dos Padres Conciliares de Trento para que se procedesse à necessária reforma da Igreja, que depois se empenhou a realizar com perseverante e invicta coragem.
6. "Te ensalzaré, Dios mío, mi Rey" (Sal 144,1). Esta exclamación del Salmo responsorial refleja toda la existencia de la Madre María Pilar Izquierdo, fundadora de la Obra Misionera de Jesús y María: Alabar a Dios y cumplir en todo su voluntad. Su corta vida, tan sólo 39 años, se puede resumir afirmando que quiso alabar a Dios, ofreciéndole su amor y su sacrificio. Su vida estuvo marcada por un continuo sufrir, no sólo físicamente, haciendo todo por amor de Aquél que nos amó primero y sufrió por la salvación de todos. El amor a Dios, a la cruz de Jesús, al prójimo necesitado de ayuda material, fueron los grandes afanes de la nueva Beata. Ella fue consciente de la necesidad de catequizar con el Evangelio en los suburbios y de dar de comer al hambriento, para configurarse con Cristo mediante las obras de misericordia. Su inspiración fundamental sigue viva hoy allí donde está presente la Obra Misionera de Jesús y María, desarrollando su labor en conformidad con su espíritu. Que su ejemplo de vida abnegada y generosa ayude a comprometerse cada vez más en el servicio a los necesitados para que el mundo actual sea testigo de la fuerza renovadora del Evangelio de Cristo.
7. All'inizio di questa Eucaristia abbiamo riascoltato dal Libro della Sapienza il grande messaggio dell'eterno e incondizionato amore di Dio verso ogni creatura: "Tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato" (Sap 11, 24). Di questo fondamentale amore di Dio sono segno eloquente i nuovi Beati. Con il loro esempio e la loro potente intercessione proclamano, infatti, l'annuncio della salvezza offerta da Dio a tutti gli uomini in Cristo. Raccogliamone la testimonianza, servendo a nostra volta Dio "in modo lodevole e degno", così da camminare senza ostacoli verso i beni promessi (cfr Colletta). Amen!
[01783-XX.01] [Testo originale: Plurilingue]