UDIENZA AI PELLEGRINI CONVENUTI PER LA CANONIZZAZIONE DI 123 BEATI Alle 11.00 di questa mattina, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha incontrato in Piazza San Pietro i pellegrini convenuti a Roma per la canonizzazione di 123 Beati ed ha loro rivolto il discorso che riportiamo di seguito:
● DISCORSO DEL SANTO PADRE
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Ieri, in Piazza San Pietro, abbiamo vissuto un singolare momento di gioia, celebrando la canonizzazione di alcuni Santi. La Provvidenza ci concede, oggi, la possibilità di ritrovarci, per prolungare il rendimento di grazie a Dio, che dona alla Chiesa sempre nuovi modelli di vita evangelica, e per considerare insieme le esemplari figure dei Martiri in Cina, di María Josefa del Corazón de Jesús Sancho de Guerra, di Katharine Drexel e di Giuseppina Bakhita.
A tutti voi, pellegrini venuti da vari Paesi, rinnovo il mio saluto, insieme con una cordiale parola di apprezzamento per il suggestivo contesto che con la vostra presenza avete creato intorno a questo evento ecclesiale.
2. Mi rivolgo ora in modo speciale ai pellegrini qui convenuti per la canonizzazione dei cento venti Martiri in Cina. In primo luogo a voi, fedeli di origine cinese, con i quali desidero condividere la gioia profonda per questi figli e figlie del Popolo cinese che, per la prima volta, vengono additati a tutta la Chiesa e al mondo intero nella loro eroica fedeltà a Cristo Signore e nella loro grandezza d'animo. Sì, essi sono un vero onore per il nobile Popolo di Cina!
La mia gioia è maggiore al pensare che sono a noi intimamente uniti, in questa circostanza, tutti i fedeli della Cina Continentale, consapevoli - come lo siete voi - di avere nei Martiri non soltanto un esempio da seguire, ma anche degli intercessori presso il Padre. Abbiamo infatti bisogno del loro aiuto, perché siamo chiamati ad affrontare la vita quotidiana con la stessa dedizione e con la stessa fedeltà che i Martiri dimostrarono nel loro tempo.
Tutti voi sapete che la maggioranza dei cento venti Martiri versò il sangue in momenti storici che rivestono, giustamente, un particolare significato per il vostro Popolo. Si trattò, in realtà, di situazioni drammatiche, caratterizzate da violenti sconvolgimenti sociali. La Chiesa, con la presente canonizzazione, non vuole certamente dare un giudizio storico su quei periodi, né molto meno legittimare taluni comportamenti di Governi dell'epoca che pesarono sulla storia del Popolo cinese. Essa vuole, invece, mettere in luce l'eroica fedeltà di questi degni figli della Cina, che non si lasciarono intimorire dalle minacce di una feroce persecuzione.
Sono poi grato per la presenza di molti pellegrini dei vari Paesi, da cui provenivano i 33 missionari e missionarie, morti Martiri in Cina insieme a quei fedeli cinesi ai quali avevano annunciato il Vangelo. Non manca chi, con lettura storica parziale e non obiettiva, vede nella loro azione missionaria solo limiti ed errori. Se ce ne sono stati - è mai l'uomo esente da difetti? - chiediamo perdono. Ma oggi li contempliamo nella gloria e rendiamo grazie a Dio, che si serve di strumenti poveri per le sue grandiose opere di salvezza. Essi annunciarono, anche con il dono della vita, la Parola che salva e intrapresero importanti iniziative di promozione umana. Siatene fieri, voi pellegrini, loro concittadini e fratelli nella fede! Con la loro testimonianza, essi ci indicano che il cammino vero della Chiesa è l'uomo: un cammino intessuto di profondo e rispettoso dialogo interculturale, come già ha insegnato, con saggezza e con maestria, il P. Matteo Ricci; un cammino sostanziato della quotidiana offerta della vita.
