All’arrivo all’aeroporto internazionale Boryspil di Kyiv, previsto per le 12.30 (ora locale), il Papa è accolto dal Presidente della Repubblica Ucraina, Sig. Leonid Kučma, dal Primo Ministro Sig. Anatoliy Kinakh, dall’Arcivescovo Maggiore di Lviv degli Ucraini, Card. Lubomyr Husar, dall’Arcivescovo Metropolita di Lviv dei Latini, Card. Marian Jaworski e dal Nunzio Apostolico S.E. Mons. Nikola Eterović.
Dopo il saluto del Presidente della Repubblica Ucraina, Sig. Leonid Kučma, il Santo Padre pronuncia il discorso in lingua ucraina.
Ne pubblichiamo di seguito la traduzione in italiano e in inglese:
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Signor Presidente,
Illustri Autorità civili e Membri del Corpo diplomatico,
Venerati Fratelli nell'Episcopato,
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Ho lungamente atteso questa visita ed ho intensamente pregato perché essa potesse realizzarsi. Finalmente, con intima commozione e gioia, ho potuto baciare questa amata terra di Ucraina. Ringrazio Dio per il dono che oggi mi è concesso.
La storia ha conservato i nomi di due Pontefici romani che, nel lontano passato, giunsero fino a questi luoghi: san Clemente I alla fine del primo secolo e san Martino I a metà del settimo. Essi furono deportati in Crimea, ove morirono martiri. L'attuale loro successore giunge invece fra voi in un contesto di festosa accoglienza, desideroso di farsi pellegrino ai celebri templi di Kyiv, culla della cultura cristiana di tutto l'Oriente europeo.
Vengo tra voi, cari cittadini dell'Ucraina, come amico della vostra nobile Nazione. Vengo come fratello nella fede ad abbracciare tanti cristiani che in mezzo alle tribolazioni più dure hanno perseverato nell'adesione fedele a Cristo.
Vengo spinto dall'amore, per esprimere a tutti i figli di questa Terra, agli Ucraini di ogni appartenenza culturale e religiosa, la mia stima e la mia amicizia cordiale.
2. Ti saluto, Ucraina, testimone coraggiosa e tenace di adesione ai valori della fede. Quanto hai sofferto per rivendicare, in momenti difficili, la libertà di professarla!
Mi tornano alla mente le parole dell'apostolo sant'Andrea, il quale secondo la tradizione disse di vedere rifulgere sui colli di Kyiv la gloria di Dio. E' ciò che avvenne, secoli dopo, con il battesimo del principe Vladimiro e del suo popolo.
Ma la visione che ebbe l'Apostolo non riguarda soltanto il vostro passato; essa si proietta anche sul futuro del Paese. Con gli occhi del cuore mi pare, infatti, di vedere diffondersi su questa vostra Terra benedetta una nuova luce: quella che si sprigionerà dalla rinnovata conferma della scelta fatta nel lontano 988, quando Cristo fu qui accolto come "Via, Verità e Vita" (cfr Gv 14,6).
3. Se oggi ho la gioia di essere qui tra voi, lo debbo all'invito fattomi sia da Lei, Signor Presidente Leonid Kuchma, che da voi tutti, venerati Fratelli nell'Episcopato delle due tradizioni, orientale e occidentale. Vi sono vivamente grato per questo gesto gentile, che mi ha consentito di calcare per la prima volta come successore dell'apostolo Pietro il suolo di questo Paese.
La mia riconoscenza va innanzitutto a Lei, Signor Presidente, per la calorosa accoglienza e per le cortesi parole che mi ha appena rivolto a nome anche di tutti i suoi compatrioti. In Lei, vorrei salutare l'intera popolazione ucraina, felicitandomi per l'indipendenza riconquistata e ringraziando Dio perché ciò è avvenuto senza spargimento di sangue. Un augurio mi sale dal cuore: possa la Nazione ucraina proseguire in questo suo cammino di pace grazie al concorde contributo dei vari gruppi etnici, culturali e religiosi! Senza la pace non è possibile una prosperità condivisa e duratura.
