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VISITA PASTORALE DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II IN UCRAINA (23-27 GIUGNO 2001) - (V), 24.06.2001


Alle ore 13, Giovanni Paolo II si reca nella Nunziatura Apostolica di Kyiv dove ha luogo l’incontro e successivamente il pranzo con l’Episcopato cattolico ucraino (che comprende i membri del Sinodo della Chiesa greco-cattolica e i quelli della Conferenza Episcopale latina) e con i Cardinali e Vescovi del Seguito papale.

Pubblichiamo di seguito la traduzione in lingua italiana e inglese del testo ucraino del discorso del Santo Padre ai Membri dell’Episcopato cattolico ucraino:

 TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Venerati Fratelli nell'Episcopato!

1. Vi saluto e abbraccio tutti nel Signore! E' per me motivo di grande gioia incontrarvi nella vostra amata Terra, ascoltarvi e riflettere con voi sul cammino di comunione e sul promettente sforzo di evangelizzazione in corso nelle vostre Comunità ecclesiali. Da dieci anni, da quando cioè il vostro Paese ha riacquistato l'indipendenza dopo la fine della dittatura comunista, esse hanno ripreso a organizzarsi per una più efficace azione pastorale e guardano con speranza verso il futuro. Per loro chiedo una rinnovata effusione di grazie da parte di Colui che - secondo un'efficace espressione del Servo di Dio Papa Paolo VI - è "animatore e santificatore della Chiesa, suo respiro divino, il vento delle sue vele, suo principio unificatore, sua sorgente interiore di luce e di forza, suo sostegno e suo consolatore, sua sorgente di carismi e di canti, sua pace e suo gaudio, suo pegno e preludio di vita beata ed eterna" (Paolo VI, Insegnamenti X [1972], pp. 1210-1211).

2. La gioia dell'odierno incontro si farà più intensa nei prossimi giorni, quando prenderemo parte insieme alla solenne beatificazione di alcuni vostri Confratelli, che hanno esercitato il ministero episcopale in condizioni di estrema precarietà. Renderemo loro l'omaggio della nostra gratitudine per aver conservato intatto con il loro sacrificio il patrimonio della fede cristiana tra i fedeli delle loro Chiese. Elevandoli agli onori degli altari, vorrei estendere la nostra grata memoria ad altri Pastori che, essi pure, hanno pagato a caro prezzo la fedeltà a Cristo e la decisione di restare uniti al Successore di Pietro.

Come non ricordare, tra questi, il Servo di Dio, Metropolita Andrey Sheptytskyj? Il mio venerato predecessore, il Papa Pio XII, ebbe a dire che la sua nobile vita fu stroncata "non tanto dalla sua tarda età, quanto dalle sofferenze del suo animo di Pastore, percosso insieme al suo gregge" (AAS XLIV [1955], p. 877). Insieme a lui, ricordo il Cardinale Yosyf Slipyj, primo Rettore dell'Accademia teologica Greco-cattolica di Leopoli, felicemente riaperta di recente. Questo eroico confessore della fede ha conosciuto il rigore della prigionia per ben 18 anni.

Ci sono ancora tra noi sacerdoti e Vescovi che hanno sperimentato il carcere e la persecuzione. Mentre vi abbraccio commosso, carissimi Fratelli, rendo lode a Dio per la vostra fedele testimonianza. Essa mi incoraggia a svolgere con sempre più coraggiosa dedizione il mio servizio alla Chiesa universale. Faccio mie le parole che voi siete soliti ripetere nella liturgia di san Giovanni Crisostomo: "Diamo noi stessi, l'un l'altro, e la nostra intera esistenza a Cristo, nostro Dio". Questa è la lezione dei martiri e dei confessori della fede. Questa lezione dobbiamo apprendere e vivere anche noi, Pastori del gregge che Iddio ci ha affidato.

3. E' vero, conservare e tramandare il patrimonio della fede è impegno di tutta la Chiesa. Spetta però ai Pastori il gravoso compito di essere guide sicure, maestri illuminati e testimoni esemplari per il popolo cristiano. A questa nostra specifica responsabilità fa riferimento il tema che il Sinodo dei Vescovi della Chiesa Greco-cattolica Ucraina affronterà quest'anno: "La persona e la responsabilità del Vescovo". Permettetemi, al riguardo, di offrirvi con spirito di fraterno servizio qualche personale riflessione nel corso di quest'incontro, che vi vede riuniti insieme, Vescovi orientali e latini.

Vorrei anzitutto insieme con voi, primi responsabili delle vostre Chiese, rendere grazie a Dio per la testimonianza che danno i cattolici in questa Terra, dove la Chiesa presenta la sua realtà divina ed umana, impreziosita dal genio della cultura ucraina. Qui la Chiesa respira con i due polmoni della tradizione orientale e di quella occidentale. Qui si incontrano in fraterno dialogo quanti attingono alle fonti della spiritualità bizantina e quelli che si alimentano alla spiritualità latina. Qui il senso profondo del mistero che domina la santa liturgia delle Chiese di Oriente e la mistica essenzialità del rito latino si confrontano e si arricchiscono reciprocamente.

