Alle ore 20.00 Giovanni Paolo II presiede, in Piazza San Pietro, la solenne Veglia nella Notte Santa di Pasqua.
La Veglia ha inizio davanti all’obelisco in Piazza San Pietro con la benedizione del fuoco nuovo e l’accensione del cero pasquale. Dopo la processione verso l’Altare con il cero pasquale e il canto dell’Exultet, il Papa presiede, dal Sagrato della Basilica, la Liturgia della Parola, la Liturgia Battesimale e la Liturgia Eucaristica concelebrata con numerosi Cardinali. Nel corso della Liturgia Battesimale il Santo Padre amministra il Sacramento del Battesimo a otto catecumeni (cinque uomini e tre donne) provenienti da cinque diversi Paesi.
Pubblichiamo di seguito l’omelia che il Papa pronuncia dopo la proclamazione del Santo Vangelo:
● OMELIA DEL SANTO PADRE
1. "Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete" (Mt 27,65).
La tomba di Gesù venne chiusa e sigillata. Secondo la richiesta dei sommi sacerdoti e dei farisei, a guardia furono posti dei soldati, perché nessuno potesse trafugare il corpo (cfr Mt 27,62-64). E' questo l'evento da cui prende avvio la liturgia della Veglia Pasquale.
Vegliavano accanto al sepolcro coloro che avevano voluto la morte di Cristo, considerandolo un "impostore" (Mt 27,62). Il loro desiderio era che Lui e il suo messaggio fossero sepolti per sempre.
Vegliava, non molto lontano, Maria e con Lei gli Apostoli ed alcune donne. Conservavano impressa nel cuore l'immagine sconvolgente degli eventi appena compiuti.
2. Veglia la Chiesa, questa notte, in ogni angolo della terra e rivive le tappe fondamentali della storia della salvezza. La solenne liturgia che stiamo compiendo è espressione di questo "vegliare" che, in un certo modo, richiama quello stesso di Dio, di cui parla il Libro dell'Esodo: "Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dal paese d'Egitto. Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore ... di generazione in generazione" (Es 12,42).
Nel suo amore provvidente e fedele, che supera il tempo e lo spazio, Dio veglia sul mondo. Così canta il Salmista: "Non si addormenterà, non prenderà sonno / il custode d'Israele. / Il Signore è il tuo custode ... Il Signore veglierà su di te ... da ora e per sempre" (Sal 120,4-5.8).
Anche il passaggio tra il secondo ed il terzo millennio, che stiamo vivendo, è custodito nel mistero del Padre. Egli "opera sempre" (Gv 5,17) per la salvezza del mondo e, mediante il Figlio fatto uomo, guida il suo popolo dalla schiavitù alla libertà, dalla morte alla vita. Tutta l'"opera" del Grande Giubileo dell'anno Duemila è, per così dire, inscritta in questa notte di Veglia, che porta a compimento quella del Natale del Signore. Betlemme e il Calvario richiamano lo stesso mistero d'amore di Dio, che "ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16).
3. Nel suo vegliare, in questa Notte Santa, la Chiesa si china sui testi della Sacra Scrittura, che delineano il disegno divino dalla Genesi al Vangelo e che, grazie anche ai riti liturgici del fuoco e dell'acqua, conferiscono a questa singolare celebrazione una dimensione cosmica. L'intero universo creato è chiamato a vegliare, in questa notte, presso il sepolcro di Cristo. Scorre davanti ai nostri occhi la storia della salvezza, dalla creazione alla redenzione, dall'esodo all'Alleanza sul Sinai, dall'antica alla nuova ed eterna Alleanza. In questa Notte Santa, trova compimento l'eterno progetto di Dio che investe la storia dell'uomo e del cosmo.
4. Nella Veglia pasquale, madre di tutte le veglie, ogni uomo può riconoscere anche la propria personale storia di salvezza, che ha il suo punto fondamentale nella rinascita in Cristo mediante il Battesimo.
Questa è, in modo tutto particolare, la vostra esperienza, carissimi Fratelli e Sorelle, che tra poco riceverete i Sacramenti dell'iniziazione cristiana: Battesimo, Cresima ed Eucaristia.
Voi provenite da diversi Paesi del mondo: Giappone, Cina, Camerun, Albania e Italia.