4. Il mio ringraziamento si volge ora a voi, venerati Fratelli Vescovi della Chiesa Greco-cattolica e della Chiesa Cattolica Romana. Ho custodito nel cuore i vostri ripetuti inviti a visitare l'Ucraina e sono ora lieto di potervi finalmente corrispondere. Penso con gioia anticipata alle varie occasioni che avremo nei prossimi giorni di ritrovarci uniti nella preghiera a Cristo, nostro Signore. Ai vostri fedeli va fin d'ora il mio saluto affettuoso.
Quale carico immane di sofferenze avete dovuto sopportare negli anni trascorsi! Ma ora state reagendo con entusiasmo e vi riorganizzate cercando luce e conforto nel vostro glorioso passato. Il vostro intendimento è di proseguire con coraggio nell'impegno di diffondere il Vangelo, luce di verità e di amore per ogni essere umano. Coraggio! E' un proposito che vi onora, e certo il Signore non vi lascerà mancare la grazia per portarlo a compimento.
5. Pellegrino di pace e di fraternità, confido di essere accolto con amicizia anche da quanti, pur non appartenendo alla Chiesa cattolica, hanno il cuore aperto al dialogo e alla cooperazione. Desidero rassicurarli che non sono venuto qui con intenti di proselitismo, ma per testimoniare Cristo insieme con tutti i cristiani di ogni Chiesa e Comunità ecclesiale e per invitare tutti i figli e le figlie di questa nobile Terra a volgere lo sguardo verso Colui che ha donato la sua vita per la salvezza del mondo.
Con questo spirito saluto cordialmente anzitutto i carissimi Fratelli nell'episcopato, i monaci, i sacerdoti e i fedeli ortodossi, che costituiscono la maggioranza dei cittadini del Paese. Ricordo con piacere che i rapporti tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Kyiv nel corso della storia hanno conosciuto periodi luminosi: guardando ad essi, ci sentiamo incoraggiati a sperare in un futuro di sempre maggiore intesa nel cammino verso la comunione piena.
Vi sono stati, purtroppo, anche periodi tristi, nei quali l'icona dell'amore di Cristo è stata offuscata: prostrati davanti al comune Signore, riconosciamo le nostre colpe. Mentre chiediamo perdono per gli errori commessi nel passato antico e recente, assicuriamo a nostra volta il perdono per i torti subiti. L'auspicio più vivo che sale dal cuore è che gli errori di un tempo non abbiano a ripetersi per l'avvenire. Siamo chiamati ad essere testimoni di Cristo, e ad esserlo insieme. Il ricordo del passato non freni oggi il cammino verso una reciproca conoscenza, che favorisca la fraternità e la collaborazione.
Il mondo sta cambiando rapidamente: ciò che ieri era impensabile, oggi appare a portata di mano. Cristo ci esorta tutti a ravvivare nel cuore il sentimento dell'amore fraterno. Facendo leva sull'amore si può, con l'aiuto di Dio, trasformare il mondo.
6. Il mio saluto si estende, infine, a tutti gli altri cittadini dell'Ucraina. Pur nella diversità delle appartenenze religiose e culturali, carissimi Ucraini, vi è un elemento che tutti vi accomuna: è la condivisione delle stesse vicende storiche, delle speranze e delle delusioni che esse hanno portato con sé.
