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VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM" DEI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELLA RUSSIA, 09.02.2001


VISITA "AD LIMINA APOSTOLORUM" DEI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELLA RUSSIA

DISCORSO DEL SANTO PADRE IN LINGUA ORIGINALE

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Pubblichiamo di seguito il discorso che Giovanni Paolo II ha rivolto agli Ecc.mi Presuli della Conferenza dei Vescovi Cattolici della Federazione Russa, incontrati questa mattina e ricevuti nei giorni scorsi in separate udienze per la Visita "ad Limina Apostolorum":

DISCORSO DEL SANTO PADRE IN LINGUA ORIGINALE

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[00227-AA.01] [Testo originale: Russo]

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Venerati Fratelli!

1. Con grande gioia porgo a ciascuno di voi un saluto cordiale ed il mio più sentito benvenuto. Con questa vostra visita si rinnovano gli stretti vincoli di unità e di comunione che legano voi e le Comunità a voi affidate con il Successore di Pietro.

Ringrazio Mons. Tadeusz Kondruszewicz per le espressioni che, a nome vostro, mi ha rivolto. Nell'indirizzarmi a voi, intendo far giungere il mio affettuoso pensiero alle vostre rispettive comunità, assicurandole della mia costante benevolenza e del mio quotidiano ricordo nella preghiera.

Quest'incontro avviene a distanza di poche settimane dalla chiusura della Porta Santa, mentre resta ancora viva la memoria del Grande Giubileo, tempo in cui è scesa in abbondanza sulla Chiesa e sul mondo la divina misericordia. I frutti di tale straordinario evento sono percepibili e costituiscono un proficuo incoraggiamento ad intensificare gli sforzi per il Regno di Dio.

Rinvigoriti dallo spirito del Grande Giubileo, anche voi, carissimi Fratelli nell'Episcopato, riprendete il vostro cammino fra le prove del mondo e le consolazioni di Dio, mantenendo saldo l'impegno di una evangelizzazione capillare e di una costante edificazione del sensus Ecclesiae. In questa vasta azione pastorale vi sia di valido aiuto la collaborazione dei sacerdoti, delle persone consacrate, dei fedeli laici, come pure della promettente schiera di giovani che si preparano al ministero presbiterale.

2. Sono ancora molto marcati i segni lasciati da settant'anni di ateismo militante, ma non devono scoraggiarvi nell'esercizio del vostro ministero. La consapevolezza che Cristo vi ha chiamati ad annunciare il Vangelo in un tempo difficile vi sproni ad una più ardita opera di catechizzazione di quanti la Provvidenza vi ha affidato. Conosco gli sforzi che giù state compiendo per rendere accessibili nella vostra lingua i libri liturgici, gli insegnamenti del Magistero, i sussidi catechetici, i manuali di preghiera. Desidero incoraggiarvi a proseguire su questo cammino, poiché sulla base di una convinta ed orante conoscenza dei misteri di Dio si consolida una più profonda e generosa adesione alla vita di grazia.

La vasta missione evangelizzatrice che state promuovendo esige in primo luogo che vi prendiate cura di formare sacerdoti santi e ardenti nel loro apostolato. A questo proposito, voi già vi state adoperando per preparare educatori e professori che, russi di nascita, sappiano capire in profondità la mentalità e l'eredità del grande popolo al quale appartengono e, al tempo stesso, siano in grado di trovare nella conoscenza delle Scritture e degli antichi Padri la valorizzazione più piena ed autentica del genio della propria cultura.

E' necessario, inoltre, coinvolgere i giovani nell'impegno della nuova evangelizzazione, individuando le diverse vocazioni che Dio affida a quanti sono stati segnati con il sigillo del Battesimo. Alla base di tutto resta, ovviamente, imprescindibile la fiduciosa preghiera al Padrone della messe, affinché sia lui stesso a mandare nella sua messe operai secondo il suo cuore, santi e generosi.

3. La vocazione nasce da Dio, ma cresce in una famiglia ed è sostenuta da una comunità cristiana fervorosa e fedele. Chi non conosce la desolazione spirituale e morale lasciata in eredità dal secolo appena trascorso? Chi non è al corrente delle difficoltà che le famiglie, specie quelle giovani, si trovano ancor oggi ad affrontare? Sappiate essere per loro un sostegno valido ed incoraggiante. Camminate al loro fianco facendovi loro guide sicure; aiutatele con la preghiera, aprite loro i tesori della misericordia divina e spezzate per loro il pane della verità di Cristo. E' questa una vasta azione apostolica che voi, Pastori diocesani, siete chiamati a portare avanti con coloro che Dio ha posto al vostro fianco: sacerdoti, persone consacrate e laici collaboratori. Alimentate tra di voi uno spirito di cordiale intesa e di reciproco sostegno, rispettando il carisma di ognuno e armonizzando i vari metodi di evangelizzazione.

Per quanto inevitabili siano le difficoltà della vita quotidiana, potrete sempre superarle con l'aiuto del Signore, mantenendo la rotta maestra del dialogo della carità. In questo modo i doni individuali sono posti al servizio del bene dell'intero Corpo di Cristo.

4. Il dialogo rispettoso diventa anche metodologia paziente, grazie alla quale è possibile rapportarsi con gli altri battezzati che vivono in Russia. Cercate ciò che favorisce la reciproca comprensione e, quando è possibile, la collaborazione: ecco una concreta regola di dialogo ecumenico tanto cara al Beato Giovanni XXIII, il quale amava ripetere che è molto di più ciò che ci unisce che ciò che ci separa. Ecco perché non bisogna scoraggiarsi davanti alle difficoltà e persino davanti agli insuccessi del cammino ecumenico, ma, sostenuti dalla preghiera, occorre continuare ad avanzare con ogni sforzo nella costruzione della piena unità fra i discepoli di Cristo. Con la fiducia in Dio, con la carità, con la costanza si può contribuire ad affrettare la realizzazione dell'auspicio accorato del divino Maestro: "Che siano una sola cosa perché il mondo creda" (Gv 17,21).

Venerati Fratelli, il Vescovo di Roma vi è vicino e con grande affetto vi incoraggia a proseguire in questa importante opera spirituale affidatavi da Dio. Vostro segno distintivo sia la carità, che è vincolo di perfezione. Animati da tale fondamentale virtù, saprete trovare, come già state facendo, forme di aiuto per i poveri ed i bisognosi che bussano alla porta del vostro cuore. Imitando il buon Samaritano evangelico, servirete Cristo stesso che si presenta a voi nelle vesti lacere, nei volti imploranti e nel corpo piagato dei miseri e degli abbandonati. E' questa un'opera immediata e comprensibile di evangelizzazione.

Mentre vi affido alla protezione di Maria, Madre di Dio, venerata con tenero affetto in tutto il territorio in cui svolgete il vostro compito apostolico, invoco su di voi l'abbondanza delle grazie celesti e di gran cuore vi benedico.

[00227-01.01] [Testo originale: Russo]