PAPA FRANCESCO
MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA
DOMUS SANCTAE MARTHAE
Dio delle sorprese
Lunedì, 8 maggio 2017
(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLVII, n.106, 09/05/2017)
A Pietro non è mancato il coraggio di lasciarsi sorprendere dalle novità dello Spirito Santo per rompere le rigidità del «si è sempre fatto così», senza timore di dare «scandalo» o venire meno alla sua missione di «pietra». Ma con la libertà di «non essere di impedimento alla grazia di Dio» e di non «far tacere il chiasso che fa lo Spirito, quando viene nella Chiesa». Suggerendo di chiedere al Padre «la grazia del discernimento», Papa Francesco — nella messa celebrata lunedì 8 maggio a Santa Marta — ha invitato a non commettere «il peccato di resistere allo Spirito Santo».
«In questi capitoli che abbiamo letto in queste settimane negli Atti degli apostoli — ha subito fatto presente il Pontefice, riferendosi in particolare al passo liturgico (11, 1-18) e mostrandone l’attualità — si vede la comunità cristiana in movimento; e quello che fa muovere la comunità è lo Spirito Santo». Va ricordato, ha affermato Francesco, «che Gesù stesso aveva promesso questo ai discepoli, nell’ultima cena: “Io non vi lascerò soli: vi invierò lo spirito di verità, egli vi guiderà alla verità piena, vi insegnerà, vi ricorderà”». Così è «proprio lo Spirito Santo che muove questa Chiesa: abbiamo sentito tanti miracoli, tante cose strane», tanto che «alcuni sicuramente avevano paura di queste novità della Chiesa».
«Lo Spirito — ha spiegato il Papa — è il dono di Dio, di questo Dio, Padre nostro, che sempre ci sorprende: il Dio delle sorprese». E questo «perché è un Dio vivo, è un Dio che abita in noi, un Dio che muove il nostro cuore, un Dio che è nella Chiesa e cammina con noi; e in questo cammino ci sorprende sempre». Perciò «come lui ha avuto la creatività di creare il mondo, così ha la creatività di creare cose nuove tutti i giorni». Egli, ha insistito Francesco, è «il Dio che ci sorprende». Ma, ha aggiunto, «anche questo crea difficoltà: per esempio gli apostoli, i fratelli che stavano in Giudea vennero a sapere che anche i pagani avevano accolto la parola di Dio». Riferendosi a loro come «gli incirconcisi», si chiedevano: «Come mai può accadere questo? Si vede che Pietro e gli altri hanno sbagliato, sono andati oltre cercando una novità, ma va’ a sapere!» E così «è incominciata la sfiducia». A tal punto che «quando Pietro salì a Gerusalemme, i fedeli circoncisi lo rimproverarono dicendo: “Sei entrato in casa di uomini non circoncisi, e hai mangiato insieme con loro!”». Come a dire: «Ma guarda lo scandalo che stai facendo! Tu, Pietro, la pietra della Chiesa, dove ci porti?”».
Da parte sua, si legge negli Atti, «Pietro racconta la cosa che è successa e, con tutta semplicità, quella visione del cielo». Poi racconta anche di quegli «uomini che gli chiedono di andare a casa di questo pagano». E proprio «quando parlava con loro — ha ricordato il Papa — scese lo Spirito, sconvolse tutto, e Pietro battezza: capisce il segno di Dio, è capace di prendere una decisione coraggiosa, è capace di accogliere la sorpresa di Dio».
A conclusione del suo discorso Pietro «si scusa» dicendo queste parole: «Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato a noi, per aver creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io per porre impedimento a Dio?”». Questa — ha spiegato Francesco — «è proprio la parola dello strumento apostolico, di quell’apostolo che si sente strumento di Dio: ma chi sono io per fermare la grazia di Dio, per far tacere il chiasso che fa lo Spirito, quando viene nella Chiesa?».
Così proprio «davanti a tante sorprese del Signore — dopo di questo gli apostoli devono riunirsi e discutere e arrivare a un accordo per fare il passo avanti che il Signore vuole — davanti a tante cose», Papa Francesco ha proposto «due parole» che, ha confidato, «mi vengono da dire».