La varietà delle vostre nazioni di origine evidenzia l'universalità della salvezza portata da Cristo. Tra poco, carissimi, sarete intimamente inseriti nel mistero d'amore di Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo. Possa la vostra esistenza diventare un canto di lode alla Santissima Trinità e una testimonianza di amore che non conosca frontiere.
5. "Ecce lignum Crucis, in quo salus mundi pependit: venite adoremus!". Così ieri ha cantato la Chiesa, mostrando il legno della Croce "al quale fu appeso il Cristo Salvatore del mondo". "Fu crocifisso, morì e fu sepolto", recitiamo nel Credo.
Il sepolcro! Ecco il luogo dove l'avevano deposto (cfr Mc 16,6). Spiritualmente è lì presente tutta la Comunità ecclesiale di ogni parte della terra. Ci siamo anche noi con le tre donne che si recano al sepolcro, prima dell'alba, per ungere il corpo senza vita di Gesù (cfr Mc 16,1). La loro premura è la nostra premura. Con loro scopriamo che la grossa pietra tombale è stata rotolata via e il corpo non vi è più. "Non è qui", annuncia l'angelo, mostrando il sepolcro vuoto e le bende funerarie per terra. La morte non ha più potere su di Lui (cfr Rm 6,9).
Cristo è risorto! Annuncia, al termine di questa notte di Pasqua, la Chiesa, che ieri aveva proclamato la morte di Cristo sulla Croce. E' annuncio di verità e di vita.
"Surrexit Dominus de sepulchro, qui pro nobis pependit in ligno. Alleluia!". E' risorto dal sepolcro il Signore, che per noi fu appeso alla croce.
Sì, Cristo è veramente risorto e noi ne siamo testimoni.
Lo gridiamo al mondo, perché la gioia che è nostra raggiunga tanti altri cuori accendendo in essi la luce della speranza che non delude.
Cristo è risorto, alleluia!
[00890-01.02] [Testo originale:italiano]
● TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE
1. "Je vous donne une garde; allez, organisez la surveillance comme vous l'entendez" (Mt 27, 65).
Le tombeau de Jésus est fermé et scellé. À la demande des grands prêtres et des pharisiens, des soldats furent placés pour le garder, afin que personne ne puisse voler son corps (cf. Mt 27, 62-64). Tel est l’événement qui est le point de départ de la liturgie de la Veillée pascale.
Ceux qui avaient voulu la mort de Jésus, le considérant comme un "imposteur" (Mt 27, 63), veillaient à côté du sépulcre. Leur désir était qu’il soit, avec son message, enseveli pour toujours.
Non loin de là veillait Marie, et avec elle les Apôtres et quelques femmes. Ils conservaient gravée dans leur cœur l'image bouleversante des événements qui venaient de se dérouler.
2. En cette nuit, l'Église veille dans toutes les parties de la terre et elle revit les étapes fondamentales de l'histoire du salut. La liturgie solennelle que nous célébrons est une expression de cette "veille" qui, d'une certaine façon, rappelle celle de Dieu, dont parle le livre de l'Exode : "Ce fut une nuit de veille pour le Seigneur, quand il fit sortir d'Égypte les fils d'Israël; ce doit être [...], de génération en génération, une nuit de veille en l'honneur du Seigneur" (Ex 12, 42).
Dans son amour prévoyant et fidèle, qui surpasse le temps et l'espace, Dieu veille sur le monde. Ainsi chante le psalmiste : "Non, il ne dort pas, ne sommeille pas, le gardien d'Israël / Le Seigneur est ton gardien [...]. Le Seigneur te gardera [...] maintenant et à jamais" (Ps 120 [121], 4-5. 8).
Le passage entre le deuxième et le troisième millénaire, que nous sommes en train de vivre, est conservé lui aussi dans le mystère du Père. Il "est toujours à l'œuvre" (Jn 5, 17) pour le salut du monde et, par son Fils fait homme, il conduit son peuple de l’esclavage à la liberté, de la mort à la vie. Toute l'"œuvre" du grand Jubilé de l'An 2000 est, pour ainsi dire, inscrite dans cette nuit de Veille, qui porte à son achèvement celle de la Nativité du Seigneur. Bethléem et le Calvaire rappellent le même mystère d'amour de Dieu, qui "a tant aimé le monde qu'il a donné son Fils unique : ainsi tout homme qui croit en lui ne périra pas, mais il obtiendra la vie éternelle" (Jn 3, 16).
