All’arrivo all’aeroporto internazionale di Yerevan, previsto per le 13 (ora locale), il Papa è accolto dal Presidente della Repubblica Armena, S.E. il Sig. Robert Kotcharian, dalle Autorità politiche e civili, dal Catholicos Patriarca Supremo di tutti gli Armeni, S.S. Karekin II, dagli Ordinari della Chiesa Cattolica in Armenia, dai membri del Corpo Diplomatico e dal Nunzio Apostolico S.E. Mons. Peter Stephan Zurbriggen.
Dopo i saluti del Presidente della Repubblica Armena, Sig. Robert Kotcharian, e del Catholicos Karekin II, il Santo Padre pronuncia il discorso in lingua inglese di cui pubblichiamo di seguito anche la traduzione in lingua italiana:
DISCORSO IN LINGUA ORIGINALE
Mr President,
Your Holiness,
Dear Armenian Friends,
1. I give thanks to Almighty God that today, for the first time, the Bishop of Rome stands on Armenian soil in this ancient and beloved land, of which your great poet Daniel Varujan once wrote: "From the villages to the far horizons / the land spreads forth as mother" (The Call of the Lands). For a long time I have awaited this moment of grace and joy – and most especially since the visits to the Vatican by yourself, Mr President, and by Your Holiness, Supreme Patriarch and Catholicos of All Armenians.
I am deeply grateful to you, Mr President, for your gracious words of welcome on behalf of the Government and people of Armenia. I take this opportunity to thank the Civil and Military Authorities, as well as the Diplomatic Corps accredited to Armenia, for welcoming me here today. In greeting you, my esteem and friendship extend not only to the Armenians living here in your homeland, but also to the millions scattered throughout the world who remain faithful to their heritage and identity, and today look to their land of origin with renewed pride and gladness. Their hearts too beat with the sentiments described by Varujan in one of his poems: "My soul delights to plunge into the shining wave of blue, / to sink, if need be, into the celestial fires; / to know new stars, the ancient long lost homeland, / from where my soul has fallen and still weeps remembering heaven" (Nights on the Threshing Floor).
2. Your Holiness, Catholicos Karekin, with fraternal love in the Lord I embrace you and the Church over which you preside. Without your encouragement I would not now be here, a pilgrim on a spiritual journey to honour the extraordinary witness of Christian life borne by the Armenian Apostolic Church through so many centuries, and not least in the Twentieth Century, which for you was a time of unspeakable terror and suffering. The whole Catholic Church shares your deep joy and the joy of all Armenians on the Seventeen Hundredth Anniversary of the proclamation of Christianity as the official religion of this cherished land.
I embrace my Brother Bishops and all the faithful of the Catholic Church in Armenia and the surrounding regions, eager to confirm you in the love of our Lord Jesus Christ and in the service of your neighbour and of your country.
3. I am deeply moved as I think of the glorious history of Christianity in this land, going back according to tradition to the preaching of the Apostles Thaddeus and Bartholomew. Later, through the witness and work of Saint Gregory the Illuminator, Christianity for the first time became the faith of an entire nation. For ever, the annals of the universal Church will say that the people of Armenia were the first as a whole people to embrace the grace and truth of the Gospel of our Lord Jesus Christ. Since those epic times, your Church has never ceased to sing the praises of God the Father, to celebrate the mystery of the Death and Resurrection of his Son Jesus Christ and to invoke the help of the Holy Spirit, the Consoler. You zealously guard the memory of your many martyrs: indeed, martyrdom has been the special mark of the Armenian Church and the Armenian people.
4. Armenia’s past is inseparable from her Christian faith. Fidelity to the Gospel of Jesus Christ will contribute no less to the future which the nation is building beyond the devastations of the past century. Mr President, dear Friends, you have just celebrated the tenth anniversary of independence. That was a significant step on the path towards a just and harmonious society in which all will feel fully at home and see their legitimate rights respected. Everyone, especially those responsible for public life, are called today to be genuinely committed to the common good, in justice and solidarity, putting the progress of the people ahead of any partial interests. This is also true in the urgent search for peace at the regional level. Peace will only be built on the solid foundations of mutual respect, justice in inter-community relations, and magnanimity on the part of the strong.
Armenia has become a member of the Council of Europe, and this indicates your determination to work with decision and courage to implement the democratic reforms of the country’s institutions needed to guarantee respect for the human and civil rights of its citizens. These are difficult but also challenging and uplifting times for the nation. May they be met by a firm resolve on the part of everyone to love their country, and sacrifice themselves for the spiritual and material well-being of its people!
God bless the Armenian people with freedom, prosperity and peace!
