Alla signora Audrey Azoulay
Direttrice Generale dell’Unesco

È con gioia che mi unisco alla celebrazione del 75° anniversario dell’Unesco. Non è soltanto l’occasione per fare memoria dell’entrata in vigore della Costituzione, ma anche e soprattutto per ripensare il progetto fondamentale di «contribuire al mantenimento della pace e della sicurezza favorendo, attraverso l’educazione, la scienza e la cultura, la collaborazione tra le nazioni» (art.1 dell’Atto costitutivo dell’Unesco). Era naturale che la Chiesa cattolica si unisse a questo grande progetto, a motivo del «legame organico e costitutivo che esiste fra la religione in generale e il cristianesimo in particolare da una parte, e la cultura dall’altra» (San Giovanni Paolo II, Discorso all’Unesco, n. 9, 2 giugno 1980). Auspico che questa collaborazione permetta di sviluppare non solo il riavvicinamento delle culture, ma anche una vera «cultura del riavvicinamento». Costruire ponti tra gli uomini attraverso l’educazione e la cultura si può fare solo tenendo conto della persona umana nella sua integrità. Ebbene, la Chiesa cattolica rende testimonianza alla verità che ha ricevuto sull’uomo, la sua origine, la sua natura e il suo destino: essa afferma che ogni persona non si definisce prima di tutto per quello che possiede, ma per quello che è, per la dignità che Dio le conferisce, per la sua capacità di superare se stessa e crescere in umanità. Rallegrandomi per il lavoro già svolto, formulo voti affinché questa venerabile Istituzione continui a promuovere e a sostenere un’educazione e una cultura che tengano conto dello sviluppo integrale di ogni persona, anche nella sua fondamentale dimensione spirituale. Con questa speranza, imparto a ognuno di voi, alle vostre famiglie e ai vostri collaboratori, la mia Benedizione.

Dal Vaticano, 11 novembre 2021

Francesco

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L'Osservatore Romano, Anno CLXI n. 259, sabato 13 novembre 2021, p. 10