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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL VOLUME: "IL CONCILIO VATICANO II. RECEZIONE E ATTUALITÀ ALLA LUCE DEL GIUBILEO", 26.09.2000


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL VOLUME: "IL CONCILIO VATICANO II. RECEZIONE E ATTUALITÀ ALLA LUCE DEL GIUBILEO"

INTERVENTO DEL CARD. ROGER ETCHEGARAY

INTERVENTO DI S.E. MONS. CRESCENZIO SEPE

INTERVENTO DI S.E. MONS. RINO FISICHELLA

Alle ore 11.30 di oggi, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la Conferenza Stampa di presentazione del Volume: "Il Concilio Vaticano II. Recezione e attualità alla luce del Giubileo".

Prendono parte alla Conferenza Stampa: l’Em.mo Card. Roger Etchegaray, Presidente del Comitato Centrale del Grande Giubileo dell’Anno 2000, S.E. Mons. Crescenzio Sepe, Segretario Generale del Comitato Centrale del Grande Giubileo dell’Anno 2000 e S.E. Mons. Rino Fisichella, Vice-Presidente della Commissione Storico Teologica del Grande Giubileo dell’Anno 2000.

Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:

INTERVENTO DEL CARD. ROGER ETCHEGARAY

"Vaticano II alla luce del Giubileo". È così che S.E. Monsignor Fisichella presenta gli atti di un simposio di cui fu il capo cantiere, su richiesta del Comitato Centrale del Grande Giubileo. Ma si potrebbe dire altrettanto bene: "Il Giubileo alla luce del Vaticano II". Infatti, nel pensiero di Giovanni Paolo II, i due avvenimenti si rinviano l’uno all’altro, si illuminano l’uno con l’altro, si fondano l’uno sull’altro.

Quest’opera è una guida preziosa sulla strada giubilare della Chiesa che, attraversando il colle da un millennio ad un altro, è chiamata da Giovanni Paolo II ad un ampio esame di coscienza di cui uno dei punti principali concerne la ricezione del Concilio (cf. T.M.A. n. 36) e la sua attualizzazione. Vi è reciprocità di riflessione tra questi due modi di procedere di carattere spirituale, altrettanto che pastorale. È significativo che Giovanni XXIII, l’iniziatore del Concilio, sia stato beatificato in pieno Giubileo.

Ho avuto la grazia eccezionale di vivere tutto il Concilio dall’interno, in qualità di "esperto". Vaticano II fu, soprattutto per i vescovi, una sorta di meditazione sull’originalità cristiana del popolo di Dio.

Il dinamismo interno del Concilio comportava al tempo stesso un ritorno alle sorgenti della parola di Dio e un riconoscimento della storia degli uomini. Paolo VI, nella sua prima enciclica "Ecclesiam suam", aveva ben definito il duplice movimento del Concilio: da un lato "una Chiesa che approfondisce la coscienza che ha di se stessa", dall’altro, "una Chiesa che si dona al mondo nel dialogo."

A che punto siamo in quest’anno giubilare? In tutta verità, che ne abbiamo fatto del Concilio, che ha fatto di noi il Concilio?

Dopo il Concilio, il mondo ha conosciuto una delle più forti accelerazioni della storia verificatesi fin qui, e la Chiesa, per prima, si è resa conto che è più facile cambiare le strutture delle mentalità. Certo, vi sono stati eccessi ...o dimenticanze nell’applicazione delle decisioni conciliari. Ma si può immaginare che la Chiesa, presa nei sussulti del mutamento del mondo, si sarebbe trovata in ben più cattive acque se non avesse potuto beneficiare del Concilio come di un punto di riferimento solido e luminoso. Sarebbe ingiusto vedere solo le ombre nella Chiesa. Un proverbio cinese dice: "Quando cade un albero fa rumore, quando cresce una foresta, non si sente niente".

Grazie al Concilio, la Chiesa si preoccupa sempre più di vivere nella carovana degli uomini. Grazie al Concilio, la Chiesa si preoccupa sempre più di manifestare Cristo tra gli uomini. Alla chiusura di Vaticano II, Paolo VI esclamava nel suo stile al contempo preciso e lirico : "La Chiesa non ha in se stessa il suo proprio fine ma desidera essere interamente di Cristo, nel Cristo e per Cristo, interamente in modo uguale degli uomini, fra gli uomini e per gli uomini. E quando, più tardi, lo storico si chiederà che cosa faceva la Chiesa durante il Concilio Vaticano II, la risposta sarà : "La Chiesa amava! Amava Cristo, amava tutti gli uomini".

Grande è la nostra responsabilità cristiana, perché il Concilio non è ancora molto lontano nel tempo, e il tempo giubilare ci spinge a rispondere oggi: "che ne hai fatto del Concilio? Di questo "grande dono dello Spirito alla sua Chiesa, sul finire del secondo millennio" (Giovanni Paolo II, T.M.A. n. 36). Il Concilio è tra le nostre mani.