Vivere l'appartenenza all'unica Chiesa, rispettando le diverse tradizioni rituali, vi offre la grande opportunità di rendere operante un significativo "laboratorio ecclesiale" nel quale costruire l'unità nella diversità. E' questa la strada più adatta per rispondere alle numerose e complesse sfide pastorali del momento presente. A questa ricerca invito ad offrire il proprio contributo, in stretta e fattiva cooperazione, sia voi, componenti del Sinodo dei Vescovi della Chiesa Greco-cattolica Ucraina, che voi, Vescovi della Conferenza Episcopale Ucraina. Annunciate con cuore unanime il Vangelo di Cristo, superando ogni tentazione di divisione e di contrasto. L'unica "competizione" tra voi, cari Fratelli nell'Episcopato, sia gareggiare nello stimarvi a vicenda (cfr Rm 12,10) e nel tendere alla santità.

Curate la comunione tra voi e con i presbiteri in un clima di affetto, di attenzione e di dialogo rispettoso e fraterno. Dalla qualità di questi rapporti dipende in gran parte l'efficacia dell'opera di evangelizzazione.

4. In questi dieci anni, le vostre Chiese hanno conosciuto una straordinaria fioritura di vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa. Ciò pone l'esigenza di una particolare cura per la formazione spirituale, intellettuale e pastorale di quanti sono chiamati al sacerdozio e alla vita consacrata. Occorre garantire, in primo luogo, ai futuri presbiteri una profonda spiritualità, una rigorosa preparazione filosofico-teologica ed una solida abilitazione alla vita pastorale, ancorata ai valori perenni della tradizione cattolica, ma attenta ai segni dei tempi. Condizione necessaria per il raggiungimento di tali obiettivi è la presenza, nei Seminari e negli Istituti di formazione, di valenti educatori e di docenti specializzati, che assicurino un solido impianto intellettuale e spirituale nei sacerdoti di domani. Analoga cura va posta nella formazione dei membri degli Istituti di vita consacrata, in particolare di quelli femminili.

Altro fondamentale obiettivo che attende le vostre Chiese è una capillare, competente e aggiornata catechesi rivolta agli adulti e alle nuove generazioni. A tale proposito, sarà di grande aiuto il Catechismo della Chiesa Cattolica, che costituisce un provvidenziale strumento per la presentazione organica e sistematica della fede cattolica ai vicini ed ai lontani. Occorre tuttavia ricordare che l'istruzione catechistica rappresenta soltanto uno degli elementi del più vasto itinerario di iniziazione cristiana, che prevede, accanto all'annuncio delle verità di fede, l'educazione alla preghiera personale e liturgica, l'esperienza della comunione fraterna e la formazione al servizio ecclesiale. Soltanto una formazione cristiana integrale può portare al raggiungimento del fine specifico della catechesi, che "rimane quello di sviluppare, con l'aiuto di Dio, una fede ancora germinale, di promuovere in pienezza e di nutrire quotidianamente la vita cristiana dei fedeli di tutte le età", perché il discepolo del Signore possa imparare "a pensare come Lui, a giudicare come Lui, ad agire in conformità con i suoi comandamenti, a sperare secondo il suo invito" (Esort. ap. Catechesi tradendae, 20).

5. In questi ultimi anni, caratterizzati anche in Ucraina da rapide e profonde mutazioni sociali, la famiglia sta vivendo una forte crisi, come dimostrano i numerosi divorzi e la diffusa pratica dell'aborto. Sia, pertanto, la famiglia una delle vostre priorità pastorali. In particolare, preoccupatevi di educare le famiglie cristiane ad una forte esperienza di Dio e alla piena consapevolezza del progetto del Creatore sul matrimonio perché, rinnovando il tessuto spirituale della loro convivenza, possano contribuire ad accrescere la qualità dell'intera società civile.

All'evangelizzazione della famiglia è legata la pastorale giovanile. I modelli di vita edonistici e materialistici presentati da molti mass-media, la crisi di valori che investe la famiglia, l'illusione di una vita facile che esclude il sacrificio, i problemi della disoccupazione e l'insicurezza del domani spesso generano nei giovani un grande disorientamento, rendendoli disponibili a proposte di vita effimere e senza valori o a preoccupanti forme di evasione. E' necessario investire energie e mezzi nella loro formazione umana e cristiana.

Nella prospettiva di un'efficace opera di formazione delle nuove generazioni, ho appreso con piacere che è vostra intenzione creare un "Istituto di Scienze Sociali", nel quale sia offerta un'approfondita conoscenza della dottrina sociale della Chiesa. L'iniziativa appare quanto mai opportuna. Volentieri, pertanto, la incoraggio e la benedico.

