COMUNICATO FINALE DELLA VII ASSEMBLEA GENERALE DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA Si è svolta, dall’1 al 4 Marzo, presso l’Aula vecchia del Sinodo in Vaticano, la VII Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita, sul tema "La cultura della vita: fondamenti e dimensioni".
Anche quest’anno, il convenire della quasi totalità dei Membri dell’Accademia, ha permesso lo sviluppo di una riflessione approfondita e compiuta intorno alla tematica proposta, secondo il metodo della interdisciplinarità.
Durante le sessioni di lavoro, ogni impegno è stato messo dai partecipanti nel cercare di individuare gli elementi fondanti ed imprescindibili per un’autentica cultura della vita, che possa essere promossa nel contesto culturale odierno, spesso contrassegnato da crescenti ed inquietanti scenari di una "cultura di morte" che sembra avanzare sempre più. Un impegno, dunque, quello dell’Accademia per la Vita in questa sua Assemblea annuale, tutto volto al positivo, con il deliberato scopo di non fermarsi tanto a focalizzare gli eventuali limiti etici di specifiche problematiche di pertinenza della bioetica, quanto piuttosto a ripresentare i punti cardine da assumere come riferimento nella ricostruzione di una nuova ‘civiltà della vita’.
Ampio è stato l’orizzonte d’indagine. Nell’ambito biblico-teologico, si è trattato dei fondamenti biblici del senso e del valore della vita umana, di ogni vita umana, qualunque sia la sua condizione contingente; ugualmente, anche la riflessione sulla fede nella "risurrezione della carne" ha rappresentato un importante presupposto per ogni ulteriore sviluppo antropologico.
Ecco perché, entrando in questo campo, si è scelto di porre a fondamento proprio un’attenta considerazione della dignità umana, così come questa si è andata manifestando nello sviluppo del pensiero cristiano e secolare; allo scopo di approfondire ulteriormente la questione antropologica, un’intera sessione dei lavori è stata dedicata alla considerazione della singolarità dell’uomo rispetto all’universo dei viventi, singolarità espressa massimamente dall’unitarietà del suo essere "corpore et anima unus" (Gaudium et spes, 14), che vede la vita dello spirito vivificare ed ‘informare’ la sua corporeità.
Il riconoscimento della vita come dono creato da Dio, poi, orienta l’uomo stesso a vivere la sua esistenza come un bene da donare a sua volta con gratitudine, al suo Creatore, eterna sorgente del suo essere, e ai fratelli, in un impegno di solidarietà e condivisione. Soltanto così l’uomo può realizzare in pienezza se stesso.
La ripresentazione di un tale quadro antropologico ha consentito anche di affrontare fondatamente la ‘questione ecologica’, rifuggendo dalla semplicistica alternativa tra tutela indifferenziata di ogni forma di vita e protezione esclusiva della vita umana, mediante l’adozione del concetto di "custodia" : la natura è un dono di Dio che l’uomo non deve soltanto utilizzare ma anche custodire, cioè proteggere ed, insieme, far fruttificare.
Si è voluto anche sottolineare, dal punto di vista della teologia morale, che la vita fisica umana è un bene morale ‘primario’ e ‘fondamentale’, che reclama di essere promosso, difeso e rispettato, pur attendendo il compimento della sua perfezione che si realizzerà soltanto nella condizione soprannaturale ed eterna.
Non sono mancati riferimenti al rapporto tra la tutela e il sostegno della vita umana, soprattutto se debole ed indifesa, e l’impegno per un rinnovato quadro legislativo, secondo le esperienze dei vari Paesi. Tra gli strumenti da impiegare per una efficace diffusione del Vangelo della vita, nell’orizzonte socio-culturale odierno, massima importanza rivestono i mass-media la cui forza d’impatto risulta impressionante; per questo, appare decisivo affrontare la problematica etica circa la comunicazione, riproponendo con coerenza la strada del servizio alla verità della vita.
Il cammino di riflessione di questa Assemblea ha poi trovato un importante momento di arricchimento e di incoraggiamento dalla presentazione di alcune testimonianze di dedizione piena al servizio della vita in difficoltà.
Anche quest’anno, il Santo Padre ha voluto ricevere in udienza speciale i partecipanti all’Assemblea Generale, rivolgendo loro la sua preziosa parola a sostegno delle attività dell’Accademia ed indicando la direzione per continuare il cammino già intrapreso. "Vi è l’urgenza – ha detto i Papa – di rigenerare di continuo il tessuto interiore della cultura contemporanea", così come vi è pure la necessità di "dare prova di una grande capacità di dialogo, di ascolto e di proposta, in vista della formazione delle coscienze", nella costruzione di un’autentica cultura della vita, poiché "senza una cultura che mantenga saldo il diritto alla vita e promuova i valori fondamentali di ogni persona, non si può avere una società sana né la garanzia della pace e della giustizia" .
L’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita si è conclusa facendo proprio il grido che il Papa ha pronunciato con entusiasmo: "La vita vincerà: è questa per noi una sicura speranza. Sì, vincerà la vita, perché dalla parte della vita stanno la verità, il bene, la gioia, il vero progresso. Dalla parte della vita è Dio, che ama la vita e la dona con larghezza".
[00423-01.01] [Testo originale: Italiano]