DISCORSO DEL CARDINALE ANGELO SODANO DURANTE LA CELEBRAZIONE NELLA CAPPELLA DEL PONTIFICIO COLLEGIO FILIPPINO IN ROMA Mercoledì, 14 marzo 2001 Eccellenza, Distinti ospiti, sono molto lieto di essere presente qui oggi presso il Pontificio Collegio Filippino per il solenne Te Deum in occasione del cinquantesimo anniversario dell'instaurazione delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e le Filippine. Nel 1900 l'Arcivescovo Placido Chapelle è divenuto il primo di sei Delegati Apostolici presso le Filippine. Il 4 giugno 1946 le Filippine sono diventate una Repubblica e cinque anni dopo, durante la Presidenza di Elpidio Quirino, la Delegazione Apostolica è stata elevata allo status di Nunziatura. Il 9 aprile 1951 l'Arcivescovo Egidio Vagnozzi è divenuto il primo Nunzio Apostolico e ha assunto le sue nuove responsabilità con lo zelo apostolico e missionario che ha sempre caratterizzato la sua attività di rappresentante pontificio. Da allora sei altri Nunzi, fra i quali l'attuale, l'Arcivescovo Antonio Franco, hanno avuto la gioia e il privilegio di servire la Santa Sede nel vostro Paese. Il primo ambasciatore delle Filippine, Sua Eccellenza Manuel Moran, presentò le sue Lettere Credenziali a Papa Pio XII il 4 giugno 1951. In quell'occasione, il dr. Moran parlò del desiderio del proprio Paese di mantenere e rafforzare i suoi antichi vincoli di amicizia con la Santa Sede e di cooperare con essa al grande compito di promuovere la pace, la dignità e la libertà umane. Negli ultimi cinquant'anni si sono succeduti Ambasciatori delle Filippine che non hanno lesinato sforzi per promuovere la comprensione reciproca e la cooperazione tra le Filippine e la Santa Sede. Colgo questa opportunità per rendere omaggio a lei, Ambasciatore De Villa, per gli anni di dedicato servizio a nome del suo Paese, che ha rappresentato con lo spirito nobile e gentile tipico del suo popolo. Esprimo la mia gratitudine, così come quella dei miei collaboratori, per i numerosi atti personali di cortesia che hanno contraddistinto questi ultimi cinque anni. Celebriamo cinquant'anni di contatti intensi fra la Santa Sede e le filippine. Durante questi anni sono state effettuate tre Visite Papali nelle Filippine: quella del 1970 da parte di Papa Paolo VI e quelle del 1981 e del 1995 da parte di Papa Giovanni Paolo II. Sono state occasioni immensamente gioiose, durante le quali il popolo filippino si è riunito per dimostrare il proprio affetto e la propria stima per il Santo Padre. Come potremmo dimenticare i cinque milioni di persone che hanno voluto salutare Papa Giovanni Paolo II in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Manila nel 1995? È stata veramente un'occasione eccezionale, il più grande raduno della storia della Chiesa per un evento legato al Papa. Per tutto questo rendiamo grazie al Signore: Te Deum laudamus! Oggi viene posta spesso la seguente domanda: perché esiste una diplomazia pontificia? La risposta è complessa e legata ai duemila anni di storia della Chiesa e del Papato stesso. Tuttavia, in poche parole, la risposta è che i Pontefici hanno sempre inviato i loro rappresentanti presso i Capi e i Governi delle nazioni perché è proprio della Chiesa attrarre tutte le culture e tutti i popoli in quella comunione che è la vera natura della Chiesa. Il Corpo Diplomatico della Santa Sede è interamente al servizio della comunione dei credenti e dell'unità della famiglia umana e quindi al servizio della comprensione e del dialogo fra i popoli. Attraverso le Nunziature, la Santa Sede è in grado di facilitare il dialogo con le autorità civili, di promuovere i contatti con le Chiese locali e di mantenere la sua presenza nella vita internazionale. In quanto "esperta in umanità", essa reca il beneficio della propria esperienza nei dibattiti internazionali sui problemi sociali, i diritti dell'uomo, la cooperazione per lo sviluppo dei popoli e le questioni di giustizia e di pace. La Chiesa ha la chiara missione spirituale di portare il lievito del Vangelo di Gesù Cristo a tutti i popoli e le nazioni. Serve l'umanità "mettendo a disposizione degli uomini le energie di salvezza che la Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, riceve dal suo fondatore" (Gaudium et spes, n. 3). Sebbene la Chiesa e la comunità politica operino a livelli diversi e siano indipendenti l'una dall'altra, entrambe servono la stessa umanità (Gaudium et spes, n. 76). In questo servizio c'è ampio spazio per il dialogo e la cooperazione poiché entrambe anelano a edificare una civiltà che rispetti la dignità di ogni essere umano. Spero che l'elevato livello di cooperazione fra le Filippine e la Santa Sede continui a crescere e a rafforzarsi, in particolare attraverso gli sforzi dell'Ambasciata e della Nunziatura Apostolica. Al centro di questa cooperazione sta il nostro impegno reciproco per il bene comune e per la promozione dei valori spirituali e morali che conferiscono alla società filippina il suo saldo fondamento. Saluto tutti i membri della comunità filippina a Roma, e vi assicuro delle mie preghiere per il benessere spirituale e materiale del vostro popolo ovunque. |