Signor Presidente,
Eccellenze,
Signore e Signori!
Sono lieto di portare il saluto più cordiale del Papa Giovanni Paolo II a tutti voi, illustri Capi di Stato e di Governo qui convenuti per quest'importante incontro. Come suo Segretario di Stato, vorrei assicurarvi di tutta la profonda attenzione, con la quale il Vescovo di Roma, a nome della Chiesa cattolica, segue i lavori di questo vertice, che tanto può contribuire all'avvento di una pace duratura in Europa. Al governo ed al popolo di Turchia vorrei rinnovare l'espressione della più profonda solidarietà per le gravi prove subite con i recenti terremoti.
In realtà, dalla Conferenza di Helsinki nel 1975 ad oggi molti passi sono stati compiuti. Profonde trasformazioni si sono poi avute in Europa, in questi ultimi dieci anni, dopo il crollo del muro di Berlino. Andiamo verso un nuovo ordine europeo, ma il cammino da percorrere è ancora lungo.
Da parte mia, a nome della Santa Sede, vorrei qui ricordare come sia impossibile pensare ad una sicurezza stabile in Europa, senza porvi delle basi morali sicure.
1. Una base sicura è, in primo luogo, il riconoscimento di una legge naturale, regolatrice di tutti i rapporti fra gli uomini, anteriore ad ogni legge positiva dei singoli Stati. Se non esiste nessuna verità ultima a guidare l'azione politica, allora le idee possono anche essere strumentalizzate a fine di potere. Una democrazia senza valori si trasforma facilmente in un totalitarismo aperto o subdolo, come è dimostrato dalla storia (cfr Giovanni Paolo II, Enciclica "Evangelium vitae" n. 101).
La legge naturale è una grammatica comune a tutti i responsabili della sorte dei popoli, condizione "sine qua non" per un fecondo dialogo internazionale.
2. Una base sicura per la sicurezza in Europa è, poi, il riconoscimento dei diritti inalienabili delle persone e dei popoli. Sicurezza e rispetto dei diritti umani sono reciprocamente causa ed effetto. La sicurezza favorisce il rispetto dei diritti umani, ma, a sua volta, il rispetto di tali diritti favorisce la sicurezza.
3. Un'altra base per la sicurezza in Europa è il rispetto delle minoranze, siano esse minoranze che nascono da diverse appartenenze etniche o da differenti credenze religiose; ogni minoranza ha diritto a preservare e sviluppare la propria cultura. In tale contesto è sempre attuale anche in Europa il richiamo alla necessità della libertà religiosa, una libertà che deve essere un punto fermo ed essenziale della civiltà europea.
Ad un secolo di costrizioni deve subentrare un secolo di persuasioni: ma ciò non è possibile senza una stella polare che ci guidi: la stella della libertà.
Eccellenze,
quante sfide ci attendono per una sicura convivenza in Europa! Vi sono poi tanti altri problemi morali, quali la difesa della vita, la promozione della famiglia, la lotta alla droga, alla corruzione ed al terrorismo. Vi è tutto un tessuto sociale da costruire fra le nuove generazioni. Vorrei assicurarvi che la Chiesa cattolica è vicina a voi in tal immensa opera di costruzione di una nuova Europa, l'Europa del Terzo Millennio, che sia migliore di quelle del passato. Anche la nostra Organizzazione vi deve contribuire.
La Santa Sede ben volentieri darà il suo assenso alle conclusioni pratiche che qui nasceranno per una maggiore sicurezza del nostro continente.