[01479-02.01] [Original text: English]
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Signor Presidente,
Santità,
Cari Amici dell’Armenia!
1. Rendo grazie a Dio Onnipotente perché oggi, per la prima volta, il Vescovo di Roma si trova sul suolo armeno, in questa antica ed amata terra, della quale così cantava il vostro grande poeta Daniel Varujan: "Dai villaggi fino agli orizzonti / si estende la maternità della vostra terra" (Il richiamo delle terre). Da lungo tempo ho atteso questo momento di grazia e di gioia, e in modo speciale sin dalle visite in Vaticano effettuate da Lei, Signor Presidente, e da Lei, Santità, Supremo Patriarca e Catholicos di Tutti gli Armeni.
Le sono profondamente grato, Signor Presidente, per le gentili parole di benvenuto che mi ha rivolto a nome del Governo e degli abitanti dell’Armenia. Ringrazio altresì le Autorità Civili e Militari, come pure il Corpo Diplomatico accreditato in Armenia, per avermi dato oggi il benvenuto. Nel rivolgermi a Lei, Signor Presidente, desidero estendere l’espressione della mia stima e della mia amicizia non soltanto ai concittadini che vivono in patria, ma anche ai milioni di Armeni sparsi in tutto il mondo, i quali rimangono fedeli al loro retaggio e alla loro identità, ed oggi guardano alla loro terra di origine con rinnovato orgoglio e contentezza. Anche nel loro cuore pulsano i sentimenti espressi da Varujan in una sua poesia: "È squisito per il mio cuore tuffarsi nell’onda luminosa di azzurro, / naufragare – se è necessario – nei fuochi celesti; / conoscere nuove stelle, l’antica patria perduta, / da dove la mia anima caduta piange ancora la nostalgia del cielo" (Notte sull’aia).
2. Santità, Catholicos Karekin, abbraccio con fraterno amore nel Signore Lei e la Chiesa che Ella presiede. Senza il Suo incoraggiamento io non sarei ora qui, come pellegrino in viaggio spirituale per onorare la straordinaria testimonianza di vita cristiana offerta dalla Chiesa Apostolica Armena lungo tanti secoli, e soprattutto nel ventesimo secolo, che per voi è stato un tempo di indicibile terrore e sofferenza. Nel 1700E anniversario della proclamazione del Cristianesimo come religione ufficiale di questa terra amatissima, l’intera Chiesa Cattolica condivide la vostra intima gioia e quella di tutti gli Armeni.
Porgo il mio abbraccio ai Fratelli Vescovi e a tutti i fedeli della Chiesa Cattolica in Armenia e delle regioni vicine, lieto di confermarvi nell’amore del nostro Signore Gesù Cristo, come pure nel servizio al prossimo e al vostro Paese.
3. Sono profondamente commosso al pensiero della gloriosa storia del Cristianesimo in questa terra, che, secondo la tradizione, si rifa' alla predicazione degli apostoli Taddeo e Bartolomeo. In seguito, attraverso la testimonianza e l’opera di san Gregorio l’Illuminatore, il Cristianesimo divenne, per la prima volta, la fede di un’intera Nazione. Gli Annali della Chiesa universale affermeranno per sempre che le genti dell’Armenia furono le prime, come popolo, ad abbracciare la grazia e la verità del Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Da quei tempi epici, la vostra Chiesa non ha mai cessato di cantare le lodi di Dio Padre, di celebrare il mistero della morte e risurrezione del Figlio suo Gesù Cristo, e di invocare l’aiuto dello Spirito Santo, il Consolatore. Voi custodite con zelo la memoria dei vostri numerosi martiri, e in verità il martirio è stato un marchio speciale della Chiesa e del popolo armeni.
4. Il passato dell’Armenia è inseparabile dalla sua fede cristiana. La fedeltà al Vangelo di Gesù Cristo contribuirà ugualmente anche al futuro che la Nazione sta costruendo, dopo le devastazioni del secolo passato. Signor Presidente, cari Amici, avete appena celebrato il decimo anniversario della vostra indipendenza. Si è trattato di un passo significativo sul cammino verso una società giusta e armoniosa, nella quale tutti si sentano pienamente come a casa e possano vedere rispettati i loro legittimi diritti. Tutti, e in particolare, quanti sono responsabili della cosa pubblica, sono chiamati oggi a un genuino impegno per il bene comune, nella giustizia e nella solidarietà, ponendo il progresso del popolo davanti a qualsiasi altro interesse parziale. E questo è vero anche nell’urgente ricerca della pace in questa regione. La pace può essere costruita solo sulle solide fondamenta del rispetto reciproco, della giustizia nelle relazioni fra comunità diverse, e nella magnanimità da parte dei forti.
