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CELEBRAZIONE EUCARISTICA IN SUFFRAGIO
DEL REVERENDO DEGNY ALAIN MAXIME ATTIALE,
ADDETTO DELLA NUNZIATURA APOSTOLICA IN TANZANIA

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE

Venerdì, 21 gennaio 2011

 

Eccellenze,
Cari sacerdoti ed alunni della PAE,

Ci troviamo insieme, questa mattina, nella splendida cornice della Cappella Paolina, ove il tratto geniale dell’arte di Michelangelo ci parla, allo stesso tempo, di vita e di morte, di nascita e di rinascita nella Fede (la conversione di Paolo), di gioia dell’incontro con Cristo e di vita offerta per il Maestro (il martirio di Pietro).

Tale duplice dimensione dell’Evento cristiano ci offre alcuni spunti teologici e spirituali di grande profondità, capaci di introdurci in modo tutto speciale all’azione liturgica odierna nella quale ricordiamo il sublime atto di totale dedizione al Signore della giovane martire Agnese. Come recita l’antica antifona romana di questo giorno: “Stans beata Agnes in medio flammae, expansis manibus, orabat ad Dominum”.

Nel momento della sofferenza e della morte Agnese ha avuto la forza di alzare i suoi occhi verso il Cielo, ha aperto le braccia in preghiera, ha invocato il Dio della Misericordia e dell’Amore.

Anche noi oggi desideriamo elevare al Signore della Vita la nostra umile preghiera in suffragio dell’anima del Reverendo Alain Attiale, repentinamente scomparso in Tanzania, ove da pochi mesi soltanto aveva cominciato il suo servizio alla Santa Sede, in qualità di Addetto di Nunziatura. Con gli stessi pensieri, vogliamo ricordare anche Padre John Rocksloh, Benedettino, perito nella medesima e tragica circostanza.

La morte, specie quando giunge improvvisa per un giovane, ci riporta drammaticamente alle domande essenziali della vita e della fede. Ci chiede se ci siamo preparati all’incontro personale e definitivo con il Signore. Ci chiede se abbiamo vissuto pienamente e generosamente il nostro ministero di sacerdoti. Ci chiede infine, se abbiamo amato e ricercato il bene dei fratelli secondo lo stile esigente del Vangelo.

Con questo spirito di preghiera ricordiamo il tempo della formazione di Don Alain alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, ove sotto l’attenta guida dei Superiori ha potuto fare esperienza dell’universalità della Chiesa e dell’alta missione che attende nelle Rappresentanze Pontificie.

Per questo, ancora una volta vi invito, cari sacerdoti dell’Accademia, a vivere pienamente e con entusiasmo questo tempo privilegiato di crescita umana e sacerdotale. Non sappiamo ciò che il Signore chiederà a ciascuno di voi dopo questi anni. Sappiamo però che la chiamata di Dio è sempre esigente ed immediata, in qualunque situazione di vita ci troviamo.

La morte di un giovane sacerdote poi ci tocca intimamente e diventa così motivo di meditazione e di esame di coscienza sul senso della vita, sulla sua grandezza e fragilità: grandezza per la vocazione al ministero, come sacramento della carità di Cristo Pastore, e fragilità, perché  si resta aggrappati al filo del tempo, a un frammento di materia, destinato in breve a passare.

Il tramonto della vita presente, che vorremmo fosse un distacco sereno e cosciente, deve essere invece uno sforzo crescente di veglia, di dedizione, di attesa. E' difficile; ma è così che la morte sigilla la meta del pellegrinaggio terreno, e fa da ponte per il grande incontro con Cristo nella vita eterna.

Sappiamo bene che la vita di ogni cristiano, e soprattutto di un Sacerdote, nella sua interiorità profonda, si va preparando giorno per giorno a questo momento, all’incontro finale con Cristo, a fissare lo sguardo su di Lui, Amico e Salvatore, tante volte invocato comeSignore, Fratello, Modello di vita e Sommo Sacerdote. In altre parole: noi camminiamo verso la morte, ma per avere la Luce della Vita, quella che brilla sul volto di Cristo.

La Chiesa, nella liturgia dei defunti, ci ricorda che la morte è la “Pasqua del discepolo di Cristo”, la nascita alla vera vita nella gioia dei Santi. In una delle antifone della festa odierna di Sant’Agnese, anche la giovane martire esulta: “Rallegratevi, fate festa con me, ora vivo accanto a lui nella splendida dimora dei santi”.

Chiediamo alla Vergine Maria, Madre di Dio, di fissare questo momento di preghiera, che celebriamo in suffragio di don Alain Degny e del benedettino, Padre John Rocksloh, nel patto della Nuova Alleanza instaurata da Cristo, di cui Lei è stata il prototipo perfetto: patto che si rinnova ogni volta nel sacrificio eucaristico, come lievito divino per la salvezza dell’umanità. Amen.

      

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