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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO ECCLESIALE DELLA DIOCESI DI ROMA, 07.06.2001


Pubblichiamo di seguito il testo del Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II ai partecipanti al Convegno ecclesiale della Diocesi di Roma, (7-9 giugno 2001), che si apre questa sera alle 19.30, nella Basilica di S. Giovanni in Laterano, con l’introduzione dell’Em.mo Card. Camillo Ruini:

Carissimi Fratelli e Sorelle!

1. All'inizio della grande Assemblea Diocesana, che in questi giorni vi vedrà riuniti nella Basilica di San Giovanni in Laterano, desidero farvi giungere il mio saluto augurale.

Questa Assemblea risponde all'invito che vi ho rivolto alla fine della Missione cittadina, nella Veglia di Pentecoste dell'anno 1999, di "favorire una specifica riflessione che, coinvolgendo tutte le componenti ecclesiali, sfoci in un apposito Convegno..., che servirà a tracciare, sulle basi dell'esperienza della Missione cittadina, le linee portanti di un permanente impegno di evangelizzazione e missionarietà".

So che vi siete preparati a lungo e intensamente a questo appuntamento tanto importante, attraverso la preghiera, il discernimento spirituale e pastorale e la formulazione di proposte concrete da parte di ogni parrocchia e realtà diocesana.

Sulla base dello strumento di lavoro predisposto fin dal mese di ottobre 2000, avete percorso un cammino di ascolto e di dialogo che ha coinvolto i sacerdoti, i religiosi e le religiose e tanti laici cristiani, in particolare i membri dei Consigli Pastorali, i missionari e quanti sono impegnati nel servizio alla Chiesa e nell'animazione cristiana della società.

La Lettera apostolica Novo millennio ineunte e poi la Lettera che ho inviato alla Diocesi lo scorso 14 febbraio, da voi accolte con gioia e studiate con amore, vi hanno guidato nella preparazione di questa Assemblea e rappresentano ora il suo punto di riferimento più significativo, in vista dell'elaborazione del programma pastorale per i prossimi anni.

2. "Ripartire da Cristo per la missione permanente nella città": questo motto, che avete posto al centro della riflessione, esprime bene l'obiettivo e il contenuto stesso dell'Assemblea.

Gesù Cristo infatti, con la sua presenza viva e con il suo messaggio, deve plasmare l'esistenza di ogni credente e di ogni comunità, perché la nostra testimonianza sia forte e credibile. Chiediamo, dunque, al Signore che la santità sia davvero per noi la "misura alta della vita cristiana ordinaria" (Novo millennio ineunte, 31), affinché l'annuncio di Cristo possa raggiungere tutti gli uomini e le donne della nostra città ed essere fonte di conversione e di rinnovamento per la vita personale e familiare, come per ogni ambiente di lavoro e di cultura.

Vi chiedo, perciò, di dare grande spazio all'ascolto della parola di Dio, di valorizzare appieno l'Eucaristia, soprattutto domenicale, di rendere ogni parrocchia e realtà ecclesiale permanente "scuola" di preghiera, "dove l'incontro con Cristo non si esprima soltanto in implorazione di aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode, adorazione, contemplazione, ascolto, ardore di affetti, fino ad un vero «invaghimento» del cuore" (ibid., 33).

3. Dall'intimità e familiarità con il Signore nasce quell'unità profonda con Lui che sta a fondamento della spiritualità di comunione: Padre ti prego che tutti i miei discepoli "siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv 17,21). La preghiera di Cristo per l'unità dei suoi discepoli, che sostiene e anima il cammino ecumenico, richiede anzitutto l'unità piena e sincera di tutte le vocazioni, i ministeri e le espressioni pastorali di cui è ricca la Chiesa di Roma. Ogni nostra parrocchia e comunità sia dunque casa dove si sperimenta dal vivo la comunione (cfr Novo millennio ineunte, 43).

Sulle vie della missione occorre procedere uniti, sostenuti da comunità in cui si vive l'amore fraterno come principio educativo per ogni battezzato, esercizio di reciproca accoglienza, ascolto e perdono, rivolto anzitutto ai più deboli nella fede, ai piccoli e ai poveri in cui il Signore Gesù è particolarmente presente.

4. La celebrazione dell'Assemblea Diocesana è un momento di grazia, per consolidare l'unione con Cristo e la comunione ecclesiale: così, guidati dallo Spirito Santo, potrete discernere le forme più idonee per la missione permanente nella nostra città, come anche per rispondere alle attese della Chiesa universale verso cui la Chiesa di Roma ha, per disposizione divina, una speciale sollecitudine.

Chiedo in particolare a voi, carissimi sacerdoti, di orientare e incoraggiare tutti a "prendere il largo", per portare l'annuncio del Vangelo nelle case, negli ambienti, nei quartieri e nell'intera città. Voi siete chiamati a formare i missionari, a infondere in loro coraggio apostolico, a dare l'esempio di una vita spesa per il Vangelo con l'anelito del Buon Pastore: "ho altre pecore che non sono di quest'ovile, anche queste io devo condurre..." (Gv 10,16).

Alle famiglie cristiane chiedo di aprire la propria casa per accogliere altri fratelli e sorelle nei centri di ascolto del Vangelo e più ampiamente di prendersi a cuore le situazioni di difficoltà morale, spirituale o materiale in cui versano tante altre famiglie, offrendo loro una testimonianza concreta di amicizia, di ascolto e di condivisione.

A voi religiosi, religiose e laici, che vi siete prodigati nelle varie iniziative della missione cittadina, chiedo di mantenere vivo in voi e nella vostra comunità lo slancio ad "uscire fuori", per testimoniare e annunciare il Vangelo nel grande "mare aperto" del mondo del lavoro, della cultura, della società.

In particolare, rinnovo ai giovani l'invito che ho loro rivolto a Tor Vergata di essere "le sentinelle del mattino" di questo terzo millennio appena iniziato. Cari giovani, non tiratevi indietro di fronte alle chiamate anche più impegnative che il Signore vi rivolge, non abbiate paura di proporre con gioia e semplicità l'annuncio del Vangelo ai vostri coetanei, negli ambienti della scuola e dell'Università, del lavoro e del tempo libero, come in ogni altro luogo in cui vi incontrate.

5. Carissimi, in attesa dei risultati della vostra Assemblea, vi assicuro la mia preghiera perché lo Spirito Santo orienti i vostri lavori verso una nuova stagione di grazia della Chiesa di Roma e della sua pastorale missionaria. Chiedo una speciale preghiera a tutte le nostre sorelle claustrali che potranno dare così il contributo più prezioso a questo grande obiettivo.

Ringrazio il Cardinale Vicario, il Vicegerente, i Vescovi Ausiliari e ciascuno di voi che partecipate a questa Assemblea e siete le forze vive e generose su cui la nostra Diocesi può contare, per portare a tutti gli abitanti di questa città l'annuncio del Signore risorto, la testimonianza del suo amore e della sua pace.

Maria Santissima, Salus Populi Romani, gli Apostoli Pietro e Paolo e tutti i Santi e le Sante della Chiesa di Roma assistano con la loro intercessione i lavori dell'Assemblea, perché produca abbondanti frutti di grazia.

Con questo auspicio e in segno del mio affetto, imparto di cuore a voi e a tutta la Diocesi la Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 7 Giugno 2001

IOANNES PAULUS II

[00966-01.02] [Testo originale: Italiano]