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MESSAGGIO PASQUALE DEL SANTO PADRE E BENEDIZIONE "URBI ET ORBI", 23.04.2000


Al termine della Santa Messa celebrata sul sagrato della Basilica Vaticana, Giovanni Paolo II, prima di impartire la Benedizione Apostolica Urbi et Orbi ai fedeli presenti in Piazza San Pietro ed a quanti lo ascoltano attraverso la radio e la televisione, pronuncia il Messaggio pasquale che riportiamo di seguito:

● MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

Testo originale in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua castigliana

Traduzione in lingua portoghese

Testo originale in lingua italiana 

1. "Mors et vita duello conflixere mirando...".

"Morte e Vita si sono affrontate

in un prodigioso duello.

Il Signore della vita era morto;

ma ora, vivo, trionfa" (Sequenza di Pasqua).

Oggi, la Chiesa si ferma,

ancora una volta stupefatta,

presso il sepolcro vuoto.

Come Maria Maddalena e le altre donne,

venute per ungere con aromi

il corpo del Crocifisso,

come gli apostoli Pietro e Giovanni,

accorsi sulla parola delle donne,

la Chiesa si china sulla tomba

in cui il suo Signore è stato deposto

dopo la crocifissione.

Un mese fa, pellegrino in Terra Santa,

ho avuto la grazia di inginocchiarmi

davanti alla lastra di pietra,

che segna il luogo dove fu sepolto Gesù.

Oggi, Domenica di Risurrezione,

faccio mio l'annuncio del messaggero celeste:

"È risorto, non è qui!" (Mc 16,6).

Sì, la vita e la morte si sono affrontate

e la Vita ha trionfato per sempre.

Tutto è nuovamente orientato alla vita,

alla Vita eterna!

2. "Victimae paschali laudes immolent christiani...".

"Alla vittima pasquale

s'innalzi oggi il sacrificio di lode.

L'Agnello ha redento il suo gregge,

l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre".

Le parole della Sequenza pasquale

esprimono mirabilmente il mistero

che si compie nella Pasqua di Cristo.

Additano la forza rinnovatrice

che si sprigiona dalla sua risurrezione.

Con le armi dell'amore,

Dio ha sconfitto il peccato e la morte.

Il Figlio eterno, che ha spogliato se stesso

per farsi servo obbediente

fino alla morte di croce (cfr Fil 2,7-8),

ha vinto il male alla radice,

aprendo ai cuori pentiti la via del ritorno al Padre.

Egli è la Porta della Vita,

che a Pasqua trionfa sulle porte degli inferi.

È la Porta della salvezza spalancata per tutti,

la Porta della divina misericordia,

che proietta luce nuova sull'umana esistenza.

3. Cristo risorto addita sentieri di speranza,

sui quali avanzare insieme

verso un mondo più giusto e solidale,

dove il cieco egoismo di pochi

non prevalga sul grido di dolore di molti,

riducendo popoli interi

in condizioni di avvilente miseria.

Il messaggio di vita, risuonato per bocca dell'angelo

presso la pietra ribaltata del sepolcro,

sconfigga la durezza dei cuori,

porti al superamento di ingiustificate barriere

e favorisca un incontro fecondo di popoli e culture.

L'immagine dell'uomo nuovo,

che splende sul volto di Cristo,

spinga tutti a riconoscere

il valore intangibile della vita umana;

susciti risposte adeguate

all'esigenza sempre più sentita

di giustizia e pari opportunità

nei vari ambiti della vita sociale;

muova i singoli e gli Stati

al pieno rispetto degli essenziali ed autentici diritti

radicati nella natura stessa dell'essere umano.

4. Signore Gesù, nostra Pace (Ef 2,14),

Verbo incarnato duemila anni or sono,

che risorgendo hai vinto il male ed il peccato,

concedi all'umanità del terzo millennio

una pace giusta e duratura;

volgi a buon esito i dialoghi intrapresi

da uomini di buona volontà che,

pur fra tante perplessità e difficoltà,

intendono porre fine ai preoccupanti conflitti in Africa,

agli scontri armati in alcuni Paesi dell'America Latina,

alle persistenti tensioni che affliggono

il Medio Oriente, vaste zone dell'Asia

e alcune regioni in Europa.