Nel corso dei secoli il Popolo ucraino ha conosciuto prove durissime e logoranti. Come non ricordare, restando nell'ambito del secolo appena concluso, il flagello delle due guerre mondiali, le ripetute carestie, le disastrose calamità naturali, eventi tristissimi che hanno lasciato dietro di sé milioni di morti? In particolare, sotto l'oppressione di regimi totalitari quali il comunista e il nazista, il popolo ha rischiato di perdere la propria identità nazionale, culturale e religiosa, ha visto decimare la sua élite intellettuale, custode del patrimonio civile e religioso della Nazione. Da ultimo, si è avuta l'esplosione radioattiva di Chernobyl, con le sue drammatiche e impietose conseguenze per l'ambiente e la vita di tanti esseri umani. Ma è stato proprio allora che più decisamente è iniziata la ripresa. Quell'evento apocalittico, che ha determinato il vostro Paese a rinunciare alle armi nucleari, ha anche spinto i cittadini ad un energico risveglio, muovendoli ad imboccare la strada di un coraggioso rinnovamento.
E' difficile spiegare con dinamiche semplicemente umane i cambiamenti epocali dei due ultimi decenni. Ma qualunque sia l'interpretazione che si vuole darne, è certo che da queste esperienze è scaturita una nuova speranza. E' importante non deludere le attese che ora pulsano nel cuore di tanti, soprattutto tra i giovani. Con l'apporto di tutti è ora urgente promuovere nelle città e nei villaggi dell'Ucraina la fioritura di un nuovo, autentico umanesimo. E' il sogno che il vostro grande poeta Taras Shevchenko ha espresso in un testo famoso: "... i nemici più non saranno, ma ci sarà il figlio, ci sarà la madre, ci sarà la gente sulla terra!".
7. Vi abbraccio tutti, carissimi Ucraini, da Donezk a Leopoli, da Kharkiv ad Odessa e a Simferopol! Nella parola Ucraina c'è il richiamo alla grandezza della vostra Patria che, con la sua storia, testimonia la sua singolare vocazione di confine e di porta tra l'Oriente e l'Occidente. Nel corso dei secoli questo Paese è stato crocevia privilegiato di culture diverse, punto di incontro tra le ricchezze spirituali dell'Oriente e dell'Occidente.
C'è nell'Ucraina un'evidente vocazione europea, sottolineata anche dalle radici cristiane della vostra cultura. Il mio augurio è che queste radici possano rinsaldare la vostra unità nazionale, assicurando alle riforme che state attuando la linfa vitale di valori autentici e condivisi. Possa questa Terra continuare a svolgere la sua nobile missione, con la fierezza espressa dal poeta poc'anzi citato quando scriveva: "Non vi è nel mondo un'altra Ucraina, non v'è un altro Dniepr". Popolo che abiti questa Terra, non dimenticarlo!
Con l'animo colmo di questi pensieri, compio i primi passi di una visita ardentemente desiderata ed oggi felicemente iniziata. Iddio vi benedica, carissimi abitanti dell'Ucraina, e protegga sempre la vostra amata Patria!
[01071-01.01] [Testo originale: Ucraino]
TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE
Mr President,
Distinguished Civil Authorities and Members of the Diplomatic Corps,
Venerable Brother Bishops,
Dear Brothers and Sisters!
1. I have long awaited this visit and have prayed fervently that it might take place. Finally, with deep joy, I have been able to kiss the beloved soil of Ukraine. I thank God for the gift which today he has given me.
History has recorded the names of two Roman Pontiffs who, in the distant past, came this far: Saint Clement I at the end of the first century and Saint Martin I in the mid-seventh. They were deported to the Crimea, where they died as martyrs. Their present successor, however, comes to you in an atmosphere of festive welcome. He is eager to make this pilgrimage to the renowned churches of Kyiv, the cradle of the Christian culture of the whole of Eastern Europe.
I come among you, dear citizens of Ukraine, as a friend of your noble Nation. I come as a brother in the faith to embrace all the Christians who, amid the severest of tribulations, have persevered in their fidelity to Christ.
I come in love, to express to all the sons and daughters of this Nation, to Ukrainians of every cultural and religious background, my esteem and my cordial friendship.
2. I greet you, Ukraine, brave and determined witness of adherence to the values of faith. How much you suffered in order to vindicate, in difficult times, the freedom to profess this faith!
