Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


PELLEGRINAGGIO GIUBILARE DI SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II IN TERRA SANTA (20-26 MARZO 2000) - [VII], 22.03.2000


Questo pomeriggio, alle 15.45, lasciata la "Casa Nova" (casa francescana per i pellegrini) ove è ospitato, il Santo Padre Giovanni Paolo II si reca a piedi a visitare la Grotta della Natività di Bethlehem. Attraversata la Chiesa di Santa Caterina, il Papa entra nella Basilica della Natività e raggiunge la Grotta, dove si trattiene per un momento di preghiera personale.

00658-01.01]

VISITA AL CAMPO PROFUGHI DI DHEISHEH

  DISCORSO DEL SANTO PADRE

  TRADUZIONE ITALIANA

Dopo aver lasciato la Grotta della Natività di Bethlehem, Giovanni Paolo II si reca a visitare il Campo Profughi di Dheisheh. Nella Scuola del Campo ha luogo l’incontro con una rappresentanza della comunità dei profughi a cui il Papa rivolge il discorso che riportiamo di seguito:

  DISCORSO DEL SANTO PADRE

Dear Friends,

1. It is important to me that my pilgrimage to the birthplace of Jesus Christ, on this the two thousandth anniversary of that extraordinary event, includes this visit to Dheisheh. It is deeply significant that here, close to Bethlehem, I am meeting you, refugees and displaced persons, and representatives of the organizations and agencies involved in a true mission of mercy. Throughout my pontificate I have felt close to the Palestinian people in their sufferings.

I greet each one of you, and I hope and pray that my visit will bring some comfort in your difficult situation. Please God it will help to draw attention to your continuing plight. You have been deprived of many things which represent basic needs of the human person: proper housing, health care, education and work. Above all you bear the sad memory of what you were forced to leave behind, not just material possessions, but your freedom, the closeness of relatives, and the familiar surroundings and cultural traditions which nourished your personal and family life. It is true that much is being done here in Dheisheh and in other camps to respond to your needs, especially through the United Nations Relief and Works Agency. I am particularly pleased at the effectiveness of the presence of the Pontifical Mission for Palestine and many other Catholic organizations. But there is still much to be done.

2. The degrading conditions in which refugees often have to live; the continuation over long periods of situations that are barely tolerable in emergencies or for a brief time of transit; the fact that displaced persons are obliged to remain for years in settlement camps: these are the measure of the urgent need for a just solution to the underlying causes of the problem. Only a resolute effort on the part of leaders in the Middle East and in the international community as a whole – inspired by a higher vision of politics as service of the common good – can remove the causes of your present situation. My appeal is for greater international solidarity and the political will to meet this challenge. I plead with all who are sincerely working for justice and peace not to lose heart. I appeal to political leaders to implement agreements already arrived at, and to go forward towards the peace for which all reasonable men and women yearn, to the justice to which they have an inalienable right.

3. Dear young people, continue to strive through education to take your rightful place in society, despite the difficulties and handicaps that you have to face because of your refugee status. The Catholic Church is particularly happy to serve the noble cause of education through the extremely valuable work of Bethlehem University, founded as a sequel to the visit of my predecessor Pope Paul VI in 1964.

Dear refugees, do not think that your present condition makes you any less important in God’s eyes! Never forget your dignity as his children! Here at Bethlehem the Divine Child was laid in a manger in a stable; shepherds from the nearby fields were the first to receive the heavenly message of peace and hope for the world. God’s design was fulfilled in the midst of humility and poverty.

Dear aid workers and volunteers, believe in the task that you are fulfilling! Genuine and practical solidarity with those in need is not a favour conceded, it is a demand of our shared humanity and a recognition of the dignity of every human being.

Let us all turn with confidence to the Lord, asking him to inspire those in a position of responsibility to promote justice, security and peace, without delay and in an eminently practical way.

The Church, through her social and charitable organizations, will continue to be at your side and to plead your cause before the world.

God bless you all!

[00634-02.01] [Original text:English]

  TRADUZIONE ITALIANA

Cari Amici,

1. Ritengo importante che questa visita a Dheisheh sia inclusa nel mio pellegrinaggio al luogo in cui è nato Gesù Cristo, nel bimillenario di quell'evento straordinario. È significativo che qui, vicino a Bethlehem, io possa incontrare voi, profughi e sfollati, e i rappresentanti delle organizzazioni e delle agenzie che partecipano a un'autentica missione di misericordia. Durante tutto il mio Pontificato mi sono sentito vicino al popolo palestinese nella sua sofferenza.