6. Venerati Fratelli, si apre davanti a voi un periodo importante dal quale dipenderà la "qualità" della presenza della Chiesa in terra Ucraina nel prossimo millennio. Durante la persecuzione comunista la Chiesa greco-cattolica e quella latino-cattolica hanno tenuto rapporti esemplari, che hanno costituito la salda premessa della successiva fioritura ecclesiale. Facendo tesoro di tale esperienza, oggi occorre collaborare di più e meglio per adempiere all'esigente compito della nuova evangelizzazione. Le vostre Chiese, come già avviene felicemente in diverse situazioni pastorali, sappiano trovare forme articolate di intesa e di reciproco aiuto nel campo della catechesi, dei centri d'istruzione cattolica, della presenza nei mass-media, come pure nel vasto e complesso campo della promozione umana. Ovunque i cattolici si presentino concordi, pronti al dialogo e al servizio reciproco.

Il Sinodo della Chiesa Greco-cattolica Ucraina abbraccia molti fedeli in diaspora e questo presenta nuove sfide pastorali. Per affrontarle occorre, ancora una volta, essere uniti. Un'unità operante in primo luogo tra i Vescovi e i sacerdoti, alla luce dell'insegnamento del Concilio Vaticano II che invita i Vescovi a considerare i sacerdoti come "fratelli e amici" (Presbyterorum ordinis, 7). Tale unità dovrà coinvolgere poi le persone di vita consacrata ed i laici impegnati, per il bene spirituale dell'intero Corpo mistico di Cristo.

7. Questa forte esperienza di comunione all'interno della Chiesa cattolica stimolerà di certo forme adeguate di fraterna collaborazione con i fratelli Ortodossi, per rispondere insieme alla ricerca di verità e di gioia dell'uomo contemporaneo, che soltanto Gesù Cristo può soddisfare pienamente. Il dialogo ecumenico non può pertanto non costituire per i credenti e le Chiese in Ucraina un'ineludibile priorità. La divisione dei cristiani in differenti confessioni rappresenta una delle più grandi sfide dei nostri giorni. Lungo è il cammino che dobbiamo percorrere per giungere alla piena riconciliazione e alla comunione anche visibile tra i discepoli di Cristo, ma l'esperienza del passato aiuta a guardare al futuro con fiducia.

La sete di unità si è fatta più intensa dopo il Concilio Vaticano II ed oggi cresce in tutti i cristiani la consapevolezza della necessità d'una coraggiosa intesa e d'una più stretta collaborazione. Io, Successore di Pietro, vi incoraggio oggi e vi esorto, carissimi Fratelli nell'Episcopato, a proseguire su questa strada ed assicuro il sostegno della Sede Apostolica ai vostri sforzi generosi. Il Papa è con voi nel vostro quotidiano impegno a servizio dei fedeli e vi accompagna con la sua preghiera. Con questi sentimenti nel cuore, affido le vostre persone, le vostre Chiese, i progetti e le speranze del Popolo di Dio che è in Ucraina alla celeste Madre di Dio e di cuore vi benedico.

[01075-01.02] [Testo originale: Ucraino]

 TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

Dear Brothers in the Episcopate,

1. I greet you and I embrace you all in the Lord! It is a great joy for me to meet you in your beloved land, to listen to you and to reflect with you upon the journey of communion and upon the promising work of evangelization being done in your communities. In the ten years since your country regained independence after the end of the Communist regime, your communities have organized themselves anew for the sake of more effective pastoral action, and they now look with hope to the future. I invoke upon them a new outpouring of grace from him who is – as the Servant of God Pope Paul VI said so tellingly – "the one who enlivens and sanctifies the Church, her divine breath, the wind in her sails, her principle of unity, her inner wellspring of light and strength, her support and consolation, the source of her gifts and songs, her peace and her joy, her pledge and prelude of blessed and eternal life" (General Audience, 29 November 1972, Insegnamenti X, pp. 1210-1211).

2. The joy of today’s meeting will grow still stronger in the days to come, when together we shall take part in the solemn beatification of some of your brother Bishops, who exercised their episcopal ministry in the most dangerous of circumstances. We will pay them the homage of our gratitude for having preserved intact, by their sacrifice, the heritage of Christian faith among the members of their Churches. In raising them to the honours of the altar, I wish to recall with gratitude other Pastors too who also paid dearly for their faithfulness to Christ and for their decision to remain in union with the Successor of Peter.

How can we fail to recall, among them, the Servant of God Metropolitan Andrii Sheptytsky? My revered predecessor, Pope Pius XII, declared that his noble life was cut short "not so much by his advanced age, but by the sufferings of his soul as Pastor, struck down with his flock" (AAS XLIV [1955], p. 877). Together with him, I recall Cardinal Joseph Slipyj, first Rector of the Greek Catholic Theological Academy of Lviv, happily reopened in recent times. This heroic confessor of the faith suffered the hardship of imprisonment for eighteen long years.