Aiuta le nazioni a superare antiche e nuove rivalità,

respingendo sentimenti di razzismo e di xenofobia.

Possa tutta la terra,

inondata dallo splendore della risurrezione,

gioire perché "la luce del Re eterno

ha vinto le tenebre del mondo" (Preconio della Veglia pasquale).

Sì, Cristo è risorto vittorioso,

ed ha offerto all'uomo,

erede di Adamo nel peccato e nella morte,

una nuova eredità di vita e di gloria.

5. "Ubi est mors stimulus tuus?".

"Dov'è, o morte, il tuo pungiglione?" (1 Cor 15,55),

esclama l'apostolo Paolo,

toccato sulla via di Damasco dalla luce del Cristo risorto.

Il suo grido riecheggia nei secoli

come annuncio di vita per l'intera civiltà umana.

Anche noi, uomini e donne del ventunesimo secolo,

siamo invitati a prendere coscienza

di questa vittoria di Cristo sulla morte,

rivelatasi alle donne di Gerusalemme ed agli Apostoli,

quando giunsero trepidanti al sepolcro.

L'esperienza di questi testimoni oculari,

attraverso la Chiesa, è arrivata fino a noi.

Essa si esprime in modo significativo

nel cammino dei pellegrini che,

in quest'anno del Grande Giubileo,

varcano la Porta Santa

e ripartono con più coraggio

per costruire strade di riconciliazione con Dio ed i fratelli.

Nel cuore di quest'Anno di grazia

risuoni più forte l'annuncio dei discepoli di Cristo,

un annuncio comune, oltre ogni divisione,

nel desiderio ardente di una comunione piena:

"Scimus Christum surrexisse a mortuis vere".

"Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto.

Tu, Re vittorioso, portaci la tua salvezza".

Amen.

[00896-01.03] [Testo originale:italiano]

Traduzione in lingua francese

1. "Mors et vita duello conflixere mirando..."

"La mort et la vie s’affrontèrent

en un duel prodigieux.

Le Maître de la vie mourut;

vivant, il règne" (Séquence de Pâques).

Aujourd’hui, l’Église s’arrête

près du tombeau vide,

encore une fois stupéfaite.

Comme Marie Madeleine et les autres femmes,

venues embaumer

le corps du Crucifié,

comme les Apôtres Pierre et Jean,

accourus sur la parole des femmes,

l’Église s’incline sur le tombeau

dans lequel le Seigneur a été déposé

après la crucifixion.

Il y a un mois, pèlerin en Terre Sainte,

j’ai eu la grâce de m’agenouiller

devant la dalle de pierre

qui marque le lieu où Jésus fut déposé.

Aujourd’hui, Dimanche de la Résurrection,

je fais mienne l’annonce du messager céleste:

"Il est ressuscité, il n’est pas ici" (Mc 16, 6).

Oui, la vie et la mort se sont affrontées

et la Vie a triomphé pour toujours.

Tout est orienté de manière nouvelle vers la vie,

vers la Vie éternelle!

2. "Victimæ paschali laudes immolent christiani..."

"À la Victime pascale,

chrétiens, offrez le sacrifice de louange.

L’Agneau a racheté les brebis;

le Christ innocent a réconcilié

l’homme pécheur avec le Père".

Les paroles de la Séquence pascale

expriment admirablement le mystère

qui s’accomplit dans la Pâque du Christ.

Elles font apparaître la force rénovatrice

qui se dégage de la résurrection.

Avec les armes de l’amour,

Dieu a vaincu le péché et la mort.

Le Fils éternel, qui s’est dépouillé lui-même

pour prendre la condition du serviteur obéissant

jusqu’à la mort sur la croix (cf. Ph 2, 7-8),

a vaincu le mal à la racine,

ouvrant aux cœurs repentants le chemin du retour au Père.

Il est la Porte de la Vie

qui, à Pâques, triomphe sur les portes de l’enfer.

Il est la Porte du salut, grande ouverte pour tous,

la porte de la divine miséricorde,

qui jette une lumière nouvelle sur l’existence humaine.

3. Le Christ ressuscité montre des chemins d’espérance,

pour que nous y avancions ensemble

vers un monde plus juste et plus solidaire,

où l’égoïsme aveugle de quelques-uns

ne l’emporte pas sur le cri de douleur d’un grand nombre,

réduisant des populations entières

à des conditions de misère avilissante.