3. Dans sa veille, en cette Nuit sainte, l'Église se penche sur les textes de l'Écriture qui retracent le projet divin de la Genèse à l'Évangile et qui, grâce aussi aux rites liturgiques du feu et de l'eau, confèrent à cette célébration singulière une dimension cosmique. Tout l'univers créé est appelé à veiller, en cette nuit, auprès du sépulcre du Christ. L'histoire du salut défile devant nos yeux, de la création à la Rédemption, de l'exode à l'Alliance sur le Sinaï, de l'ancienne à la nouvelle et éternelle Alliance. En cette Nuit sainte, le projet éternel de Dieu, qui investit l'histoire de l'homme et du cosmos, atteint son achèvement.
4. Dans la Veillée pascale, mère de toutes les veillées, tout homme peut reconnaître sa propre histoire de salut, qui a son fondement dans la renaissance dans le Christ par le Baptême.
Telle est, de façon particulière, votre expérience, chers frères et sœurs qui allez recevoir les sacrements de l'initiation chrétienne: le Baptême, la Confirmation et l'Eucharistie.
Vous venez de plusieurs pays du monde: le Japon, la Chine, le Cameroun, l'Albanie et l'Italie.
La diversité de vos pays d'origine met en évidence l'universalité du salut apporté par le Christ. D'ici peu, chers amis, vous serez intimement introduits dans le mystère d'amour de Dieu, Père, Fils et Esprit Saint. Puisse votre existence devenir un chant de louange à la très Sainte Trinité et un témoignage d'amour qui ne connaît pas de frontières!
5. "Ecce lignum Crucis, in quo salus mundi pependit: venite adoremus!" C'est ce que l'Église a chanté hier en montrant le bois de la Croix "auquel a été suspendu le Christ Sauveur du monde". "Il a été crucifié, est mort, a été enseveli", récitons-nous dans le Credo.
Le sépulcre! Voici l'endroit où on l'avait déposé (cf. Mc 16, 6). Spirituellement, la Communauté ecclésiale des différentes parties de la terre est là présente. Nous y sommes nous aussi avec les trois femmes qui se rendent au sépulcre avant l'aube, pour embaumer le corps sans vie de Jésus (cf. Mc 16, 1-2). Leur empressement est notre empressement. Avec elles nous découvrons que la grosse pierre tombale a été roulée et que le corps n'est plus là. "Il n'est pas ici", annonce l'ange, en montrant le sépulcre vide et les bandelettes funéraires par terre. La mort n'a plus aucun pouvoir sur Lui (cf. Rm6,9).
Le Christ est ressuscité! C'est ce qu'au terme de cette nuit de Pâques, l'Église annonce, elle qui hier avait proclamé la mort du Christ sur la Croix. C'est une annonce de vérité et de vie.
"Surrexit Dominus de sepulchro, qui pro nobis pependit in ligno. Alleluia!". Le Seigneur, qui pour nous fut suspendu à la croix, s'est levé du tombeau.
Oui, le Christ est vraiment ressuscité et nous en sommes témoins!
Nous le crions au monde, pour que la joie qui est la nôtre atteigne beaucoup d'autres cœurs, allumant en eux la lumière de l'espérance qui ne déçoit pas.
Le Christ est ressuscité, alleluia!
[00891-03.01] [Texte original:italien]
● TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE
1 "You have a guard of soldiers; go and secure the tomb as best as you can" (Mt 27:65).
The tomb of Jesus had been closed and sealed. At the request of the Chief Priests and the Pharisees, soldiers were placed on guard, lest anyone steal the body (Mt 27:62-64). This is the event from which the liturgy of the Easter Vigil begins.
Those who had sought the death of Christ, those who considered him an "imposter" (Mt 27:62), were keeping watch beside the tomb. They wanted him and his message to be buried for ever.
Not far away, Mary was keeping watch, and with her the Apostles and a few women. In their hearts they pondered the distressing events which had just taken place.