Among you there are still priests and Bishops who were imprisoned and persecuted. In embracing you with deep emotion, dear Brothers, I give praise to God for your faithful witness. It encourages me to accomplish my own service to the universal Church with ever more courageous dedication. I make my own the words which you say when you celebrate the Liturgy of Saint John Chrysostom: "We give ourselves, each of us, and our entire life to Christ, our God". This is what the martyrs and the confessors of the faith teach us. It is a lesson which we too must learn and live as Pastors of the flock which God has entrusted to us.

3. It is true that it is the task of the whole Church to preserve and pass on the heritage of faith. But it is the solemn duty of Pastors to be trustworthy guides, enlightened teachers and exemplary witnesses for the Christian people. This special responsibility of ours is referred to in the theme to be addressed by the Synod of Bishops of the Greek Catholic Ukrainian Church this year: "The person and responsibility of the Bishop". On this point, allow me in a spirit of fraternal service to offer you some personal reflections in today’s meeting, which brings together both Eastern and Latin Bishops.

First of all, in union with you, who have prime responsibility for your Churches, I wish to give thanks to God for the witness given by Catholics in this land, where the Church shows forth her divine and human reality, embellished by the genius of Ukrainian culture. Here the Church breathes with the two lungs of the Eastern and Western traditions. Here there is a fraternal meeting between those who draw from the sources of Byzantine spirituality and those who are nourished by Latin spirituality. Here the deep sense of mystery which suffuses the holy liturgy of the Eastern Churches and the mystical succinctness of the Latin Rite come face to face and mutually enrich each other.

Living as members of the one Church, yet respectful of different ritual traditions, you have a great opportunity to take part as it were in an important "ecclesial workshop" aimed at building unity in diversity. This is the best way to respond to the many and complex pastoral challenges of the present time. In this search, I invite you who are members of the Synod of Bishops of the Greek Catholic Ukrainian Church and you who are Bishops of the Ukrainian Episcopal Conference to make your distinctive contributions in close and active cooperation. With one heart, proclaim the Gospel of Christ, overcoming every temptation to division and disagreement. Let the only "competition" between you, dear Brother Bishops, be in vying in esteem for one another (cf. Rom 12:10) and in striving for holiness.

Foster communion between yourselves and with your priests in a climate of affection, concern and respectful and fraternal dialogue. Success in the work of evangelization depends in large part upon the quality of these relationships.

4. In the last ten years, your Churches have known an extraordinary flourishing of vocations to the priestly and religious life. This calls for special care in the spiritual, intellectual and pastoral formation of those called to the priesthood or the consecrated life. It is necessary first of all to ensure that future priests have a deep spirituality, a rigorous philosophical and theological preparation, and a solid introduction to pastoral life, anchored in the enduring values of the Catholic tradition but attentive to the signs of the times. An essential condition for achieving these goals is the presence in seminaries and houses of formation of first-rate educators and highly trained teachers, who can ensure a solid intellectual and spiritual foundation for the priests of tomorrow. The same care needs to be given to the formation of members of Institutes of consecrated life, especially Religious women.

Another fundamental task for your Churches is a comprehensive, competent and up-to-date catechesis of adults and young people. In this regard, you will find great help in the Catechism of the Catholic Church, which is a providential means of presenting the Catholic faith in an ordered and complete way to those near and far. It should be remembered, however, that catechetical instruction is only one element in the much wider process of Christian initiation, which includes, alongside proclamation of the truths of the faith, education in personal and liturgical prayer, the experience of fraternal communion and training for service in the Church. Only an integral Christian formation can lead to the specific goal of catechesis, which "is to develop, with God’s help, an as yet initial faith, and to advance in fullness and to nourish day by day the Christian life of the faithful, young and old", so that the Lord’s disciples can learn "to think like him, to judge like him, to act in conformity with his commandments, and to hope as he invites us to" (Catechesi Tradendae, 20).

5. In recent years, which have been marked by rapid and profound social change in Ukraine as elsewhere, the family has been passing through a severe crisis, as we see in the large number of divorces and the widespread practice of abortion. Let the family therefore be one of your pastoral priorities. In particular, be concerned to lead Christian families to a powerful experience of God and to a full awareness of the Creator’s plan for marriage so that, renewing the spiritual fabric of their life together, they can help improve the quality of society as a whole.

Pastoral care of the young is linked to the evangelization of the family. The models of hedonistic and materialistic life often presented by the mass media, the crisis of values affecting the family, the illusion of an easy life without effort, the problems of unemployment and uncertainty about the future often create serious disorientation in young people, making them susceptible to ephemeral visions of life stripped of values or to worrying forms of escapism. Energy and resources must be invested in their human and Christian formation. In this regard, I was pleased to learn that you plan to establish an Institute of Social Sciences, which will provide a deeper understanding of the Church’s social teaching. This is an initiative which seems very timely, and I am therefore glad to offer my encouragement and blessing.

