FORUM DELL'UNESCO SULLA BIODIVERSITÀ SUL TEMA
«IL NOSTRO PIANETA, IL NOSTRO FUTURO:
CINQUANT’ANNI DEL PROGRAMMA SULL’UOMO E LA BIOSFERA»
[Mercoledì, 24 marzo 2021]
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AL DIRETTORE GENERALE DELL'UNESCO, SIGNORA AUDREY AZOULAY
Signora Direttore Generale,
Grazie per il suo cortese invito a partecipare a questa conferenza virtuale sul tema «Cambiamento climatico e povertà: principi etici e responsabilità scientifica».
Con un saluto a lei e a tutti gli organizzatori e partecipanti a questa iniziativa, vorrei esprimere la mia gratitudine per il dibattito che l’Unesco intende promuovere su uno dei problemi più importanti e urgenti del nostro tempo. In tal senso, ho l’onore di inviarle in allegato una posizione, con la quale la Santa Sede intende dare un contributo al tema di questo colloquio.
Di fatto la lotta contro il cambiamento climatico e la lotta contro la povertà estrema sono due obiettivi complessi e interdipendenti, alla luce dei quali è necessario ridefinire un nuovo modello di sviluppo che ponga al centro «ogni uomo e tutto l’uomo» (Populorum progressio, n. 14) come il pilastro fondamentale da rispettare e proteggere, adottando una metodologia che includa l’etica della solidarietà e la «carità politica» (Fratelli tutti, nn. 180, 182). Solo così sarà possibile promuovere un bene comune veramente universale, una vera civiltà dell’amore dove non c’è posto per una pandemia d’indifferenza e di spreco.
L’impatto del riscaldamento globale sui più poveri ci chiede di considerare la risposta alla crisi socio-ambientale attuale come un’opportunità unica per farci carico, in modo responsabile, della fragilità della nostra casa comune (cfr. Ibidem, n. 117), migliorando le condizioni di vita, la salute, i trasporti, la sicurezza energetica e creando nuove opportunità di lavoro.
Questa prospettiva, nella quale s’inserisce l’Accordo di Parigi, ci fa pian piano prendere coscienza del fatto che il cambiamento climatico è visto come una questione molto più morale che tecnica, e che il punto di svolta decisivo di cui abbiamo bisogno sarà possibile solo se investiremo nell’educazione delle nuove generazioni a stili di vita rispettosi del creato, finora inesplorati.
È particolarmente importante che i giovani siano formati alla salvaguardia del creato e al rispetto degli altri, per essere capaci d’impegnarsi nella promozione di nuove abitudini di produzione e di consumo, al fine di generare un nuovo modello di crescita economica che ponga al centro l’ambiente e le persone. A tal fine, l’Organizzazione che lei presiede è di cruciale importanza e sono lieto che questo colloquio si basi sulle implicazioni etiche dell’emergenza climatica, al fine di approfondire gli aspetti scientifici.
Se vogliamo lottare efficacemente contro il cambiamento climatico, dobbiamo agire insieme, tenendo conto del bisogno di compiere un esame approfondito del modello di sviluppo attuale, al fine di correggere le sue anomalie e distorsioni. Dare risposte concrete al grave fenomeno del riscaldamento globale è un imperativo morale. La mancanza di azione avrà effetti secondari, specialmente tra gli strati più poveri della società, che sono anche i più vulnerabili a questi cambiamenti.
Sono quindi lieto che non solo i rappresentanti governativi, ma anche la società civile, il settore privato, il mondo universitario e scientifico, le comunità locali e i popoli autoctoni siano chiamati a dare il loro contributo. Questi attori non statali, spesso in prima linea nella lotta contro il cambiamento climatico, mostrano una sensibilità particolare nella ricerca di mezzi innovativi per promuovere un sistema di produzione e di consumo sostenibile e diventare così interpreti del grido della terra e dei poveri. Il loro contributo pertanto merita di essere valorizzato e tenuto in conto dai leader politici, affinché le loro decisioni siano giuste e lungimiranti.
Sta finendo il tempo per la ricerca di soluzioni globali e l’attuale emergenza sanitaria ci obbliga a «pensare agli esseri umani, a tutti, più che al beneficio di alcuni» (Ibidem, n. 33). Spero pertanto che questo colloquio, sul quale invoco l’assistenza dell’Altissimo, possa contribuire a rafforzare i processi di trasformazione necessari per contrastare il fenomeno del cambiamento climatico e al tempo stesso per lottare contro la povertà, promuovendo così un vero sviluppo umano integrale.
Dal Vaticano, 24 ottobre 2020
Francesco
da L'Osservatore Romano, Anno CLXI n. 72, martedì 30 marzo 2021, p. 3.
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