2. The Church keeps watch this night, in every corner of the world, and she re-lives the principal stages of salvation history. The solemn liturgy which we are celebrating is the expression of this "keeping watch" which, in a way, evokes the watch kept by God himself. The Book of Exodus tells us: "It was a night of watching by the Lord, to bring them out of the land of Egypt. This night is a night of watching kept to the Lord in every generation" (Ex 12:42).
In his provident and faithful love, which transcends time and space, God keeps watch over the world. As the Psalmist sings: "He sleeps not nor slumbers, Israel’s guard... The Lord is your guard ... The Lord will guard you... both now and for ever" (Ps 121:4-5,8).
The passage from the second to the third millennium, which we are experiencing, is also guarded in the mystery of the Father. He "is working still" (Jn 5:17) for the salvation of the world, and through his Incarnate Son he leads his people from slavery to freedom, from death to life. All the "work" of the Great Jubilee of the Year 2000 is in some way linked to this night of Vigil, which brings to fulfilment the night of the Lord’s Nativity. Bethlehem and Calvary evoke the same mystery of the love of God, who "so loved the world that he gave his only Son, that whoever believes in him should not perish but have eternal life" (Jn 3:16).
3. As she keeps watch on this Holy Night, the Church closely scrutinizes the texts of Sacred Scripture. They portray God’s plan from Genesis to the Gospel and, together with the liturgical rites of fire and water, give this remarkable celebration a cosmic dimension. The whole created universe is summoned to keep watch this night at the tomb of Christ. The history of salvation passes before our eyes, from Creation to the Redemption, from the Exodus to the Covenant on Mount Sinai, from the Old to the New and Eternal Covenant. On this Holy Night, God’s eternal plan reaches fulfilment, the plan which embraces the history of humanity and of the cosmos.
4. At the Easter Vigil, "the mother of all vigils", everyone can likewise acknowledge their own personal history of salvation, which has its basic moment in our rebirth in Christ through Baptism.
In a very special way, this is your experience too, dear brothers and sisters who are about to receive the Sacraments of Christian Initiation: Baptism, Confirmation and the Eucharist.
You come from various countries throughout the world: Japan, China, Cameroon, Albania and Italy.
The variety of your native countries points to the universality of the salvation brought by Christ. Soon, dear friends, you will become intimate sharers in the mystery of the love of God, Father and Son and Holy Spirit. May your lives become a song of praise to the Most Holy Trinity and a witness of love which knows no limits.
5. "Behold the wood of the Cross, on which hung the salvation of the world: come, let us worship!". Yesterday the Church chanted these words, lifting up the wood of the Cross, "on which hung Christ, the Saviour of the world". "He was crucified, died and was buried", as we say in the Creed.
The tomb! Behold the place where they buried him (cf. Mk 16:6). There the community of the Church throughout the world is spiritually present. We too are there with the three women going to the tomb before dawn to anoint the lifeless body of Jesus (cf. Mk 16:1). Their loving concern is our concern too. With them we discover that the large tombstone has been rolled away and that the body is no longer there. "He is not here", the angel proclaims, pointing to the empty tomb and the winding cloth on the ground. Death no longer has power over him (cf. Rom 6:9).
Christ is risen! So the Church proclaims, at the end of this Easter night, even as yesterday she proclaimed Christ’s death on the Cross. It is a proclamation of truth and life.
"Christ is risen from the tomb, who for our sakes hung upon the Cross. Alleluia!". The Lord, who for us was nailed to the Cross, is risen from the tomb!
Yes, Christ is truly risen and we are witnesses of this.
We proclaim this witness to the world, so that the joy which is ours will reach countless other hearts, kindling in them the light of the hope which does not disappoint.
Christ is risen, alleluia!
[00892-02.01] [Original text:Italian]
● TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA
1. "Ihr sollt eine Wache haben. Geht und sichert das Grab, so gut ihr könnt" (Mt 27,65).
Jesu Grab wurde verschlossen und versiegelt. Auf die Bitte der Hohenpriester und Pharisäer hin wurden Soldaten zur Wache aufgestellt, damit niemand den Leichnam stehlen konnte (vgl. Mt 27,62-64). Von diesem Ereignis geht die Liturgie der Osternacht aus.
