VIDEOMESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI GIUDICI DI AFRICA E AMERICA
Cari giudici, uomini e donne, di Africa e di America. Buongiorno!
Mi rallegra potervi rivolgere queste parole prima che iniziate il bel lavoro che vi siete proposti. Mi congratulo con voi per questa iniziativa di pensare, decodificare e costruire la “nuova” giustizia sociale.
Che bello che possiate fare una pausa nel vostro lavoro ordinario per pensare e pensarsi. Sono sicuro che questa pratica vi aiuterà ad acquisire una dimensione più completa della vostra missione e della vostra responsabilità sociale.
Di fronte a una società che oggi guarda con una certa sfiducia e diffidenza a quanti detengono il potere di decidere che cosa è giusto, questo evento è un balsamo riparatore.
Vi ho detto tempo fa, quando vi siete riuniti nella Casina Pio IV, che, alla pari dei movimenti sociali, anche voi eravate poeti. Desidero riprendere questa idea.
Il poeta ha bisogno di contemplare, pensare, comprendere la musica delle realtà e plasmarla con parole. Voi, in ogni decisione, in ogni sentenza, siete di fronte alla felice opportunità di fare poesia: una poesia che curi le ferite dei poveri, che integri il pianeta, che protegga la madre terra e tutta la sua discendenza. Una poesia che ripari, redima, e nutra.
Giudici, non rinunciate a questa possibilità. Assumete la grazia della quale siete titolari, con decisione e con coraggio. Siate consapevoli che tutto ciò che potete apportare con la vostra rettitudine e il vostro impegno è molto importante.
E, per favore, ricordatevi sempre che quando una giustizia è realmente giusta, quella giustizia rende felice i paesi e degni i loro abitanti. Nessuna sentenza può essere giusta, nessuna legge legittima se ciò che genera è maggiore disuguaglianza, se ciò che genera è maggiore perdita di diritti, indegnità o violenza.
Fratelli e sorelle, fate della vostra poesia una pratica e sarete poeti migliori e giudici migliori. E non dimenticatevi mai che una poesia che non trasforma, è solo una manciata di parole morte. Che il vostro incontro sia un successo!
da L'Osservatore Romano, Anno CLX, num. 278, 1/12/2020
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