PAPA FRANCESCO
MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA
DOMUS SANCTAE MARTHAE
L’unico tesoro
Lunedì, 23 novembre 2015
(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLV, n.269, 24/11/2015)
L’«unico tesoro» della Chiesa è Cristo, tanto che rischia di divenire «tiepida, mediocre e mondana» se ripone invece la sua sicurezza «in altre realtà». Invitando così a ripetere «Vieni Signore Gesù!», il Papa ha celebrato la messa lunedì mattina, 23 novembre, nella cappella della Casa Santa Marta.
«Ambedue le letture della liturgia di oggi» ha fatto subito notare Francesco riferendosi ai passi del libro del profeta Daniele (1, 1-6.8-20) e del Vangelo di Luca (21, 1-4) «ci parlano di persone bisognose, specialmente nella tradizione di Israele: lo straniero e la vedova». E «il terzo bisognoso è l’orfano».
«Gli stranieri — ha spiegato riguardo la prima lettura — erano questi giovani portati a Babilonia: erano lontani dalla loro terra e avevano deciso di rimanere in fedeltà alle loro tradizioni, alla legge del Signore». Ma «il personaggio che più attira l’attenzione, in questo Vangelo, è la vedova». Nella Bibbia, ha affermato il Papa, «le vedove appaiono tante volte, tante volte, sia nel Vecchio testamento che nel Nuovo». La vedova, ha proseguito Francesco, «è la donna sola che non ha il marito che la custodisca; la donna che deve arrangiarsi come può, che vive della carità pubblica».
In particolare, ha detto il Pontefice, «la vedova di questo brano del Vangelo, che Gesù ci fa vedere, era una vedova che aveva la sua speranza soltanto nel Signore». E «quando Gesù aveva visto quelli che gettavano le offerte nel tempio, ha visto questa che aveva gettato soltanto due monetine e dice: “Questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere”».
«A me piace vedere nelle vedove del Vangelo — ha affermato il Papa — l’immagine della “vedovanza” della Chiesa che aspetta il ritorno di Gesù». Infatti «la Chiesa è sposa di Gesù, ma il suo Signore se ne è andato e il suo unico tesoro è il suo Signore». E «la Chiesa, quando è fedele, lascia tutto in attesa del suo Signore. Invece quando la Chiesa non è fedele, o non è tanto fedele o non ha tanta fede nell’amore del suo Signore, cerca di arrangiarsi anche con altre cose, con altre sicurezze, più dal mondo che da Dio».
«Le vedove del Vangelo — ha continuato il Pontefice — ci dicono un bel messaggio di Gesù sulla Chiesa». E così c’è quella donna «che usciva da Nain con la bara di suo figlio: piangeva, sola». Sì, «la gente tanto carina la accompagnava, ma il suo cuore era solo!». È «la Chiesa vedova che piange quando i suoi figli muoiono alla vita di Gesù».
C’è, poi, quell’altra donna «che, per difendere i suoi figli, va dal giudice iniquo: gli fa la vita impossibile, bussandogli alla porta tutti i giorni, dicendo “fammi giustizia!”». E «alla fine» quel giudice «fa giustizia». Ed «è la Chiesa vedova che prega, intercede per i suoi figli».
Ma «il cuore della Chiesa è sempre col suo Sposo, con Gesù. È lassù. Anche la nostra anima, secondo i padri dei deserti, assomiglia tanto alla Chiesa» ha chiarito il Papa. E «quando la nostra anima, la nostra vita, è più vicina a Gesù si allontana da tante cose mondane, cose che non servono, che non aiutano e che allontano da Gesù». Così «è la nostra Chiesa che cerca il suo Sposo, aspetta il suo Sposo, aspetta quell’incontro, che piange per i suoi figli, lotta per i suoi figli, dà tutto quello che ha perché il suo interesse è soltanto il suo Sposo».
«In questi ultimi giorni dell’anno liturgico — ha rilanciato Francesco — ci farà bene domandarci sulla nostra anima se è come questa Chiesa che vuole Gesù, se la nostra anima si rivolge al suo Sposo e dice: “Vieni Signore Gesù! Vieni”». E se «lasciamo da parte tutte queste cose che non servono, non aiutano alla fedeltà, così come i giovani della prima lettura avevano lasciato da parte tutti quei pasti, che non aiutavano alla loro fedeltà».
«La “vedovanza” della Chiesa — ha spiegato il Papa — si riferisce al fatto che la Chiesa sta aspettando Gesù, questa è una realtà: può essere una Chiesa fedele a questa attesa, attendendo con fiducia il ritorno del marito, o una Chiesa non fedele a questa “vedovanza”, ricercando sicurezza in altre realtà... la Chiesa tiepida, la Chiesa mediocre, la Chiesa mondana». E, ha suggerito in conclusione Francesco, «pensiamo altresì alle nostre anime: le nostre anime cercano sicurezza soltanto nel Signore o cercano altre sicurezze che non piacciano al Signore?». Così, «in questi ultimi giorni, ci farà bene ripetere quell’ultimo versetto della Bibbia: “Vieni Signore Gesù!”».
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