Diejenigen, die den Tod Christi gewollt hatten, weil sie ihn für einen "Betrüger" hielten (Mt 27,62), bewachten sein Grab. Ihr Wunsch war es, ihn und seine Botschaft für immer zu begraben.
Nicht weit entfernt davon wachten Maria und mit ihr die Apostel und einige Frauen. Sie standen noch ganz unter dem erschütternden Eindruck der jüngsten Ereignisse.
2. In dieser Nacht wacht die Kirche an allen Orten der Erde und geht gleichsam von neuem den Weg der Heilsgeschichte. Die Liturgie, die wir feiern, ist Ausdruck dieses "Wachens", das in gewisser Weise an das Wachen des Herrn erinnert, von dem im Buch Exodus die Rede ist: "Eine Nacht des Wachens war es für den Herrn, als er sie aus Ägypten herausführte. Als eine Nacht des Wachens zur Ehre des Herrn gilt sie (...) in allen Generationen" (Ex 12,42).
In seiner fürsorglichen und treuen Liebe, die Zeit und Raum übersteigt, wacht Gott über die Welt. Der Psalmist singt: "Nein, der Hüter Israels / schläft und schlummert nicht. / Der Herr ist dein Hüter (...) der Herr behüte dich (...) von nun an bis in Ewigkeit" (Ps 121,4-5.8).
Auch der Übergang vom zweiten zum dritten Jahrtausend, den wir erleben, wird im Geheimnis des Vaters behütet. Für das Heil der Welt ist er "noch immer am Werk" (Joh 5,17); durch den menschgewordenen Sohn führt er sein Volk aus der Knechtschaft in die Freiheit, vom Tod zum Leben. Das ganze "Werk" des Großen Jubiläums des Jahres 2000 ist sozusagen in diese Nachtwache einbezogen, die auch die Vollendung ist für das Wachen bei der Geburt des Herrn. Betlehem und Golgota offenbaren dasselbe Geheimnis der Liebe Gottes, denn er "hat die Welt so sehr geliebt, daß er seinen Sohn hingab, damit jeder, der an ihn glaubt, nicht zugrunde geht, sondern das ewige Leben hat" (Joh 3,16).
3. Während sie in dieser heiligen Nacht Wache hält, liest die Kirche die Texte der Heiligen Schrift, die den göttlichen Plan von der Genesis bis zum Evangelium entfalten und durch die Weihe des Feuers und des Wassers diese einzigartige Liturgie in den Rahmen des Kosmos stellen. Das ganze geschaffene Universum ist aufgerufen, in dieser Nacht an Christi Grab zu wachen. Vor unseren Augen läuft die Heilsgeschichte ab, von der Schöpfung bis zur Erlösung, vom Exodus bis zum Bund auf dem Sinai, vom alten hin zum neuen und ewigen Bund. In dieser heiligen Nacht findet der ewige Plan Gottes, der die Geschichte des Menschen und des Kosmos lenkt, seine Vollendung.
4. In der Feier der Osternacht, der ältesten aller nächtlichen Liturgien, kann jeder Mensch auch die eigene persönliche Heilsgeschichte erkennen, die mit der Wiedergeburt in Christus durch die Taufe begonnen hat.
Das ist in besonderer Weise eure Erfahrung, liebe Brüder und Schwestern, die ihr in Kürze die Sakramente der christlichen Initiation, die Taufe, die Firmung und die heilige Eucharistie, empfangt.
Ihr kommt aus verschiedenen Ländern der Welt, aus Japan, China, Kamerun, Albanien und Italien.
Die Vielfalt eurer Herkunftsländer ist ein Zeichen für die Universalität der von Christus gewirkten Erlösung. In Kürze werdet ihr, meine Lieben, tief in das Geheimnis der Liebe Gottes, des Vaters und des Sohnes und des Heiligen Geistes, eingebunden. Möge euer Dasein ein Lobpreis auf die Heiligste Dreifaltigkeit und ein Zeugnis der Liebe sein, die keine Grenzen kennt.
5. "Ecce lignum Crucis, in quo salus mundi pependit: venite adoremus!" So hat die Kirche gestern gesungen, als sie das Kreuz gezeigt hat, "an dem der Herr gehangen, das Heil der Welt". "Gekreuzigt, gestorben und begraben", heißt es von ihm im Credo.