Que le message de vie, dont l’ange

près de la pierre roulée du sépulcre se fait l’écho,

l’emporte sur la dureté des cœurs,

conduise au dépassement des barrières injustifiées

et favorise une rencontre féconde entres les peuples et entre les cultures.

Que l’image de l’homme nouveau,

qui resplendit sur le visage du Christ,

pousse tous les hommes à reconnaître

la valeur intangible de la vie humaine;

qu’elle suscite des réponses appropriées

à l’exigence toujours plus profonde

de justice et de chances égales

dans les différents domaines de la vie sociale;

qu’elle engage les individus et les États

au plein respect des droits essentiels et authentiques,

fondés sur la nature même de l’être humain.

4. Seigneur Jésus, notre Paix (cf. Ep 2, 14),

Verbe incarné il y a deux mille ans,

qui, en ressuscitant, as vaincu le mal et le péché,

donne à l’humanité du troisième millénaire

une paix juste et durable;

conduis à une bonne issue les dialogues entrepris

par des hommes de bonne volonté qui,

bien qu’au milieu de nombreuses perplexités et de nombreuses difficultés,

entendent mettre fin aux conflits préoccupants en Afrique,

aux combats armés dans certains pays d’Amérique latine,

aux tensions persistantes qui meurtrissent

le Moyen Orient, de vastes zones de l’Asie

et certaines régions d’Europe.

Aide les nations à dépasser les rivalités anciennes et nouvelles,

en rejetant tout sentiment de racisme et de xénophobie.

Puisse la terre entière,

inondée par la splendeur de la résurrection,

se réjouir car "la lumière du Roi éternel

a vaincu les ténèbres du monde" (Annonce pascale).

Oui, le Christ est ressuscité victorieux,

et il a offert à l’homme,

héritier d’Adam dans le péché et dans la mort,

un nouvel héritage de vie et de gloire.

5. "Ubi est mors stimulus tuus?"

"Ô mort, où est ton dard venimeux?" (1 Co 15, 55),

s’exclame l’Apôtre Paul,

touché par la lumière du Christ ressuscité sur le chemin de Damas.

Son cri résonne dans les siècles

comme une annonce de vie pour la civilisation humaine tout entière.

Nous aussi, hommes et femmes du vingt et unième siècle,

nous sommes invités à prendre conscience

de cette victoire du Christ sur la mort,

révélée aux femmes de Jérusalem et aux Apôtres,

quand ils arrivèrent tout tremblant au sépulcre.

À travers l’Église, l’expérience de ces témoins oculaires,

est arrivée jusqu’à nous.

Elle se manifeste de manière significative

sur le chemin des pèlerins qui,

au cours de cette année du Grand Jubilé,

franchissent la Porte Sainte

et repartent avec plus de courage

pour ouvrir des chemins de réconciliation avec Dieu et avec leurs frères.

Au cœur de cette Année de grâce,

résonne de manière plus forte l’annonce des disciples du Christ,

une annonce commune, au-delà de toute division,

avec le désir ardent d’une pleine communion:

"Scimus Christum surrexisse a mortuis vere".

"Oui, nous en sommes certains: le Christ est vraiment ressuscité.

Toi, Roi victorieux, donne-nous ton salut".

Amen.

[00897-03.01] [Texte original:italien]

Traduzione in lingua inglese

1. "Mors et vita duello conflixere mirando . . ."

"Death and life have contended

in that stupendous combat:

The Prince of life, who died,

reigns immortal" (Easter Sequence).

Once again, today, the whole Church

pauses in amazement at the empty tomb.

Like Mary Magdalen and the other women,

who came to anoint with spices

the body of the Crucified One,

like the Apostles Peter and John

who came running

at the word of the women,

the Church bows before the tomb

in which her Lord was placed

after the crucifixion.

A month ago, as a pilgrim in the Holy Land,

I had the grace of kneeling

before the stone slab

which marks the place of Jesus’ burial.

Today, Easter Sunday,

I make my own the proclamation of the heavenly messenger:

"He is risen, he is not here" (Mk 16:6).

Yes, life and death were locked in combat

and Life was victorious for ever.