L’Armenia è divenuta membro del Consiglio d’Europa, e ciò indica la vostra determinazione di operare con decisione e coraggio nel porre in atto le riforme democratiche delle istituzioni dello Stato, necessarie per garantire il rispetto dei diritti umani e civili dei cittadini. Sono tempi difficili, ma anche tempi che sfidano la Nazione e le infondono coraggio. Ognuno deve fermamente decidere di amare la propria terra e di sacrificare se stesso per il genuino sviluppo come pure per il benessere spirituale e materiale del suo popolo!
Dio benedica il popolo armeno con la libertà, la prosperità e la pace!
[01479-01.01] [Testo originale: Inglese]
● VISITA DI PREGHIERA ALLA CATTEDRALE APOSTOLICA DI ETCHMIADZIN
DISCORSO IN LINGUA ORIGINALE
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Alle 14.15, lasciato l’aeroporto internazionale di Yerevan dopo la cerimonia di benvenuto, Giovanni Paolo II raggiunge la Sede della Chiesa Armena Apostolica di Etchmiadzin, luogo di residenza del Catholicos, che sarà in questi giorni anche Residenza Pontificia.
Il Santo Padre si reca subito nella Cattedrale Apostolica di Etchmiadzin, dove è tradizione che i Capi religiosi inizino le loro visite con una breve sosta di preghiera. Qui, dopo il saluto del Catholicos Patriarca Supremo di tutti gli Armeni, S.S. Karekin II, il Papa pronuncia un discorso in lingua inglese.
All’uscita dalla Cattedrale, il Santo Padre si raccoglie in preghiera presso le tombe dei Catholicos, tra cui quelle di S.S. Vasken I e di S.S. Karekin I.
Pubblichiamo di seguito il discorso del Papa in lingua originale e la traduzione in lingua italiana:
DISCORSO IN LINGUA ORIGINALE
Venerable Brother, Supreme Patriarch and Catholicos of All Armenians,
Brothers and Sisters in Christ,
God’s blessing be upon you all!
1. My pilgrim steps have brought me to Armenia to praise God for the light of the Gospel which, seventeen centuries ago, spread through this land from this place where Saint Gregory the Illuminator received the heavenly vision of the Son of God in the form of light. Holy Etchmiadzin stands as the great symbol of Armenia’s faith in the only-begotten Son of God who came down from heaven, who died to redeem us from sin, and whose resurrection inaugurates the new heavens and the new earth. For all Armenians, Etchmiadzin remains the pledge of perseverance in that faith, despite the suffering and bloodshed past and present, which your troubled history has made the price of your fidelity. In this place I wish to testify that your faith is our faith in Jesus Christ, true God and true man: "there is one Lord, one faith, one baptism" (Eph 4:5).
Here at Holy Etchmiadzin, I am overjoyed to return the kiss of peace which Your Holiness gave me last November at the tomb of the Apostle Peter in Rome. With intense emotion, I greet you and the Archbishops, Bishops, monks, priests and faithful of the beloved Armenian Apostolic Church. As Bishop of Rome, I kneel in admiration of the heavenly gift of your people’s Baptism, and I pay tribute to this temple, symbol of the nation, which, from the beginning, in accordance with Saint Gregory’s vision, bears on its columns the sign of martyrdom.
2. Thank you, Holiness, for welcoming me to your home. This is the first time that the Bishop of Rome, for the extent of his visit to a country, is staying in the home and sharing the daily life of a Brother who presides over one of the glorious Churches of the East. Thank you for this sign of love, which moves me deeply and speaks of profound friendship and fraternal charity to the hearts of all Catholics.
My thoughts turn at this moment to your venerable predecessors. I am thinking of Catholicos Vazken I who worked so much that his people might see the promised land of freedom, and went to God just as independence had arrived. I am thinking of the unforgettable Catholicos Karekin I who was like a brother to me. My desire to visit him when ill health had taken final hold of him could not be fulfilled, even though I wanted it with all my heart. That wish is being satisfied here today with Your Holiness, equally dear and beloved Brother. I look forward to these days when, hand in hand with you, I shall meet the Armenian people and together we shall thank Almighty God for seventeen hundred years of Christian fidelity.
3. Lord and Saviour Jesus Christ, grant us to understand the splendid truth of what Saint Gregory heard here: that the doors of your love for your creatures have been thrown open... that the light which fills the earth is the preaching of your Gospel.
Make us worthy, Lord, of the grace of these days. Receive our common prayer; accept the gratitude of the whole Church for the faith of the Armenian people. Inspire us with words and gestures that show the love of one brother for another.
