Il Cardinale Johannes Joachim Degenhardt, Arcivescovo di Paderborn (Germania) , è nato il 31 gennaio 1926 a Schwelm, in diocesi di Essen.
Nel 1941 è stato arrestato dalla Gestapo e detenuto nel carcere «Steinwache» di Dortmund.
Nel 1946 ha conseguito il Diploma di Scuola Superiore. Ha studiato Filosofia e Teologia a Paderborn e a Monaco.
Il 6 agosto 1952 è stato ordinato sacerdote, impegnandosi poi per 7 anni nella pastorale parrocchiale.
Nel 1959 è stato nominato Prefetto del Convitto teologico di Paderborn. Nel 1964, Professore di Teologia a Würzburg e nel 1965 Cappellano degli studenti a Paderborn.
Nel 1966 divenne Decano della regione pastorale «Hochstift».
Il 1968 è stato l'anno dell'ordinazione episcopale: il 12 marzo Paolo VI lo nominò Vescovo titolare di Vico di Pacato e Ausiliare di Paderborn, il 1° maggio venne consacrato vescovo.
Il 4 aprile 1974 è stato promosso Arcivescovo di Paderborn.
Nel 1982 ricevette la Croce al merito della Repubblica Federale Tedesca (I classe). Nel 1990 venne nominato Presidente della Commissione dell'Associazione delle Diocesi della Germania e Presidente del Consiglio di Amministrazione della stessa.
Nel 1991 fu nominato cittadino onorario della città di Paderborn e nel 1993 ricevette la Grande Croce al Merito con Stella della Repubblica Federale Tedesca. Nel 1994 gli venne conferita la Medaglia d'oro «Robert Schuman». Nel 1997 diviene «Chevalier dans l'Ordre national du mérite». Nel 1998, in occasione dei 30 anni di episcopato, ricevette la Laurea «ad honorem» da parte della Pontificia Facoltà Teologica di Wrocław. Il Presidente dell'Assia gli conferì gli ordini al merito assiani.
Da Giovanni Paolo II creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001, del Titolo di San Liborio.
Il Cardinale Johannes Joachim Degenhardt è deceduto improvvisamente il 25 luglio 2002.
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Il Vangelo è stato la sua passione. Il fatto che a muoverlo sia stata la Parola di Dio non si evince solo dalla sua opera teologica «Luca - evangelista dei poveri» scritta più di dieci anni fa, ma anche e soprattutto dalla sua vita e dalla sua opera di Arcivescovo di Paderborn. È stato sempre pronto ad ascoltare le «piccole cose» e, quando ha potuto, a offrire il proprio aiuto. Ha considerato questo il comportamento naturale derivante dal Vangelo, che si è snodato come un filo rosso in tutta la sua vita.
È stato presto sfidato ad agire secondo la Parola di Dio e a garantirla. Nell'autunno del 1941, quando aveva 15 anni, è stato arrestato dalla Gestapo e preso in custodia nel carcere «Steinwache» di Dortmund, perché in quanto membro della cattolica «Bund Neudeutschland», vietata dai nazisti, nel giorno dell'ordinazione episcopale di Lorenz Jaeger aveva organizzato una manifestazione di giovani per festeggiare il nuovo Vescovo di Paderborn. Ciò è stato interpretato come una chiara confessione di fede che andava contro lo spirito del tempo. Anche in prigione non ha ritrattato le sue convinzioni né ha fatto concessioni all'ideologia. Le conseguenze sono state alcune settimane di detenzione e l'espulsione dal ginnasio.
Poco prima che la guerra finisse, è stato fatto prigioniero in quanto collaboratore della Luftwaffe e ha dovuto lavorare provvisoriamente come taglialegna. Sapeva cos'è il duro lavoro fisico e conosceva concretamente la situazione dei lavoratori. Anche in quella situazione ha cercato risposte nel Vangelo: la dottrina sociale della Chiesa cattolica con la sua istanza inequivocabile di porre l'uomo prima del capitale, ha svolto un ruolo centrale nelle prediche e negli scritti del cappellano, del parroco, del Vescovo e del Cardinale Degenhardt. La sua sensibilità per il mondo del lavoro probabilmente derivava anche dall'essere cresciuto nel Bacino della Ruhr: è nato a Schwelm ed è cresciuto a Hagfen. Durante le visite pastorali, che nel piano annuale dell'Arcivescovo occupavano dai 3 ai 4 mesi, visitava con regolarità anche le regioni industriali dell'Arcidiocesi. Esprimeva solidarietà a quanti vi risiedono e vi lavorano. Ricordava sempre che anche le decisioni imprenditoriali più difficili nei momenti di crisi economica vanno operate prestando attenzione alle esigenze delle persone.