6. Venerable Brothers, before you there stretches an important time which will determine the "quality" of the Church’s presence in Ukraine in the next millennium. During the Communist persecution, relations between the Greek Catholic Church and the Latin Catholic Church were exemplary, and this provided the solid basis for the subsequent flourishing of the Church. Treasuring that experience, you must now continue to work together in order to carry out the demanding task of the new evangelization. May your Churches, as is already happening in various pastoral situations, be successful in finding structured forms of cooperation and mutual assistance in the field of catechesis, in Catholic centres of learning, in the mass media, and in the vast and complex sector of human development. In every circumstance, let Catholics be one in heart and open to dialogue and mutual solidarity.

The Synod of the Greek Catholic Ukrainian Church embraces many faithful in the diaspora, and this presents new pastoral challenges. To respond to these, it is again essential to be united. There must be effective unity, first of all among the Bishops and priests, in the light of the teaching of the Second Vatican Council which invites Bishops to consider priests as "brothers and friends" (Presbyterorum Ordinis, 7). Then this unity will go on to embrace consecrated men and women and committed lay people, for the spiritual welfare of the entire mystical Body of Christ.

7. This deep experience of communion within the Catholic Church will doubtless stimulate appropriate forms of fraternal cooperation with our Orthodox brethren, so that together we can respond to contemporary man’s quest for truth and joy, which Jesus Christ alone can fully satisfy. Ecumenical dialogue must therefore be an indispensable priority for believers and for the Churches in Ukraine. The division of Christians into different confessions represents one of the greatest challenges of our time. We have a long way to go to reach full reconciliation and visible communion among Christ’s disciples, but the experience of the past helps us to look to the future with confidence.

The thirst for unity has become more intense since the Second Vatican Council, and today awareness of the need for courageous understanding and closer cooperation is growing in all Christians. As the Successor of Peter, I encourage and exhort you today, dear Brother Bishops, to pursue this path and I assure you of the Holy See’s support for your generous efforts. The Pope is with you in your daily task of serving the faithful and his prayer accompanies you. With these heartfelt sentiments, I entrust you, your Churches, and the plans and hopes of the People of God in Ukraine to the Mother of God in heaven, and I cordially impart my blessing.

[01075-02.01] [Original text: Ukrainian]

INCONTRO CON RAPPRESENTANTI DEL CONSIGLIO PANUCRAINO DELLE CHIESE E DELLE ORGANIZZAZIONI RELIGIOSE, NELLA PALAZZO DELLA FILARMONICA NAZIONALE A KYIV

 TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

 TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

Nel pomeriggio il Papa raggiunge il Palazzo della Filarmonica Nazionale di Kyiv, per l’incontro con il Consiglio Panucraino delle Chiese e delle Organizzazioni religiose. Il Consiglio comprende rappresentanti delle Chiese Ortodosse, della Chiesa Cattolica, dei Protestanti e delle Religioni Musulmana ed Ebraica.

Nel corso dell’incontro, che si svolge alle ore 17.15 nel Foyer della Filarmonica, il Santo Padre rivolge ai presenti un discorso in lingua ucraina. Ne pubblichiamo di seguito la traduzione in italiano e inglese:

 TRADUZIONE  IN LINGUA ITALIANA

Illustri Rappresentanti del Consiglio Panucraino
delle Chiese e delle Organizzazioni Religiose!

1. Sono vivamente grato a coloro che hanno reso possibile l'odierno incontro, nel quale mi è data l'opportunità di conoscere più da vicino, nel corso di questa mia Visita, ciascuno di voi, rappresentanti delle diverse Chiese e Organizzazioni Religiose presenti in Ucraina. Rivolgo a tutti il mio cordiale e deferente saluto. Vi esprimo di cuore il mio apprezzamento per il servizio che il vostro Consiglio Panucraino rende alla salvaguardia e alla promozione dei valori spirituali e religiosi, indispensabili per l'edificazione di una società autenticamente libera e democratica. Il vostro benemerito Organismo contribuisce non poco a creare le condizioni per una sempre maggiore intesa tra gli appartenenti alle diverse Chiese e Organizzazioni religiose, nel rispetto reciproco e nella costante ricerca d'un dialogo sincero e proficuo. Né posso poi non menzionare il vostro lodevole sforzo a favore della pace fra gli uomini e i popoli.

2. La vostra esistenza e il vostro quotidiano lavoro testimoniano in maniera concreta quanto il fattore religioso sia parte essenziale dell'identità personale di ogni uomo, a qualsiasi razza, popolo o cultura appartenga. La religione, quando è praticata con cuore umile e sincero, reca un apporto specifico e insostituibile alla promozione di una società giusta e fraterna.

