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DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, DR. JOAQUÍN NAVARRO-VALLS, 23.12.2000


DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, DR. JOAQUÍN NAVARRO-VALLS

Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Dr. Joaquín Navarro-Valls, appresa la notizia dell’assoluzione con formula piena dell’Arcivescovo di Napoli, Card. Michele Giordano, dall’accusa del reato di usura e associazione per delinquere, ha rilasciato, nella tarda serata di ieri, la dichiarazione che pubblichiamo di seguito:

La notizia della sentenza oggi emessa dal Tribunale di Lagonegro – di assoluzione piena in relazione a tutte le accuse di reato a suo tempo formulate dalla Procura della Repubblica in loco nei confronti dell’Arcivescovo di Napoli, Sua Eminenza il Cardinale Michele Giordano – è stata accolta con vivo compiacimento dalla Santa Sede.

Sin dall’inizio del procedimento è apparsa certa l’estraneità del Cardinale Giordano alle vicende in imputazione (che avrebbero avuto luogo in Sant’Arcangelo di Lucania ove il Presule è nato, e dove risiedono suoi parenti). Ciò nonostante si sono volute continuare in ogni direzione le indagini, il cui esito non ha lasciato margine a dubbi di sorta circa l’innocenza del Cardinale che si sarebbe potuta proclamare immediatamente.

L’Arcivescovo di Napoli ha optato per il "giudizio abbreviato", al termine del quale il Giudice competente ha riconosciuto del tutto corrispondente a verità quanto in ogni occasione affermato a propria difesa dal Presule.

A conclusione del processo, non si può non deplorare che una persona, ora riconosciuta innocente, abbia dovuto subire un danno così grave e prolungato per due anni e mezzo; un danno che indirettamente si è riversato anche su benemerite istituzioni della Chiesa.

Non si può infine dimenticare l’avvenuta violazione del Concordato al suo tempo, per la mancata comunicazione all’Autorità ecclesiastica competente, dell’emissione di un avviso di garanzia nei confronti del menzionato Cardinale (Art. 2, b del Protocollo Addizionale dell’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana del 18 febbraio 1984). È inoltre nota la sorpresa che suscitarono le modalità delle perquisizioni e delle intercettazioni telefoniche che, oltre a turbare il libero esercizio del ministero episcopale (come è assicurato dalle norme pattizie vigenti), non si confacevano alla posizione riconosciuta dal Governo italiano ai Cardinali di Santa Romana Chiesa.

[02889-01.01]