Das Grab! Seht, da ist die Stelle, wo sie ihn hingelegt hatten (vgl. Mk 16,6). Dort ist die ganze kirchliche Gemeinschaft der Erde geistig anwesend. Auch wir sind dort mit den drei Frauen, die in aller Frühe zum Grab gehen, um den leblosen Leib Jesu zu salben (vgl. Mk 16,1). Ihre Fürsorge ist auch unsere Sorge. Wir entdecken mit ihnen, daß der große Stein vom Grab schon weggewälzt und der Leib nicht mehr da war. "Er ist nicht hier", verkündet der Engel und verweist auf das leere Grab. Gleichzeitig deutet er auf die Leinenbinden, die auf dem Boden liegen. Der Tod hat keine Macht mehr über ihn (vgl. Röm 6,9).
Christ ist erstanden! Das verkündet am Ende dieser Osternacht die Kirche, die gestern Christi Tod am Kreuz ausgerufen hatte. Es ist eine Botschaft der Wahrheit und des Lebens.
"Surrexit Dominus de sepulchro, qui pro nobis pependit in ligno. Alleluia!" Aus dem Grab erstanden ist der Herr, der für uns am Kreuz gehangen hat.
Ja, Christus ist wahrhaft auferstanden. Wir sind seine Zeugen.
Das rufen wir der Welt zu, damit unsere Freude viele andere Menschenherzen anrührt und in ihnen das Licht der Hoffnung entfacht, die nicht trügt.
Christ ist erstanden, Halleluja!
[00893-05.01[Originalsprache:Italienisch]
● TRADUZIONE IN LINGUA CASTIGLIANA
1. "Tenéis guardias. Id, aseguradlo como sabéis" (Mt 27, 65).
La tumba de Jesús fue cerrada y sellada. Según la petición de los sumos sacerdotes y los fariseos, se pusieron soldados de guardia para que nadie pudiera robarlo (Mt 27, 62-64). Este es el acontecimiento del que parte la liturgia de la Vigilia Pascual.
Vigilaban junto al sepulcro aquellos que habían querido la muerte de Cristo, considerándolo un "impostor" (Mt 27, 63). Su deseo era que Él y su mensaje fueran enterrados para siempre.
Velan, no muy lejos de allí, María y, con ella, los Apóstoles y algunas mujeres. Tenían aún impresa en el corazón la imagen perturbadora de hechos que acaban de ocurrir.
2. Vela la Iglesia, esta noche, en todos los rincones de la tierra, y revive las etapas fundamentales de la historia de la salvación. La solemne liturgia que estamos celebrando es una expresión de este "vigilar" que, en cierto modo, recuerda el mismo de Dios, al que se refiere el Libro del Éxodo: "Noche de guardia fue ésta para Yahveh, para sacarlos de la tierra de Egipto. Esta misma noche será la noche de guardia en honor de Yahveh ..., por todas sus generaciones" (Ex 12, 42).
En su amor providente y fiel, que supera el tiempo y el espacio, Dios vela sobre el mundo. Canta el salmista: "Yahveh es tu guardián, tu sombra, Yahveh, a tu diestra. De día el sol no te hará daño, ni la luna de noche. Te guarda Yahveh de todo mal, él guarda tu alma;... desde ahora y por siempre" (Sal 120, 4-5.8).
También el pasaje que estamos viviendo entre el segundo y el tercer milenio está guardado en el misterio del Padre. Él "obra siempre" (Jn 5, 7) por la salvación del mundo y, mediante el Hijo hecho hombre, guía a su pueblo de la esclavitud a la libertad. Toda la "obra" del Gran Jubileo del año 2000 está, por decirlo así, inscrita en esta noche de Vigilia, que lleva a cumplimiento aquella del Nacimiento del Señor. Belén y el Calvario remiten al mismo misterio de amor de Dios, que tanto amó al mundo "que dio a su Hijo único, para que todo el que crea en él no perezca, sino que tenga vida eterna" (Jn 3, 16).