Conosceva anche le restanti zone della sua Diocesi, che si estende da Minden a Siegen e dalla Ruhr al Weser, non solo perché studiava i documenti, ma anche perché ne aveva esperienza. Traeva una conoscenza dettagliata da innumerevoli colloqui con sacerdoti e laici, con autorità e semplici fedeli. Quando giungeva nelle parrocchie per celebrare l'Eucaristia o per amministrare i sacramenti, assolveva il primo e più importante dovere di un Vescovo, ponendosi al servizio del Vangelo.
Ha imparato a conoscere l'Arcidiocesi anche da punti di vista diversi da quelli di un Vescovo: dopo la sua ordinazione sacerdotale, il 6 agosto 1952, è diventato Vicario e Amministratore parrocchiale a Brackwede presso Bielefeld. Dal 1959 in quanto Prefetto nel Convitto Teologico di Paderborn, il Collegium Leoninum, è stato responsabile della formazione dei candidati al sacerdozio. Nello stesso periodo ha lavorato anche alla sua tesi di dottorato che ha ultimato nel 1964. In seguito è stato assistente presso l'Università di Bochum fino al 1965, quando l'Arcivescovo Jaeger lo ha valuto come Cappellano degli studenti a Paderborn. Nel 1966 è divenuto primo Decano della nuova regione pastorale «Hochstift Paderborn».
Ai compiti di un Vescovo appartiene anche la supervisione della Chiesa locale: è stato membro della Conferenza Episcopale Tedesca dal 1968, anno della sua consacrazione episcopale che lo ha reso Vescovo ausiliario di Paderborn. I suoi confratelli e i suoi colleghi hanno fatto tesoro dei suoi consigli perché era attento alla teoria, ma anche alla pratica. Per molti anni è stato Presidente della Commissione per la Scuola e l'Educazione di tipo cattolico in Germania. Nel 1991 è diventato Presidente del Comitato dell'Associazione delle Diocesi della Germania.
Ha avuto a cuore anche le istanze della Chiesa nel mondo: dall'anno 836 - con la traslazione delle reliquie di san Liborio da Le Mans in Francia a Paderborn - si è creato fra le due diocesi un «vincolo amoroso di eterna amicizia». Dal 1974, quando Mons. Degenhardt è divenuto Arcivescovo di Paderborn, 64° successore di s. Hathumar, ha mantenuto i contatti con le diocesi di altre parti del mondo nel nome del Patrono diocesano. Anche in questo caso vale la formula: dove è necessario, offriva il suo aiuto, considerandolo un impegno derivante dal Vangelo per una delle diocesi più agiate della Chiesa. Ha impiegato 200.000 marchi del "fondo arcidiocesano per le catastrofi" allo scopo di aiutare le vittime del terremoto in El Salvador e per l'ondata di freddo in Siberia.
Anche l'unità dei cristiani stava molto a cuore all'Arcivescovo. In quanto Presidente del Johan-Adam-Möhler-Institut per l'Ecumenismo con sede a Paderborn ha promuosso lo studio delle differenze ancora esistenti fra le varie confessioni. Si verificano incontri regolari e scambi di opinione fra rappresentanti della Chiesa Evangelica della Renania settentrionale-Vestfalia e dell'Assia. Egli attribuiva grande valore al fatto che le Chiese, dove possibile, portino le proprie esigenze a conoscenza dell'opinione pubblica.
Alla domanda di un autorevole quotidiano tedesco su quale considerasse il più grande successo della sua opera, egli ha risposto: «La visita pastorale di Papa Giovanni Paolo II nell'Arcidiocesi di Paderborn nel 1996». Quella visita ha infatti significato il rafforzamento della fede e, come amava sottolineare, si è sentito ispirato dal Vangelo.