Saluto ognuno di voi e spero e prego che la mia visita rechi un po' di consolazione nella vostra difficile situazione. A Dio piacendo, essa contribuirà ad attirare attenzione sulla vostra continua sofferenza. Siete stati privati di molte cose che rappresentano necessità fondamentali della persona umana: abitazioni adeguate, assistenza sanitaria, educazione e lavoro. Soprattutto, però, avete il triste ricordo di ciò che avete dovuto abbandonare: non solo beni materiali, ma anche la libertà, la vicinanza dei parenti, il vostro ambiente e le tradizioni culturali che hanno alimentato la vostra vita personale e familiare. È vero che si sta facendo molto, qui a Dheisheh e negli altri campi, per soddisfare le vostre esigenze, in particolare attraverso la Relief and Works Agency delle Nazioni Unite. Sono particolarmente lieto per l'efficace presenza della Pontificia Missione per la Palestina e di numerose altre organizzazioni cattoliche. Resta però ancora molto da fare.

2. Le condizioni degradanti in cui i profughi spesso devono vivere, il protrarsi di situazioni che sono difficilmente tollerabili anche nelle emergenze o per un breve periodo di tempo, il fatto che le persone sfollate siano costrette a rimanere per anni negli insediamenti: è questa la dimensione della necessità urgente di trovare una soluzione giusta alle cause che stanno alla base del problema. Solo un impegno risoluto da parte dei Capi in Medio Oriente e di tutta la comunità internazionale, ispirato da una visione superiore della politica come servizio al bene comune, potrà rimuovere le cause della vostra situazione attuale. Lancio un appello per una maggiore solidarietà internazionale e per la volontà politica di affrontare questa sfida. Chiedo a tutti coloro che stanno operando sinceramente per la giustizia e la pace di non scoraggiarsi. Mi rivolgo ai Capi politici, affinché realizzino gli accordi già raggiunti e proseguano verso la pace alla quale anelano tutti gli uomini e le donne ragionevoli, verso la giustizia che è un loro diritto inalienabile.

3. Cari giovani, continuate a lottare, attraverso l'educazione, per occupare il posto che vi spetta nella società, nonostante le difficoltà e gli ostacoli che dovete affrontare a causa del vostro status di profughi. La Chiesa cattolica è particolarmente lieta di servire la nobile causa dell'educazione attraverso il lavoro estremamente prezioso della Bethlehem University, fondata a seguito della visita del mio predecessore Papa Paolo VI nel 1964.

Cari profughi, non dovete pensare che la vostra situazione attuale vi renda meno importanti agli occhi di Dio! Non dimenticate mai la vostra dignità di suoi figli! Qui a Bethlehem il Figlio Divino fu deposto entro una mangiatoia in una stalla; i pastori dei campi vicini furono i primi a ricevere il messaggio celeste di pace e di speranza per il mondo. Il disegno di Dio si è compiuto in mezzo all'umiltà e alla povertà.

Cari assistenti e volontari, credete nel compito che state svolgendo! La solidarietà autentica e concreta verso i bisognosi non è un favore che si concede: è un'esigenza della nostra comune umanità e un riconoscimento della dignità di ogni essere umano.

Rivolgiamoci con fiducia al Signore, chiedendogli di ispirare coloro che occupano un ruolo di responsabilità, affinché promuovano la giustizia, la sicurezza e la pace senza esitare e in modo estremamente concreto.

Attraverso le sue organizzazioni sociali e caritative, la Chiesa resterà al vostro fianco, per sostenere la vostra causa dinanzi al mondo.

Che Dio benedica tutti voi!

[00634-01.02] [Testo originale:inglese]

VISITA DI CORTESIA AL PRESIDENTE DELL’AUTORITÀ PALESTINESE, AL PALAZZO PRESIDENZIALE DI BETHLEHEM

Nel pomeriggio, alle ore 17.30, Giovanni Paolo II si trasferisce al Palazzo Presidenziale di Bethlehem per la visita di cortesia al Presidente dell’Autorità Palestinese, Sig. Yasser Arafat.

Qui, dopo il colloquio privato, ha luogo lo scambio dei doni e la presentazione dei collaboratori.

00659-01.01]

CERIMONIA DI CONGEDO DAI TERRITORI AUTONOMI PALESTINESI, ALL’ELIPORTO DI BETHLEHEM

Alle 18.30, il Papa si reca all’eliporto di Bethlehem. Dopo aver salutato il Presidente dell’Autorità Palestinese, Sig. Yasser Arafat, e le varie Personalità, Giovanni Paolo II rientra in elicottero alla Delegazione Apostolica di Gerusalemme.

[00660-01.01]