S.B. il Cardinale Ignace Moussa I Daoud, (al secolo: Basilio), Prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali, Patriarca emerito di Antiochia dei Siri, è nato il 18 settembre 1930 a Meskané, un villaggio dell’arcieparchia di Homs dei Siri (Siria).
Ha compiuto gli studi a Gerusalemme nel seminario siriano di San Benedetto e Sant’Efrem, nel seminario di Charfet in Libano per la filosofia e la teologia e nella Pontificia Università Lateranense a Roma, dove, nel 1964, ha ottenuto la licenza in diritto canonico.
Ordinato sacerdote il 17 ottobre 1954, è stato poi segretario del Patriarca di Antiochia dei Siri dal 1965 al 1970 ed ha lavorato presso il tribunale ecclesiastico patriarcale di Beirut come difensore del vincolo matrimoniale.
Il 2 luglio 1977 il Sinodo Patriarcale Siro, riunito a Charfet in Libano, lo ha eletto Vescovo per la sede de Le Caire dei Siri (Egitto). Papa Paolo VI ha dato il suo assenso all'elezione il 22 luglio 1977. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 18 settembre dello stesso anno nella chiesa del convento di Notre-Dame de la Déliverance da Ignace Antoine II Hayek, allora Patriarca di Antiochia dei Siri.
Il Sinodo Patriarcale Siro lo ha poi promosso all’Arcieparchia di Homs dei Siri il 1° luglio 1994. In tale veste, nella primavera del 1998 ha partecipato all’Assemblea Speciale per l’Asia del Sinodo dei Vescovi.
Eletto Patriarca di Antiochia dei Siri nel Santo Sinodo Siro cattolico il 13 ottobre 1998, ha ottenuto dal Santo Padre Giovanni Paolo II la "ecclesiastica communio" il 20 ottobre successivo. È stato consacrato ed intronizzato Patriarca di Antiochia dei Siri il 25 ottobre, Domenica di Cristo Re, nella Cattedrale di Bairut.
Ha servito con passione la Chiesa Siro-cattolica che, diceva, "è nata quasi nel cenacolo, perché Gesù, Maria e gli apostoli parlavano il siriaco antico, cioè l’aramaico. La lingua della prima evangelizzazione, la lingua di tutto il Medio Oriente".
È stato anche un protagonista del dialogo con l’Islam, nella consapevolezza che le religioni non si combattono e che le questioni di attrito sono di natura politica e non religiosa. Un punto fermo del suo pensiero era far comprendere che "non tutti gli arabi sono musulmani e tra i musulmani non tutti sono arabi. Arabo, insomma, non è sinonimo di musulmano. All’interno della vasta comunità di lingua e cultura araba troviamo espressioni religiose e di pensiero molto diverse tra loro". Soprattutto era fiero della "significativa comunità cristiana" che "vive nel contesto arabo e ne condivide i valori". Una consapevolezza che lo ha portato in prima linea per cercare di frenare la continua "emigrazione dei cristiani in Medio Oriente per via dell’insicurezza".
Il 25 novembre 2000 Giovanni Paolo II lo ha nominato Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Pertanto, l’8 gennaio 2001 ha presentato la rinuncia a Patriarca di Antiochia dei Siri.
È stato a capo della Congregazione per le Chiese Orientali fino al 9 giugno 2007.
Tra gli eventi più significativi del suo servizio, la visita di Giovanni Paolo II in Siria nel 2001. In quella occasione ha potuto accompagnare il Papa a Damasco. Il 24 gennaio 2002 ha partecipato all’incontro di Assisi promosso da Giovanni Paolo II per invocare, con i rappresentanti di varie religioni, il dono della pace. Annualmente, in occasione della colletta Pro Terra Sancta, come Prefetto ha indirizzato una lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica, per sensibilizzare sul "grande significato della carità ecclesiale". È stato anche Presidente della Riunione delle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali (Roaco). In quanto Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, è stato anche Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Orientale.
Il 5 dicembre 2004, per incarico del Papa, ha confermato l’ecclesiastica communio al neo-eletto Patriarca di Babilonia dei Caldei, Emmanuel III Delly, durante la Santa Messa nella Basilica di San Pietro. Il 19 dicembre 2006, sempre a nome del Papa, ha presenziato alla cerimonia della conferma dell’ecclesiastica communio del nuovo Patriarca di Alessandria dei Copti, Antonios Naguib, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Ha dato un contributo importante nel Consiglio speciale per il Libano del Sinodo dei Vescovi. È stato consultore, e in seguito membro, della Pontificia Commissione per la Revisione del Codice di Diritto Canonico Orientale e ha presieduto la Commissione per la traduzione in arabo del Codice dei Canoni delle Chiese Orientali.
"Un ponte tra la Chiesa e le Chiese Orientali". Così definiva se stesso il cardinale Ignace Moussa I Daoud per delineare le prospettive del suo servizio nella Curia Romana come Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Lasciare la sua terra natale - quando era Patriarca di Antiochia dei Siri, era stato "uno strappo, un grande sacrificio". Ma, con san Paolo, ripeteva civis romanus sum, in obbedienza alla chiamata del Papa. "Gli orientali cattolici - era il suo pensiero - devono continuare la missione di portare nel cuore della cattolicità i tesori dell’Oriente cristiano. La Chiesa Cattolica non si identifica con la sola tradizione latina; è arricchita dall’apporto delle tradizioni orientali, che la compongono a tutti gli effetti, con relativi diritti e doveri". Riteneva le Chiese Orientali "eredi di un patrimonio prezioso per la Chiesa universale, perché conservano le testimonianze dei Padri dei primi secoli. Un tesoro di liturgia, riflessione teologica, spiritualità, musica e disciplina". L’uomo di oggi, era solito sostenere, ha bisogno "dell’apporto dell’Oriente e dell’Occidente. Le parole dell’Occidente non possono parlare al mondo moderno senza le parole dell’Oriente. Dobbiamo respirare con i due polmoni".
Ha partecipato al conclave dell’aprile 2005 che ha eletto Papa Benedetto XVI.
Da S. Giovanni Paolo II creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 21 febbraio 2001.
S.B. il Cardinale Ignace Moussa I Daoud è deceduto a Roma il 7 aprile 2012, Sabato Santo.