VIDEOMESSAGGIO DEL SANTO PADRE
IN OCCASIONE DEL 57.mo COLLOQUIO DELLA FONDAZIONE IDEA SUL TEMA
“LOGREMOS UNA ARGENTINA SOSTENIBLE"
(REALIZZIAMO UN’ARGENTINA SOSTENIBILE)
[Buenos Aires, 13-15 ottobre 2021]
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Desidero plaudire allo spazio di dialogo che si sono proposti la Fondazione Idea e l’Unione dei lavoratori dell’economia popolare. Desidero di cuore che sia un momento di autentico scambio che possa raccogliere il contributo innovativo degli imprenditori e dei lavoratori che lottano per la loro dignità e per le loro famiglie.
Varie volte ho fatto riferimento alla nobile vocazione dell’imprenditore che cerca con creatività di produrre ricchezza e di diversificare la produzione, rendendo possibile al tempo stesso la creazione di posti di lavoro.
Perché non mi stancherò mai di parlare della dignità del lavoro. Ciò che dà dignità è il lavoro. Chi non ha lavoro sente che gli manca qualcosa, gli manca quella dignità che dà proprio il lavoro, che unge di dignità.
Alcuni mi hanno fatto dire cose che non sostengo: che propongo una vita senza fatica, o che disprezzo la cultura del lavoro. Immaginatevi se si può dire questo di un discendente di piemontesi, che non sono venuti nel nostro paese con la voglia di essere mantenuti, ma con un enorme desiderio di rimboccarsi le maniche per costruire un futuro per le loro famiglie. È curioso, i migranti non mettevano i soldi in banca, ma in mattoni e terreno. La casa prima di tutto. Guardavano avanti verso la famiglia. Investimento di famiglia.
Il lavoro esprime e alimenta la dignità dell’essere umano, gli consente di sviluppare le capacità che Dio gli ha donato, lo aiuta a tessere relazioni di scambio e di aiuto reciproco, gli permette di sentirsi collaboratore di Dio per prendersi cura di questo mondo e svilupparlo, lo fa sentire utile alla società e solidale con le persone a lui care. Per questo il lavoro, al di là delle fatiche e delle difficoltà, è il cammino di maturazione, di realizzazione della persona, che mette le ali ai sogni migliori.
Per questo motivo, risulta chiaro che i sussidi possono essere solo un aiuto provvisorio. Non si può vivere di sussidi, perché il grande obiettivo è offrire fonti di lavoro diversificate che consentano a tutti di costruire il futuro con la fatica e l’ingegno. Proprio perché diversificate, aprono il cammino affinché le diverse persone trovino il contesto più adeguato a sviluppare i propri doni, poiché non tutti hanno le stesse capacità e inclinazioni.
Su questa strada credo che il dialogo tra gli imprenditori e i lavoratori non sia solo indispensabile ma anche fecondo e promettente. Grazie per questo colloquio che avete programmato con un proposito tanto nobile.
Che Dio vi benedica e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie.
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L'Osservatore Romano, Anno CLXI n. 234, giovedì 14 ottobre 2021, p. 8.
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