Come potrebbe uno Stato che intenda essere realmente democratico prescindere dal rispetto pieno della libertà religiosa dei cittadini? Non vi è democrazia vera là dove viene calpestata una delle libertà fondamentali della persona. Anche l'Ucraina ha sperimentato, nel lungo e doloroso periodo delle dittature, i devastanti effetti dell'oppressione atea che mortifica l'uomo e l'assoggetta ad un regime di schiavitù. E' dinanzi a voi ora l'urgente sfida della ricostruzione sociale e morale della Nazione. Con la vostra attività voi siete chiamati a recare un essenziale contributo a quest'opera di rinnovamento sociale, dimostrando che solo in un clima di rispetto della libertà religiosa si è in grado di costruire una società a dimensione pienamente umana.

3. Saluto in primo luogo voi, cari Fratelli uniti dalla comune fede nel Cristo morto e risorto. La violenta persecuzione comunista non è riuscita ad estirpare dall'animo del popolo ucraino l'anelito verso Cristo e il suo Vangelo, perché questa fede faceva parte della sua storia e della sua stessa vita. In effetti, quando si parla di libertà religiosa in questa vostra Terra, il pensiero corre spontaneamente ai gloriosi inizi del cristianesimo, che da oltre mille anni ne segna l'identità culturale e sociale. Fu con il Battesimo del principe Vladimiro e del popolo della Rus', nell'anno 988, che prese avvio sulle rive del Dniepr la presenza della fede e della vita cristiana. Da qui, poi, il Vangelo raggiunse i diversi popoli posti nella parte orientale del continente europeo. L'ho voluto ricordare nella Lettera apostolica Euntes in mundum, in occasione del millennio del Battesimo della Rus' di Kyiv, sottolineando come da tale evento si sia avviata una vasta irradiazione missionaria: "verso Occidente fino ai monti Carpazi, dalle sponde meridionali del Dniepr sino a Novgorod e dalle rive settentrionali del Volga... fino alle sponde dell'Oceano Pacifico ed oltre" (n. 4; cfr anche il Messaggio Magnum Baptismi donum, n. 1).

In un'epoca in cui ancora c'era la piena comunione tra Roma e Costantinopoli, san Vladimiro, preceduto dall'esempio della Principessa Olga, si prodigò per la salvaguardia dell'identità spirituale del popolo, favorendo allo stesso tempo l'inserimento della Rus' nell'insieme delle altre Chiese. Il processo di inculturazione della fede, che ha segnato la storia di questi popoli fino ad oggi, si è sviluppato attraverso l'infaticabile opera dei missionari provenienti da Costantinopoli.

4. Ucraina, Terra benedetta da Dio, il cristianesimo costituisce parte imprescindibile della tua identità civile, culturale e religiosa! Tu hai svolto e continui a svolgere un'importante missione all'interno della grande famiglia dei Popoli slavi e dell'Oriente europeo. Sappi trarre dalle comuni radici cristiane la linfa vitale, che continui ad irrorare nel terzo millennio i tralci delle tue Comunità ecclesiali.

Cristiani d'Ucraina, vi aiuti Iddio a guardare insieme alle nobili origini della vostra Nazione. Vi aiuti a riscoprire insieme le salde ragioni d'un rispettoso e coraggioso cammino ecumenico, cammino di avvicinamento e di reciproca comprensione, grazie alla buona volontà di ciascuno. Sorga presto il giorno della ritrovata comunione di tutti i discepoli di Cristo, di quella comunione che il Signore ha ardentemente invocato prima del suo ritorno al Padre (cfr Gv 17, 20-21).

5. Il mio saluto si volge ora a voi, Rappresentanti di altre Religioni e Organizzazione religiose, che operate in Ucraina in stretta collaborazione con i cristiani. E' questo un tratto tipico della vostra Terra che, per la sua particolare posizione e conformazione, costituisce un ponte naturale non soltanto tra l'Oriente e l'Occidente, ma anche fra i popoli che qui s'incontrano ormai da vari secoli. Sono popoli diversi per origine storica, tradizione culturale e credo religioso. Vorrei ricordare la consistente presenza degli Ebrei, che formano una comunità saldamente radicata nella società e nella cultura ucraina. Anch'essi hanno sofferto ingiustizie e persecuzioni per essere rimasti fedeli alla religione dei loro padri. Chi potrà dimenticare l'immane tributo di sangue da loro pagato al fanatismo di un'ideologia propugnatrice della superiorità di una razza rispetto alle altre? Proprio qui a Kyiv, nella località di Babyn Jar, durante l'occupazione nazista in pochi giorni furono uccise moltissime persone, tra le quali oltre 100.000 Ebrei. Fu uno dei crimini più efferati tra i molti che la storia del secolo scorso ha dovuto purtroppo registrare.

