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BRIEFING SULLE CANONIZZAZIONI DEL 1° OTTOBRE 2000 DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, DR. JOAQUÍN NAVARRO-VALLS, 22.09.2000


BRIEFING SULLE CANONIZZAZIONI DEL 1° OTTOBRE 2000 DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, DR. JOAQUÍN NAVARRO-VALLS

Si tiene questa mattina alle 11.30, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, l’annunciato briefing del Direttore Joaquín Navarro-Valls sulle Canonizzazioni che avranno luogo domenica 1° ottobre 2000.

La cerimonia di canonizzazione del prossimo 1° ottobre eleverà al massimo onore degli altari, per la prima volta, uomini e donne, religiosi e laici, del popolo cinese. Per questa ragione, appare opportuno fornire alcuni elementi che possano aiutare ad inquadrare adeguatamente l’evento.

Il popolo cinese, già fin dalla metà del terzo millennio A.C., aveva sviluppato una religiosità le cui caratteristiche principali erano il riconoscimento ed il culto verso l'Essere Supremo e la pietà filiale e devota verso gli antenati defunti.

Il Vangelo è stato predicato per la prima volta in Cina nel V secolo. All'inizio del VII, fu eretta la prima chiesa. Ma furono soprattutto i secoli posteriori che videro un importante sviluppo delle missioni cattoliche in Cina e furono molti i cinesi che chiesero di essere istruiti nella religione cattolica e di poter ricevere il battesimo.

Mentre i cattolici cinesi, per gran parte della storia della Chiesa in Cina, poterono vivere in pace, in altre epoche e per ragioni diverse furono perseguitati e alcuni di loro furono martirizzati. I 120 martiri, che domenica 1º ottobre saranno canonizzati, appartengono a una schiera di migliaia di cattolici che, nel corso degli ultimi tre secoli e mezzo, hanno subito la stessa sorte. Basti pensare che soltanto nel complesso periodo storico dei Boxers furono uccisi oltre 30.000 cattolici cinesi.

Queste canonizzazioni partono da molto lontano. Le prime cause furono istruite nel 1893; le ultime due, nel 1983. Concretamente, i gruppi ed i tempi sono i seguenti:

5 cause furono istruite nel 1893; 13 nel 1900; 14 nel 1909; 29 nel 1946; 1 nel 1951; 56 nel 1955; 2 nel 1983. Per tutto il gruppo, infine, la causa di canonizzazione è stata presa in considerazione a partire del 1984. I 120 martiri di questa canonizzazione coprono un arco di tempo che va dal 1648 al 1930.

Giovanni Paolo II, nell’omelia pronunciata il 2 giugno 1996, durante la cerimonia di canonizzazione di S. Jean-Gabriel Perboyre, martire in Cina (1840), ebbe a dire: " À la mémoire de Jean-Gabriel Perboyre que nous célébrons aujourd’hui, nous voulons unir la mémoire de tous ceux qui ont témoigné du nom de Jésus-Christ sur la terre de Chine au cours des siècles passés. Je pense en particulier aux bienheureux martyrs dont la canonisation commune, souhaitée par de nombreux fidèles, pourrait un jour être un signe d’espérance pour l’Église présente au sein de ce peuple, dont je demeure très proche par le coeur et par la prière".

Infatti, a partire dal 1943, erano state inviate al Santo Padre 57 lettere postulatorie o istanze per la canonizzazione del protomartire della Cina, il domenicano B. Francisco Fernández de Capillas (+1648). Queste lettere provenivano da conferenze episcopali, singoli vescovi, conferenze di religiosi dalla Spagna, Portogallo, Filippine, Giappone, Cina e Taiwan.

Il parametro per una adeguata interpretazione di questa canonizzazione è strettamente religioso.

In primo luogo, questa canonizzazione esprime la grande vitalità evangelizzatrice delle Chiese locali dalle quali provengono i missionari, e una forte vitalità di adesione da parte dei cinesi. Questa duplice dimensione si può cogliere dal dato che, dei 120 martiri, 87 sono di nazionalità cinese e, fra questi ultimi, 83 sono uomini e donne allo stato laicale (compresi i 10 membri dell’Ordine Francescano Secolare, O.F.S.). I 33 missionari non cinesi vengono da Spagna, Francia, Italia, Belgio e Paesi Bassi: 6 di essi sono vescovi, 19 sacerdoti diocesani o religiosi, 1 religioso e 7 suore.

In secondo luogo, questa canonizzazione di così ampie dimensioni è un esplicito esempio della cattolicità della Chiesa: il martirio ha unito cristiani cinesi e stranieri, laici, sacerdoti, religiosi e vescovi, donne e uomini, persone di ogni età compresi i bambini, e di diversa condizione sociale.

Al tempo stesso, fedeli cinesi sono per la prima volta elevati alla gloria degli altari e proposti ai cristiani del mondo intero come esempio di coerenza umana e di fede. Il martirio, nella visione della Chiesa, esprime la suprema sintesi di umanità e di santità. Per questo le prossime canonizzazioni sono considerate un grande onore sia per la Chiesa che per il popolo Cinese. I cattolici di tutto il mondo si apprestano ad onorarli come esempio di coerenza di fede maturata umanamente nella storia e nella cultura cinese.

A motivo della presenza di missionari tra i martiri e per la storia missionaria dell’evangelizzazione in Cina, è stato deciso che queste canonizzazioni avessero luogo il primo giorno del mese di ottobre, nel giorno della festa di S. Teresa di Lisieux, patrona delle missioni.

[01911-01.01] [Testo originale: Italiano]