Al termine della Divina Liturgia in Rito Armeno, celebrata nella Basilica di S. Pietro, in occasione del 1700° anniversario del Battesimo del Popolo Armeno, Giovanni Paolo II si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
● PRIMA DELL’ANGELUS
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Questa mattina, nella Basilica di San Pietro, ho avuto la gioia di presiedere una Divina Liturgia, in occasione dei mille settecento anni del Battesimo del Popolo Armeno. La tradizione storica ne fissa, infatti, la conversione alla fede cristiana nel 301, quando il re Tiridate III con i familiari e l'intera comunità furono battezzati da san Gregorio detto "l'Illuminatore". Da quel momento il Vangelo e l'identità armena hanno camminato insieme, inseparabili.
L'Armenia è, pertanto, considerata la prima Nazione ad avere abbracciato il cristianesimo, ancor prima che esso fosse accettato nell'Impero romano.
2. Ripercorrendo i diciassette secoli della storia di questo popolo, si constata come il martirio costituisca un elemento costante nella sua storia. In diverse occasioni esso ha dovuto pagare con aspre sofferenze la volontà di rimanere fedele alla propria identità cristiana, fino ai tragici eventi della fine del diciannovesimo secolo e dei primi anni del 1900. In questa speciale circostanza, vogliamo rendere omaggio al sacrificio dei cristiani armeni, i quali, anche nella diaspora, hanno portato con sé la luce del Vangelo, conservando integro il loro patrimonio spirituale e culturale.
Salutando con affetto questi nostri Fratelli e Sorelle, li assicuriamo della costante solidarietà di tutta la Chiesa. L'Armenia è culla di una singolare civiltà, come testimoniano i suoi tesori di arte e di cultura. Dopo aver attraversato tanti momenti difficili, possa ora vivere in pace e contribuire, con il suo genio peculiare, alla crescita culturale e spirituale dell'umanità.
3. Affidiamo questi voti a Maria Santissima, che i nostri fratelli armeni venerano con profonda devozione. La loro Liturgia ha un carattere marcatamente mariano; essi chiamano la Vergine Astvazazin, Madre di Dio, ed a Lei si rivolgono con il titolo di Regina dell'Armenia. Uno dei principali cantori della Madonna è il grande Dottore della Chiesa armena, san Gregorio di Narek. La Vergine Santa protegga sempre l'amato popolo armeno e lo introduca in una stagione di rinnovata speranza e di prosperità.
[00293-01.01] [Testo originale: Italiano]
● DOPO L’ANGELUS
In questo momento di preghiera, voglio assicurare la mia vicinanza alle popolazioni del Salvador, nuovamente provate da un violento terremoto. Confido che la solidarietà internazionale non faccia mancare il suo generoso sostegno a quella cara Nazione.
Non posso poi dimenticare che, purtroppo, in Medio Oriente la violenza continua ad imperversare. In particolare, da Israele e dai Territori Palestinesi apprendiamo ogni giorno con dolore che nuove vite umane vengono sacrificate alla logica dell'odio e della vendetta, mentre le prospettive di pace si allontanano sempre più. Preghiamo affinché la spirale della violenza, particolarmente atroce in questi ultimi tempi, lasci il posto alla ricerca della fiducia e del rispetto reciproci, in modo che si riprenda, con determinazione, la via del dialogo e si possa finalmente pervenire alla pace nella giustizia.
E' stata pubblicata ieri la Lettera che ho voluto indirizzare ai fedeli della Diocesi di Roma, dopo l'eccezionale esperienza del Grande Giubileo, invitando tutti a fare memoria del cammino compiuto negli anni scorsi, dal Sinodo pastorale alla Missione cittadina. Arricchiti da questi autentici doni di Dio, si tratta ora di progettare il futuro. E' quello che la Chiesa di Roma si propone di fare in un grande Convegno, in programma per il prossimo mese di giugno, e che ora si va preparando nelle parrocchie e in ogni ambito ecclesiale. Accompagno con la mia quotidiana preghiera il Cardinale Vicario, i Vescovi, i Sacerdoti e tutti i cari fedeli romani in questo nuovo impegno spirituale ed apostolico.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, de modo particular al grupo de la parroquia de San Isidoro Obispo de Valencia. Os animo a que con vuestro testimonio personal seáis testigos del amor de Dios en el mundo y así, alentados por la caridad fraterna y el espíritu de servicio, deis prueba de adhesión a Cristo y a su Iglesia. ¡Qué Dios os bendiga!
Pozdravljeni romarji iz Slovenije. Spoštovani zakonci iz ñupnije Breznica in dijaki škofijske gimnazije v Vipavi. Rimski obisk naj poglobi Vašo vero in bratsko gorečnost. S to ñeljo Vam podeljujem svoj blagoslov.
[Saluto i pellegrini di Slovenia. Cari sposi della parrocchia di Breznica e studenti del Ginnasio di Vipava, la visita della Città eterna possa fortificarvi nella fede e rafforzare l'amore fraterno.
Con questo augurio vi imparto la Benedizione Apostolica.]
Saluto con affetto i pellegrini italiani, in particolare i gruppi parrocchiali provenienti da Battipaglia, Castellammare di Stabia e Napoli-Fuorigrotta.
A tutti auguro una buona domenica.
[00294-XX.01] [Testo originale: Plurilingue]