All is once again oriented to life,

to Eternal Life!

2. "Victimae paschali laudes immolent christiani . . ."

"Christians, to the Paschal Victim offer sacrifice and praise.

The sheep are ransomed by the Lamb;

and Christ, the undefiled,

has sinners to his Father reconciled".

The words of the Easter Sequence

marvellously express the mystery

accomplished in Christ’s Passover.

They point to the power of renewal

flowing from his Resurrection.

With the weapons of love,

God has defeated sin and death.

The Eternal Son, who emptied himself

to become the obedient servant

to the point of dying on the Cross (cf. Phil 2:7-8),

has conquered evil at its roots

by opening to contrite hearts

the path of return to the Father.

He is the Gate of Life

who at Easter overcomes the gates of hell.

He is the Door of salvation, opened wide for all,

the Door of divine mercy,

who sheds a new light on human existence.

3. The Risen Christ signals the paths of hope

along which we can advance together

towards a world more just and mutually supportive,

in which the blind egoism of the few

will not prevail over the cries of pain of the many,

reducing entire peoples

to conditions of degrading misery.

May the message of life proclaimed by the angel

near the stone rolled back from the tomb

overturn the hardness of our hearts;

may it lead to removing unjustified barriers

and promote a fruitful exchange between peoples and cultures.

May the image of the new man,

shining on the face of Christ,

cause everyone to acknowledge

the inalienable value of human life;

may it encourage effective responses

to the increasingly felt demand

for justice and equal opportunity

in all areas of society;

may it impel individuals and States

to full respect for the essential and authentic rights

rooted in the very nature of the human person.

4. Lord Jesus, our Peace (Eph 2:14),

Word made flesh two thousand years ago,

who by rising from the dead have conquered evil and sin,

grant the human family of the third millennium

a just and lasting peace;

bring to a happy outcome the talks undertaken

by people of good will who,

despite so many doubts and difficulties,

are trying to bring an end to the troubling conflicts in Africa,

the armed clashes in some countries of Latin America,

the persistent tensions affecting

the Middle East, vast areas of Asia,

and some parts of Europe.

Help the nations to overcome old and new rivalries,

by rejecting attitudes of racism and xenophobia.

May the whole of creation,

inundated by the splendour of the Resurrection,

rejoice because "the brightness of the eternal King

has vanquished the darkness of the world" (Easter Proclamation).

Yes, Christ has risen victorious,

and has offered man, Adam’s heir in sin and death,

a new heritage of life and glory.

5. "Ubi est mors stimulus tuus?".

"O death, where is your sting?" (1 Cor 15:55),

exclaims the Apostle Paul,

touched on the road to Damascus

by the light of the Risen Christ.

His cry echoes down the centuries

as the proclamation of life for the whole of human civilization.

We too, the men and women of the twenty-first century,

are invited to be mindful

of this victory of Christ over death,

revealed to the women of Jerusalem and the Apostles,

when they arrived hesitantly at the tomb.

Through the Church,

the experience of these eye-witnesses has

come down to us too.

It is a significant part

of the journey of the pilgrims who,

during this Year of the Great Jubilee,

are entering through the Holy Door,

and going away with renewed courage

to build pathways of reconciliation with God

and with their brothers and sisters.

At the heart of this Year of grace,

may the proclamation of Christ’s followers

be heard more loudly and clearly,

a joint proclamation, beyond all divisions,

in ardent longing for full communion:

"Scimus Christum surrexisse a mortuis vere".

"Yes, that Christ is truly risen from the dead we know,

Victorious King, your mercy show!"

Amen.

[00898-02.01] [Original text:Italian]

Traduzione in lingua tedesca

1. "Mors et vita duello conflixere mirando ..."

"Tod und Leben stritten im Kampf, wie nie einer war;

der Fürst des Lebens erlag dem Tod;

zum Leben erstanden, triumphiert er als König" (Ostersequenz).

Heute steht die Kirche staunend

vor dem leeren Grab.

Wie Maria Magdalena und die anderen Frauen,

die gekommen waren,

um den Leib des Gekreuzigten mit wohlriechenden Ölen zu salben,

und wie die Apostel Petrus und Johannes,

die auf das Wort der Frauen hin herbeigeeilt waren,

so beugt sich die Kirche über das Grab,

in das ihr Herr nach der Kreuzigung gelegt worden war.

