INCONTRO DEL SANTO PADRE CON I PARROCI E IL CLERO DELLA DIOCESI DI ROMA ● INDIRIZZO DI OMAGGIO DEL CARD. CAMILLO RUINI
● DISCORSO DEL SANTO PADRE
Alle 10.30 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Giovanni Paolo II riceve in udienza i Parroci e il Clero della Diocesi di Roma per il tradizionale appuntamento di inizio Quaresima.
L’incontro, nel corso del quale numerosi sacerdoti presentano al Papa le loro testimonianze e domande, si apre con l’indirizzo di omaggio del Cardinale Camillo Ruini, Vicario Generale per la Diocesi di Roma.
Pubblichiamo di seguito il saluto del Card. Ruini al Santo Padre e il discorso che Giovanni Paolo II pronuncia nel corso dell’incontro:
● INDIRIZZO DI OMAGGIO DEL CARD. CAMILLO RUINI
Padre Santo,
a nome del Consiglio Episcopale, dei sacerdoti e dei diaconi romani desidero anzitutto esprimerLe nostra vivissima gratitudine per questa Udienza, che giunge puntualmente all'inizio del cammino di penitenza e conversione della Santa Quaresima.
In verità sono molteplici i motivi della nostra affettuosa riconoscenza verso Vostra Santità. Per ricordarne solo i più recenti, dopo la grande testimonianza apostolica che Lei, Padre Santo, ha dato a Roma e al mondo lungo tutto l'arco del Grande Giubileo, vorrei almeno menzionare la Lettera Apostolica Novo millennio ineunte che, alla luce dell'esperienza di grazia dell'Anno Santo, ci offre e ci indica i grandi traguardi spirituali e pastorali verso i quali indirizzare la nostra preghiera e le nostre energie negli anni che stanno davanti a noi.
Il 14 febbraio Vostra Santità ha poi fatto un dono speciale alla Sua Diocesi, rivolgendo alla Chiesa di Roma una Lettera che riprende i temi della Novo millennio ineunte e li inserisce nel concreto cammino pastorale che Roma sta compiendo, dando a ciascuno di noi una guida efficace e un prezioso incoraggiamento.
Padre Santo, come Lei ben sa, abbiamo raccolto l'invito che Lei ci ha rivolto già alla conclusione della Missione cittadina e stiamo preparandoci al grande Convegno diocesano del prossimo giugno, nel quale faremo, tutti insieme, il necessario discernimento sui modi e sulle forme più opportune per raccogliere i frutti della Missione cittadina del Grande Giubileo, e già prima del Sinodo diocesano, in ordine alla edificazione di una comunità diocesana che, in tutta la sua vita, la sua pastorale, la sua testimonianza, sia costantemente impegnata e protesa alla nuova evangelizzazione.
In questo discernimento la Novo millennio ineunte e la Lettera del 14 febbraio alla Chiesa di Roma sono e saranno il nostro fondamentale punto di riferimento.
Padre Santo, ora i sacerdoti che lo desiderano si rivolgeranno direttamente a Lei, per dirLe le loro esperienze e attese, i problemi e le speranze che portano con sé. Raccomando loro soltanto di essere brevi, per dare spazio a un maggior numero di confratelli.
Grazie ancora, Padre Santo, di questo incontro e di tutto quello che vorrà dirci.
[00358-01.01] [Testo originale: Italiano]
● DISCORSO DEL SANTO PADRE
Signor Cardinale,
venerati Fratelli nell'Episcopato,
carissimi sacerdoti!
1. Vi saluto con affetto e vi ringrazio per la vostra presenza a questo appuntamento annuale del clero di Roma, all'inizio della Quaresima. E' un incontro a cui tengo molto per l'opportunità che mi offre di avvicinare personalmente chi è direttamente impegnato nell'assistenza pastorale ai fedeli di questa cara Chiesa di Roma.
Saluto e ringrazio il Cardinale Vicario, il Vicegerente, i Vescovi Ausiliari e quanti di voi hanno voluto rivolgermi la parola.