[01928-01.02] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DI S.E. MONS. CRESCENZIO SEPE

Il Comitato Centrale del Grande Giubileo presenta volentieri questo volume che contiene gli Atti del Convegno sulla Attuazione del Concilio Vaticano II, tenutosi nell’aula del Sinodo, il 25-27 febbraio scorsi. Come si ricorderà, quel Convegno veniva a concludere una serie di iniziative che si ripromettevano di corrispondere alla richiesta del Santo Padre circa un esame di coscienza su alcuni temi peculiari. Le radici dell’antigiudaismo (1997), le Inquisizioni (1998) e il Vaticano II erano i tre temi simbolici scelti per la verifica del comportamento dei credenti nel corso del secondo millennio. La celebrazione del Convegno sul Concilio durante l’Anno giubilare assumeva, comunque, un significato particolare non solo per la scadenza dei trentacinque anni da quell’evento, ma soprattutto perché l’Anno Santo permetteva ai credenti di riflettere con maggior intensità sull’insegnamento del Concilio, in modo da diventare base di lancio del loro impegno per il nuovo millennio.

Il Convegno è stato certamente un momento qualificante nel calendario delle attività del Comitato Centrale. Sono convenuti a Roma trecento persone: Pastori della Chiesa (circa 20 cardinali e 40 vescovi), teologi, storici, catecheti, sacerdoti impegnati in cura d’anime, religiose e laici hanno riflettuto e liberamente discusso su quanto dell’insegnamento conciliare è stato recepito e attuato. Alle cinque relazioni principali sono seguite numerose comunicazioni e ognuno dei partecipanti ha portato non solo la competenza del proprio ministero, ma anche la testimonianza diretta di un’esperienza di vita ecclesiale. Provenienti da diverse parti del mondo, erano presenti al Convegno specialisti dall’Europa, dall’Africa, dalle Americhe e dall’Asia. La rappresentatività è stata felicemente coniugata con la competenza. La lettura di questi interventi, soprattutto nella seconda parte del volume, mostra come fosse stata attiva la partecipazione e come la complementarietà delle prospettive bene si raccoglie nell’unità della testimonianza di fede.

Nei giorni in cui si teneva il Convegno, la stampa aveva giustamente riservato ampi spazi al pellegrinaggio del Santo Padre al Monte Sinai, che si svolgeva in contemporanea. Nonostante questo, i mezzi di comunicazione diedero adeguato rilievo anche al Convegno, offrendo resoconti giornalieri dei lavori congressuali, segno dell’interesse e dell’importanza di questo evento giubilare. Oggi, con la presentazione del volume, viene offerta a tutti la possibilità di entrare direttamente nel merito delle relazioni e di confrontarsi con la ricchezza emersa dai gruppi di studio sulle diverse tematiche affrontate.

Il Santo Padre, nel suo discorso conclusivo all’Assemblea dei convegnisti, affermò che il Concilio "è stato un dono dello Spirito alla sua Chiesa. È per questo motivo che rimane come un evento fondamentale non solo per capire la storia della Chiesa in questo scorcio di secolo, ma anche e soprattutto per verificare la permanente presenza del Risorto accanto alla sua sposa tra le vicende del mondo". Presentare questo volume è un’attestazione di fiducia e di speranza, perché quanto i Padri conciliari hanno insegnato possa essere conosciuto con coerenza e vissuto con lo stesso entusiasmo che si verificò all’indomani del Vaticano II.

Un ringraziamento caloroso è dovuto all’editore italiano della editio tipica, la casa editrice San Paolo, per la immediata pubblicazione del Volume che ha permesso, in tempi rapidi e a marce forzate, di presentare un prodotto originale e degno dell’evento. Fin da ora il ringraziamento si estende alle diverse case editrici di lingua spagnola, francese, inglese e tedesca che, in breve tempo, assicurano la traduzione del volume.

L’augurio è che ognuno, attingendo a questo volume, possa trovare ispirazione per un impegno più deciso di rinnovamento per il nuovo millennio, appena iniziato.

[01929-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DI S.E. MONS. RINO FISICHELLA

Presentare un volume come Il Concilio Vaticano II: ricezione e attualità alla luce del Giubileo può essere un'occasione per verificare una parte dell'impegno dell'anno santo che volge ormai verso la sua fase finale. Le celebrazioni hanno coinvolto milioni di persone, i pellegrini ritornano alle loro case con il ricordo di Roma, molto resterà di questo anno per l'esperienza di fede vissuta. La pubblicazione di un libro, però, per sua stessa natura permette di superare le barriere del tempo e dell'oblio e rimane come espressione permanente di un evento. Da questa prospettiva, il volume consente al giubileo di essere ricordato oltre la sua conclusione, e di venire relazionato con uno degli eventi fondamentali della storia della Chiesa di questo secolo.