Vor einem Monat hatte ich als Pilger im Heiligen Land die Gnade,

vor der Steinplatte niederzuknien,

die auf den Ort verweist, da Jesus begraben worden war.

Heute, am Ostersonntag, mache ich mir

die Kunde des Himmelsboten zu eigen:

"Er ist auferstanden; er ist nicht hier!" (Mk 16,6).

Ja, Leben und Tod stritten im Kampf,

und das Leben hat gesiegt für immer.

Alles ist wieder auf das Leben ausgerichtet,

auf das ewige Leben!

2. "Victimae paschali laudes immolent christiani ..."

"Dem Osterlamm, das geopfert ward,

weihet, ihr Christen, das Opfer des Lobes!

Das Lamm erlöste die Schafe;

Christus, der ohne Schuld, versöhnte die schuldige Welt mit dem Vater."

Die Worte der Ostersequenz

drücken wunderbar das Geheimnis aus,

das sich im Ostern Christi vollendet.

Sie weisen auf die erneuernde Kraft hin,

die von seiner Auferstehung ausgeht.

Mit den Waffen der Liebe

hat Gott Sünde und Tod besiegt.

Der ewige Sohn, der sich entäußerte,

sich erniedrigte und gehorsam war bis zum Tod am Kreuz (vgl. Phil 2,7-8),

hat das Böse bis zu seinen Wurzeln besiegt

und den reuigen Menschenherzen den Rückweg zum Vater aufgetan.

Er ist die Tür des Lebens,

die an Ostern über die Pforten der Hölle triumphiert.

Er ist die Tür zum Heil, die allen offen steht,

die Tür des göttlichen Erbarmens,

die neues Licht wirft auf das menschliche Dasein.

3. Der auferstandene Christus zeigt den Weg der Hoffnung,

auf dem wir gemeinsam voranschreiten können

in eine Welt mit mehr Gerechtigkeit und Solidarität,

wo der blinde Egoismus

nicht mehr über die Schmerzensschreie vieler obsiegt

und ganze Völker in drückendes Elend bringt.

Möge die Botschaft des Lebens,

die beim weggewälzten Stein am Grab aus dem Mund des Engels kam,

die verhärteten Herzen erweichen,

die ungerechten Schranken überwinden

und eine fruchtbare Begegnung von Völkern und Kulturen fördern.

Möge das Bild des neuen Menschen,

das auf dem Antlitz Christi leuchtet, alle drängen,

den unveräußerlichen Wert des menschlichen Lebens anzuerkennen;

möge es angemessene Antworten hervorbringen

auf den immer stärkeren Anspruch

auf Gerechtigkeit und gleiche Bedingungen

in allen Bereichen des gesellschaftlichen Lebens;

möge es den Einzelnen und den Staaten

den Anstoß geben zur vollen Achtung der wahren Grundrechte,

die in der Natur des Menschen verwurzelt sind.

4. Herr Jesus Christus, du bist unser Friede (Eph 2,14),

du bist das Wort, das vor zweitausend Jahren Fleisch geworden ist,

du hast durch deine Auferstehung das Böse und die Sünde besiegt.

Schenke der Menschheit des dritten Jahrtausends

einen gerechten und dauerhaften Frieden.

Lass die Dialoge gelingen,

die von Menschen guten Willens angeknüpft wurden,

die trotz großer Ratlosigkeit und vieler Widrigkeiten

den besorgniserregenden Konflikten in Afrika,

den bewaffneten Auseinandersetzungen in manchen Ländern Lateinamerikas,

den anhaltenden Spannungen im Nahen Osten, in weiten Gebieten Asiens

und in einigen Teilen Europas ein Ende setzen wollen.

Hilf den Nationen, alte und neue Rivalitäten zu überwinden

und die Gefühle von Rassismus und Fremdenfeindlichkeit zurückzudrängen.

Möge sich die ganze Erde

eingetaucht in den Glanz der Auferstehung, freuen,

weil "das Licht des ewigen Königs

die Finsternis der Welt besiegt hat" (Osterlob der Feier der Osternacht).