Il ricordo di questo episodio di furia omicida sia di salutare monito per tutti. Di quali atrocità è capace l'uomo, quando si illude di poter fare a meno di Dio! La volontà di contrapporsi a Lui e di combattere ogni espressione religiosa si è manifestata prepotentemente anche nel totalitarismo ateo e comunista. Ne fanno memoria in questa città i monumenti alle vittime del Holodomor, agli uccisi di Bykivnia, ai morti nella guerra in Afghanistan, per non citarne che alcuni. Il ricordo di così dolorose esperienze aiuti l'odierna umanità, specie le giovani generazioni, a rigettare ogni forma di violenza e a crescere nel rispetto della dignità umana, salvaguardando i fondamentali diritti in essa radicati, non ultimo il diritto alla libertà religiosa.

6. Vorrei unire al ricordo dell'eccidio degli Ebrei quello dei crimini perpetrati dal potere politico nei confronti della comunità musulmana presente in Ucraina. Penso, in particolare, ai Tartari deportati dalla Crimea nelle Repubbliche asiatiche dell'Unione Sovietica, che ora desiderano ritornare nella loro terra d'origine. Mi sia consentito, in proposito, esprimere l'auspicio che, mediante il dialogo aperto, paziente e leale, si possono trovare soluzioni adeguate, salvaguardando sempre il clima di sincera tolleranza e di fattiva collaborazione per il bene comune.

In questa paziente opera di tutela dell'uomo e del vero bene sociale, i credenti hanno un peculiare ruolo da svolgere. Insieme possono offrire una chiara testimonianza della priorità dello spirito rispetto alle pur legittime necessità materiali. Insieme possono testimoniare che una visione del mondo fondata su Dio è garanzia anche del valore inalienabile dell'uomo. Tolto Dio dal mondo, nulla più vi resta di veramente umano. Senza guardare al cielo, la creatura smarrisce l'orizzonte del proprio cammino sulla terra. Alla base di ogni autentico umanesimo c'è sempre l'umile e fidente riconoscimento del primato di Dio.

7. Cari Amici! Permettete che così vi saluti al termine di questo incontro familiare. A tutti voi, alle vostre Chiese e Organizzazioni religiose d'Ucraina rinnovo l'espressione della mia stima e del mio affetto. Grande è la vostra missione in questo storico inizio di millennio. Proseguite senza sosta nel ricercare insieme una crescente condivisione dei valori della religiosità nella libertà e della tolleranza nella giustizia. È questo il più significativo apporto che voi possiate offrire al progresso integrale della società ucraina.

Il Vescovo di Roma, che in questi giorni si fa pellegrino di speranza a Kyiv e Leopoli, abbraccia i credenti d'ogni città e villaggio dell'amata Terra ucraina. Egli assicura a voi e a tutti un ricordo orante, affinché l'Altissimo vi inondi della sua grazia. Iddio, Padre tenero e misericordioso, benedica voi qui presenti, le vostre Chiese e le vostre Organizzazioni religiose. Benedica e protegga l'amato Popolo ucraino. Oggi e sempre!

[01076-01.02] [Testo originale: Ucraino]

 TRADUZIONE  IN LINGUA INGLESE

Illustrious Representatives of the All-Ukrainian Council
of Churches and Religious Organizations

1. I am very grateful to those who have made possible today’s meeting, which gives me the opportunity in the course of my visit to know more familiarly the representatives of the different Churches and Religious Organizations present in Ukraine. I extend cordial and respectful greetings to all of you. I express my heartfelt appreciation of the Pan-Ukrainian Council’s service to the safeguarding and promotion of spiritual and religious values, which are indispensable for the building of a genuinely free and democratic society. Your excellent Organization contributes in no small measure to creating the conditions for an ever greater understanding between the members of the different Churches and Religious Organizations, in a spirit of mutual respect and in the constant search for a sincere and fruitful dialogue. I must also mention your praiseworthy efforts in favour of peace between individuals and between peoples.

2. Your existence and your daily endeavours testify in a concrete way to the fact that the religious element is an essential part of the personal identity of everyone, no matter the race, people or culture to which they belong. Religion, when practised with a humble and sincere heart, makes a specific and irreplaceable contribution to the promotion of a just and fraternal society.

How could a State that wishes to be really democratic fail to have full respect for the religious freedom of its citizens? There is no true democracy where one of the fundamental freedoms of the person is trampled on. During the long and sorrowful period of dictatorships, Ukraine too experienced the devastating effects of atheistic oppression which represses man and subjects him to a regime of slavery. Now you face the urgent challenge of rebuilding the social and moral fabric of the nation. Through your activities you are called to make an essential contribution to this work of social renewal, by showing that only in a climate of respect for religious freedom is it possible to build a society which is fully human.