Il concilio Vaticano II, come tutti i concili della storia, ha segnato un'epoca. Ciò che la Chiesa è oggi dinanzi ai credenti e di fronte al mondo è anche frutto del concilio. Ciò che potrà essere domani dipende dalla coerente comprensione e attuazione dell'insegnamento del Vaticano II. Non è un caso che Giovanni Paolo II abbia più volte ribadito che il concilio è la porta che la Chiesa deve attraversare per immettersi nel terzo millennio della sua storia. I quattro anni che hanno segnato quell'evento hanno trovato espressione normativa in 4 costituzioni 9 decreti e 3 dichiarazioni. L'insegnamento del Vaticano II, comunque, appartiene anche a una storia viva di generazione di persone che lo hanno recepito e vissuto. Il concilio, insomma, non si esaurisce in una raccolta di scritti; esso è anche riconoscimento di uno spirito che li ha generati e mossi. Ritornare con il pensiero al concilio, dopo trentacinque anni, può essere per alcuni motivo di nostalgia, per altri elemento di confronto per altri ancora causa di tristezza. In qualunque modo ci si rapporti al Vaticano II esso permane come una costante che ha caratterizzato la storia di tutti noi.

Molto di quanto viene attribuito ai Padri conciliari, comunque, dipende dalle interpretazioni che nel corso di questi decenni sono state date del loro insegnamento in diverse sedi. Il processo di interpretazione del concilio non è concluso e non potrebbe esserlo. Appartiene, infatti, a una dinamica che supera i confini ecclesiali perché l'evento appartiene alla storia. La Chiesa, tuttavia, è la prima interprete del concilio. Questo non solo le appartiene, ma ne determina la sua stessa esistenza storica ed ecclesiale. È per questo che Giovanni Paolo II ha detto nel suo Discorso conclusivo: "La Chiesa da sempre conosce le regole per una retta ermeneutica dei contenuti a cui crede. Queste si pongono all'interno del tessuto di fede e non al di fuori di esso. Leggere il Concilio sulla lunghezza d'onda di un cambiamento rivoluzionario, senza vedere in esso la permanenza della fede di sempre, è illusorio". Quanto si è fatto con il Convegno, e trova espressione ora in questo volume, è frutto di questa intenzione e di questa responsabilità.

Ciò che viene presentato con il volume esprime il primo tentativo che è stato prodotto dalla comunità ecclesiale per mantenere vivo nella sua genuinità l'insegnamento conciliare. Il Sinodo del 1985, convocato per i venti anni del Vaticano II, si concluse con un messaggio rivolto dai padri sinodali ai credenti. Il materiale prodotto in quella sede, tuttavia, rimase sconosciuto per molti. In questo volume non si fa una ricostruzione storica del concilio, ma se ne dà una sua autorevole interpretazione in quei punti salienti che hanno formato le fondamenta stesse del Vaticano II. La prima parte del volume, infatti, affronta i temi delle quattro costituzioni: come interpretare l'unità fondamentale, voluta da Dei Verbum, tra Sacra Scrittura e Tradizione; come comprendere il rinnovamento della liturgia, voluto da Sacrosanctum concilium, senza cadere negli arbitrari abusi che ne sono seguiti; come recuperare il tema della Chiesa comunione e mistero alla luce di Lumen gentium senza assolutizzare il concetto di popolo di Dio e, infine, come rileggere la relazione tra la Chiesa e il mondo nell'orizzonte di Gaudium et spes per quanto concerne i fondamenti dell'antropologia cristiana. A questa parte segue una sezione ricca di contenuti che permettono di verificare quanto del concilio sia stato recepito e attuato dalle diverse Chiese. Il lettore attento non troverà espressioni celebrative o trionfalistiche frutto della retorica, ma la realtà e la concretezza delle diverse situazioni ecclesiali: differenze, difficoltà, ritardi, attuazioni, prospettive che attendono ancora compimento… tutto viene esposte senza timore; dopo tutto, quanto veniva fornito era materiale per un esame di coscienza!

Chi volesse immettersi all'interno di questa lettura troverà la possibilità per verificare quanto è stato comunicato in quei giorni e quanto il dibattito in aula abbia aiutato per la comprensione più coerente del Vaticano II. Non si ha timore nell'affermare che questo bel volume rimarrà nel tempo come uno dei segni significativi delle celebrazioni giubilari. Esso non resterà a raccogliere polvere in qualche sperduto scaffale di biblioteca, ma diventerà opera attenta di consultazione e studio per quanti vorranno conoscere il Vaticano II in quella autorevole interpretazione data dalla comunità cristiana.

[01927-01.01] [Testo originale: Italiano]