Ja, Christus ist siegreich erstanden

und hat dem Menschen,

dem Erben Adams in Sünde und Tod,

ein neues Erbe des Lebens und der Herrlichkeit angeboten.

5. "Ubi est mors stimulus tuus?"

"Tod, wo ist dein Sieg? Tod, wo ist dein Stachel?" (1 Kor 15,55),

so ruft der Apostel Paulus,

als er auf dem Weg nach Damaskus

vom Licht des auferstandenen Christus getroffen wird.

Sein Ruf pflanzt sich in den Jahrhunderten fort

als Botschaft des Lebens für die ganze Menschheit in allen Jahrhunderten.

Auch wir Männer und Frauen des 21. Jahrhunderts sind eingeladen,

diesen Sieg Christi über den Tod,

der den ängstlichen Frauen von Jerusalem und den Aposteln

am Grab offenbart wurde, wieder in unser Bewusstsein zu rücken.

Die Erfahrung dieser Augenzeugen

wurde uns durch die Kirche weitergegeben.

In sprechender Weise deuten darauf die vielen Pilger hin,

die in diesem Jahr des Großen Jubiläums die Heilige Pforte durchschreiten.

Mit neuem Mut kehren sie nach Hause zurück

und bereiten der Versöhnung mit Gott und den Mitmenschen den Weg.

In diesem Gnadenjahr erklingt die Botschaft der Jünger Christi

mit noch mehr Nachdruck,

eine gemeinsame Botschaft, die alle Trennung übersteigt

in dem brennenden Verlangen nach der vollen Gemeinschaft:

"Scimus Christum surrexisse a mortuis vere."

"Ja, wir sind uns sicher: Christus ist wahrhaft auferstanden.

Du König und Sieger, erlöse uns."

Amen.

[00899-05.01] [Originalsprache:Italienisch]

Traduzione in lingua castigliana

1. "Mors et vita duello conflixere mirando...".

"Lucharon vida y muerte

en singular batalla

y, muerto el que es la Vida,

triunfante se levanta" (Secuencia de Pascua)

Hoy la Iglesia se detiene,

atónita una vez más,

junto al sepulcro vacío.

Igual que María y las otra mujeres,

llegadas para ungir con aromas

el cuerpo del Crucificado,

igual que los apóstoles Pedro y Juan,

que acudieron por las palabras de las mujeres,

la Iglesia se inclina sobre la tumba

en la que fue depositado el Señor

después de la crucifixión.

Hace un mes, como peregrino en Tierra Santa,

he recibido la gracia de arrodillarme

ante la losa,

que indica el lugar donde fue sepultado Jesús.

Hoy, Domingo de Resurrección,

hago propio el anuncio del mensajero celestial:

"Ha resucitado, no está aquí" (Mc 16,6).

Sí, la vida y la muerte lucharon

y la Vida triunfó para siempre.

Todo está orientado nuevamente hacia la vida,

¡la Vida eterna!

2. "Victimae paschali laudes immolent christiani..."

"Ofrezcan los cristianos ofrendas de alabanza

a gloria de la Víctima propicia de la Pascua.

Cordero sin pecado a las ovejas salva,

a Dios y a los culpables unió con nueva alianza".

Las palabras de la Secuencia pascual

expresan admirablemente el misterio

que tiene lugar en la Pascua de Cristo.

Indican la fuerza renovadora

que fluye de su resurrección.

Con las armas del amor,

Dios ha vencido el pecado y la muerte.

El Hijo eterno, que se despojó de sí mismo

para hacerse siervo obediente

hasta la muerte en cruz (cf. Flp 2,7-8),

venció el mal en su raíz,

abriendo a los corazones arrepentidos la vía del retorno al Padre.

Cristo es la Puerta de la Vida,

que en Pascua triunfa sobre las puertas del infierno.

Es la Puerta de la salvación abierta para todos,

la Puerta de la divina misericordia,

que proyecta nueva luz sobre la existencia humana.

3. Cristo resucitado muestra senderos de esperanza

en los que se debe avanzar juntos

hacia un mundo más justo y solidario

donde el ciego egoísmo de pocos

no prevalezca sobre el grito de dolor de muchos,

reduciendo a pueblos enteros

a condiciones de miseria degradante.