We ask this through the intercession of the great Mother of God, Queen of Armenia, and of Saint Gregory, to whom the Word appeared here in the form of light. Amen.
[01480-02.01] [Original text: English]
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Venerato Fratello, Supremo Patriarca e Catholicos di Tutti gli Armeni,
Carissimi Fratelli e Sorelle in Cristo!
Scenda su tutti la benedizione di Dio!
1. I miei passi di pellegrino mi hanno condotto in Armenia per dar lode a Dio per la luce del Vangelo che, diciassette secoli fa, si è diffusa in questa terra da questo luogo dove San Gregorio l’Illuminatore ricevette la visione celeste del Figlio di Dio in forma di luce. La Santa Etchmiadzin si erge quale grande simbolo della fede dell’Armenia nell’Unigenito Figlio di Dio che discese dal cielo, morì per la nostra redenzione dal peccato, e la cui risurrezione inaugura i nuovi cieli e la nuova terra. Per tutti gli Armeni, Etchmiadzin rimane il pegno della perseveranza in quella medesima fede, nonostante le sofferenze e lo spargimento di sangue di ieri e di oggi, che la vostra storia travagliata ha richiesto come prezzo della vostra fedeltà. In questo luogo desidero testimoniare che la vostra fede è la nostra fede in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo: "Un solo Signore, una sola fede, un solo Battesimo" (Ef 4,5).
Qui nella Santa Etchmiadzin, con animo colmo di gioia ricambio il bacio di pace che Vostra Santità mi diede lo scorso novembre presso la tomba dell’apostolo Pietro in Roma. Con emozione intensa, saluto Lei, gli Arcivescovi, i Vescovi, i monaci, i sacerdoti e i fedeli dell’amata Chiesa Apostolica Armena. Come Vescovo di Roma, mi inginocchio ammirato di fronte al dono celeste del Battesimo del vostro popolo, e rendo omaggio a questo tempio, simbolo della Nazione, che sin dagli inizi, secondo la visione di san Gregorio, porta sulle sue colonne il segno del martirio.
2. Grazie, Santità, per avermi dato il benvenuto nella Sua casa. È la prima volta che il Papa di Roma, durante l’intero suo soggiorno in un Paese, dimora nella casa di un suo Fratello, che presiede ad una gloriosa Chiesa d’Oriente, e con lui condivide la vita quotidiana sotto lo stesso tetto. Grazie per questo segno di amore che mi commuove grandemente e parla al cuore di tutti i cattolici di profonda amicizia e di carità fraterna.
Il mio pensiero, in questo momento, va ai Suoi venerati Predecessori. Mi riferisco al Catholicos Vazken I, che tanto fece perché il suo popolo potesse vedere la terra promessa della libertà, e ritornò a Dio proprio nel momento in cui giunse l’indipendenza. Penso all’indimenticabile Catholicos Karekin I, che per me fu come un fratello. Il mio progetto di rendergli visita, quando la cattiva salute stava prendendo il sopravvento su di lui, non poté essere realizzato, anche se lo speravo con tutto il cuore. Questo desiderio si compie qui oggi con Vostra Santità, Fratello egualmente caro e amato. Attendo ardentemente i prossimi giorni quando, mano nella mano con Lei, incontrerò il popolo armeno e insieme renderemo grazie a Dio Onnipotente per diciassette secoli di fedeltà a Cristo.
3. Gesù Cristo, Signore e Salvatore, donaci di comprendere la splendida verità che san Gregorio ha udito in questo posto: che "le porte del tuo amore per le tue creature sono spalancate… che la luce che riempie la terra è la predicazione del tuo Vangelo".
Signore, rendici degni della grazia di questi giorni. Accogli la nostra comune preghiera; accetta la gratitudine della Chiesa intera per la fede del popolo armeno. Ispiraci parole e gesti che dimostrino l’amore del fratello per il fratello. Questo ti chiediamo per l’intercessione di Maria, la gran Madre di Dio, Regina dell’Armenia, e di san Gregorio, al quale il Verbo qui apparve in forma di luce. Amen.
[01480-01.01] [Testo originale: Inglese]
● INCONTRO UFFICIALE DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II CON SUA SANTITÀ IL CATHOLICOS KAREKIN II, NEL PALAZZO APOSTOLICO DI ETCHMIADZIN
Questo pomeriggio, alle ore 18, nel Grande Salone del Palazzo Apostolico di Etchmiadzin, ha luogo l’incontro ufficiale del Santo Padre Giovanni Paolo II con Sua Santità il Catholicos Karekin II.
Dopo il colloquio privato, avviene lo scambio dei doni e la presentazione reciproca dei rispettivi collaboratori.
[01512-01.01]