3. En esta Noche, la Iglesia, en su velar, se centra sobre los textos de la Escritura, que trazan el designio divino de salvación desde el Génesis al Evangelio y que, gracias también a los ritos del agua y del fuego, confieren a esta singular celebración una dimensión cósmica. Todo el universo creado está llamado a velar en esta noche junto al sepulcro de Cristo. Pasa ante nuestros ojos la historia de la salvación, desde la creación a la redención, desde el éxodo a la Alianza en el Sinaí, de la antigua a la nueva y eterna Alianza. En esta noche santa se cumple el proyecto eterno de Dios que arrolla la historia del hombre y del cosmos.
4. En la vigilia pascual, madre de todas las vigilias, cada hombre puede reconocer también la propia historia de salvación, que tiene su punto fundamental en el renacer en Cristo mediante el Bautismo.
Esta es, de manera muy especial, vuestra experiencia, queridos Hermanos y Hermanas que dentro de poco recibiréis los sacramentos de la iniciación cristiana: el Bautismo, la Confirmación y la Eucaristía.
Venís de diversos Países del mundo: Japón, China, Camerún, Albania e Italia.
La variedad de vuestras naciones de origen pone de relieve la universalidad de la salvación traída por Cristo. Dentro de poco, queridos, seréis insertos íntimamente en el misterio de amor de Dios, Padre, Hijo y Espíritu Santo. Que vuestra existencia se haga un canto de alabanza a la Santísima Trinidad y un testimonio de amor que no conozca fronteras.
5. "Ecce lignum Crucis, in quo salus mundi pependit: venite adoremus!" Esto ha cantado ayer la Iglesia, mostrando el árbol la Cruz, "donde estuvo clavada la salvación del mundo". "Fue crucificado, muerto y sepultado", recitamos en el Credo.
El sepulcro. El lugar donde lo habían puesto (cf. Mc 16, 6). Allí está espiritualmente presente toda la Comunidad eclesial de cada rincón de la tierra. Estamos también nosotros con las tres mujeres que se acercan al sepulcro, antes del alba, para ungir el cuerpo sin vida de Jesús (cf. Mc 16, 1). Su diligencia es nuestra diligencia. Con ellas descubrimos que la piedra sepulcral ha sido retirada y el cuerpo ya no está allí. "No está aquí", anuncia el Ángel, mostrando el sepulcro vacío y las vendas por tierra. La muerte ya no tiene poder sobre Él (cf Rm 6, 9).
¡Cristo ha resucitado! Anuncia al final de esta noche de Pascua la Iglesia, que ayer había proclamado la muerte de Cristo en la Cruz. Es un anuncia de verdad y de vida.
"Surrexit Dominus de sepulcro, qui pro nobis pependit in ligno. Alleluia!" Ha resucitado del sepulcro el Señor, que por nosotros fue colgado a la cruz.
Sí, Cristo ha resucitado verdaderamente y nosotros somos testigos de ello.
Lo gritamos al mundo, para que la alegría que nos embarga llegue a tantos otros corazones, encendiendo en ellos la luz de la esperanza que no defrauda.
¡Cristo ha resucitado, alleluya!
[00894-04.03] [Texto original:italiano]
● TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE
1. «Tendes à vossa disposição a guarda; ide e guardai-O como entenderdes» (Mt 27,65) O túmulo de Jesus é fechado e sigilado. Para guardá-lo, foram colocados alguns soldados, como fora pedido pelos sumos sacerdotes e fariseus, a fim de que ninguém pudesse furtar o corpo (cf. Mt 27, 62-64). Este é o acontecimento que dá início a liturgia da Vigília Pascal.
Vigiavam junto ao túmulo os que tinham querido a morte de Cristo, considerando-O um «impostor» (Mt 27,62). Seu desejo era que Ele e sua mensagem fossem sepultados para sempre.
Não longe dali, vigiava Maria e, junto a ela, os Apóstolos e algumas mulheres. Conservavam estampada no coração a imagem desconcertante dos recentes acontecimentos.
2. Vigia esta noite a Igreja em cada canto da terra, e revive as etapas fundamentais da história da salvação. A solene liturgia que estamos a realizar é a expressão deste «vigilar» que, de certa modo, leva àquele mesmo Deus citado no Livro do Êxodo: «Essa noite, durante a qual o Senhor velara para os fazer sair do Egipto, será de vigia [...], de geração em geração, em honra do Senhor» (12,42).