Que el mensaje de vida, transmitido por el ángel

junto a la piedra removida del sepulcro,

venza la dureza de los corazones,

lleve a la superación de barreras injustificadas

y favorezca un encuentro fecundo de pueblos y culturas.

Que la imagen del hombre nuevo,

que resplandece en el rostro de Cristo,

mueva a todos a reconocer

el valor intangible de la vida humana;

que suscite respuestas adecuadas

a la exigencia sentida cada vez más

de justicia y iguales oportunidades

en los diversos ámbitos de la vida social;

que mueva a los individuos y a los Estados

al pleno respeto de los derechos esenciales y auténticos

radicados en la naturaleza misma del ser humano.

4. Señor Jesús, nuestra Paz (Ef 2, 14),

Verbo encarnado hace dos mil años,

que resucitando venciste el mal y el pecado,

concede a la humanidad del tercer milenio

una paz justa y duradera;

guía por buen camino los diálogos emprendidos

por hombres de buena voluntad que,

aun entre tantas perplejidades y dificultades,

tratan de poner fin a preocupantes conflictos en Africa,

a las luchas armadas en algunos Países de América Latina,

a las continuas tensiones que afligen

el Oriente Medio, vastas zonas de Asia

y algunas regiones de Europa.

Ayuda a las naciones a superar antiguas y nuevas rivalidades,

rechazando sentimientos de racismo y de xenofobia.

Que toda la tierra pueda,

inundada por el esplendor de la resurrección,

alegrarse porque "con el fulgor del Rey eterno,

se sienta libre de la tiniebla que cubría el orbe entero (Pregón pascual)

Sí, Cristo resucita victorioso,

y ofrece al hombre,

heredero de Adán en el pecado y la muerte,

una nueva herencia de vida y de gloria.

5. "Ubi est mors stimulus tuus?".

"¿Dónde está, oh muerte, tu aguijón?" (1 Co 15,55),

exclama el apóstol Pablo,

impactado en el camino de Damasco por la luz de Cristo resucitado.

Su clamor resuena por los siglos

como anuncio de vida para toda las civilización humana.

Nosotros, hombres y mujeres del siglo veintiuno,

estamos también invitados a tomar conciencia

de esta victoria de Cristo sobre la muerte,

revelada a las mujeres de Jerusalén y a los Apóstoles,

cuando llegaron asustados al sepulcro.

La experiencia de estos testigos oculares,

a través de la Iglesia, ha llegado hasta nosotros.

Esta experiencia se manifiesta especialmente

en el camino de los peregrinos que,

en este año del Gran Jubileo,

cruzan la Puerta Santa

y regresan con más valentía

para construir vías de reconciliación con Dios y los hermanos.

Que en el corazón de este Año de gracia

resuene más fuerte el anuncio de los discípulos de Cristo,

un anuncio común, por encima de cualquier división,

con el deseo de una plena comunión:

"Scimus Christum surrexisse a mortuis vere".

"Sí, lo sabemos: Cristo resucitó realmente.

Rey vencedor, da a tus fieles parte en tu victoria santa".

Amén.

[00900-04.01] [Texto original:italiano]

Traduzione in lingua portoghese

1. «Mors et vita duello conflixere mirando...»

«Morte e vida combateram,

em combate prodigioso.

Mas o Príncipe da vida

reina vivo após a morte» (Sequência Pascal)

Hoje, uma vez mais,

a Igreja se detem maravilhada,

junto ao túmulo vazio.

Como Maria Madalena e as outras mulheres,

vindas para ungir com aromas

o corpo do Crucificado,

como os Apóstolos Pedro e João,

acorridos fiados nas palavras das mulheres,

assim a Igreja inclina-se sobre o túmulo

onde o seu Senhor foi depositado

depois da crucifixão.

Faz um mês, peregrino na Terra Santa,

tive a graça de me ajoelhar

diante da laje de pedra,

que indica o lugar onde Jesus foi sepultado.

Hoje, Domingo de Ressurreição,

faço meu o anúncio da mensagem celeste:

«Ressuscitou, não está aqui!» (Mc 16,6).

Sim, a vida e a morte enfrentaram-se

e a Vida triunfou para sempre.

Tudo está novamente orientado para a vida,

para a Vida eterna!

2. «Victimae paschali immolent christiani...».