I am reminded of the words of the Apostle Saint Andrew, who according to tradition said that he saw the glory of God shining brightly on the hills of Kyiv. And this is what happened, centuries later, with the Baptism of Prince Vladimir and his people.
But the Apostle’s vision does not concern only your past; its light shines also on the future of your country. With the eyes of my heart, in fact, I seem to see a new radiance spreading over this blessed land: the radiance that will spring from the renewed confirmation of the choice made in the distant year 988, when Christ was accepted by the Ukrainian Nation as "the Way, and the Truth, and the Life" (Jn 14:6).
3. If today I have the joy of being here among you, I owe it to the invitation made to me by you, President Leonid Kuchma, and by all of you, my venerable Brother Bishops of the two traditions, Eastern and Western. I am most grateful to you for this kind gesture, which has enabled me to set foot for the first time as the Successor of the Apostle Peter on the soil of this land.
My gratitude goes first of all to you, Mr President, for your warm welcome and for the courteous words which you have just addressed to me also in the name of all your fellow citizens. Through you I wish to greet the whole Ukrainian people. I congratulate them on their re-won independence and give thanks to God for the fact that this took place without bloodshed. A wish for the future rises up in my heart: that the Ukrainian Nation may continue on this road of peace, thanks to the harmonious contribution of the different ethnic, cultural and religious groups! Without peace, no shared and lasting prosperity is possible.
4. My thanks go now to you, my venerable Brother Bishops of the Greek Catholic Church and of the Latin Catholic Church. I have kept in my heart your repeated invitations to visit Ukraine, and I am happy that I am now able finally to do so. I am filled with joy and anticipation at the thought of the various opportunities which we shall have in the coming days to be united in prayer to Christ, our Lord. To the faithful of your communities go my affectionate greetings.
What an immense burden of suffering you have had to endure in years past! But now you are responding enthusiastically and re-organizing yourselves, seeking light and comfort from your glorious past. Your intention is to continue courageously in your resolve to spread the Gospel, the light of truth and love for every human being. Do not lose heart! This is an undertaking that honours you, and the Lord will certainly not fail to grant you the grace to bring it to completion.
5. As a pilgrim of peace and brotherhood, I am sure that I shall be welcomed with friendship also by those who, although they are not Catholics, have hearts open to dialogue and cooperation. I wish to assure them that I have not come here with the intention of proselytizing, but to bear witness to Christ together with all Christians of every Church and Ecclesial Community, and to invite all the sons and daughters of this noble Land to turn their eyes to him who gave his life for the salvation of the world.
In this spirit I extend a cordial greeting to the dear Brother Bishops, the monks and priests, and all the faithful of the Orthodox Church, who form the majority of the citizens in this Country. I recall with pleasure that down the course of history relations between the Church of Rome and the Church of Kyiv have known periods of light: as we remember these, we feel encouraged to hope for a future of ever greater understanding on the road to full communion.
Unfortunately, there have also been sad times, when the image of Christ’s love has been obscured: bowing before our one Lord, let us recognize our faults. As we ask forgiveness for the errors committed in both the distant and recent past, let us in turn offer forgiveness for the wrongs endured. The most fervent wish that rises from my heart is that the errors of times past will not be repeated in the future. May their memory not be a hindrance on the way to mutual knowledge, the source of brotherhood and cooperation.
The world is rapidly changing: what was unthinkable yesterday is within our reach today. Christ exhorts us all to renew in our hearts feelings of brotherly love. If we rely on love, it is possible — with God’s help — to transform the world.
6. Finally, my greetings extend to all the other citizens of Ukraine. Notwithstanding the diversity of your religious and cultural backgrounds, beloved people of Ukraine, there is one element that unites you: you share the same history, and the hopes and disappointments which it has brought.
