Nel ventennale dell’Esortazione Apostolica Familiaris consortio, l’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia e il Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI, insieme al Forum delle Associazioni famigliari hanno organizzato a Roma un Incontro nazionale delle famiglie italiane con il Santo Padre.
Due i momenti più significativi dell’iniziativa: la veglia di preghiera con il Papa questo pomeriggio in Piazza San Pietro e la partecipazione alla Cerimonia di Beatificazione dei coniugi romani Luigi Beltrame Quattrocchi e Maria Corsini, che sarà presieduta dal Santo Padre domani mattina sul sagrato della Basilica Vaticana.
L’incontro odierno, dal tema "Credere nella famiglia è costudire il futuro" inizia alle ore 15.30 con testimonianze e canti.
Alle ore 18 il Santo Padre Giovanni Paolo II si unisce ai partecipanti per presiedere - alla presenza della statua della Madonna di Loreto, Regina della Famiglia, fatta giungere per l’occasione dal Santuario della Santa Casa - la seconda parte della celebrazione.
Dopo un momento di preghiera e di testimonianze e prima dell’Atto di Affidamento delle famiglie a Maria, il Papa pronuncia il seguente discorso:
● DISCORSO DEL SANTO PADRE
1. Care famiglie di questa amata nazione, che siete convenute a Roma per confermare la vostra fede e la vostra vocazione, vi saluto ad una ad una, stringendovi a me in un grande abbraccio. Saluto anche le famiglie ospiti provenienti da diversi Paesi del centro-est europeo, che adesso ho incontrato. Il mio saluto si estende al Cardinale Camillo Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, agli altri Signori Cardinali e Vescovi presenti, come pure alle Autorità politiche e civili.
Accolgo tutti con grande affetto in questa Piazza, cuore della Chiesa universale. Essa si trasforma stasera, grazie alla festosa presenza di tante famiglie cristiane, in una grande Chiesa domestica. Vi ringrazio per il vostro caloroso saluto e per la gioia che mi date nel sentirmi, a mia volta, accolto nel vostro cuore.
Questo appuntamento costituisce una nuova tappa del cammino, che lo scorso anno ci ha visti riuniti qui a Piazza San Pietro, assieme a molti di voi e a tante altre famiglie di tutto il mondo, per celebrare il Grande Giubileo. Siamo qui per confermare questo cammino e per fissare ancora lo sguardo su Gesù Cristo, Luce che "vi chiama ad illuminare con la vostra testimonianza il cammino dell'umanità sulle strade del nuovo millennio!" (Discorso alla Veglia del 14 ottobre 2000, n. 9).
2. Per questo incontro avete scelto il tema: "Credere nella famiglia è costruire il futuro". E' un tema impegnativo che ci invita a riflettere sulla verità della famiglia e nello stesso tempo sul suo ruolo per il futuro dell'umanità. Possono guidarci in questa riflessione alcune domande: "perché credere nella famiglia"? E ancora: "in quale famiglia credere"? E infine: "chi deve credere nella famiglia"?
Per rispondere alla prima domanda dobbiamo partire da una verità originaria e fondamentale: Dio crede fermamente nella famiglia. Fin dall'inizio, dal «principio», creando l'essere umano a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina, ha voluto collocare al centro del suo progetto la realtà dell'amore tra l'uomo e la donna (cfr Gn 1,27). Tutta la storia della salvezza è un appassionato dialogo tra il Dio fedele, che i profeti spesso descrivono come il fidanzato e lo sposo, e la comunità eletta, la sposa, spesso tentata dall'infedeltà, ma sempre attesa, cercata e riamata dal suo Signore (cfr Is 62,4-5; Os 1-3). Tanto grande e forte è la fiducia che il Padre nutre verso la famiglia che, anche pensando ad essa, ha inviato suo Figlio, lo Sposo, venuto a redimere la sua sposa, la Chiesa, e in essa ogni uomo e ogni famiglia (cfr Lettera alle famiglie, 18).
Sì, care famiglie, "lo Sposo è con voi!". Da questa presenza, accolta e corrisposta, scaturisce quella particolare e straordinaria forza sacramentale che trasforma la vostra intima unione di vita in segno efficace dell'amore tra Cristo e la Chiesa e vi pone come soggetti responsabili e protagonisti della vita ecclesiale e sociale.
3. Il fatto che Dio abbia posto la famiglia come fondamento della convivenza umana e come paradigma della vita ecclesiale, esige da parte di tutti una risposta decisa e convinta. Nella Familiaris consortio, di cui ricorre il ventennale, ebbi a dire: "Famiglia, diventa ciò che sei" (cfr n. 17). Oggi aggiungo: "Famiglia, credi in ciò che sei"; credi nella tua vocazione ad essere segno luminoso dell'amore di Dio.
Questo incontro ci permette di ringraziare Dio per i doni elargiti alla sua Chiesa e alle famiglie che in questi anni hanno fatto tesoro degli insegnamenti conciliari e di quelli contenuti nella Familiaris consortio. Dobbiamo essere grati, inoltre, alla Chiesa che è in Italia e ai suoi Pastori per aver contribuito in modo determinante alla riflessione sul matrimonio e sulla famiglia con importanti documenti come Evangelizzazione e sacramento del matrimonio, che fin dal 1975 ha permesso di operare una vera svolta nella pastorale familiare, e soprattutto il Direttorio di pastorale familiare, pubblicato nel luglio 1993.