«Os cristãos entoem cantos

ao Cordeiro imaculado,

oferecido em nova Páscoa.

Redimiu o Seu rebanho:

A Seu Pai Cristo inocente

converteu os pecadores».

As palavras da Sequência Pascal

esprimem admiravelmente o mistério

que se realiza na Páscoa de Cristo.

Indicam a força renovadora

que emana da sua ressurreição.

Com as armas do amor,

derrotou o pecado e a morte.

O Eterno Filho, que despojou-se a Si mesmo

tomando a condição de servo obediente

até a morte, e morte de cruz (cf. Fil 2,7-8),

venceu o mal pela raiz,

abrindo aos corações arrependidos o caminho de volta ao Pai.

Ele é a Porta da Vida,

que na Páscoa triunfa sobre o inferno.

É a Porta da salvação aberta para todos de par em par,

a Porta da divina misericórdia,

que ilumina com luz nova a existência humana.

3. Cristo ressuscitado aponta sendas de esperança,

para nelas percorrer juntos

em direcção a um mundo mais justo e solidário,

onde o egoismo cego de poucos

não prevaleça sobre o grito de dor de muitos,

reduzindo inteiros povos

em condição de miséria humilhante.

A mensagem da vida, ressoada pela boca do anjo

junto à pedra revirada do sepulcro,

derrote a dureza dos corações,

leve à superação de barreiras injustificadas

e favoreça um encontro fecundo de povos e culturas.

A imagem do homem novo,

que resplandece sobre a face de Cristo,

leve a todos reconhecer

o valor intangível da vida humana;

suscite respostas adequadas

à exigência, cada vez mais sentida,

de justiça e de igualdade de oportunidades

nos vários âmbitos da vida social;

mova os indivíduos e os Estados

ao pleno respeito dos direitos essenciais e autênticos

enraizados na mesma natureza do ser humano.

4. Senhor Jesus, nossa Paz (Ef 2,14)

Verbo Encarnado dois mil anos atrás,

que ressuscitando vencestes o mal e o pecado,

concedei à humanidade do terceiro milénio

uma paz justa e duradoira;

fazei que tenha êxito feliz os diálogos iniciados

por homens de boa vontade que,

mesmo enfrentando tantas dificuldades e perplexidades,

se propõem ver concluídos os preocupantes conflitos na África,

os encontros armados em alguns Países da América Latina,

as contínuas tensões que afligem

o Médio Oriente, vastas zonas da Ásia

e algumas regiões na Europa.

Ajudai as nações a superar antigas e novas rivalidades,

rejeitando sentimentos de racismo e de xenofobia.

Possa a terra inteira,

inundada pelo esplendor da ressurreição,

rejubiar-se porque «a luz de Cristo, o Rei eterno,

dissipou as trevas do mundo» (Precónio Pascal).

Sim, Cristo ressuscitou vitorioso,

e ofereceu ao homem,

herdeiro de Adão no pecado e na morte,

uma nova herança de vida e de glória.

5. «Ubi est mors stimulus tuus?»

«Onde está, ó morte, o teu aguilhão?» (1 Cor 15,55)

exclama o apóstolo Paulo,

atingido à caminho de Damasco pela luz de Cristo ressuscitado.

Seu grito ecoa nos séculos

como anúncio de vida para a inteira civilização humana.

Nós também, homens e mulheres do vigésimo primeiro século,

somos convidados a tomar consciência

desta vitória de Cristo sobre a morte,

revelada ás mulheres de Jerusalém a aos Apóstolos,

quando chegaram temerosos no sepulcro.

A experiência destas testemunhas oculares,

através da Igreja, chegou até nós.

Ela se exprime de modo significativo

no caminho dos peregrinos que,

neste ano do Grande Jubileu,

atravessam a Porta Santa

e retornam com mais coragem

para construir caminhos de reconciliação com Deus e com os irmãos.

No coração deste Ano de graça

ressoe com mais força o anúncio dos discípulos de Cristo,

um anúncio comum, para além de toda divisão,

no desejo ardente de uma plena comunhão:

«Scimus Christum surrexisse a mortuis vere».

«Nós sabemos: a verdade,

o Senhor venceu a morte,

Tem piedade, ó Rei da glória.

Amen.

[00901-06.01] [Testo originale:italiano]