«Sempre, dai tempi dei profeti a oggi, c’è il peccato di resistere allo Spirito Santo: la resistenza allo Spirito», ha affermato. E «questo è il peccato che rimprovera Stefano proprio ai membri del sinedrio: “Voi e i vostri padri avete resistito sempre allo Spirito Santo”». La resistenza allo Spirito Santo, dunque. Espressa anche col dire: “No, sempre è stato fatto così e deve farsi così”». Quasi a raccomandarsi di «non venire con queste novità: Pietro, stai tranquillo, prenditi una pastiglia che ti calmi i nervi, stai tranquillo».
Ma questa è proprio «la chiusura alla voce di Dio», ha affermato il Pontefice. E «il Signore, nel salmo 94, parla al suo popolo: non indurite il vostro cuore come i vostri padri a Meriba». Invece «cercate la volontà del Signore, la voce del Signore, quello che il Signore vuole». E «quello che il Signore vuole è che ci sono altri popoli, l’abbiamo sentito nel Vangelo» (Giovanni 10, 11-18), perché «ci sono altre greggi che non appartengono ma ci sarà “un solo gregge, un solo pastore”». Invece finiva che i pagani venivano giudicati, «come condannati», e anche «i proseliti, quei pagani che si sono fatti credenti», erano considerati «credenti di seconda classe: nessuno lo diceva, ma di fatto» era così.
«La chiusura, la resistenza allo Spirito Santo», ha rilanciato Francesco, avviene attraverso anche «quella frase che chiude sempre, che ti ferma: “È sempre stato fatto così”». Ma questo modo di fare «uccide: uccide la libertà, uccide la gioia, uccide la fedeltà allo Spirito Santo che sempre agisce in avanti, portando in avanti la Chiesa». Del resto, ha aggiunto, «come posso io sapere se una cosa è dello Spirito Santo o è della mondanità, dello spirito del mondo o è dello spirito del diavolo?».
L’unico modo, ha spiegato il Papa, è «chiedere la grazia del discernimento». Infatti «lo strumento che lo stesso Spirito ci dà è il discernimento: discernere, in ogni caso, come si deve fare». Ed «è quello che hanno fatto gli apostoli: si sono riuniti, hanno parlato e hanno visto che quella era la strada dello Spirito Santo». Invece «quelli che non avevano questo dono, o non avevano pregato per chiederlo, sono rimasti chiusi e fermi». E i cristiani devono, «soprattutto in un tempo che è tanto comunicato, con tante novità, saper discernere: discernere una cosa dall’altra, discernere qual è la novità, il vino nuovo che viene da Dio; qual è la novità che viene dallo spirito del mondo e qual è la novità che viene dal diavolo».
«Qualcuno può pensare — ha proseguito il Papa — che se questi pagani erano peccatori e dannati e poi sono cambiati, la fede cambia?». No, è la risposta, «la fede non cambia mai, la fede è la stessa, ma è in movimento, cresce, si allarga». A questo proposito «un vecchio monaco del quinto secolo, san Vincenzo di Lerino, ha detto questa parola: “Le verità della Chiesa vanno avanti”, ut annis consolidetur, dilatetur tempore, sublimetur aetate». E cioè «si consolidano con gli anni, si sviluppano col tempo, si approfondiscono con l’età». E questo «perché siano più forti con il tempo, con gli anni, si allarghino con il tempo e vengano più innalzate con l’età della Chiesa». Ecco «la strada», ha spiegato Francesco: «è la stessa verità ma che si fa capire meglio». Ci viene in aiuto «quella parola di Gesù: “Ci sarà un solo gregge”». Ma «i discepoli non hanno capito quello che Gesù voleva dire, e voleva dire questo: anche i pagani riceveranno lo Spirito».
In conclusione, il Pontefice ha invitato a chiedere «al Signore la grazia del discernimento per non sbagliare strada e non cadere nell’immobilità, nella rigidità, nella chiusura del cuore».
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