Alle ore 11.30 di questa mattina il Santo Padre Giovanni Paolo II, in occasione dell’inaugurazione del nuovo ingresso dei Musei Vaticani, pronuncia le parole che seguono:
Signori Cardinali,
Venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,
Illustri Signori e Signore!
1. L'inaugurazione del nuovo ingresso dei Musei Vaticani è per me motivo di particolare gioia. Il suo verificarsi nella prima fase del Grande Giubileo le dona un significato di singolare valenza simbolica. Dopo aver aperto le Porte Sante delle Basiliche romane, accesso alla grazia del Redentore, oggi inauguro l'ingresso che introduce a quel tempio dell'arte e della cultura che sono i Musei.
Grande è la soddisfazione per il compimento di un'opera assai impegnativa. Ringrazio il Signor Cardinale Edmund Casimir Szoka, per i sentimenti anche a nome vostro manifestati e per l'interessante presentazione che ci ha fatto dei lavori svolti e dei risultati raggiunti: a lui ed alla Direzione dei Servizi Tecnici esprimo il più vivo apprezzamento, estendendolo ai consulenti ed alle maestranze e ricordando con gratitudine il Cardinale Castillo Lara, oggi presente con noi, al quale va il merito di avere iniziato l'impresa.
Rivolgo pure un sentito incoraggiamento, nella persona del Direttore Generale Reggente, Dottor Francesco Buranelli, ai Dirigenti e a tutto il personale dei Musei Vaticani. Ad essi, infatti, spetta ora di gestire nel modo migliore questa imponente struttura, affinché raggiunga gli scopi per i quali è stata concepita e realizzata.
2. Quando, sul finire del diciottesimo secolo, i Papi Clemente XIV e Pio VI fondarono i Musei Vaticani nel senso moderno del termine, i visitatori erano una ristrettissima élite. Oggi, essi sono migliaia al giorno, di ogni estrazione sociale e culturale e provengono da ogni parte del mondo. Davvero si può dire che i Musei costituiscono, sul piano culturale, una delle più significative porte della Santa Sede aperte sul mondo.
Di qui il valore non solo funzionale, ma simbolico di un ingresso più "capace", cioè più accogliente, per esprimere la rinnovata volontà della Chiesa di dialogare con l'umanità nel segno dell'arte e della cultura, ponendo a disposizione di tutti il patrimonio affidatole dalla storia.
3. Saluto cordialmente Giuliano Vangi, autore della scultura collocata in questo nuovo ingresso, e lo ringrazio perché la sua non è un'opera celebrativa, ma un invito alla riflessione sul ministero petrino, a cui la Provvidenza mi ha chiamato. Sin dal primo giorno del mio pontificato, ho avvertita ben viva la missione di aiutare l'uomo a "varcare la soglia": ad uscire dalla costrizione del materialismo verso la libertà della fede, la libertà di essere se stesso seguendo Cristo Redentore, supremo difensore della sua dignità e dei suoi diritti. Questo servizio all'uomo conosce due momenti, che sono rappresentati sui due lati del blocco di marmo: il momento dell'azione e quello, non meno importante, della preghiera. Di fronte alle umane sofferenze, infatti, la Chiesa trova in Dio la forza per sospingere l'uomo verso un futuro di speranza e di libertà.
Mi congratulo, altresì, con lo scultore Cecco Bonanotte, autore del portale del nuovo ingresso. Il tema della creazione, da lui simbolicamente evocato, ben si intona con quello dell'arte, e sembra invitare il visitatore a riconoscere con stupore nell'universo, negli esseri viventi e soprattutto nella persona umana il mistero dello Spirito creatore.
4. La collaborazione tra la Chiesa e gli artisti è sempre stata "fonte di reciproco arricchimento spirituale", dal quale "ha tratto vantaggio la comprensione dell'uomo, della sua autentica immagine, della sua verità" (Lettera agli Artisti, 13).
E' con questa convinzione che inauguro il nuovo ingresso dei Musei Vaticani, mentre ringrazio ancora tutti voi e vi benedico di cuore, insieme con quanti hanno lavorato per realizzare questa opera veramente monumentale.
[00323-01.03][Testo originale:italiano]