4. Il secondo interrogativo ci porta a riflettere su un aspetto di grande attualità, perché oggi attorno all'idea di famiglia si registrano opinioni così diverse da indurre a pensare che non esista più alcun criterio che la qualifichi e la definisca. Accanto alla dimensione religiosa della famiglia, c'è anche una sua dimensione sociale. Il valore e il ruolo della famiglia sono altrettanto evidenti da quest'altro punto di vista. Oggi, purtroppo, assistiamo al diffondersi di visioni distorte e quanto mai pericolose, alimentate da ideologie relativistiche, pervasivamente diffuse dai media. In realtà, per il bene dello Stato e della società è di fondamentale importanza tutelare la famiglia fondata sul matrimonio, inteso come atto che sancisce il reciproco impegno pubblicamente espresso e regolato, l'assunzione piena di responsabilità verso l'altro e i figli, la titolarità di diritti e doveri come nucleo sociale primario su cui si fonda la vita della Nazione.
Se viene meno la convinzione che in nessun modo si può equiparare la famiglia fondata sul matrimonio ad altre forme di aggregazione affettiva, è minacciata la stessa struttura sociale e il suo fondamento giuridico. Lo sviluppo armonico e il progresso di un popolo dipendono in larga misura dalla sua capacità di investire sulla famiglia, garantendo a livello legislativo, sociale e culturale la piena ed effettiva realizzazione delle sue funzioni e dei suoi compiti.
Care famiglie, in un sistema democratico diventa fondamentale dare voce alle ragioni che motivano la difesa della famiglia fondata sul matrimonio. Essa è la principale fonte di speranza per il futuro dell'umanità, come è ben espresso nella seconda parte del tema scelto per questo incontro. La nostra speranza è quindi che singoli, comunità e soggetti sociali credano sempre più nella famiglia fondata sul matrimonio, luogo di amore e di autentica solidarietà.
5. In realtà, per guardare con fiducia al futuro è necessario che tutti credano nella famiglia, assumendosi le responsabilità corrispondenti al proprio ruolo. Rispondiamo così alla terza domanda da cui siamo partiti: "chi deve credere nella famiglia"? Vorrei in primo luogo sottolineare che i primi garanti del bene della famiglia sono i coniugi stessi, sia vivendo con responsabilità, ogni giorno, impegni, gioie e fatiche, sia dando voce, con forme associate e iniziative culturali, ad istanze sociali e legislative atte a sostenere la vita familiare. E' conosciuto e apprezzato il lavoro svolto in questi anni dal Forum delle associazioni familiari, a cui esprimo il mio apprezzamento per quanto fatto e anche per l'iniziativa denominata Family for family, con cui si intende rafforzare i rapporti di solidarietà tra le famiglie italiane e quelle dei Paesi dell'Est europeo.
Una particolare responsabilità grava sui politici e sui governanti, a cui compete di attuare il dettato costituzionale e recepire le istanze più autentiche della popolazione composta in larghissima maggioranza da famiglie che hanno fondato la loro unione sul vincolo matrimoniale. Giustamente quindi si attendono interventi legislativi, incentrati sulla dignità della persona umana e sulla corretta applicazione del principio di sussidiarietà tra lo Stato e la famiglia; interventi capaci di avviare a soluzione questioni importanti, e per molti versi decisive, per il futuro del Paese.
6. Importante e urgente è, in particolare, dare piena attuazione ad un sistema scolastico ed educativo che abbia il suo centro nella famiglia e nella sua libertà di scelta. Non si tratta, come alcuni erroneamente affermano, di togliere alla scuola pubblica per dare alla scuola privata, quanto piuttosto di superare una sostanziale ingiustizia che penalizza tutte le famiglie impedendo un'effettiva libertà di iniziativa e di scelta. Si impongono in tal modo oneri aggiuntivi a chi desidera esercitare il fondamentale diritto di orientare l'indirizzo educativo dei figli scegliendo scuole che svolgono un servizio pubblico pur non essendo statali.
E' auspicabile anche un deciso salto di qualità nella programmazione delle politiche sociali, che dovrebbero sempre più considerare la centralità della famiglia per commisurare alle sue necessità le scelte nell'ambito della pianificazione residenziale, dell'organizzazione del lavoro, della definizione del salario e dei criteri di tassazione. Una particolare attenzione deve poi essere riservata alla legittima preoccupazione di tante famiglie che denunciano un crescente degrado nei mezzi di comunicazione, i quali, veicolando violenza, banalità e pornografia, si rivelano sempre meno attenti alla presenza dei minori e ai loro diritti. Le famiglie non possono essere abbandonate a se stesse dalle istituzioni e dalle forze sociali nello sforzo di garantire ai figli ambienti sani, positivi e ricchi di valori umani e religiosi.
7. Care famiglie, nell'affrontare queste grandi sfide non vi scoraggiate e non sentitevi sole: il Signore crede in voi; la Chiesa cammina con voi; gli uomini di buona volontà guardano con fiducia a voi!
Voi siete chiamate ad essere protagoniste del futuro dell'umanità, plasmando il volto di questo nuovo millennio. In questo compito vi assiste e vi guida la Vergine Maria, nostra Madre, qui presente in mezzo a noi in una sua immagine particolarmente venerata. Alla Madonna di Loreto, Regina della Famiglia, che nella casa di Nazaret, con il suo sposo Giuseppe, ha sperimentato le gioie e le fatiche della vita familiare, affido ogni vostra speranza, invocandone la celeste protezione. Carissimi sposi, il Signore vi confermi nell'impegno assunto con le promesse coniugali nel giorno delle nozze. Il Papa e la Chiesa pregano per voi. Di gran cuore vi benedico, insieme con i vostri figli!
[01683-01.01] [Testo originale: Italiano]