Down the centuries, the Ukrainian people has known harsh and exhausting trials. How can we fail to recall, remaining in the context of the century just ended, the scourge of the two World Wars, the recurring famines, the disastrous natural calamities — extremely sad events that in their wake left millions dead? In particular, under the oppression of totalitarian regimes such as Communism and Nazism, the people risked losing its national, cultural and religious identity; it saw the destruction of the intellectual elite, the custodians of the Nation’s civil and religious heritage. Most recently, there was the radioactive accident at Chernobyl, with its tragic and pitiless consequences for the environment and the lives of so many human beings. But it was precisely at that moment that the definitive change for the better began. That apocalyptic event, which led your country to repudiate nuclear weapons, also brought your citizens to a vigorous re-awakening, inspiring them to set out on the road to a brave renewal.
It is difficult to explain as the result of merely human dynamics the epoch-making changes of the last two decades. But whatever the interpretation given, it is certain that from these experiences a new hope has been born . It is important not to disappoint the expectations which now fill the hearts of so many, especially among the young. With the contribution of everyone it is now urgently necessary to promote in the cities and villages of Ukraine the blossoming of a new, authentic humanism. This is the dream that your great poet Taras Shevchenko expressed in the famous verse: ". . . enemies will be no more, but there will be the child, there will be the mother, there will be people on the earth!".
7. I embrace you all, beloved Ukrainians, from Donetsk to Lviv, from Kharkiv to Odessa and to Simferopol! In the very name Ukraine there is a reminder of the greatness of your Country which, with its history, bears witness to its unique vocation as the frontier and gate between East and West. Down the centuries this country has been the privileged crossroads of different cultures, the meeting place of the spiritual treasures of East and West.
Ukraine has a clearly European vocation, emphasized also by the Christian roots of your culture. My hope is that these roots will strengthen your national unity, bringing the life-blood of authentic and shared values to the reforms now under way. May this land continue in its noble mission, with the pride expressed by the poet just quoted when he wrote: "Nowhere in the world is there another Ukraine, nowhere is there another Dnieper". You who live in this Land, do not forget this!
These are the thoughts that fill my heart as I take my first steps on this visit, eagerly awaited and today happily begun. God bless you, dear people of Ukraine, and may he always protect your beloved Homeland!
[01071-02.03] [Original text: Ukrainian]
● VISITA ALLA CHIESA GRECO-CATTOLICA DI SAN NICOLA
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE
Nel trasferimento dall’aeroporto internazionale Boryspil alla Nunziatura Apostolica di Kyiv, il Santo Padre sosta davanti alla Chiesa greco-cattolica di San Nicola, dove recita una breve preghiera in lingua ucraina alla Madonna di Zarvanytsia.
Ne pubblichiamo di seguito la traduzione in italiano e in inglese:
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
O Beata Vergine Maria, Madonna di Zarvaniza,
ti rendo grazie per il dono di trovarmi nella Rus' di Kyiv,
da cui la luce del Vangelo si è diffusa per l'intera regione.
Di fronte alla tua icona miracolosa,
custodita in questa chiesa di San Nicola,
a Te, Madre di Dio e Madre della Chiesa,
affido il mio viaggio apostolico in Ucraina.
Santa Madre di Dio,
stendi il tuo manto materno su tutti i cristiani
e su tutti gli uomini e le donne di buona volontà,
che vivono in questa grande Nazione.
Guidali verso il tuo Figlio Gesù,
che è per tutti via, verità e vita.
[01083-01.01] [Testo originale: Ucraino]
TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE
O Blessed Virgin Mary, Our Lady of Zarvaniza,
I thank you for the gift of my visit to the Kyivan Rus’
from where the light of the Gospel spread through this whole region.
Here before your miraculous icon,
kept in this church of Saint Nicholas,
I entrust to you, Mother of God and Mother of the Church,
my apostolic journey to Ukraine.
Holy Mother of God,
spread your maternal mantle over all Christians
and over all people of good will
who live in this great nation.
Lead them to your Son, Jesus,
who is for everyone the way, the truth and the life.
[01083-02.01] [Original text: Ukrainian]