2. "Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza" (2 Cor 6,2).
L'esortazione dell'Apostolo, che è risuonata nella solenne liturgia del Mercoledì delle Ceneri, ci invita ad entrare nel cammino penitenziale della Quaresima con sentimenti di profonda riconoscenza al Signore. In questo tempo favorevole, tempo di grazia, Egli viene incontro al suo popolo per accompagnarlo verso la Pasqua, sulla via della conversione e della riconciliazione.
La Quaresima è un tempo forte che nelle parrocchie e in ogni realtà ecclesiale viene vissuto con grande intensità spirituale e pastorale. Molti sono, dunque, gli impegni che vi attendono, le iniziative programmate che vanno via via attuate, sul piano catechistico, liturgico, caritativo. Ma la preoccupazione del "fare" non deve mai prevalere su quei fattori decisivi, di ordine spirituale e interiore, che sono l'unica base salda della pur necessaria e intensa attività pastorale.
3. Raccomando specialmente a voi, carissimi sacerdoti, di alimentare, in questo tempo santo, il vostro personale cammino spirituale. Dall'esempio e dalla testimonianza del sacerdote i fedeli possono trarre grande giovamento per comprendere e accogliere le ricchezze spirituali della Quaresima, riscoprendo la parrocchia come «scuola» di preghiera, "dove l'incontro con Cristo non si esprima soltanto in implorazione di aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode, adorazione, contemplazione, ascolto, ardore di affetti, fino ad un vero «invaghimento» del cuore" (Novo millennio ineunte, 33).
La Quaresima è tempo favorevole per far crescere in ogni comunità quella spiritualità di comunione che dall'incontro più intenso con il Signore rifluisce nei rapporti reciproci e permette di gustare "quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme" (Sal 133,1). Sotto questo profilo risulta decisiva in ogni comunità la comunione presbiterale, che si manifesta nella fraternità vissuta, tra parroci e vicari, sacerdoti anziani e giovani, e specialmente verso i confratelli malati o in difficoltà.
All'interno del presbiterio ciascuno è chiamato a considerare l'altro "uno che mi appartiene" e a vedere anzitutto ciò che di positivo c'è nel confratello, per accoglierlo e valorizzarlo come "un dono per me", "respingendo le tentazioni egoistiche che continuamente ci insidiano e generano competizione, carrierismo, gelosie" (Novo millennio ineunte, 43).
4. Rientra in questo impegno di comunione quell'ascolto del popolo di Dio che si avvale degli organismi di partecipazione, promossi con convinzione e serietà, ma anche di tutte le occasioni che ogni giorno ci vengono offerte per accogliere le richieste della gente e per andare incontro alle loro più concrete necessità.
Penso a tante persone che, per ragioni di lavoro e per i ritmi intensi di vita, abbisognano di essere accolte e accompagnate, nella catechesi e nella preparazione ai sacramenti, in tempi, orari e forme differenziati e rispondenti alle loro esigenze. Dobbiamo venire loro incontro con disponibilità e benevolenza, rallegrandoci di poter conoscere e avvicinare soprattutto chi non frequenta abitualmente le nostre comunità.
Penso, inoltre, alle numerosissime famiglie che, nel tempo della Quaresima, aprono la porta della propria casa per ricevere la tradizionale benedizione dei missionari, che la missione cittadina ha così positivamente avviato.
5. Nel momento in cui le nostre comunità escono da se stesse per portare in ogni casa e in ogni ambiente di lavoro l'annuncio del Signore morto e risorto, veniamo messi a contatto con le molteplici sofferenze e povertà, antiche e nuove, presenti nelle famiglie e nei quartieri di Roma. Voi sacerdoti, che vivete quotidianamente accanto alla gente, sapete quanto grande è l'attesa e la fiducia che i poveri e in genere coloro che soffrono pongono nella comunità cristiana.