3. Saludo con afecto a los numerosos peregrinos venidos para participar en la canonización de Santa María Josefa del Corazón de Jesús Sancho Guerra, provenientes del País Vasco, donde la nueva Santa nació y murió, así como de otros puntos de España y de diversos Países de Europa, América y Filipinas, donde las Siervas de Jesús de la Caridad viven y trabajan difundiendo el carisma y las enseñanzas de esta hija ilustre de la Iglesia. A todos doy mi más cordial bienvenida.
Santa María Josefa os es muy querida y entrañable. En efecto, su perfil espiritual nos descubre su generosidad y entrega en acoger las palabras del Señor "Estuve enfermo y me visitasteis" (Mt 25,36). Exigente consigo misma, no ahorró esfuerzos ni trabajos para servir a los enfermos, fundando para ello las Siervas de Jesús de la Caridad. A ellas les confió la misión de mostrar el rostro misericordioso de Dios a los que sufren, contribuyendo a aliviar sus sufrimientos con la asistencia generosa en domicilios y hospitales.
Su elocuente testimonio debe ayudar a todos a descubrir la belleza de la vida consagrada totalmente al Señor, y la importancia del servicio destinado a enjugar las lágrimas de los que sufren bajo el peso de la enfermedad.
4. It is a special joy for me to greet Cardinal Bevilacqua and the many pilgrims who have come to Rome for the canonization of Mother Katherine Drexel, especially her spiritual daughters, the Sisters of the Blessed Sacrament. Saint Katherine Drexel took to heart the words of Jesus to the young man in the Gospel, "If you seek perfection, go and sell your possessions, and give to the poor. You will then have treasure in heaven" (Mt 19:21).
Devoting her family fortune to missionary and educational work among the poorest members of society, Mother Drexel made a trip to Rome during which she asked Pope Leo XIII to send missionaries to help with the various projects she was funding. The Pontiff responded inviting her to become a missionary herself. That was certainly a turning-point in Saint Katherine’s life, and with great courage she placed her confidence in the Lord and gave her life and wealth totally to his service. Her apostolate bore fruit in the establishment of numerous schools for Native Americans and Blacks, and served to raise awareness of the continuing need, even in our own day, to fight racism in all its manifestations.
May the example of Saint Katherine Drexel be a beacon of light and hope inspiring all of us to make an ever greater gift of our time, talent and treasure for the benefit of those most in need.
5. I am pleased to greet as well the Sudanese Bishops and faithful who have journeyed to Rome for the canonization of Sister Josephine Bakhita. In a special way, I also greet the Daughters of Charity, the great Canossian family to which Saint Josephine Bakhita belonged.
This holy daughter of Africa showed herself truly to be a child of God: the love and forgiveness of God were tangible realities that transformed her life in an extraordinary way. She even came to feel gratitude to the slave-traders who captured her and to those who mistreated her: for, as she herself would later say, if these things had not happened, she would not have become a Christian or a professed Sister in the Canossian community.
Through the intercession of Saint Bakhita let us pray that all men and women will come to know the saving presence of the Lord Jesus and thus be freed from slavery to sin and death. And in particular, let us be mindful of her homeland, Sudan, where war and violence continue to sow destruction and despair: may the Lord’s healing hand touch the hearts of those responsible for this suffering and open the way to reconciliation, forgiveness and peace.
6. Carissimi, prima di congedarmi da voi, desidero manifestarvi un peso che in queste ore grava sul mio animo. Da alcuni giorni la Città Santa di Gerusalemme è teatro di violenti scontri, che hanno provocato numerosi morti e feriti, tra i quali anche alcuni bambini. Spiritualmente vicino alle famiglie di quanti hanno perso la vita, rivolgo il mio accorato appello a tutti i responsabili, affinché tacciano le armi, si evitino le provocazioni, si riprenda la via del dialogo. La Terra Santa deve essere la terra della pace e della fraternità. Così Dio vuole!
Chiedo ai nuovi Santi di voler interporre la loro intercessione, affinché gli animi di tutti tornino a pensieri di reciproca comprensione e di pace.
Con questo auspicio imparto di cuore a tutti voi e ai vostri cari la Benedizione Apostolica.
[01966-XX.03] [Testo originale: Plurilingue]