3. In the first place I greet you, dear Brothers united by common faith in Christ who died and rose again. The violent Communist persecution did not succeed in eliminating the yearning for Christ and his Gospel from the spirit of the Ukrainian people, because this faith is part of its history and its very life. In fact, in speaking of religious freedom in this land of yours, our thoughts go back spontaneously to the glorious beginnings of Christianity, which for over a thousand years has marked its cultural and social identity. It was with the baptism of Prince Volodymyr and the people of Rus’ in the year 988 that the presence of the faith and Christian life began on the banks of the Dnieper. From here the Gospel then reached the different peoples living in the Eastern part of the European continent. I recalled this fact in my Apostolic Letter Euntes in Mundum, on the occasion of the Millennium of the Baptism of the Rus’ of Kyiv, and I emphasized how this event led to a great missionary expansion: "towards the West as far as the Carpathians, from the southern banks of the Dnieper as far as Novgorod and from the northern banks of the Volga ... as far as the shores of the Pacific Ocean and beyond" (No. 4; cf. also the Message Magnum Baptismi Donum, 1).

At a time when there was still full communion between Rome and Constantinople, Saint Volodymyr, preceded by the example of Princess Olga, dedicated himself to safeguarding the spiritual identity of the people, and at the same time to fostering the insertion of Rus’ within the totality of the other Churches. The process of inculturation of the faith, which has marked the history of these peoples down to today, was carried out through the untiring work of the missionaries who came from Constantinople.

4. Ukraine, land blessed by God, Christianity is an inseparable part of your civil, cultural and religious identity! You have fulfilled and continue to fulfil an important mission within the great family of Slav peoples and in Eastern Europe. Draw from the common Christian roots the living sap which will continue to flow through the branches of your ecclesial communities in the third millennium.

Christians of Ukraine, may God help you to look back together to the noble origins of your nation. May he help you to rediscover together the solid grounds for a respectful and courageous ecumenical journey, a journey of coming closer and of mutual understanding, favoured by good will on the part of everyone. May the day of restored communion among all the disciples of Christ come soon, that communion for which the Lord ardently prayed before his return to the Father (cf. Jn 17:20-21).

5. I now greet you, the Representatives of the other Religions and Religious Organizations, who work in close cooperation with Christians in Ukraine. This is a typical quality of your land which, on account of its particular position and make-up, is a natural bridge not only between East and West, but also between the peoples who have been here together for several centuries. These are people who differ as regards historical origin, cultural tradition and religious belief. I wish to recall the significant presence of the Jews, who form a community which is solidly rooted in Ukrainian society and culture. They too suffered injustices and persecutions for having remained faithful to the religion of their ancestors. Who can ever forget the immense tribute of blood which they paid to the fanaticism of an ideology propounding the superiority of one race over others? Here, in Kyiv, at Babyn Yar, during the Nazi occupation countless people, including over 100,000 Jews, were killed within a few days. This is one of the most atrocious of the many crimes which the history of the last century unhappily has had to record.

May the memory of this episode of murderous frenzy be a salutary warning to all. What atrocities is man capable of, when he fools himself into thinking that he can do without God! The desire to set himself up in opposition to God and to combat every form of religion showed itself in an overbearing way also in atheistic and Communist totalitarianism. In this city, this memory lives on in the monuments to the victims of Holodomar, to those killed at Bykivnia, to those who died in the Afghanistan war, to mention but a few. May the memory of such painful experiences help humanity today, especially the younger generation, to reject every form of violence and to grow in respect for human dignity, by safeguarding the fundamental rights rooted in it, not least the right to religious freedom.

6. To the memory of the massacre of the Jews, I wish to add that of the crimes committed by the political power against the Muslim community in Ukraine. I am thinking in particular of the Tartars deported from the Crimea to the Asiatic Republics of the Soviet Union, who now wish to return to their land of origin. In this regard, allow me to express the hope that through open, patient and persevering dialogue suitable solutions will be found, always in a climate of sincere tolerance and practical cooperation for the common good.

In this patient work of protecting man and the true good of society, believers have a particular role to play. Together they can give clear witness to the priority of the spirit with respect to material things, however necessary. Together they can bear witness that a vision of the world founded on God is the guarantee also of the inalienable value of the human person. If God is removed from the world, nothing truly human remains. By not looking to heaven, the creature loses sight of the goal of his journey on earth. At the root of every authentic humanism there is always the humble and trusting acknowledgement of the primacy of God.

7. Dear Friends! Allow me to greet you in this way at the end of this family gathering. For all of you, for your Churches and Religious Organizations in Ukraine, I express once more my esteem and affection. Your mission at this historic beginning of the millennium is a great one. Continue without ceasing in your common search for an increased sharing of the values of religion lived in freedom and of tolerance lived in justice. This is the most significant contribution that you can make to the overall progress of Ukrainian society.

The Bishop of Rome, who during these days has become a pilgrim of hope to Kyiv and Lviv, embraces the faithful of every city and village of the beloved Ukrainian land. He assures you and everyone of a remembrance in his prayers, that the Almighty may shower you with his graces. May God, the tender and merciful Father, bless you who are present here, your Churches and Religious Organizations. May he bless and protect the beloved Ukrainian people. Today and for ever!

[01076-02.01] [Original text: Ukrainian]