Come Cristo buon Pastore, andate dunque alla ricerca di ogni uomo, donna, ragazzo, giovane o anziano, che attende un gesto di affetto, di solidarietà e di fraterna condivisione nella sua situazione di povertà materiale o morale e spirituale. Questa rete di amore concreto e personalizzato è la prima via missionaria, che sprigiona quella nuova "fantasia della carità" (cfr Novo millennio ineunte, 50) che apre il cuore all'annuncio del Vangelo.
6. Questa Quaresima coincide con un momento particolarmente significativo e ricco di prospettive per la nostra Diocesi: è in atto, infatti, in ogni parrocchia e realtà ecclesiale quel discernimento spirituale e pastorale che sfocerà nel grande Convegno di giugno.
Come ho ricordato nella mia Lettera alla Chiesa di Roma, riprendendo l'invito della Novo millennio ineunte, possiamo guardare avanti in atteggiamento di fede e di speranza cristiana, e così "prendere il largo" sia per vivere con passione il presente come per aprirci con fiducia al futuro.
Il Convegno intende avviare una nuova feconda stagione di evangelizzazione della nostra Città. La missione permanente è l'obiettivo verso cui dobbiamo tendere con tutte le nostre energie, una missione incentrata in Cristo unico Salvatore, promossa dall'intero popolo di Dio, sostenuta dalla comunione tra tutte le sue componenti, rivolta ad ogni persona, famiglia e ambiente, testimoniata da cristiani adulti nella fede che sappiano, attraverso il proprio lavoro, le proprie convinzioni e lo stile di vita incidere sulla mentalità e sulla cultura dell'intera città.
7. Vi rinnovo il mio più vivo grazie per la disponibilità e la generosità che avete dimostrato nel corso del Giubileo. Se questo grande evento ha potuto svolgersi serenamente offrendo ai pellegrini provenienti da ogni parte della terra una viva testimonianza della tradizionale ospitalità romana, ricca di calore umano e spirituale, ciò è dovuto in gran parte alle parrocchie, alle famiglie, alle comunità religiose e a tanti volontari, giovani e adulti, che si sono generosamente impegnati nel servizio e nell'accoglienza.
La mia riconoscenza va, in modo speciale, ai giovani di Roma, che in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù si sono prodigati a preparare l'accoglienza dei loro coetanei e li hanno accompagnati, con amicizia e fraternità, a vivere esperienze indimenticabili di fede e di comunione. Questi giovani - che attendono numerosi al nostro tradizionale incontro in Vaticano il Giovedì precedente la Domenica delle Palme - sono una grande risorsa missionaria per la Chiesa di Roma e per l'intera città.
Cari sacerdoti, amate questi giovani con lo stesso cuore di Cristo e abbiate fiducia in ciascuno di loro, sostenete il loro entusiasmo ed educateli ad essere testimoni della fede tra i loro coetanei. Non abbiate timore di rivolgere loro l'invito a dire con coraggio il proprio «sì» senza riserve alle chiamate anche più impegnative, come la vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata. Accompagnate il loro cammino di crescita cristiana con la celebrazione del sacramento della Penitenza e la direzione spirituale. La vostra gioia di essere sacerdoti, le scelte di una vita povera e dedicata gratuitamente al Vangelo e ai fratelli rappresentano la più forte seminagione di vocazioni nel cuore dei giovani.
8. La Quaresima è tempo favorevole per la nostra santificazione. Lo è per ogni battezzato e a maggior ragione per noi sacerdoti, che siamo chiamati a "celebrare ogni giorno ciò che viviamo e a vivere ciò che celebriamo", il sacrificio pasquale del Signore, fonte prima e perenne di santità e di grazia.
Ci sostenga in questo impegnativo cammino la Vergine Maria, Madre della Chiesa e Madre, in particolare, dei sacerdoti. Ci aiuti l'intercessione di santi sacerdoti come il Curato d'Ars e come i numerosi sacerdoti e parroci romani elevati alla gloria degli altari. Ci incoraggi l'esempio di tanti confratelli, di cui apprezziamo l'umile servizio e la generosa dedizione alla Chiesa di Roma.
Vi benedico tutti di cuore e con voi benedico le vostre comunità.
[00355-01.01] [Testo originale: Italiano]