COMUNICATO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA: CONGRESSO INTERNAZIONALE SUL TEMA GLOBALIZZAZIONE, ECONOMIA. FAMIGLIA E’ in corso di svolgimento in questi giorni, presso l’Aula Vecchia del Sinodo, in Vaticano, un Congresso Internazionale di studio e riflessione sul tema "Globalizzazione, economia, famiglia", su iniziativa congiunta del Pontificio Consiglio per la Famiglia e dell’Acton Institute for the Study of Religion and Liberty (Grand Rapids, USA).
Il Congresso, a cui partecipano professori universitari, giuristi, economisti, politici, legislatori, teologi e membri della pastorale familiare, è stato preparato da diversi Congressi anteriori, tenuti dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, tra i quali il Congresso di Roma del 1997 su "Economia e Famiglia", e quello del Messico (1993) sul lavoro della donna. L'attuale congresso, che proseguirà fino al 29 novembre, intende studiare ed approfondire la realtà della cosiddetta "globalizzazione", nei suoi aspetti economici, politici, culturali e sociologi, al fine di identificare l'impatto che il fenomeno ha o potrebbe avere sulla famiglia nelle diverse parti del mondo, cogliendone gli aspetti positivi e proteggendola da quelli negativi.
Il Cardinale López Trujillo ha introdotto i lavori con la relazione "Globalizzazione, economia e famiglia", sottolineando come non si possa ridurre la globalizzazione soltanto alla dimensione economica ma se ne debbano cogliere le connessioni con la vita dei popoli e la vita della famiglia.
Esiste una globalizzazione senza cuore, senz’anima, nella quale i poveri sono i più colpiti a causa di un’ideologia che impone una visione del mondo e della vita in cui i valori sono assenti e lo stile di vita è concepito con una visione individualistica della famiglia, che finisce per disintegrarla. La famiglia come comunità di persone deve essere protagonista positiva ed esigente del fenomeno della globalizzazione soprattutto in quelle nazioni che sono più povere ed emarginate. C’è bisogno di una globalizzazione della solidarietà, capace di superare le ingiustizie. Il Cardinale ha evidenziato quindi le conseguenze che la globalizzazione può avere sui Paesi più poveri. Il Papa Paolo VI aveva già evocato la tendenza dei paesi più ricchi a non invitare i più poveri "al banchetto della vita". Questa tendenza è stata purtroppo confermata nelle politiche cosiddette "demografiche", appoggiate dalle istituzioni internazionali, (in prima linea quelle dell'UNFPA), e illustrate nelle conferenze internazionali di Cairo (1994) e Cairo+5 (1999), politiche che si propongono di ridurre l'espansione della popolazione mondiale grazie alla diffusione dell'aborto e dei mezzi contraccettivi, portando avanti la proposta di uno "stile di vita" senza famiglia, senza impegni matrimoniali e senza figli, lo stesso stile di vita che realizza l'attuale "inverno demografico" nei paesi industrializzati. Secondo questa ideologia, che si diffonde grazie alla globalizzazione, i poveri non avrebbero diritto ad avere figli, perchè sono poveri. Si tratta di una vera e propria "congiura" a livello economico e demografico contro i poveri. Appare chiara perciò la necessità di appoggiare fortemente l'istituzione familiare di fronte a questo nuovo "totalitarismo".
Il Rev. Sirico, presidente dell'Acton Institute, ha sottolineato come il fenomeno della globalizzazione potrebbe esasperare la fragilità della famiglia. Il totalitarismo che tende a manifestarsi a livello culturale nelle istanze internazionali e continua a presentare come obiettivo di primaria importanza il diritto all'aborto, il diritto degli adolescenti all'attività sessuale precoce, senza impegno, e la cosiddetta "salute riproduttiva", rivela tutta la sua tendenza a manipolare la famiglia e la società nel suo insieme.
Il professore Michael Nowak, dell'American Enterprise Institute, ha dimostrato che la globalizzazione può essere, invece, un’enorme opportunità nell’eventualità che favorisca, sia a livello individuale che nella società , la sussidiarietà, la solidarietà, l'iniziativa, nel rispetto della ricchezza delle diverse culture.
Se la famiglia non è in grado di formare i cittadini del mondo futuro, c'è il grande rischio di vedere la competitività superare la solidarietà, e l'iniziativa cedere il posto alla passività, mentre le ricchezze del mondo saranno sempre di più nelle mani di alcuni.
Nella discussione che ha fatto seguito alle relazioni, i partecipanti hanno sottolineato la particolare responsabilità dei politici e dei legislatori nei propri Paesi per prevenire l'avvento di un possibile totalitarismo culturale, politico, internazionale.
Nel pomeriggio di ieri, S.E. Mons. Diarmuid Martin, Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, è intervenuto sul tema della globalizzazione nel Magistero recente della Chiesa, particolarmente in quello di Giovanni Paolo II. Sua Santità ha tracciato i principi fondamentali a cui ispirare la globalizzazione nel mondo, che sono: dignità umana, solidarietà, povertà. Questi criteri sono contenuti nella natura della missione della Chiesa che in tal modo diventa attore globale naturale. L'umanità è chiamata ad essere un’unica famiglia.
Successivamente tre autorevoli imprenditori della Francia, del Venezuela e degli USA hanno partecipato a una tavola rotonda, illustrando le problematiche economiche della famiglia e ribadendo come la famiglia non debba essere esclusa dai processi economici mondiali, anzi debba essere beneficiaria in prima linea della evoluzione economica dei mercati, soprattutto nei paesi più poveri.
[02410-01.01]