Com o seu amor providente a fiel, que ultrapassa o tempo e o espaço, Deus vigia o mundo. Assim canta o Salmista: «Não dorme, nem dormita / quem guarda Israel. / O Senhor é o teu guarda [...] O Senhor te guarda de todo o mal [...] agora e para sempre» (Sal 120,4-5.8).
A passagem do segundo para o terceiro milénio que estamos vivendo é também custodiada no mistério do Pai. Ele «age continuamente» (Jo 5,17) para a salvação do mundo e, mediante o Filho feito homem, guia o seu povo da escravidão à liberdade, da morte à vida. Toda a «obra» do Grande Jubileu do Ano Dois Mil está, por assim dizer, inscrita nesta noite de vigília, que leva à conclusão a Noite de Natal do Senhor. Belém e o Calvário evocam o mesmo mistério de Deus, que «de tal modo amou o mundo que lhe deu o Seu Filho único, para que todo o que n’Ele crer tenha a vida eterna» (Jo 3,16).
3. Nesta Noite Santa, a Igreja enquanto está a vigiar, debruça-se sobre os textos da Sagrada Escritura, que descrevem o desígnio divino do Génesis ao Evangelho e que, graças aos ritos litúrgicos do fogo e da água, conferem a esta celebração singular uma dimensão cósmica. Nesta noite, todo o universo criado está chamado a vigiar, junto ao túmulo de Cristo. Diante dos nossos olhos descortina-se a história da salvação, da criação à redenção, do êxodo à Aliança no Sinai, da antiga à nova e eterna Aliança. Nesta Noite Santa, cumpre-se o eterno projecto de Deus sobre a história do homem e do cosmo.
esboçar
4. Na Vigília pascal, mãe de todas as vigílias, todo homem pode reconhecer também a própria pessoal história da salvação, que tem como ponto fundamental a renascimento em Cristo, através do Baptismo.
De modo particular, esta é a vossa experiência caríssimos Irmãos e Irmãs, que dentro de pouco recebereis os Sacramentos da iniciação cristã: o Baptismo, o Crisma e a Eucaristia.
Sois de diversos países do mundo: do Japão, da China, do Camerum, da Albânia e da Itália.
A variedade das vossas nações de origem põe em evidência a universalidade da salvação que Cristo nos trouxe. Dentro de pouco, caríssimos, sereis inseridos no intimidade do mistério do amor de Deus, Pai, Filho e Espírito Santo. Possa a vossa existência tornar-se um canto de louvor à Santíssima Trindade, e um testemunho de amor sem fronteiras.
5. «Ecce lignum Crucis, in quo salus mundi pependi: venite adoremus!». Assim cantou ontem a Igreja, mostrando o madeiro da Cruz «em que foi suspendido Cristo, Salvador do mundo». «Foi crucificado, morto e sepultado», recitamos no Credo.
O sepulcro! Eis o lugar onde O tinham depositado (cf. Mc 16,6). Espiritualmente, encontra-se ali a inteira Comunidade eclesial de toda a parte do mundo. Nós também estamos ali com as três mulheres que vão ao sepulcro antes da aurora, para ungir o corpo sem vida de Jesus (cf. Mc 16,1). Sua pressa é a nossa pressa. Com elas, descobrimos que a enorme pedra sepulcral foi retirada e o corpo já não se encontra ali. «Não está aqui» anuncia o anjo, mostrando o sepulcro vazio e as faixas funerárias no chão. A morte já não tem domínio sobre Ele (cf. Rm 6,9).
Cristo ressuscitou! Anuncia, no fim desta noite de Páscoa, a Igreja, que ontem tinha proclamado a morte de Cristo sobre a Cruz. É anúncio de verdade e de vida.
«Surrexit Dominus de sepulcro, qui pro nobis pependit in ligno. Alleluia!». Ressuscitou do sepulcro o Senhor que, por nós, foi pregado na cruz.
Sim, Cristo realmente ressuscitou e nós somos testemunhas.
Dizemo-lo ao mundo aos gritos, para que a nossa alegria chegue a muitos outros corações, acendendo neles a luz da esperança que não defrauda.
Cristo ressuscitou, aleluia!
[00895-06.01] [Testo originale:italiano]